Creato da crisalide6 il 06/11/2007

PSICouseling

relazione di aiuto

 

 

RILASSAMENTO ANTISTRESS

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Impariamo a rilassarci..............Training Autogeno (T.A.), è un'ottima tecnica di rilassamento, ma è anche una forma di psicoterapia breve, che da ottimi risultati in tanti problemi nevrotici e soprattutto psicosomatici.Una volta appreso, di essere uno strumento si  può utilizzare, per affrontare eventuali problematiche che possono insorgere.

 

J.H.Schultz, l'ideatore del metodo: è vivamente raccomandato di non iniziare la pratica del Training Autogeno da soli, da autodidatti, tutto ciò per vari motivi. Innanzitutto, può pregiudicare l'apprendimento successivo, in quanto difficile da correggere, inoltre per alcuni soggetti devono essere adottate particolari precauzioni.

 Meglio rivolgersi ad un esperto che ci guidi in modo appropriato. La parola inglese "training"che significa allenamento.....

a) deve essere praticato giornalmente, almeno due volte al giorno in fase di apprendimento ... e una sola volta al giorno, come mantenimento.

Il T.A. è una tecnica di approccio psico-somatico ed è composto di sei esercizi: la pesantezza, il calore, il cuore, il respiro, il plesso solare e la fronte fresca. Esiste inoltre la "formula " della calma che qualcuno considera un esercizio propriamente a se stante.

DI SEGUITO LE FASI :

Corpo pesante. A quella che soggettivamente avvertiamo come pesantezza del nostro corpo ,corrisponde un abbassamento del tono muscolare, un rilassamento della muscolatura scheletrica.

 

Corpo caldo. La sensazione è di un tepore diffuso in tutto il corpo. Il rilassamento muscolare si accompagna ad una vasodilatazione, in particolare a livello periferico: tale fenomeno prende il nome di iperemia. Tuttavia ciò che è importante è che questo esercizio permette una più equa ridistribuzione del sangue a livello di tutto il corpo, in opposizione a ciò che avviene quando siamo sotto stress. Questo esercizio serve a regolarizzare il cuore: è un ottimo ausilio nel trattamento delle somatizzazioni ansiose che concernono il cuore (tachicardie, bradicardie, etc.).

 

Respiro calmo e regolare. Anche il respiro si altera quando qualcosa emotivamente ci turba...questo esercizio serve a regolarizzare la nostra respirazione, anche quando non ci stiamo concentrando su come respiriamo. Tutti sappiamo quanto sia importante respirare bene e in modo efficace!

 

Plesso solare, regola la funzionalità di tutti gli organi a livello addominale, è quindi di grande importanza per l'equilibrio neuro-vegetativo e per la prevenzione e l'intervento sui disturbi psicosomatici inerenti l'apparato digerente ed altri. Fronte fresca. L'esercizio si propone come tecnica per approfondirne la concentrazione, o meglio la "lucidità di pensiero".E' inoltre un ottimo intervento per le cefalee muscolo-tensive e vasomotorie di origine psicologica.

 

E' stato esposto in modo molto sintetico, in che cosa consistono gli esercizi del T.A.. A molte persone viene spontaneo chiedersi in che modo ovvero: "A cosa può servire per la mia ansia o per la mia depressione?"

 Proviamo ad esempio a ricordarci l'ultima volta che ci siamo arrabbiati seriamente…ripensiamo alla stessa situazione però coi muscoli rilassati, il cuore che batte calmo e regolare, il respiro ampio e profondo…cosa ne rimane della nostra rabbia? Forse un pensiero distaccato, lo stesso dicasi per l'ansia o tutti gli stati emotivi alterati.

 

Pensate in quante situazioni della nostra vita possa risultare utile: affrontare un esame o un colloquio di lavoro, parlare con un nostro superiore e così via mantenendoci calmi e quindi con una maggiore lucidità mentale, non sono vantaggi trascurabili!

 

Inoltre è una delle migliori tecniche di intervento sui disturbi psicosomatici, come già accennato nella descrizione dei singoli esercizi ed è anche un ottimo metodo per intervenire sui disturbi del sonno: ci si addormenta con maggior facilità e si dorme di un sonno più profondo e continuativo....La mattina ci si sveglia freschi e riposati!

