Creato da seiononavessime il 05/03/2015
 

La vita che vorrei

Sogno una realtà diversa tra un colloquio di lavoro e l'altro!!!

 

 

sono solo domande

Post n°22 pubblicato il 07 Agosto 2015 da seiononavessime
 

Vi è  mai capitato di ricevere una telefonata per fare degli investimenti sul vostro futuro? Una sorta di banca online.. ma come faccio ad investire soldi se non li guadagno? Si può investire sul proprio futuro senza soldi e senza che qualcuno ci ofrra delle opportunità?

 
 
 

É L'ERA DEL LAVORO FANTASMA

Post n°21 pubblicato il 28 Maggio 2015 da seiononavessime
 

Quella che vi racconto oggi è la storia di più persone che, purtroppo, vivono la stessa situazione.

 

Costoro rappresentano tutti la nostra amata Kardiá. Svolgono diverse mansioni: cuoco, cameriere, babysitter, receptionist. 

 

 Costoro hanno ricevuto una proposta di lavoro in cui gli veniva promesso un contratto di lavoro. Dopo duri mesi di lavoro, a volte sei mesi, altre volte 8 mesi o addirittura un anno, costoro si son sentiti costretti ad abbandonare il lavoro che non gli veniva piú retribuito.

 

 Spesso, infatti, accadeva che il datore di lavoro non solo tardava o diminuiva il pagamento ma imponeva loro di svolgere mansioni che non gli competevano.

 

 Altri invece venivano direttamente licenziati, se così può dirsi di persone che non erano state nemmeno assunte, senza una spiegazione. 

 

Inoltre questi padri/madri di famiglia, ragazze madri, adolescenti hanno perso il diritto alla loro ultima/e retribuzioni. E per finire sono stati vittime di calunnie. Pare infatti che questi datori per giustificare l'assenza di dipendenti validi e apprezzati dalla clientela abbiano spesso diffuso notizie false circa l'attivitá lavorativa. Hanno avuto il coraggio di dire che il loro ex dipendenti sfruttati da 12ore di lavoro consecutivi, sottopagati, quei dipendenti tanto apprezzati dalla clientela nn svolgevano il proprio lavoro.

 

Non aggiungeró altro. Questo episodio si commenta da solo

 
 
 

Expo: giovani si ritirano. Ecco perché.

Post n°20 pubblicato il 22 Aprile 2015 da seiononavessime
 

Expo un'iniziativa che si pone l'obiettivo di ridurre il tasso di disoccupazione. Kardiá ci informa che le hanno proposto un contratto di lavoro da 700 euro al mese per quattro mesi a Milano. Sottolineo a Milano perche' lei è una ragazza del Sud che a Milano dovrà pagare un affitto di minimo 400 euro. E sottolineo un secondo aspetto, nelle zone più vicine all'Expo pare siano aumentati i prezzi dell' affitto. Kardià avrà diritto ad un buono pasto al giorno. Perché per loro Un pasto al giorno basta e avanza. L'Expo: un evento dedicato alla fame del mondo in cui la gente mangia alla faccia di chi non ha cibo.

 
 
 

chiuso per lutto

Post n°19 pubblicato il 22 Aprile 2015 da seiononavessime
 

Chiedo scusa se mi sono assentata e non vi ho risposto. Il titolo di oggi la dice tutta.

 
 
 

IN CERCA DI FORTUNA

Post n°18 pubblicato il 28 Marzo 2015 da seiononavessime
 
Foto di seiononavessime

NOI CHE PARTIVAMO CON LA VALIGIA DI CARTONE!!!

 
 
 

Ho deciso di fare il medico a 8 anni

Post n°17 pubblicato il 27 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Quante volte da bambino giocavi a fare l'insegnante, il cuoco, l'uomo o la donna di casa. La nostra Kardià giocava a curare gli ammalati. Costringeva coloro che giocavano con  lei a fingersi malati e lei li curava. Ha coltivato il suo sogno nel tempo ed oggi è divenuta un bravo dottore.

Cosa l'ha convinto che fosse la strada giusta da intraprendere?

Avevo otto anni e mio nonno si era gravemente ammalato. Mi proibirono di vederlo per paura che restassi sconvolto.. ma io un giorno riuscii ad entrare nella sua camera. Lo feci di nascosto. Lo sentii respirare affannosamente. Gli presi la mano e gli domandai cosa potevo fare. Mi disse dammi un sorso d'acqua ragazzo. Dopo aver bevuto tirò un respiro di sollievo. Mi guardò dritto negli occhi e disse con voce tremante sei un bravo medico.

Aveva già intuito la sua predisposizione?

No. Mi aveva confuso per il dottore. Decisi di fargli compagnia e giocai al dottore e al paziente. Nonno continuava a chiamarmi Dottore! E mi raccontava dei suoi dolori. Io fingevo di curarlo e lui mi ringraziava. All'improvviso però ebbe una crisi  respiratoria. Sembrava morto. Io iniziai a gridare Nonno svegliati non puoi dormire ora che sono con te.

Ha chiamato aiuto?

Non fu necessario. Mia madre udì il mio sgomento e venne in camera. Chiamò il dottore e mi mandò via. Fu l'ultima volta che lo vidi. Qualche giorno dopo morì.

Che malattia aveva?

Aveva un tumore che non fu diagnosticato in tempo. Era un caso raro a quei tempi. Non si poteva curare.. soprattutto nel paesino dove vivevo io non esistevano strutture idonei ad affrontare nemmeno il più frequente dei casi. Bisognava sperare solo che il dottore avesse il giusto intuito e che le eventuali medicine fossero rapidamente reperibili.

Quindi lei oggi non è un semplice dottore?

