Creato da agpcamuni il 25/01/2008
Associazione Giovani Padani - Valle Camonica
 

Chi Siamo

Associazione Giovani Padani - Valle Camonica

L'associazione non ha finalità di lucro ed è finalizzata a promuovere la riscoperta e lo studio delle origini dei Popoli della Padania: a questa attività unisce quelle di ricerca sulle ragioni ecomoniche e politiche dell'Indipendentismo Padano e di riflessione sul significato delle lotte liberitarie di comunità e individui.

L'Associazione promuove inoltre tutte quelle iniziative volte a difendere il diritto allo studio, al lavoro ed alla casa nonché il recupero e la difesa degli usi, dei costumi e della cultura delle terre natie.

CONTATTACI:

La Sezione Camuna si trova a Capo di Ponte, in Via Italia n° 34

e-mail: mgp@giovanicamuni.com 
Fax: 02.700449839 oppure 0364.2631196 
Segreteria telefonica: 02.303124599

 

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Sergio Borsato - I giorni dell'IRA

Post n°20 pubblicato il 27 Giugno 2008 da theriddle
 

Sul sito www.sergioborsato.it si può scaricare GRATUITAMENTE “I giorni dell’IRA” ultimo album del grande Cantautore Veneto. Un disco fantastico fatto di rock, malinconia  e storie fatte di cuore e di stomaco. Imperdibile!

Biografia

Sergio Borsato nasce in Svizzera nel 1962. Figlio di immigrati veneti, trascorre la sua infanzia in parte con i nonni paterni, a Cartigliano - un ridente paesino delle campagna veneta alle porte di Bassano del Grappa situato sulle sponde del Fiume Brenta - e una piccola cittadina svizzera vicino a Zurigo.
A 6 anni inizia a suonare l'armonica a bocca e a 10 il padre gli regala la prima chitarra, una sei corde spesso a cinque... Pink Floyd, Eagles, America, Crosby ... e gli italiani De Andrè, Bubbola, De Gregori, Guccini, Bertoli, Vasco lo accompagnano. Inizia a scrivere la prime canzoni nel 1978, all'età di 16 anni. A 18 anni inizia a frequentare circoli filologici locali e, a Bassano del Grappa, conosce e frequenta il poeta scomparso Gino Pistorello, "Pisto" per gli amici, con il quale inizia un interscambio di idee linguistiche e culturali, di cui conserva scritti e poesie. Prende coscienza che il Veneto è una lingua di trasferimento e di appartenenza. Inizia a scrivere la prime canzoni in coiné Veneta. Collabora con vari gruppi musicali locali. nei sotterranei e nelle cantine nascono le prime armonie, le prime canzoni. Nel 1986-87 si avvicina a gruppi che perseguono finalità autonomiste ed indipendentiste ed è in questo ambiente che nascono le prime idee musicali. Significativi sono gli album "Camicia Verde" (1996), "Sempre Avanti" (1998) ed "Eclissi" (2000), che rimangono comunque album di forte contestazione e antisistema, quindi scomodi e, per questo motivo, distribuiti solo attraverso canali non tradizionali e "censurati" dal sistema mediatico. Nonostante ciò, Borsato riesce comunque a destare l'attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1999 inizia il suo primo tour musicale che lo porta nelle principali città della padania, 15 città che accolgono calorosamente il cantautore e la sua "Wallace band". da questo tour nasce l'album "live tour 1999" , 500 copie limitate e dedicate ai supporters. Nel 2001 l 'incontro con il compositore ed arrangiatore Nicola Albano, direttore del Daigo Recording Studio di Padova, con il quale nasce subito un rapporto di amicizia e di collaborazione artistica importante. Da questo incontro, complice l'amico Fermino Dal Canton, nasce da lì a poco una nuova casa di produzione musicale indipendente, Daigo Music Italia srl, con la quale i 3 daranno vita al primo grande progetto discografico "La strada bianca". La scelta dei musicisti ricade su nomi di maggior prestigio nazionale ed internazionale quali Andrea Braido alle chitarre (Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Mina, Celentano, etc), Massimo Varini, alle chitarre (Nek, Laura Pausini, etc), Davide Ragazzoni alla batteria (Branduardi), Stefano Olivato al basso (Patty Pravo), oltre ad una serie di musicisti molto bravi tra i quali Marco Fanton (chitarre) e Alessandro Chiarelli (violino). Nel 2003 Sony Music Italia, ascoltato l'album, avvicina l'artista e decide di distribuirlo in tutta Italia e all'estero con un contratto in esclusiva, tramite anche i piú prestigiosi portali internet in Germania, Svizzera, Francia, Stati Uniti, etc. L'album, che desta molto interesse anche da parte della stampa internazionale, viene recensito tra l'altro su America Oggi, il piú importante quotidiano americano dedicato agli italiani all'estero, oltre che su varie testate nazionali

RAI 2, nel settembre 2004, lo vuole come ospite al Follia Rotolante Tour, nella tappa di Lido degli Estensi e verrà visto in seconda serata da oltre 1.000.000 di telespettatori. Il primo singolo dell'album "La strada bianca" viene programmato da numerose emittenti radiofoniche italiane.