 

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EMOTIVITA' E COMUNICAZIONE

Post n°26 pubblicato il 02 Dicembre 2011 da crisalide6
 
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LA COMUNICAZIONE DEL CUORE

Convincersi che comunicare con il cuore è possibile oltre che psicologicamente gratificante. Basta volerlo e cominciare subito a farlo con la consapevolezza che solo la pratica rende perfetti. Lo sforzo iniziale che può rendere difficile la partenza, sarà largamente compensato in seguito dalla gioia derivante dall'essere riusciti a diventare emotivamente più intelligenti.

  1. Interessarsi agli altri. Più ci interessiamo degli altri e di quello che sta loro a cuore e più gli altri si interesseranno di noi. Ognuno in cuor suo vuole sentirsi importante, apprezzato e stimato. E se è vero che il proprio mondo conta sempre di più di quello degli altri, è anche vero che cercare di capire che cosa interessa agli altri, quali sono i loro obiettivi, le loro speranze, le loro paure, aiuta a comunicare meglio e a farsi degli amici, bloccando già sul nascere molti dei possibili motivi di divergenza o fattori di conflitto interpersonale.
  2. Abbandonare l'idea di essere infallibili. Errare humanun est, dicevano i latini e pensare di avere sempre ragione è pura follia! Nessuno è o potrà mai essere detentore di verità assolute; perciò chi riesce a dubitare di sé e delle proprie opinioni e mette in conto l'eventualità di potersi sbagliare, è più saggio di quanto non pensi. Nella sua filosofia di vita trova spazio un principio cardine della P.N.L. (Programmazione Neurolinguistica): la mappa non è il territorio. E la mappa comprende le proprie convinzioni, idee, opinioni che sono le proprie e non quelle dell'umanità intera.
  3. Imparare ad ascoltare. Saper ascoltare sembra facile o addirittura scontato, dopotutto è una funzione spontanea e naturale della comunicazione, appresa sin dall'infanzia, che sembrerebbe non richiedere alcuna abilità. Invece non è così, perché saper ascoltare è una competenza emotiva di fondamentale importanza, ed è grazie ad essa e all'empatia, che poi è la capacità di mettersi nei panni degli altri, sforzandosi di vedere le cose dal loro punto di vista e di coglierne il vissuto emotivo, che si può imparare a comunicare con il cuore. Senza una buona capacità di ascolto empatico, è praticamente impossibile riuscire a farlo!
  4. Considerare le emozioni una risorsa. Imparare a riconoscere, gestire ed esprimere i propri sentimenti e stati d'animo è una grande conquista personale, che promuove l'equilibrio interiore e predispone all'autorealizzazione. Per questo soffocare le proprie emozioni è l'atteggiamento più sbagliato che ci sia, mentre intraprendere, a qualsiasi età, un percorso di alfabetizzazione emozionale è una scelta vincente che può migliorare la qualità della propria vita affettiva, sociale e professionale.
  5. Dire quello che si pensa senza temere il giudizio degli altri. Se dire quello che si pensa aiuta a sentirsi bene ed in pace con se stessi, farlo con un pizzico di tatto e diplomazia è un obbligo sociale ancora più importante ai fini dell'approvazione e del consenso in quanto consente di apparire agli occhi degli altri più sicuri di sé e delle proprie convinzioni nella giusta misura. Per questo nel sostenere le proprie idee ed opinioni, bisognerebbe accuratamente evitare qualsiasi esagerazione o forma di arroganza, saccenza e assolutismo che potrebbero indurre l'interlocutore ad irrigidirsi, a stare sulla difensiva e a contraddire o rifiutare del tutto il nostro punto di vista. Siate perciò eleganti nel linguaggio e nel modo di esporre ciò che pensate, anteponendo possibilmente al vostro pensiero espressioni tipo io credo…, io ritengo che… . Lasciando aperta la porta del dubbio, risulterete più convincenti.
  6. Sviluppare un orientamento al dialogo. Chi vuole davvero imparare a comunicare con il cuore non ha altra scelta: deve far proprio il principio win-win (vincere-vincere) e assumerlo come costante psicologica in tutte le dimensioni della propria esistenza, da quella affettiva a quella sociale e professionale. In base a tale principio, in qualsiasi contesto o situazione comunicativa si può vincere insieme (vinco io - vinci tu) senza entrare inutilmente in conflitto con l'altro. Anzi il conflitto, che per sua natura è parte integrante della vita di relazione, in base al suddetto principio, viene vissuto come una buona occasione di confronto, utile alla propria crescita, anziché come un inevitabile scontro in cui uno deve per forza vincere e l'altro perdere.