Io sono un oncologo. E nonostante ciò le posso assicurare che non esistono semplici dottori. Esistono dottori anche di medicina generale in gamba e coscienziosi.

È stato difficile entrare nel lavoro?

Non è difficile se si è disposti a fare dei sacrifici. Ci sono delle rinunce da fare. Bisogna mettere da parte i sentimenti e rimanere freddi in alcune circostanze.. ma questo non tutti lo capiscono e noi francamente non lo pretendiamo nemmeno. Sappiamo che i familiari dei pazienti sono travolti dal dolore e da profonde preoccupazioni. Ma posso assicurare che la nostra freddezza è solo apparente. È una maschera che ci aiuta ad accettare la sofferenza di chi deve imparare a convivere con queste malattie, con chi deve imparare a convivere con l'idea che gli resta poco da vivere. Il nostro lavoro si basa sulla passione per la vita. Il nostro obiettivo  è offrire una speranza di sopravvivenza.

Resto senza parole dinnanzi ad un tale racconto. Sono pervasa da una profonda ammirazione e soprattutto voglio chiedere a chi è di competenza di migliorare le strutture ospedaliere e di aumentare la manodopera perché sulla salute non si può e non si deve risparmiare.

 

 

 
 
 

Io vorrei semplicemente lavorare

Post n°16 pubblicato il 26 Marzo 2015 da seiononavessime
 
Foto di seiononavessime

IL LAVORO NOBILITA L'UOMO

 
 
 

Uno dei lavori più stressanti

Post n°15 pubblicato il 25 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Ciao amici come potete vedere non mi sono stufata di aggiornare il mio blog sulle storie di vita. Solo ho avuto qualche problemino di connessione. Vi anticipo che in questi giorni cari amici ho avuto modo di conoscere una nuova Kardià. Una persona colta e piena di passione.

La Kardià in questione è un cuoco di provincia. Ha un'età avanzata ed ha sempre avuto paura di creare una propria attività. Ha scelto di lavorare per i ristoranti.

Come hai iniziato a svolgere il tuo lavoro?

Ho iniziato a 15 anni. Studiavo all'alberghiero. L'estate ho iniziato il tirocinio. Sono stati i mesi più lunghi della mia vita.

Perché?

Invece di insegnarmi a cucinare mi avevano messo nel ruolo di lavapiatti. A volte non mi lasciavano pranzare. Quella cucina era un caos e il proprietario rideva di me.

Sei rimasto lì per tutto il periodo di tirocinio?

No. Dopo un mese e mezzo chiamai i miei genitori. Mio padre venne a prendermi. Il capo cercò di mettere zizzania affinché mio padre se la prendesse con me. Ma lui era un vero uomo. Non si fece prendere in giro. Tra l'altro il tipo non mi aveva nemmeno assicurato.

Hai pensato di mollare?

Assolutamente no. Cucinare era la mia passione. Ho proseguito per la mia strada.. villaggi, ristoranti, pub, pizzerie.

Come sono stati gli anni successivi?

Impegnativi. Se decidi di fare il cuoco e lavorare per gli altri non avrai più una vita sociale. Non ci saranno orari di fine lavoro. Dovresti veramente amare il tuo lavoro per sacrificare i tuoi rapporti interpersonali. Ci vuole coraggio.

Ti sei pentito della scelta che hai fatto?

No. Però la sconsiglierei vivamente perchè non c'è una saggia regolazione.. e se vuoi mantenerti il posto di lavoro devi sottostare alle regole e mai dire di no.. nemmeno nei giorni liberi.

E' così aspro questo ambiente?

A meno che decidi di lavorare due stagioni l'anno in cui ti consumi... se lavori nei ristoranti spesso ti vogliono lì quasi gratis. Poi è tutta questione di fortuna. L'ultimo locale in cui sto concludendo la mia esperienza lavorativa è dotato di un ottimo team. Lavoro alla ***** da dieci anni e mi trovo benissimo. Sono assunto e assicurato. Ma prima di trovare questo lavoro ne ho visto di cotte e di crude.

Puoi raccontarci qualcosa!?

Eviterei. 


 
 
 

LA TASSA SULL'OMBRA non è una fantasia

Post n°14 pubblicato il 22 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Avete mai pensato di aprire un'attività tutta vostra? sarebbe bello svolgere il lavoro dei vostri sogni in piena autonomia. Kardià ci ha provato. Era piena di aspettative e di progetti da mettere in atto. 

Cosa non ha funzionato?

Troppe tasse per una che parte da zero.

Hai dovuto rinunciare subito?

Ho resistito tre anni... ma oggigiorno aprire un'attività è un vero e proprio suicidio.

Quindi hai già chiuso il tuo negozio? perché è di questo che si tratta vero?

Sì sono stata costretta dopo aver apportato alcune modifiche alla mia attività mi hanno chiesto di pagare anche la tassa sull'ombra.

Davvero scandaloso. Dinnanzi a questa nuova esperienza di Kardiá, non si può far altro che chiedere ai politici di passarsi una mano sulla coscienza. per le nuove attività forse dovrebbero non imporre delle tasse per il primo anno dell'attività, visto che molti non hanno le possibilità economiche per avviarla. Ci vorrebbe un aiuto per i primi in STEP. Ovviamente parliamo di un aiuto concreto utile a mobilitare la ripresa economica che sembra non poter sopravvivere con le nostre politiche economiche. 

 
 
 

sesso in cambio di un lavoro

Post n°13 pubblicato il 19 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Ciao sono Kardià. Madre di due splendidi ragazzi. Mio marito ha chiesto il divorzio 5 anni fa dopo essere scappato con l'amante.  Avevo 38 anni e non avevo mai lavorato prima.  Mio marito non aveva mai voluto prima perchè era geloso di me.

