... pensiero ..

Manifestazioni di violenza da parte di exreacomunitari sono ormai all'ordine del giorno. Il mio appunto non scaturisce da un atteggiamento razzista in quanto considero questi accadimenti come la conseguenza di un comportamento irresponsabile di chi governa il nostro paese. La disperazione, la fame ed anche le diverse culture degli immigrati rifugiati in Italia sommate alle scarse strutture messe a loro disposizione, all'indifferenza che lo Stato italiano ha nei loro confronti (tranne l'aspetto economico, anzi lo sperpero di denaro fa si che ci sia qualcuno che specula su queste dishrazie), tutti questi aspetti (e tanti altri) non fanno altro che scaturire fenomeni di violenza che ne la magistratura italiana che le forze dell'ordine riescono più a contenere. Ad amplificare gli effetti esplosivi poi troviamo i giornali italiani (venduti e senza scrupoli) che per cercare di vendere qualche copia in più sempre più spesso scrivono i loro articoli distorcendo la realtà. La realtà e molto peggio rispetto a quello che si vede nei telegiornali e si legge sui quotidiani e, anche se per adesso non vi è mai capitato nulla, non pensiate che basti chiudersi in casa per considerare questo mondo un posto estraneo al vostro universo vitale.

.... il tempo sprecato a cercare di capire le intenzioni degli altri potrebbe essere riconducibile all'insicurezza che ci trasciniamo dietro; il mondo virtuale dove si può viaggiare tra i profili delle persone senza nessuna sorta di confini reali, immaginari o sociali, è forse il posto migliore per poter esprimere al meglio i propri pensieri senza dover dar conto ai contesti familiari e sociali. Non è una questione di maschere, è invece la consapevolezza che il tutti noi esiste un "Fu Mattia Pascal" ed i suoi uno, nessuno e centomila volti. Qui, in un mondo libero si ha la possibilità di liberare dalle catene sociali il nostro io più offuscato. Ovviamente la mia visione dell'universo virtuale va a scontrarsi con chi considera lo stesso ambiente come un posto per poter superare i fallimenti della loro vita sociale, comunque in questi casi non si hanno più volti ma maschere di cartapesta senza anima ed espressione che, al primo colpo di vento volano via portandosi dietro quel briciolo di autostima ancora in possesso di chi le indossa.