Bibliografia:

 

  • V. D'Amato: L'arte del dialogo - F. Angeli;
  • M. D'Ambra: Le nuove tecniche di comunicazione - De Vecchi Editore;
  • Daniel Goleman: Comunicare con intelligenza emotiva - Rizzoli;
  • C. Maiello: L'arte di comunicare - F. Angeli;
  • I. Stewart, V. Joines: L'Analisi Transazionale - Guida alla psicologia dei rapporti umani - Garzanti.
 
 
 

QUELLO CHE RESTA

Post n°25 pubblicato il 10 Febbraio 2011 da crisalide6
 
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il sapore della comunicazione quella che entra nella testa e non lo dimentichi più

Quale suggestione ha un potere più evocativo e al contempo più misterioso dell’olfatto? L’elaborazione delle sensazioni olfattive e la loro associazione a situazioni ed eventi del passato si caratterizzano per il fatto di avvenire per lo più a livello inconscio, quando invece la percezione legata ad altri sensi come la vista e l’udito comporta processi di analisi e rielaborazione più razionale ed “evidenti”. Un messaggio odoroso può causare reazioni di diverso tipo (piacere, ribrezzo, eccitazione, noia, rifiuto) senza che il nostro cervello sia cosciente di ciò. Perciò un odore è sempre carico di emotività, facilmente rimanda ad esperienze vissute.
Da questo punto di vista, si parla spesso di memoria olfattiva per indicare come i ricordi legati all’olfatto che risalgono all'infanzia così come quelli legati a vicende emotivamente molto coinvolgenti siano i più potenti nella loro capacità di suscitare sensazioni gradevoli, oltre che i più facili da riattivare poiché la loro forza dipende dall'importanza che ha avuto la situazione in cui l'odore è stato percepito nel processo d'apprendimento delle persone.
Il fascino, il mistero e le grandissime potenzialità di questo straordinario talento, di cui qualcuno di superiore ci ha dotato, ha stimolato e scatenato genialità e artisti del passato e presente, generando, soprattutto in ambito letterario, capolavori e contributi di altissimo valore, dove alla percezione degli odori è associato un significato palese o nascosto ma sempre suggestivo. Si pensi a “La Montagna Incantata” di Thomas Mann, dove l'odore del sanatorio di Davos è talmente ben descritto che sembra di poterlo percepire nelle narici, oppure a “Madame Bovary” di Flaubert, dove i dolci ricordi di Emma sono evocati dai profumi del vento e dei lillas, passando per Theophyle Gautier, che si affida  agli antichi odori e allo loro solidità perché lo aiutino “a trasporre la sua anima” aiutandolo nell’elaborazione di ricordi pesanti, senza infine dimenticare l’abilità letteraria di Harris Joanne, nel deliziare il lettore attraverso le descrizioni delle vetrine imbandite di peccati al cioccolato che spopolano nel best-seller “Chocolat”. Il panorama, ça va sans dire, non è tutto qui, essendo riccamente variopinto dai contributi di Marcel Proust, Pierre Loti, Oscar Wilde, per citarne alcuni, ma anche dei nostri Gabriele D'Annunzio, Umberto Eco, Italo Calvino – che tra l’altro nel racconto “Il Nome, il Naso”, immaginava un uomo futuro senza naso, privo della capacità di distinguere odori e profumi – sino ad arrivare al contemporaneo Andrea Camilleri. Non è infine possibile non citare l’immancabile Freud e la sua scuola, autori di un cult in materia di feticismo olfattivo.

L’evoluzione storica in generale e soprattutto le credenze dell'uomo sono da sempre legate al profumo. Per i Romani, i Greci e ancora prima gli nell'antico Egitto odori e fragranze servivano a svolgere molteplici funzioni rituali grazie alla loro natura diafana, quasi inconsistente ed evocatrice di presenze spirituali. Non è casuale che nelle religioni orientali e in certe discipline come lo Yoga il profumo sia sinonimo di perfezione, di espressione, di componente virtuosa. Così come molto più semplicemente, nella mente umana il buon odore è associato nelle diverse sfere reali (fisica, psichica e morale) alla nozione stessa di "buono". Nella lingua araba, addirittura, la parola "tayyib" è usata indifferentemente per dire "profumato" e "buono". A ben vedere si tratta di uno dei pochi argomenti che trova d’accordo, senza che entrino in collisione fra loro, le diverse culture.
Questo straordinario senso è oggetto costante di studi legati al marketing, basti pensare ai punti vendita che rilasciano particolari profumi che rievochino sensazioni che spingano il consumatore ad acquistare un determinato prodotto.

