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...come un pesce abissale fluorescente...

 

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La Musica

Post n°22 pubblicato il 13 Febbraio 2007 da CiamMarco

Molte canzoni possono accompagnare la nostra vita, ma solo poche obbligano ad accendersi una sigaretta, a tirarla a lungo, come a soffocare un taglio con un’altra lama, e riempire così un vuoto nel petto.
Quella è la musica che amo.
La musica che, nella sua bellezza, non fa stare tranquilli.
Chiede qualcosa di più alla vita, apre nell’anima un senso di incompiutezza, come se la vita non fosse abbastanza, come se le fosse sfuggito l’essenziale. Fa intravedere qualcosa che si desidera al punto di soffrire, che ci ha lasciato orfani per sempre.
Qualcosa sentito dai grandi che l’hanno trovato, la nostalgia di un abbraccio, come a consolazione dell’assenza che ne sarebbe venuta.
Per questo dovrebbe servire.
Per avvicinare la vita a quello che avrebbe dovuto essere.La musica immaginata cambia la geografia, fa mancare il resto…fa aggrappare al volante e urlare estatici nella notte, fa dire “andiamo, andiamo…”, fa sentire la paura, e chi è capace di sentirla è grande come chi è capace di dare amore.
Le parole possono servire, possono contare. Una voce può essere una stagione, la luna un invito e la strada un’invocazione.
La poesia sono le parole che ti conquistano, quelle che hanno un’epica, un mondo dietro di sè. Quello a cui ci si è sottratti per poterne scrivere. Così dovrebbe essere.
La musica mi riconforta. La musica risolleva oppure fa impazzire la gente. E’ la compagna del cammino, come quei canetti cirnechi di strada che ti seguono e, quando sei già in difficoltà, quelli si attaccano pure ai pantaloni con i denti. Non puoi dire di esserne il padrone, si limitano a non lasciarti in pace, a non perderti di vista, a non lasciarti da solo.
Così è.
Ci sono poche cose che salvano, cose molto interiori, che quando uno ha perso si sente davvero perduto.
Credo che la musica renda fortunati. E’ un modo di riavere indietro quello che mettiamo nella vita.

 
 
 

Lettera a te

Post n°21 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da CiamMarco

Sai quando ti scrivo
mi viene una certa nostalgia
e del resto sono sempre
quello stupido romantico
che ancora confonde
il presente col passato

Ma il tempo e' spesso un fatto
che si apprezza sempre dopo
e le vecchie facce son qualcosa
che cambia tra le righe
e io che le rivedo
e ci ripenso
io vorrei ancora,
ancora,
ancora,
ridere cosi'
e bere vino
passar la notte ad aspettare
di avere qualcosa da raccontare
e vedere in un motel o in una strada
un'incomparabile avventura...

 
 
 

Restiling Natalizio

Post n°20 pubblicato il 30 Dicembre 2006 da CiamMarco
Foto di CiamMarco

...di ritorno da tre giorni di nostalgiche risate estive
e stelle che ferragosto sembra ieri









Di notte mi trovo a riempire i miei giorni di comodità
Nel frastuono del carro che passa e svende la felicità
Sento appena un ragazzo cantare e stonare, che quasi voce non ha
Ma ha l’amore negli occhi che gli ridono gonfi di vino e cognac

Una coppia nel buio d’inverno se ne frega del freddo che fa
Della gente che passa e li trova abbracciati su quella scala che va
Con al fianco le loro valige stracolme di anni e tran tran
Ma ora fermi ad appendere sogni a quei baci nascosti da una sciarpa e un foulard

Una cena fugace prima di rincontrare un amico che sta
Sta tornando da un viaggio con in tasca esperienze e qualche novità
Tra un portone che allentato dal tempo non ricorda l’età
Il telefono squilla… una donna che aspetta

Il rumore dell’auto disturba la quiete di un cane più in la
Che sta abbaiando più forte del rumore delle nostre risate
Mentre si affaccia un sorriso di bocca cortese e rosea semplicità
Io che vorrei raccontarle una storia e colori e versi di libertà

Ma il tempo sta cambiando ed è ora di far pace con i miei maglioni
Di accendere un camino per scaraventarci dentro docili emozioni
Io avrei un bel po’ di voglia di ascoltare Paolo e la sua Genova per noi
Mettere a posto i miei pensieri a quell’ora che sa già di ieri…

E farmi pure due bicchieri!