Non sapevo come sfamare i miei figli. Nessuno voleva assumermi perché non avevo esperienza. Di mio marito nessuna traccia. È sparito e non mi ha aiutato a mantenere i nostri figli.

L'unica persona che mi ha offerto un lavoro mi ha chiesto di andare a letto con lui come scambio di favore. Non mi vergogno di averlo fatto.  L'ho fatto solo per i miei figli. Qualcun'altro dovrebbe vergognarsi,  di certo non io.

Voglio che il mio messaggio passi chiaro senza aggiunte o modifiche. Non mi sto piangendo addosso anche se ne avrei tutto il diritto.  Ma la vita non è affatto semplice quando sei solo e non hai l'aiuto di nessuno. Io oggi ce l'ho fatta a conquistare un posto dignitoso lontano da certi mostri. Il prezzo da pagare è stato alto.. ma ne sono uscita anche grazie alla saggezza e pazienza dei miei figli. 

 
 
 

Prendi la scopa e spazza

Post n°12 pubblicato il 18 Marzo 2015 da seiononavessime
 
Foto di seiononavessime

 

 

Trovata sul web. Dedicata a tutte le personalità

Prendi la scopa e spazza via la paura del colloquio.

 
 
 

Panico: uomo armato in biblioteca

Post n°11 pubblicato il 17 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Avete mai pensato al lavoro di bibliotecario? Beh, una mattina Kardià ha scoperto di poter partecipare alla selezione per un lavoro part-time come receptionist di una biblioteca. Dopo averla selezionata la biblioteca ha stipulato con Kardià un contratto di lavoro per un periodo di tre mesi. Kardià ci racconta:

E' stata un'esperienza fondamentale. Ho imparato ad individuare la collocazione dei libri e, di conseguenza, a collocarli. Ho imparato ad imporre regole disciplinari e a rivolgermi alla vigilanza nelle situazioni più delicate. Ma ho anche imparato che il sistema di allarme funziona solo in caso di furto dei libri bibliotecari.

Cosa vuoi dire?

         Un giorno è entrato un signore in biblioteca con una lametta nella tasca. Andò in una sala lettura e si sedette vicino ad un gruppo di studenti. I ragazzi inizialmente ridevano di lui. Poi però una ragazza gridò.

Cosa era accaduto?

         Il signore aveva tirato fuori una lametta. Aveva guardato con fare minaccioso gli studenti. Poi aveva iniziato a depilarsi le braccia. Così il mio dirigente era andato a controllare e vista la situazione chiese al signore di uscire. Il tipo però si rifiutò perché era in possesso di una tessera bibliotecaria. Intanto io chiamai la vigilanza che fu rapida nel suo intervento. Però è successa una cosa strana.

Ossia?

         Mentre lo portavano fuori il signore disse qualcosa che mi fece riflettere: Io non sono pericoloso. Ma siamo tutti in pericolo qui dentro. Avete visto ragazzi? Sono entrato con un arma e nessuno se ne sarebbe accorto che ne ero in possesso se non l'avessi tirata fuori.

Credi che fosse un gesto provocatorio?

         Assolutamente si.. infatti il signore continuò a venire in biblioteca i giorni seguenti senza causare disagi. Anzi si mostrò educato e cordiale.

La sicurezza dei cittadini dovrebbe essere al primo posto ovunque.. ma quanto possiamo sentirci sicuri nelle strutture pubbliche?

 

 

 
 
 

Un pizzico di fortuna quando si è se stessi 2

Post n°10 pubblicato il 16 Marzo 2015 da seiononavessime
 

 

Kardià inizia il suo primo giorno di lavoro. Dire che è felice è riduttivo. Il direttore l'ha inserita come commessa nel primo negozio  in cui si era fermata per lasciare il curriculum. Ve lo ricordate?

Come è andato il primo giorno di lavoro?

È inutile negare che fossi una frana. Non sapevo cosa fare e la mia collega prima mi diceva cosa dovevo fare.. ma vista la mia lentezza si presentava a sostituirmi. A mezzogiorno passò il direttore con il suo assistente per assicurarsi che tutto stesse andando bene. Poi mi disse: alle 13 stacchi. Noi assumiamo solo part-time perché sarebbe stressante lavorare 12 ore. Vogliamo dipendenti efficienti e sorridenti con la clientela.. ah dimenticavo la prima settimana è di prova per lei e per il suo capo la signorina #. Se la signorina # sarà soddisfatta stipuleremo il contratto. Era strana tanta professionalità.

Tutto sembrava proseguire ma gestire il negozio non era molto semplice. La parte più delicata era il rapporto con la clientela. La signorina #  affidò alle altre commesse il compito di insegnare a Kardià la suddivisione dei compiti.

A fine giornata mi sentivo esausta. Una delle ragazze che doveva seguirmi, Q, si rivolgeva a me con scarsa considerazione. Scansafatiche. Mi rimproverò più volte mentre mi guardava spostare scatoli e sistemare la merce. Non sai fare proprio niente.. dai a me.. e domani se io fossi in te non mi presenterei a lavoro.

Kardià provò a mantenere la calma ma il quarto giorno qualcosa è andato storto. Ci racconti cosa?

            Q mi disse di aiutarla a prendere uno scatolo nel magazzino. Io andai ma quando mi passò lo scatolo scivolai e i vestiti finirono a terra. Sei una stupida questi sono i capi nuovi.  Hai fatto un danno di 500 euro. Io non ne voglio sapere niente. Li paghi da sola.. Mi disse Q che era andata su tutte le furie. Mi urlò contro e si azzittì solo con l'ingresso della signorina #. Ragazze cosa succede? Ero mortificata e con le lacrime agli occhi riuscii a dire solo: mi dispiace.

Perché ridi mentre mi racconti l'accaduto?