 
 
 
 
 

LE PAROLE CHE CONTANO

Post n°24 pubblicato il 20 Dicembre 2010 da crisalide6
 
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                LE NOSTRE PAROLE INFLUENZANO LE NOSTRE

                                            RELAZIONI

Vi è mai capitato che mentre state discutendo con una persona……….

tutto ad un tratto iniziate a provare sensazioni nuove, impreviste, intense, che lì per lì non comprendete,ne siete in grado di capirne la causa.

QUINDI PROVATE E…RIFLETTETE  alle frasi e ai messaggi che vi state  scambiando vi accorgerete di una cosa strabiliate,senza volere avete scambiato i vostri ruoli e state comunicando come lui….state imitando il vostro interlocutore state usando il suo modo di rispondere…..vi accorgerete in un attimo che i pensieri e le parole hanno trasformato le vostre emozioni e anche il vostro comportamento.

INCREBIBILE MA VERO…….

Dopo quell’episodio io proposi a quella persona di continuare con lo scambio di ruoli linguistici, in modo da sperimentare le nostre reazioni e i nostri cambiamenti.

In pochissimo immedesimata nella parte da scrivere, pensare, parlare e sentire come un tempo scriveva, pensava e sentiva il mio interlocutore. Abbiamo continuato così tutta la giornata e verso sera ho appreso per l’ennesima volta che le mie parole, il mio linguaggio modificano sensibilmente la realtà che mi circonda.

Inoltre mi resi conto che usavo un linguaggio troppo ambiguo, ironico e distaccato, ma non pensavo che questo potesse ferire una personaho provato sulla mia stessa pelle l’effetto che può fare un linguaggio troppo implicito e metaforico… cioè un linguaggio che rischia di dare per scontate delle cose che gli altri non riescono a percepire nell’immediato…

Io volevo solo vedere cosa succedeva se invertivamo il nostro linguaggio, ma non mi aspettavo delle conseguenze del genere…

Ho percepito una vera e propria metamorfosi, una trasformazione interiore inaspettata.

 E’ fondamentale saper “selezionare” le parole più consone ad una determinata situazione…

Io con questo post volevo solo confermarvi che ho avvertito dei cambiamenti importanti e mi piacerebbe che anche voi provaste a fare quello che ho voluto sperimentare ieri e che sperimenterò nuovamente…

Tutto quello che dovete fare è scegliere un interlocutore qualsiasi (un parente, il vostro fidanzato, un conoscente, una persona che avete conosciuto da poco, un utente di facebook, messenger, gmail, etc.) e proporgli un giochino: invertire i ruoli, reagire e rispondere come risponderebbe l’altra persona e osservare i mutamenti (emozioni, pensieri, atteggiamenti…) che avvengono tra di voi…

Annotatevi qualunque cambiamento, sensazione, idea, un sorriso, un’intuizione….

Ecco i cambiamenti che ho avvertito - accelerazione del battito cardiaco

- perplessità

- leggera sensazione di disagio allo stomaco

- imbarazzo

- frustrazione

- irrigidimento muscolare

- affetto e comprensioneAttento al tuo linguaggio… le parole possono essere un’arma a doppio taglio.ferire o far felice...cambiando il tuo e il suo umore,dipende da chi va con il cuore.

 
 
 

REGALO DI NATALE

Post n°23 pubblicato il 13 Dicembre 2010 da crisalide6
 
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TEST PER I MIE AMICI

 Può essere analizzato uno scritto?????Taluni esperimenti hanno dimostrato che attraverso  l’analisi di ciò che una persona scrive   si può riconoscere la personalità di un soggetto,verificando le percentuali di parole o radici linguistiche,dividendole in categorie.

Da ciò si è evidenziato che le categorie delle parole che si usano,sono in relazione stati  emotive e cognitive che portano effetti benefici quando si scrivono.

Quando si narra un evento si creano due aspetti fondamentali in automatico :

1-il senso che si vuole imprimere nella comunicazione scritta che avviene secondo coscienza ed intenzione.

2-le parole che si usano come simboli che danno un significato al tipo di emozione anche senza pensiero(contesti di parole)presente a livello inconscio,che si unisco al significato cosciente e razionali espressi in modo organizzato.

Pertanto analizzando una narrazione si rilevano delle emozioni attraverso  l’individuazione di parole o lessemi  appartenenti a determinate categorie di parole,a prescindere dalla modalità di costruzione della frase e dell’espressione dei concetti esemp.