 
 
 

Concerti per le feste

Post n°19 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da CiamMarco

Il mese di dicembre, per noi sagittari, è un mese che ci rende pazzi.
Pieno com'è di festeggiamenti, d'illuminazioni, di sbornie e di veglioni. Si impazzisce, come la maionese quando ha superato il punto di montatura. Perciò tanto vale buttarcisi dentro a capofitto, da una festa all'altra e con mezzi di locomozione. Strada ce n'è sempre da fare.
In quel mese si ritorna sempre a qualcosa, come fosse dicembre una bretella elastica, che corre lungo tutto il paese.
E' un periodo di euforia sentimentale.

 
 
 

Lanzie! ...No grazie!!!

Post n°18 pubblicato il 10 Dicembre 2006 da CiamMarco

Tre uomini in attesa fuori dalla salaparto dell'ospedale, uno di loro è di colore, uno è della Roma e un'altro è della Lazio. Esce l'infermiera preoccupata con i tre bimbi in braccio e dice: "Scusate, ma c'è stato un problema, nella confusione non abbiamo contrassegnato i bambini." Allora il romanista con un balzo strappa il bambino di colore all'infermiera. L'infermiera gli fa notare che sicuramente quello non è suo figlio. E il romanista: "O scoprite subito qualè quello laziale o per me sta bene così!»

 
 
 

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Post n°17 pubblicato il 09 Dicembre 2006 da CiamMarco

Un bambino va da Lotito e con 5 euro gli dice:"Io me te compro a te e a tutta la Lazio!"
Il giorno dopo sempre lo stesso bambino riva' da Lotito e gli ridice:"Io me te compro a te e a tutta la Lazio!"
Allora Lotito prende il bambino e lo porta dal padre spiegandogli quello che era successo. Il padre cosi' comincia a prendere a schiaffi il figlio e gli dice:"T'ho detto mille volte che nun devi spenne i sordi pe' ste stronzate!!!"

 
 
 

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Post n°16 pubblicato il 08 Dicembre 2006 da CiamMarco

Gesu' cammina per le strade di Nazareth. Ad un certo punto vede un gruppo di persone che piange, e chiede: - Perche' piangete? Una donna risponde - E' morto Lazzaro, mio marito. E Gesu' - Lazzaro, alzati e cammina. Lazzaro si alzo'. Gesu' percorse un po' di strada e vide un uomo piangente steso a terra. - Uomo perche' piangi? -Maestro sono storpio e non posso camminare. E Gesu' - Uomo alzati e cammina. L'uomo si alzo'. Dopo alcune centinaia di metri Gesu' vide un uomo piangente a terra e chiese : - Uomo perche' piangi? - So' da' Lazio..... Gesu' ci penso' un po', si sedette e comincio' a piangere anche lui.

 
 
 

-3

Post n°15 pubblicato il 07 Dicembre 2006 da CiamMarco

"Che ce fa un laziale ner frigorifero? Che ne so, fatte li cazzi tua e richiudi!"

 
 
 

- 4

Post n°14 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da CiamMarco

Cos'hanno in comune lo scudetto della Lazio e il diluvio universale?

Tutte e due le volte pioveva e alla fine sè sò salvate le bestie!

 
 
 

inizia la settimana del derby...

Post n°13 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da CiamMarco

"Un romanista, un laziale e una danese siedono vicini nello scompartimento di un treno.
Dopo ore di viaggio senza scambiarsi una parola, il treno entra in una galleria. Improvvisamente si sente lo schiocco di un bacio seguito dal fragore di un ceffone.... Appena torna la luce si vede il laziale che sofferente si tiene la guancia sulla quale si nota il segno delle 5 dita. La danese pensa: 'Il laziale voleva baciarmi ma ha sbagliato bersaglio ed ha abbracciato il romanista che gli ha dato uno schiaffo'. Il laziale pensa: 'Il romanista ha baciato la danese che ha pensato fossi io e mi ha menato'. Il romanista pensa :'Alla prossima galleria rifaccio il rumore del bacio e mollo un altro ceffone a quel coglione del laziale'.