Tu immaginami con il cuore in gola e il viso bianco come la carta. Pensai "dove li prendo 500 euro?". Poi la signorina # mi disse questi capi nuove della collezione di due anni fa sono una burla che potrebbero costarti cari Q. Ringrazia il cielo che sei mia nipote altrimenti saresti fuori a quest'ora. Chiedi scusa e torna a lavorare che la Kardià la seguo io.

Incredibile ma vero.. pare che le ragazze avessero voluto testare la pazienza d Kardià  e vista la sua sensibilità avevano deciso di farla finita subito.. a quanto pare non solo tragedie nel mondo del lavoro.

            Per fortuna è stato così. Ma di scherzi me ne hanno fatti tanti.. e io ho imparato a fare lo stesso con loro.. perché non c'è cosa più bella che trovare un clima gioioso sul posto di lavoro.

 

 

 
 
 

Espulsione degli italiani che non lavorano? Ma chi l'ha votato a questo?

Post n°9 pubblicato il 14 Marzo 2015 da seiononavessime
 
Foto di seiononavessime

Buongiorno a tutti.  Vi dico solo che sono indignata. Non farò nomi perchè certi personaggi non meritano alcuna pubblicità.  Chi ha guardato il tg o programmi politici capirà. Da buona italiana e a nome di tutte le Kardià trovo inconcepibile che chi è contro l'Italia unita chieda che lo Stato espella dal suo territorio gli italiani che non lavorano.  Piuttosto lo Stato eliminasse i partiti anticostituzionali e rincomponesse l'economia creando opportunità di lavoro.  

E al signorotto dico: guarda la foto.  Quelli sono paletta e scopa prendile e vai a lavorare.

 
 
 

Un pizzico di fortuna quando si è se stessi

Post n°8 pubblicato il 13 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Vista la serie di  avvenimenti prive di un lieto fine, Kardià ha deciso di provare a cercare lavoro a tu per tu. La ragazza ha iniziato con qualche centro commerciale. Girando per negozi si è fermata a lasciare il proprio curriculum vitae lì dove c'era l'insegna Cercasi Commessa.

            Qui dovrei avere più possibilità di essere presa.

Aveva pensato fermandosi al primo negozio.

Scusi - domandai alla commessa- ho visto che cercate una commessa vorrei avere qualche informazione sul tipo di lavoro e l'orario. Saresti disposta a lavorare dalle ore 8 alle ore 20 con un'ora di pausa per il pranzo?- Mi rispose la commessa attendendo che io scappassi via. - Ma voi cercate una commessa o qualcuno che sia inumano?- Domandai disgustata.

Come si può chiedere oggigiorno ad una persona di lavorare dodici ore. La legge parla chiaro. Ogni persona può lavorare per un massimo di otto ore lavorative. In questo modo la persona sarà più produttiva.  Lo capì perfino un uomo che visse tra la fine dell'800 e la prima metà del '900: Henry Ford. Chi era? Un americano di origine irlandese che rivoluzionò il mondo automobilistico. Un uomo geniale che diede vita alla catena di montaggio e che organizzò al meglio il lavoro in azienda. Ford aveva infatti capito che, per rendere al massimo, i suoi dipendenti avrebbero dovuto lavorare meno ore e soprattutto doveva stimolarli a lavorare meglio. Per questo decise di raddoppiare i guadagni e ridurre le ore di lavoro. Le sue sono state decisioni a dir poco rivoluzionarie. Le nostre sono invece legate allo stile di vita di padre padrone.

Hai trovato altri negozi che cercavano una commessa?

Si. Ho lasciato il curriculum nel secondo negozio. Non c'era la responsabile ma una commessa. Lo prese e lo ripose in un cassetto dicendomi che mi avrebbero chiamata per un colloquio. Ma quella telefonata non arrivò mai. Nel terzo negozio invece mi dissero che per un colloquio dovevo rivolgermi direttamente dal direttore.

Quindi sei dovuta andare di nuovo un altro giorno?

            No. Lo trovai subito. E senza giri di parole ti dico che mi ha liquidata subito.

Si è rifiutato di farti un colloquio?

Il colloquio me lo ha fatto in modo molto disinteressato. E subito dopo mi ha detto che cercava personale qualificato.. ed io non lo ero.

E a questo punto andasti via?

Provai a convincerlo della mia buona volontà ad imparare. Ma non servì a nulla. Era sul punto di chiamare la vigilanza se non fossi andata via.

Cosa si prova davanti all'ennesima delusione?

Ero stizzita. Per la prima volta però non ce l'avevo con me ma con loro. Non ero io il problema ma la cultura in cui ero immersa. Eravamo incompatibili. Io troppo corretta, paziente ed insicura. Lei troppo scorretta e prima di opportunità per i buonisti. Ma non finì così.

Perché? Cosa è accaduto?

Qualche settimana dopo conobbi un signore. Ero seduta al bar a fare colazione. Non c'erano posti liberi e il signore mi chiese se poteva sedersi. Feci un cenno e restai in silenzio per qualche istante. Lui mi guardò e disse Alla tua età divoravo il mondo io. Qual è il motivo della tua tristezza? Non so perché ma iniziai a raccontargli delle mie disavventure nei colloqui di lavoro e soprattutto gli parlai di questa mia ultima delusione senza risparmiarmi nomi di negozi ne del direttore.

Ti diede qualche consiglio particolare?

Mi chiese il curriculum e qualche giorno dopo fui contattata dal Centro Commerciale per un'offerta di lavoro. Non mi fecero nemmeno il colloquio. Anzi il direttore mi domandò scusa per come mi aveva trattata. Il direttore. Scusa se mi ripeto ma devo precisare che il tipo che mi aveva  fatto il colloquio aveva solo il compito di selezionare il personale. In realtà il direttore era il signore con cui avevo parlato al bar.

