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I graffiti di Berengario

Post n°127 pubblicato il 01 Gennaio 2010 da Kimayra
 

Graffiti di San Zeno
I graffiti sono centinaia. Uno di essi accenna alla morte di Berengario, imperatore assassinato a Verona nella notte del 7 aprile 924. Questi graffiti sono nascosti in una piccola abside della chiesa di San Zeno.
La scoperta è stata fatta dall'Università di Verona, nella piccola abside sotto il livello del pavimento della chiesa di San Zeno, davanti alla quale è collocata la colossale statua del santo seduto e benedicente, con il pesce che pende dal pastorale.
Due sono le date che hanno interessato gli studiosi. La prima è il 915, che riporta un decesso. La seconda, più stupefacente, si riferisce al decesso di Berengario, re ed imperatore che aveva scelto  Verona come capitale e che qui era stato assassinato nella notte del 7 aprile 924.
Il primo edificio sacro dedicato a San Zeno, morto nel 380, fu una piccola chiesa costruita sulla sua tomba. Chiesa che si dice essere stata edificata dal vescovo Rotaldo e da Pipino, re d'Italia, su progetto dell'arcidiacono Pacifico. La chiesa fu distrutta all'epoca di Berengario, durante un'incursione degli Ungari che, all'inizio del X secolo, avevano devastato tutta la parte settentrionale della penisola. Nella chiesa, precisamente nella cripta, fu traslato il corpo di San Zeno dopo che era stato custodito, per qualche tempo, nel duomo intitolato a Santa Maria Matricolare.
La basilica cominciò, così, a prendere la forma e la struttura attuale sotto il vescovo Raterio che riuscì ad ottenere i fondi dall'imperatore Ottone I (967). Danneggiata dal terremoto del 3 gennaio 1117, la basilica fu allungata ed ingrandita nel 1138. I lavori dell'abside e del soffito, però, furono terminati nel 1398.
L'absidiola con i graffiti fu riaperta solo dopo il 1870 da Giacomo Franco. Solo dopo il 1865 vi si individua un ripostiglio, con una porta.
Berengario, nato nell'850, era marchese del Friuli e fu uno dei principali protagonisti delle lotte per il Regno d'Italia e per il Sacro Romano Impero tra la fine del IX e l'inizio del X secolo. Scelse Verona come propria sede e la elesse capitale del Regno e dell'Impero che a lui faceva capo. A verona sono legati due momenti tragici della sua vita. Nel 905 Berengario fu costretto a lasciare la città nelle mani di Lodovico III di Provenza, che era sceso nella penisola chiamato dal papa, il quale l'aveva incoronato imperatore. La ritirata di Berengario era, però, una finta e Berengario riuscì a rientrare a Verona con le proprie truppe. Lodovico III venne catturato, accecato e rispedito in Provenza. A Verona Berengario morì, nel 924, a 73 anni, vittima di un agguato che gli fu perpetrato mentre si recava in chiesa.

 
 
 
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