Frasi interrogative,impersonale,sottolineata,la collocazione dei termini nella frase,la punteggiatura,lo stile …stringato, scorrevole,ripetitivo,aulico ecc.

Guardando tali aspetti assieme alla scelta dei termini,possono dire molto sulla personalità

dello scrivente,nei quali sono contenute le paure,le ansie,le angosce,i pensieri latenti

inconsci,atteggiamenti,sicurezza,insicurezza,contenuti autonomi che ampliano arrichendo o contraddicendo quanto si vuole comunicare.

Uno stesso concetto può essere espresso in molti modi diversi, pertanto quegli aspetti del linguaggio scritto che sono espressione di un comportamento che potremmo definire “paralinguistico” nella redazione di un testo,sono analizzabili anche da un punto di vista psicologico, in quanto possono rivelare contenuti mentali attinenti ad una sfera inconscia o subconscia dell’autore.

PROVA ANCHE TU A SCRIVERE……….

Lo scritto può essere una narrazione di eventi con relativa descrizione di personaggi.

Anche in questo caso lo scritto può rivelare contenuti relativi a quanto narrato che potrebbero essere inconsci allo stesso narratore

Analisi dello scritto fatto da un ESPERTO

L’agire umano infatti è spesso determinato da motivazioni inconsce e, assumendo che anche l’attività dello scrivere, come qualunque attività umana, contenga significati impliciti, appartenenti ad una sfera subconscia o inconscia dello stesso scrittore, si può allargare l’analisi ad essi. Questa considerazione può valere come si è detto non solo per articoli, saggi, lettere ecc, ma anche per una narrazione; in quest’ultimo caso si cercheranno quegli aspetti non esplicitati dal linguaggio organizzato che animano e specificano personaggi ed eventi.

Come individuare i significati inconsci di colui che ha scritto un testo:

Valutare la coerenza interna e complessiva dello scritto quanto a contenuti, sempre cercando di coglierne quegli aspetti non immediatamente evidenti che costituiscono l’oggetto privilegiato della sua indagine.

SCRIVIMI QUELLO CHE RITIENI SIA IMPORTANTE,STORIA,EVENTO,FAVOLA,

ESPERIENZA .

parti del tuo mondo possono essere ritrovate nella tua narrazione che inconsciamente agiscono nella tua vita e comportamento spesse volte non voluto

 

 

 
 
 
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L'ENERGIA DEL PENSIERO

L’energia segue il pensiero. Quando realizziamo qualcosa, lo creiamo sempre inizialmente sotto forma di pensiero.

 L’idea , crea COME DELLE DIAPOSITIVE IN CUI VEDIAMO IL PERCORSO che si potrebbe realizza, facendo fluire l’energia fisica in quella forma che diviene relatà sul piano fisico.

Tale risultato resta altrettato valido anche se non intraprendiamo alcuna azione fisica diretta per realizzare concretamente un’idea.

Il semplice fatto di aver un’idea in mente e di tenerla, costituisce un’energia che tenderà ad attrarre e creare quella forma astratta sul piano materiale.

 

 

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"In che cosa consiste la nostra libertà nella vita? Unicamente nello scegliere la direzione che vogliamo prendere. In seguito nient'altro dipenderà da noi. Spesso paragoniamo la vita a un viaggio. Ebbene, esaminiamo questa similitudine. Dovete partire per le vacanze e davanti a voi si aprono tutte le destinazioni possibili: mare, montagna, deserto, campagna, boschi .... Ipotizziamo che voi scegliate la montagna, le Alpi. A partire da quel momento sapete che troverete determinati fiumi, determinati laghi e determinate cime. Se aveste scelto il mare o il deserto, le cose sarebbero state del tutto diverse. Quindi voi avete soltanto la facoltà di scegliere la direzione da prendere, poi verrete a trovarvi in mezzo a paesaggi che esistono da lunghissimo tempo e che esisteranno per lungo tempo dopo che ve ne sarete andati. La stessa cosa avviene per la nostra vita interiore. Abbiamo soltanto la facoltà di scegliere dove vogliamo andare: sabbie mobili, paludi e foreste pericolose... oppure pianure fertili o parchi pieni di uccelli e di fiori. Tutte le felicità e tutte le disgrazie esistono già, altri le hanno conosciute prima di noi, a noi spetta solo decidere di andarci oppure no".
(Maestro Aïvanhov)

 
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