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DISEGNO DI "FRATELLO CORAGGIO"


 

(ATTI 1:8)

Testimonianze

ma avrete forza dallo Spirito Santo

che scenderà su di voi

e mi sarete testimoni

fino agli estremi confini della terra


 

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FEDE NUZIALE

VINO ROSSO

ingannai il dolore con del vino rosso
buttando il cuore in qualunque posto
mi addormentai con un vecchio disco
tra i pensieri che non riferisco
chiudendo i dubbi in un pasto misto

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LA LIVELLA

 

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IL MIO CUGINETTO...

A volte mi domando
perche nessuno parla d'Amore
cosi sorpreso
come se fossi il solo a sentirlo.

Liberando i desideri
il momento che più amo
discende sempre da un Amore.

Con lo stesso suono 
e lo stesso volto che si perde
col vento,

in un tempo che non si conta
con i numeri, 
perchèil tempo
ha tutto il tempo,
per viverlo.

F.Franco  

 

Messaggi di Giugno 2005

che delusione....

Post n°25 pubblicato il 22 Giugno 2005 da CRIUNAMICAXTE
 
Foto di CRIUNAMICAXTE

non so piu cosa pensare... ho sbagliato tutto anche questa volta... vedi che scherzi tira la "speranza" ,cri...

ormai dovresti esserci piu che abituata... eppure per quanto tu riesca a vedere lucidamente la situazione non puoi fare a meno di starci un pochino male...

mannaggia la pupazza!

ahimè se ti capisco mia cara... com'è che diceva la tua amica carmelina?

"...certe volte l'importante è vedersi piu belli,

quanto basta per sentire che il mondo è vicino,

e non è perfetto..."

ti lusingava proprio l'idea di potergli piacere eh?

gia mia cara, uno non ti si fila e l'altro ti giri e te lo ritrovi tra le braccia della sua donna...

e tu che centri li?

nulla... non centri assolutamente nulla!

carezza leggera mia dolce cri...

Cri

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 21 Giugno 2005 da CRIUNAMICAXTE
Foto di CRIUNAMICAXTE

(...)

Vivimi senza paura
Che sia una vita o che sia un´ora
Non lasciare libero o disperso
Questo mio spazio adesso aperto ti prego
Vivimi senza vergogna
Anche se hai tutto il mondo contro
Lascia l´apparenza e prendi il senso
E Ascolta quello che ho qui dentro

(...)

E' arrivato il momento. Ora so di potermi innamorare nuovamente. E proprio ora che il cuore inzia a vibrare mi accorgo che non posso spiccare il volo...

Finchè c'era lui a tentarmi l'incapacità di guardare altrove mi pareva una conseguenza inevitabile... ma ora che lui non cè... ora che mi sento pronta per un altro amore,,, i miei occhi si sono posati su una storia altrettanto impossibile...

vabè

stasera vediamo se anche l'altra speranza, l'altro friccichio allo stomaco non è che una mia vana illusione...

sono un po delusa, si. un pochino pochino ma lo sono.

sigh!

 
 
 

(l'amore che strappa i capelli è perduto ormai...)

Post n°23 pubblicato il 15 Giugno 2005 da CRIUNAMICAXTE
Foto di CRIUNAMICAXTE

Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

A quella quasi da immaginare
tanto di fretta l'hai vista passare
dal balcone a un segreto più in là
e ti piace ricordarne il sorriso
che non ti ha fatto e che tu le hai deciso
in un vuoto di felicità.

Alla compagna di viaggio
i suoi occhi il più bel paesaggio
fan sembrare più corto il cammino
e magari sei l'unico a capirla
e la fai scendere senza seguirla
senza averle sfiorato la mano.

A quelle che sono già prese
e che vivendo delle ore deluse
con un uomo ormai troppo cambiato
ti hanno lasciato, inutile pazzia,
vedere il fondo della malinconia
di un avvenire disperato.

Immagini care per qualche istante
sarete presto una folla distante
scavalcate da un ricordo più vicino
per poco che la felicità ritorni
è molto raro che ci si ricordi
degli episodi del cammino.

Ma se la vita smette di aiutarti
è più difficile dimenticarti
di quelle felicità intraviste
dei baci che non si è osato dare
delle occasioni lasciate ad aspettare
degli occhi mai più rivisti.

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.

 
 
 

by aranciaamara

Post n°20 pubblicato il 05 Giugno 2005 da CRIUNAMICAXTE
Foto di CRIUNAMICAXTE

MI SI E' ROTTO QUALCOSA


Mi si è rotto qualcosa
dentro il cuore...

E' stato come sentire morire
una rondine
al culmine del suo volo più alto.

Che ombra scura
che nuvola nera
che morte sincera.

Un silenzio irreale
di colpo
scende sul mondo.

Una muta sorpresa
per una fine inattesa.

Senza sbigottimento
senza neppure un lamento.

Le strade del cielo
sono come le strade del cuore:
per ogni nuovo volo
ci dev'essere un sogno che muore...

Shhhh......zitti!!!
bisogna che senta
bisogna che veda
come muore un tramonto
come muore l'ultimo raggio di sole.

Che paura
per questo cuore
che si sta per fermare...

Che paura
per questo amore
che non sa come morire....

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 02 Giugno 2005 da CRIUNAMICAXTE
 
Foto di CRIUNAMICAXTE

Sottile si insinua il desiderio di te,

sottili e disarmanti i sensi si aggrovigliano nel vortice della ragione.

Irruenti, come onde del mare, i pensieri si scagliano sulle mura di ogni mia volontà.

Ho privato la mia anima di bussole di alcun genere

Ma pare ch’ella sospinta da chissà quali intuizioni mi inciti a seguire la rotta che mi conduce a te.