"La Strada Bianca è l'anello di congiunzione tra passato e presente, con l'obbiettivo di aprire i cassetti della memoria presenti in ognuno di noi".

La storia è in continua evoluzione... tra pub, birrerie, osterie e locande, nasce nel gennaio 2005 con il supporto dei veri amici, su tutti Fermino e Lorenzo, il progetto "Figli di una luna storta" (FDULS), con l'obiettivo di radunare tutti i supporters ed amici per scambiare idee, progetti e quant'altro.

 

 

04/06/2008
Recensione di Fermino Dal Canton di Daigomusic Italia

Al primo ascolto de "I Giorni dell'IRA", si sentono nella pelle storie fatte di cuore e di stomaco. Inizi ad ascoltarlo e ti dimentichi di tutto ciò che in quel momento ti circonda. Esattamente l'effetto che deve fare un buon disco. Borsato è un artista puro, uno di quei tipacci difficili da gestire ma che, se gli vai a genio, può esserti amico eterno. Un uomo disponibile, dove puoi parlargli e andare a bere qualcosa insieme in uno di quei posti maledetti dove si ferma il tempo.
E mi inorgoglisce il fatto di essere uno dei pochi a conoscerlo, come trovare una pepita d'oro grande come un macigno. In Italia si parla molto di Ligabue, del grande vasco e di moltri altri figli della musica e penso, che tra questi, un posto al sole se lo meriti pure lui....e che posto! Borsato però, oggi, è nostro e basta, ottimo vino per palati fini. Io credo che le cose belle rimangono tali per sempre e "I Giorni dell'IRA" è una di quelle cose, pietra preziosa che si incastona nel cuore. Ci sono un sacco di motivi per cui quest'album è un bene prezioso, uno su tutti il fatto che Borsato trasmette l'incazzatura nera contro l'amara sorte che ha colpito molti popoli. Lui è un maledetto come Bukowski, ma non entra nel gioco della disintegrazione epatica, piace alle donne e le sue canzoni sono allegre, dolci, ma con uno strano retrogusto amaro. In alcuni momenti ti ritrovi a ridere come un pazzo, ma dopo un pò, all'ascolto attento, ci ripensi, riascolti e ti accorgi che non c'era proprio nulla da ridere. Che quella che stai ascoltando è una storia di disperazione. Invidio la sua rabbia, l'ostinazione di voler far riconoscere le miserie umane, la volontà granitica di non cedere a un'esistenza mediocre, che ti vuol relegare a tutti i costi tra gli ultimi o peggio, i dimenticati. "I Giorni dell'IRA" è un disco maturo, a mio avviso il più bello in assoluto di Borsato, spiccano arrangiamenti intelligenti, sobri che ricordano nell'esecuzione il grande country/rock americano con licenze folkeggianti e testi che parlano di indiani d'america, reduci, Irlanda e IRA, di indipendenza e amore, di radici profonde e tradizioni.
Ballate come "La Figlia del Locandiere" o melodie sottopancia come "Passando per Nashville", dove si racconta la parte più intima di un reduce che torna dalla Cambogia e vede la casa della donna che ama e lo aspetta in quella casa dopo il ponte del treno, quel treno che, prima lo ha strappato alla sua vita e poi lo riporta alla vita, unico filo di comunicazione, di sogno e speranza. Il ritorno, e la vita che ricomincia. E poi avanti con il canto disperato degli indiani d'america in "Filo Rosso" e "Woundeed Knee" dove senti chiaro, come la lama fredda di un coltello, il tradimento subito dagli stessi ad opera dei colonizzatori in armi. E prosegue raccontando l'emigrazione dall'Irlanda, ma potrebbe essere da qualsiasi altra parte del mondo, verso l'America, da parte del "......figlio di un ricercato" appartenente all'IRA "io che intonai per l'IRA". Un disco generoso che profuma di bucato appena steso, di infilate di gelsi, grandi praterie, di fiori che sbocciano e anime che volano. E vecchi mercantili arrugginiti che entrano nei porti carichi di poca carne e ossa che camminano, di carbone e topi, pieni di sogni che bruciano da svegli.
Lo stile di Borsato si avvicina molto al leggendario Woody Guthrie e lo accomuna anche il fatto che, come Guthrie, Borsato racconta l'altra faccia di un sogno.
Chi lo ascolta, alla fine, si sente un pò come lui. Lui che vive nel suo Veneto, figlio di emigranti, lui che sta vicino e da voce a coloro che per un motivo o per l'altro sono "Figli dell'altra parte" siano essi emarginati che lottano contro, o piuttosto stranieri in casa loro, plagiati da una storia raccontata a senso unico. E invito perciò, chiunque mi legge, di asoltare questo cantante da prateria, questo ineffabile lupo solitario che vive rasente al suolo, come una spia di un mondo che sta scomparendo. Vi farà uscire dall'oscurità e vedrete sterminate distese di campi di grano e praterie, vivrete avventure degne di un leone. perchè sa raccontare le gioie e le miserie quotidiane con la stessa grandezza con cui Omero narrava le gesta epiche dei Greci e dei Troiani.
In "I Giorni dell'IRA" Borsato è riuscito a darci immagini vivide della Libertà e di una vita ricca di emozioni.

 
 
 
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