Cari amici pare che non sempre la sincerità ha esito negativo. Kardià ha avuto la fortuna di conoscere la persona giusta nel momento giusto.. ed ecco che ora ha il suo lavoro da commessa.

CONTINUA...

 

 

 
 
 

Come smascherare una truffa-lavoro? Nella sua ingenuità Kardià ci dà un buon consiglio

Post n°7 pubblicato il 12 Marzo 2015 da seiononavessime
 

 

La scusa del "legale" è un buon modo per smascherare una truffa-lavoro

Avete mai ricevuto un sms con un'opportunità di lavoro? Ebbene una mattina Kardià si prepara per uscire e sente squillare il cellulare. È il solito bip dei messaggi. Pensa che sia la sua collega universitaria visto che è in ritardo per la lezione. Per questo motivo Kardià non legge il messaggio e corre a lezione. Avrà fatto bene?

Cosa hai pensato quando lo hai letto?

            Incredibile ora inviano le offerte di lavoro per messaggio. Mi sembrava rivoluzionario.

Kardià è, come sempre, molto entusiasta. Compone il numero e telefona all'azienda. In realtà nel messaggio non era stato specificato il nome dell'azienda. Il messaggio infatti diceva solo: Azienda leader cerca commessa per negozio di nuova apertura. Se interessati contattare il numero #####.

Scommetto che lo hai contattato subito?

            Certo che si. E mi dettero appuntamento per il giorno dopo alle ore 8.

Insolito come orario. Ma raccontaci subito come è andato il colloquio.

Diciamo che il tutto è iniziato in modo strano. Sono arrivata puntuale. Mi sono presentata alla reception. Una ragazza mi ha fatto accomodare. C'erano altre due persone ad aspettare di fare il colloquio.

Cosa c'è di strano in  questo?

In questo niente.. ma mentre stavo seduta sentii uno strano rito. Credo siglassero il nome dell'azienda auspicandosi una giornata fortunata sul lavoro. Con gli altri ragazzi ci guardammo preoccupati. Uscendo dalla stanza i dipendenti erano tutti in giacca e cravatta. Sentii che sussurravano tra di loro anche Louis è morto ed ha perso la sua occasione.

Non capisco chi era Louis?

Lo scoprii solo a fine giornata. Pare che Louis fosse un signore che si era licenziato il giorno prima. Pare che per commentare l'accaduto si dicesse che l'ex dipendente fosse morto.. ma in realtà era vivo e vegeto.

Speriamo gli abbiano allungato la vita così dicendo. Ma raccontaci del colloquio.

Entrai a fare il colloquio. Il direttore, un venticinquenne, parlò con me pochi minuti e mi chiese se volevo vedere subito l'attività. Ed io dissi subito di si. Così chiamò un ragazzo che mi portò sul posto di lavoro.

Ho la sensazione che anche questa tua esperienza ci lascerà di stucco. Com'era il posto di lavoro? Di cosa si trattava?

Il mio posto di lavoro era a due ore di distanza. In un paese sconosciuto.. e il mio ruolo di commessa nel negozio di nuova apertura corrispondeva  invece ad un lavoro porta a porta, anche se loro sia i dipendenti che il direttore si ostinarono a dire fino all'ultimo che non era un porta a porta. Girammo tre paesi diversi. Il lavoro sarebbe iniziato alle 8 del mattino con la nostra riunione in ufficio per fare il rito porta fortuna. Saremmo rientrati in ufficio per le 21. A quel punto avremmo dovuto concludere con il rito di chiusura. Quel giorno andammo casa per casa a proporre contratti di luce. Dovevamo dire sempre la stessa frase e allo stesso modo e con lo stesso tono. Dovevamo sorridere sempre allo stesso modo. Avevamo diritto alla pausa pranzo a spese nostre. Dovevamo viaggiare con la nostra auto a nostre spese.. e per chiudere in bellezza non avremmo avuto un'assicurazione sul lavoro. Era assurdo.

Scioccante direi. Com'è finita la giornata?

Durante il viaggio del rientro il ventenne che mi faceva da guida mi riempì la testa di parole. Ripeteva sempre la stessa cosa. Non siamo commessi ma siamo promoter. Strano a dirsi visto che il nostro compito sarebbe stato concludere dei contratti.

Hai dovuto fare un secondo colloquio con il direttore?

Si, la stessa sera. Mi parlò di un sacco di soldi. 15000 euro. Per un attimo pensai wow.. sono un sacco di soldi. Gli domandai se fossero fissi ma il direttore girava intorno alla mia domanda. Glielo chiesi più volte finché ottenni una risposta un po' più soddisfacente: bisogna raggiungere un certo numero di contatti. Pare infatti che questi contatti corrispondessero ai contratti. Di mese in mese sarebbe aumentato il grado di difficoltà del lavoro. Raggiungendo il minimo dei contatti il guadagno sarebbe comunque stato di 400 euro ma questo lo scoprii solo molti mesi dopo il colloquio. Mentre se non avessi raggiunto il minimo dei contatti non sarei stata pagata.

E a chi sarebbero andati i 400 euro qualora non fosse stato raggiunto l'obiettivo?

Non lo so. Suppongo al direttore visto che da subito sottolineò che per raggiungere l'obiettivo dovevo mirare alla sua posizione.

Immagino che sei scappata a gambe levate!?

No. Il direttore aveva parlato di 15000 euro. Ed io ancora non sapevo come realmente funzionasse quel lavoro. Avrei potuto fare un piccolo sacrificio per qualche mese. Il tempo di mettere qualche soldo da parte.. così quando mi presentò il contratto di lavoro davanti con possibilità di iniziare il giorno dopo gli feci una domanda.

