Creato da agpcamuni il 25/01/2008
Associazione Giovani Padani - Valle Camonica
 

Chi Siamo

Associazione Giovani Padani - Valle Camonica

L'associazione non ha finalità di lucro ed è finalizzata a promuovere la riscoperta e lo studio delle origini dei Popoli della Padania: a questa attività unisce quelle di ricerca sulle ragioni ecomoniche e politiche dell'Indipendentismo Padano e di riflessione sul significato delle lotte liberitarie di comunità e individui.

L'Associazione promuove inoltre tutte quelle iniziative volte a difendere il diritto allo studio, al lavoro ed alla casa nonché il recupero e la difesa degli usi, dei costumi e della cultura delle terre natie.

CONTATTACI:

La Sezione Camuna si trova a Capo di Ponte, in Via Italia n° 34

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Fax: 02.700449839 oppure 0364.2631196 
Segreteria telefonica: 02.303124599

 

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La misteriosa Valcamonica, tra fantascienza e culto cosmico della Dea Madre.

Post n°34 pubblicato il 15 Aprile 2009 da theriddle
 

Riceviamo e Pubblichiamo:

Questo testo è stato ricavato ricavato dalle pagine di un mensile specializzato che si occupa di tutto ciò di cui  la scienza “ufficiale”si guarda bene di non divulgare,  in quanto non rientra nel “politically conrect” del suo stile, dettato soprattutto da coloro che guidano le fila della cosiddetta “congiura del silenzio”.

Fabio Boscacci

Beregazzo, Como

6 aprile 2009

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La misteriosa Valcamonica, tra fantascienza e culto cosmico della Dea Madre.

La valle, come testimonia un numero rilevantissimo di petroglifi che partono dal neolitico (IV millennio a.C.) per finire a tempi storici ( medioevo ) più vicini a noi, era probabilmente il Sacro luogo dove si poteva celebrare a giusto diritto la confricazione primordiale, l’atto di nascita della civiltà umana. E proprio nella valle, troviamo a dialogare con gli umani, strani esseri “diversi” o per abbigliamento o per morfologia inspiegabile.
Si tratta di graffiti, tra i più antichi, che mostrano figure di umanoidi con grandissime teste a occhi globulari, impostate su fisici filiformi, assai simili al tipo di extraterrestre proposto da Steven Spielberg nei film “Incontri ravvicinati del terzo tipo” ed “E.T.”. stupisce molto trovare tra le figure umane ben leggibili e attive nelle opere dell’umanità neolitica, queste icone indecifrabili come allusioni misteriose a presenze ignote, ma accostate a quelle note. Tali personaggi presenti un po’ dovunque non sono molti ma sufficienti per lasciar capire che si tratta di un qualcosa di visto e classificato da occhi attenti.

Inoltre, per le loro caratteristiche costanti nelle varie aree della valle non dovrebbero essere considerati come capricci grafici o parti di fantasia. Ricordo, uno per tutti, un campione del sito di Luine. Nessuno studioso è riuscito ancora a fornire una spiegazione accettabile e tra pochi anni quelle immagini andranno purtroppo perse. Chi scrive ha già notato il degrado inevitabile che hanno subito negli ultimi quaranta anni, cioè, da quando furono liberati dalle zolle di terriccio muschioso che li coprivano. Scolpiti su rocce in pendio, se privati della protezione millenaria della terra, sono facile preda del dilavamento delle acque.

In alcune confessioni di donne accusate di malefici (periodo della caccia alle streghe in epoca medioevale) si parla inoltre della presenza di luci e fuochi freddi, soprannaturali.

A dare forza alla fantasia, concorre anche il fatto che tra i graffiti camuni è possibile rintracciare figure femminili con falce lunare, che danzano intorno a un defunto e capanne-tempio dedicate al culto del Sole e della Luna. Oltre alla rappresentazione di ominidi filiformi, macrocefali e occhiuti già menzionati, bisogna aggiungere che, dal neolitico in poi, il popolo della valle dimostra precise conoscenze astronomiche nelle varie geometrie arricchite da coppelle incise in molte rocce.

(I misteri di Hera, serie archeo misteri n° 33 marzo 2009)

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