Sia questa altra meta del mio inesorabile vagare, sia una volta per tutte la meta da me tanto sospirata, non mi è dato certo saperlo. Sola, e chiara nella mia anima, la disarmante paura di perdermi nuovamente in acque che non mi appartengono, non riuscirei a sopravvivere ad un'altra chimèra: la speranza sostiene l’uomo con la stessa intensità con la quale lo uccide.

 

 
 
 

ottobre 2004

Post n°18 pubblicato il 02 Giugno 2005 da CRIUNAMICAXTE
 
Foto di CRIUNAMICAXTE

L’aria è gelida e l’adagiarsi delle foglie ormai in balia del vento nell’affollato cortile della scuola, preannunciano l’inevitabile trascorrere di un’altra stagione. In men che non si dica sopraggiungerà anche l’inverno e prima ancora che il corpo e la mente se ne possano accorgere, arriverà il nuovo anno a mostrare i suoi nuovi colori, sempre diversi seppur attraversati dall’inesorabile e sempre uguale ciclo delle stagioni.

Quando si pensa alle stagioni ci si raffigura consequenzialmente l’estate, l’autunno, l’inverno e la primavera, così come da sempre la natura ce le mostra. La vita dell’uomo, la mia di vita, non si scosta poi di gran lunga dal continuo susseguirsi delle stagioni. Le stagioni della vita, le si potrebbe definire. Ciò che discosta l’uomo dalla sua stessa madre, la natura, è forse la frequente irregolarità con le quali, le stagioni stesse si susseguono.

Per la natura così come per gli uomini vi sono inverni più o meno rigidi a seconda di imprevedibili variabili. Per l’uomo, però, ogni stagione può avere durata dieci volte maggiore a quella corrispondente della natura. Ciò significa che, se per la natura l’inverno si esaurisce nel giro di circa tre mesi, per l’uomo possono esservi inverni che si trascinano per un’intera esistenza. Così come per la primavera senza fine, o autunni ed estati che riempiono decenni della nostra esistenza.

Si pensi ad una primavera perpetuatasi per diversi anni, interrotta soltanto da qualche sporadica comparsa del nostalgico autunno. Si pensi, poi, ad un inverno improvviso che in pochi attimi arresta la stagione delle fioriture. A questo cambiamento del tutto inaspettato non vi è arma con cui l’uomo possa difendersi.

La temperatura tocca livelli insostenibili mentre l’aria gelida paralizza il respiro. Eppure, benché sia un esperienza senza precedenti, pare quasi che col trascorrere delle notti, anche il vuoto, quello che abita colui che si sente indifeso, inizia ad avere un senso.

E’ una logica che presuppone una sola condizione: mettere in discussione tutto ciò che si è stati fino a quel momento. Solo accettando che una primavera, benché intensa, possa terminare, si può auspicare ad un’estate senza rimpianti.

 

In questo senso pare che l’epilogo corrisponda al termine “cambiamento”: continuo evolversi di ogni aspetto della nostra vita.

Ed io che credevo che crescere significasse restare ancorati a se stessi nonostante il tutto. Quel tutto che incurante dei disastri che può causare, si insinua nella nostra vita sconvolgendoci e allontanandoci senza sosta da ciò che originariamente eravamo.

Eppure riflettendo più a fondo, non siamo poi così differenti dalla nostra stessa madre, ed è forse con un atto di presunzione che si cerca di distinguersi da un’entità che per sua stessa logica ci comprende.

Non si può, forse, paragonare un temporale estivo, freddo, dirompente, ed improvviso allo sconvolgimento provocato da un inverno dei sensi che senza preavviso inaridisce la primavera dell’esistenza? Freddo, tuoni, fulmini, si infrangono sulla natura cosi come devastano chi sprovvisto di difese, si dimena nell’inverno della propria vita.

Per quanto mi ostini a voler dare un carattere di unicità all’evolversi della mia stessa persona, mi ritrovo inesorabilmente al medesimo punto di partenza. Tutto è immutabile eppure cambia. Tutto muta in maniera ciclica eppure nulla si assomiglia. E’ come un viaggio che ci si propone oltre i confini, distanti anni luce da noi, ma che ha come meta il ritorno ad un sé sempre più autentico.

Forse è qui che sta la soluzione: allontanarsi da se stessi per ritrovare se stessi.

Credo, però, che per taluni, questa ricerca non abbia sempre l’esito desiderato. Potrei narrare di inverni tanto drastici da segnare irreparabilmente l’uomo; di estati tanto roventi da lasciare sul corpo e nell’anima i segni delle proprie ustioni.

E’ cosi: con il semplice riaffiorare dei ricordi mai persi che anche negli inverni più rigidi si ritrova un certo sollievo.

Probabilmente la mia stagione è l’autunno, benché io mi vanti di romanzesche primavere e altrettanti tremendi inverni.

La stagione della malinconia: ad un passo dall’estate esplosiva e dall’inverno che incombe. Un autunno che porta con se molti rimorsi e pochi rimpianti. Un autunno che non si sente mai abbastanza forte da superare l’inverno. Questo è il mio sguardo verso il passato e verso il futuro.

Dentro mi abita una primavera ormai esausta, giunta ormai all’estremo delle sue forze. E’ questo: il lento disfarsi delle fioriture e il terreno arido che prenderà il loro posto. E’ questo ciò che più mi spaventa. Se assecondassi la ragione, come taluni ritengono sia giusto fare, potrei anche sopravvivere.

Ma poi che sapore avrebbe la vita?

Cristina. S .

 

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 20/02/2005
 

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