Non tenerci sulle spine.

            Le spiace se faccio vedere il contratto al mio legale? Sa non ne capisco molto di contratti.

E lui cosa rispose?

            Non si può fare. Può solo firmare se vuole lavorare con noi.

E tu?

Gli ho chiesto se potevo prendermi qualche giorno per rifletterci prima di prendere una decisione. Ma lui mi rispose prendere o lasciare.. tanto là fuori c'è tanta gente che necessita di un lavoro.

Cari amici se è vero che fidarsi è bene sappiate che non fidarsi è decisamente meglio. Kardià ha rinunciato a questa opportunità di truffa-lavoro ed ha fatto decisamente bene.. anzi a mio parere è stata fin troppo paziente.. ma se Kardià non avesse conosciuto questo mondo noi altri ne saremmo probabilmente ancora ignari. 

 

 

 
 
 

Se ad un colloquio ti domandano: Conosci qualcuno che lavora qui da noi? Meglio rispondere "NO"

Post n°6 pubblicato il 11 Marzo 2015 da seiononavessime
 

 

Kardià esita un po' prima di inviare il curriculum all'Azienda C.  Anzi direi che ha esitato quasi cinque mesi. Sua cognata glielo aveva consigliato visto che aveva lavorato lì per due anni e si era trovata bene sia con gli orari che con i pagamenti. Kardià si convinse ad inviare il curriculum e l'Azienda C la contattò dopo qualche giorno.

Salve signora Kardià la chiamo dall'Azienda C. La chiamo perché abbiamo ricevuto il suo curriculum e volevo farle alcune domande:

1.      Sa di cosa ci occupiamo?

2.      Sa come si fa un recupero crediti?

3.      Secondo lei è giusto pagare le tasse?

4.      E se le persone non le pagano cosa dovremmo fare noi di recupero crediti?

La presentazione telefonica dell'Azienda C sembra essere alquanto chiara. La persona al telefono sa cosa cerca ed è pronta a terminare la conversazione se le risposte non saranno soddisfacenti.

Cosa hai fatto dinnanzi a così tante domande?

Ho risposto con sincerità. Ho pensato alla mia difficoltà ad arrivare a fine mese. Se ci sono persone che non pagano le bollette ci saranno dei problemi. Ho quindi detto che secondo me l'Azienda C avrebbe dovuto offrire delle soluzioni.

Ed ha funzionato?

            Si. La ragazza si mostrò soddisfatta e mi fissò un colloquio per il giorno dopo.

Kardià si presenta al colloquio. Si sente ottimista. Aspetta impaziente che la chiamino. Accanto a lei un altro ragazzo è lì per lo stesso motivo. Iniziano a chiacchierare e si raccontano le proprie perplessità.

In realtà - racconta Kardià- sembrava piuttosto preparato. Aveva avuto altre esperienze nei call center. Lo shock si presentò quando ci chiesero di entrare entrambi nella sede di colloquio.

Si presentarono entrambi raccontando le proprie esperienze e le proprie aspettative. La ragazza, una giovane di 24 anni, si mostrava sorridente fino ad un attimo prima che fece una domanda che determinò l'esito finale del colloquio.

Conoscete qualcuno che lavora qui? Ci domando sorridendo. Entrambi avevamo delle conoscenze. Io risposi "mia cognata lavorava qui". E chi è tua cognata? **_**.  Credetemi se vi dico che era meglio non rispondere.

Perché?

            Perché lei mi disse con fare seccato Spero che **_** ti abbia detto che l'abbiamo sfamata per due anni.

E tu cosa le hai detto?

            Mi ha parlato bene della vostra azienda. Mi ha detto che siete affidabili.

Com'è proseguito il colloquio?

La ragazza aveva cambiato umore. Trattava il ragazzo con simpatia e me con sdegno. Ci mise alla prova. Ci propose alcuni casi reali e ci chiese come ci saremmo comportati. In poche parole ci fece fare due simulazioni di telefonate per il recupero credito. Credo fosse un colloquio fatto veramente bene.

Però?

Però aveva già deciso per il mio destino. Le domande le faceva prima a me perché non avevo esperienza nel settore. Le mie congetture erano logiche ma non precise. Ci arrivavo con l'intuito, ma quando io stavo per arrivare alla risposta ecco che lei sorridendomi mi diceva Lascia stare. Dimmelo tu.

Kardià era fuori a causa di sua cognata. Ma qual era stato il vero motivo che fece perdere a Kardià questa grande opportunità? Pare che dopo il colloquio Kardià dovette aspettare che qualcuno andasse a prenderla. Intanto andò a bere qualcosa di caldo al bar. Rimase lì mezzora nell'unico posto che aveva trovato libero. Poi vide entrare la ragazza con  un collega. Era proprio la ragazza che le aveva fatto il colloquio. Si sedette ad un tavolo vicino con le spalle voltate a Kardià e diceva:

Oggi ho fatto un colloquio ad una tipa. Sembrava una brava ragazza.. una tipa  a posto. Poi mi ha detto una cosa che non avrei mai dovuto udire: sua cognata è **_**. Si caro proprio quella che stava per fregarmi il posto. Questa tipa non farà mai parte del nostro team.

Kardià raccontaci qualcosa in più? Cosa ti ha detto tua cognata?

Mia cognata ricevette dal capo la proposta di sostituire il suo braccio destro, ossia la ragazza, perché questa gli creava molti problemi a causa del suo carattere. Ma mia cognata non se la sentiva di farle un torto visto che era stata la sua guida. Quindi cercò qualcos'altro e  lasciò il lavoro perché aveva trovato un'occupazione che a lei piaceva di più.

Kardià era ad un passo dal contratto che l'avrebbe resa indipendente. La sua esperienza ci insegna che è sempre bene evitare di parlare di conoscenze all'interno di un colloquio di lavoro.  Bisogna attenersi strettamente alle strategie che ci permetteranno di perseguire i nostri obiettivi.

 

 

 
 
 

E se durante il colloquio di lavoro ti assale l'ansia e vai in panico?

Post n°5 pubblicato il 10 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Kardià riceve la telefonata dall'Azienda B. Finora non ha dovuto affrontare un vero e proprio colloquio. Kardià è piuttosto demoralizzata. I tentativi sono stati vani finora. Prepara il suo curriculum e si avvia al colloquio. Una ragazza di 25 anni la fa accomodare in una stanza di colloqui insieme a altre nove persone.

Sapevi che l'Azienda B avrebbe fatto un colloquio di gruppo?

Si, lo sapevo. Me lo dissero per telefono. Devo dire che, vista la mia timidezza, mi sentivo leggermente in imbarazzo.

Pare infatti che la maggior parte dei ragazzi avessero molte esperienze all'estero e anche nei call center di zona. Ma proviamo a capire in che modo l'azienda ha proseguito con le selezioni.

La ragazza ci ha chiesto di rispondere ad alcune quesiti psicologici. Alcune domande sembravano simili e non ne capivo la differenza. Compilai il questionario. Le pagine erano davvero tanto. La scrittura piccola. Sembrava che tutti sapevano cosa stessero facendo. Per me, invece, non aveva senso.

Sicuramente lo scopo era capire la vostra personalità, non credi?

            Si. Però io ero al mio primo colloquio. Gli altri ne avevano fatti già tanti altri.

Dopo aver compilato il questionario cosa è successo?

Lo consegnammo alla ragazza che subito dopo aver raccolto i vari questionari ci chiese di presentarci. È stato terrificante.

Perché?

Erano tutte persone che conoscevano il mondo del lavoro. Avevano avuto esperienze sbalorditive e particolari. Avevano una forte personalità e non temevano la competizione con gli altri.

Tu invece la temevi?

Io mi sentivo fortemente inadeguata. C'era una ragazza che era entrata nell'esercito per un anno. Era così entusiasta e accattivante. Si mise subito in risalto e attirò su di se l'attenzione di tutti.

Tu, invece, come te la sei cavata?

Pessima. Non avevo niente da raccontare. Esperienza zero. Fui sincera. Dissi che non avevo esperienza in nessun ambito lavorativo. Avevo solo fatto accoglienza dei turisti nella fiera ** della mia comunità. E dissi che il lavoro non mi spaventava.

La sincerità è fondamentale ad un colloquio non trovi?

Non saprei. Io fui breve e diretta. Forse avrei potuto osare. Credo che ad un colloquio di lavoro bisogna presentarsi preparata ed ingigantire un po' le proprie esperienze. È ovvio che a confronto con una ragazza che è stata nell'esercito e ad altri che avevano avuto esperienza nei call center io ero meno che zero.

Mi lasci intendere che non ti contattarono per il colloquio individuale?

            Assolutamente no.

Mi sembri delusa o sbaglio?

Lo sono  per non aver dato il meglio. L'azienda, giustamente, cercava persone sfrontate.. ed io non lo ero. Mi sentivo a disagio davanti a dieci persone che non conoscevo. Ero troppo avvilita e solo una profonda fiducia in me stessa mi avrebbe potuto "salvare".

Credi che ti avrebbe aiutato fare prima il colloquio individuale?

Non saprei. Non posso escluderlo completamente anche se... bisogna rammentare che si trattava sempre del mio primo e vero colloquio di lavoro. Forse dinnanzi ad un tu per tu l'avrei vissuta più come prendere un caffè con amici. Può darsi che sarei stata più disinvolta.

I colloqui di gruppo tal volta possono essere controproducenti per le persone timide. Non è facile mettere ad agio persone particolarmente emotive. Ma dalla vicenda di Kardià, io credo che, le persone prive di esperienza debbano essere messe alla prova. Bisognerebbe offrirgli la possibilità di una settimana di corso che gli faccia fare pratica e imparare contemporaneamente prima di fare una scelta su chi assumere. Talvolta chi parla bene non è bravo nella pratica o viceversa. Infondo come si dice in calabrese: "a pratica rumpa la grammatica".

 

 

 
 
 

L'inarrivabile call center

Post n°4 pubblicato il 09 Marzo 2015 da seiononavessime
 

Kardià ha continuato a cercare un'occupazione nei vari spazi liberi. Nella città in cui si è trasferita vi sono numerosi call center. Kardià si è, in primo luogo, informata sulla serietà di ciascun call center e dopo aver fatto una serie di esclusioni è rimasta con tre nomi: A, B e C. Per evitare di trovarsi dinnanzi a tre risposte immediate, Kardià, ha deciso di contattare una sola azienda alla volta. La scelta è ricaduta sull'azienda A che ha risposto subito fissando un colloquio per il giorno dopo alle 8.30.

Cosa ti hanno detto al telefono?

Mi hanno dato informazioni di routine: orario, modalità del colloquio (prevalentemente di gruppo), e il nome della sede.

Hai avuto altri presagi?

Sfortunatamente no. Ero entusiasta e continuai a ripetermi nella testa che sarebbe andato tutto bene.

Come mai dici sfortunatamente?

Nella telefonata mi era stata indicata la via.. preciso che io non conoscevo la zona. Avevo domandato se potevo raggiungerla con un autobus visto che non ero automunita. Mi spiegarono che di autobus ne passavano pochi e non ne conoscevano gli orari. In ogni caso potevo prendere un bus fino ad un certo punto e poi dovevo fare 15 minuti a piedi. Peccato però che dopo venti minuti di cammino incontrai un signore che abitava lì e mi disse signorina ci vogliono almeno altri 40 minuti a piedi fin lì. Rimasi senza parole e decisi di rinunciare a quell'opportunità di lavoro.

Non potevi chiedere un passaggio?

Il signore che incontrai era anziano e non guidava. Su quella strada passò solo un auto con un maniaco che iniziò a suonare, fischiarmi e a gridarmi bellaaa. Aveva anche rallentato per chiedermi dove andavo e per dirmi che voleva darmi un passaggio e che ci saremmo divertiti. Ma per fortuna vista la mia indifferenza mi lasciò in pace e ripartì come un matto con una serie di sgommate.

Ci sei rimasta male di non essere riuscita ad andare al colloquio?

Dire di no sarebbe da ipocrita. Il fatto di avere dei problemi di salute fisica mi hanno costretto ad arrendermi. Non si trattava di dover fare altri 40 minuti di cammino ed arrivare comunque in ritardo e sudata. Ma con una gamba bloccata e dolori alla schiena dover fare un'altra ora di cammino mi avrebbe costretto per molti giorni a letto a suon di iniezioni.

Ma tu lo avevi spiegato all'azienda A?

Si. Non ero scesa nel dettaglio ma avevo spiegato di non poter fare lunghe camminate. 

Ma a quanto pare l'azienda è rimasta incurante dinnanzi alle difficoltà di questa ragazza. Si sarà trattato di una tattica o di semplice superficialità? Come mai ci sono zone della città in cui il servizio pubblico degli autobus è totalmente assente? Di sicuro c'è che l'insensibilità non nobilita l'uomo.

 

 

 
 
 

Kardià aveva avuto un presagio e avrebbe potuto evitare questa nuova disavventura

Post n°3 pubblicato il 07 Marzo 2015 da seiononavessime
 

 

Non c'è due senza tre. Kardià, pronta a dimostrare a tutti che volere è potere, ci prova ancora. Questa volta cercherà lavoro in piena autonomia. È il suo primo anno di università e Kardià vorrebbe pagarsi la tassa di iscrizione da sola o quanto meno vorrebbe colmare alcune delle spese che dovrà affrontare nel corso dell'anno. La ragazza scopre quanto sia indispensabile la creazione di internet. Tramite google trova numerosi siti di lavoro e offerte proprio nella città in cui si è trasferita. Ancora non  sa che può inviare il suo curriculum a più aziende.

Hai ricevuto una risposta immediata?

            Inaspettatamente si.

Per quale mansione ti candidasti?

Trovai l'annuncio di un avvocato. Cercava una segretaria capace di battere velocemente al computer. Io non me la cavavo male. Non ero velocissima ma nemmeno lenta.

Ti fece attendere molto per il colloquio?

            No, mi diede appuntamento per le ore 8.30 del giorno dopo.

Kardià sembra essere stata assalita da un'improvvisa fortuna. La notte l'emozione di un primo e vero colloquio l'ha fatta dormire poco.. e quel poco che Kardià ha dormito ha avuto un incubo. Sognò un avvocato indemoniato dal quale Kardià fuggiva spaventata. Ma per fortuna la sveglia suona e l'incubo svanisce dai suoi ricordi.

Cosa ti aspettavi dal colloquio di lavoro?

Mi aspettavo un'opportunità di formazione. Speravo di poter imparare un mestiere e farne tesoro.

E invece cos'è accaduto?

L'avvocato arrivò in ritardo. Trovare il suo studio fu un'ardua impresa visto che si trovava in un posto a dir poco affidabile e dove i mezzi pubblici non passavano. Quando arrivò mi strinse la mano e mi invitò a salire nel suo studio. Lì mi fece delle domande sulle mie esperienze. Volle sapere il mio paese di residenza e se dovevo viaggiare. Io mostrai un forte interesse e paura del lavoro zero.. però dovevo considerare l'università sottolineava l'avvocato.

Cosa vuoi dire?

Dopo avermi guardata dalla testa ai piedi più volte capii che il mio modo di presentarmi a colloquio non gli piacque. Era strano visto che indossavo abiti formali: pantalone elegante nero, camicia bianca e giacca nera. Avevo la sensazione che mi fissasse particolarmente. Ma convinta che le mie fossero paranoie proseguii per la mia strada: quel lavoro doveva essere mio. Continuai ad insistere ma lui mi fece presente che in taluni casi avremmo dovuto completare il lavoro di notte.

Kardià credi ti stesse molestando?

Assolutamente no. Non ero il suo tipo lo aveva dimostrato guardando più volte il mio corpo con ribrezzo.. quasi avessi la peste. Capii da diverse sue frasi che cercava una segretaria dalle belle forme messe tutte in mostra. Io di forme ne avevo ben poche e le nascondevo per pudore. E l'avvocato questo lo avevo percepito. Ero una ragazza che aveva troppo rispetto di se per cogliere la palla al balzo e dimostrare che potevo essere ciò che gli altri volevano io fossi.

Cosa hai fatto a questo punto?

Quello che avrebbe fatto qualunque persona di buon senso visto che non mi chiese nemmeno di mostrargli che sapevo scrivere al computer: mi alzai, gli strinsi la mano e andai via. Uscii di fretta e corsi verso il centro a prendere un autobus. In quel tragitto ricordai il sogno tanto che ero disgustata dal colloquio di lavoro.. e sai cosa c'è di assurdo?

Cosa?

            Io quell'avvocato lo avevo sognato così com'era.

Sarà stata una sensazione, un presagio o il messaggio di un'anima salvatrice. Fatto sta che Kardià era stata avvisata dal suo inconscio. La sua non è sfortuna.. Kardià come molti di voi è vittima di una cultura malsana.

 

 

 
 
 
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