 
 
 

thinking about a bug

Post n°12 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da CiamMarco

...è un alchimia la vita, così funziona. Chi carbura procede.
Gli altri se la fanno coi ritorni di fiamma.

 
 
 

Racconti "Big Foot" (1°parte)

Post n°11 pubblicato il 01 Dicembre 2006 da CiamMarco

Dato che oggi inizia Dicembre, che è il mese della neve, delle piste da sci che aprono, del Natale, ma soprattutto del mio compleanno, ho pensato di regalare al popolo di internet una bellissima storia natalizia!





BIG FOOT





Tom Coleman era uno sbirro da strada. Alla Centrale gli avevano affibbiato il nomignolo di ‘’Big Foot’’ per via di quei suoi piedi grossi e piatti che trascinava lungo le strade di Ocean Beach, ad ovest di San. Francisco. Tom non era mai stato capace di superare gli esami di investigatore di primo grado. ‘’Troppo tonto! - dicevano i colleghi - Tonto e piatto come i suoi piedi!’’. Così faceva la ronda, manganello e torcia, pistola e mantellina, gironzolando dalle parte di Ocean. Il quartiere era quasi un paese, lontano dal ritmo frenetico del centro. Vi abitavano un sacco di pensionati, ma anche di sposini in cerca di tranquillità. Era presenteanche una nutrita colonia di asiatici. Bianchi e gialli convivevano senza troppe frizioni. Non per questo si potevano dormire sonni angelici: ci poteva scappare la rissa col morto in uno dei tanti bar della zona o un’aggressione nelle sere di nebbia fitta che i venti gelidi dell’oceano spingevano nell’entroterra. Anche lì lo stare all’erta, ormai, era diventato un modo di sopravvivere. Tom nel suo pattugliamento era coscienzioso, soprattutto da quando aveva perso la sua Lisa per un cancro. Era solo come uno degli alberi delle colline di San Carlos dove s’era rintanato dopo la morte della moglie. I primi tempi, devastato dal dolore, non riusciva nemmeno a distinguere, all’incrocio della Great Highway, il semaforo dall’ubriaco appoggiatosi contro. Si era ripreso lentamente, ma da allora si faceva assegnare quasi tutti i turni di strada, diradando più che poteva il lavoro da scrivania che gli toccava svolgere una volta alla settimana. I rapporti se li faceva scrivere da Bill, a cui sganciava qualche dollaro che finiva sui tavoli verdi. I ricordi ogni tanto gli affollavano la mente, ma aveva imparato a conviverci come con il timore del ‘’Big one’’, l’apocalittico terremoto che avrebbe seppellito la città. Evitava di passare, però, dalle parti del ‘’Buco’’, un minuscolo bar stretto fra un banco di pegni ed una lavanderia a gettoni. Ci andava spesso con Lisa per la sua atmosfera tranquilla. Il locale era semplice: pochi tavoli e qualche séparé. Erano diventati clienti fissi. Lui sorseggiava enormi beveroni di latte scremato e lei si scolava un paio di Bud Light, una birra molto scura, sgranocchiando noccioline contenute in ciotoline rosse come ciliegie. Fu lei a scegliere il bar. Ce n’erano di molti nella zona: ritrovi per gay, per artisti spiantati, per gente di passaggio e per benestanti; quelli per rimorchiare e quelli per intellettuali e zotici. Tutti con uno solo denominatore comune: la voglia di bere. Tutti anonimi: neon e slot-machine. Eccetto il ‘’Buco’’, dove si poteva parlare, guardandosi negli occhi. A Lisa aveva incuriosito quel posto incassato fra un pegni e una lavanderia e, sovente, ci ricamava su. ‘’ In fondo, se ci pensi bene, i tre locali lavorano in società. I poveracci, che riescono a spillare qualche dollaro impegnando le cianfrusaglie di famiglia, vengono qui ad annegare i dispiaceri nell’alcool. Poi, fuori, vomitano e si sporcano. Così l’ultimo cent. lo infilano nella fessura della lavatrice e. alla fine, ritornano puliti: dentro e fuori!’’..Il vento delle colline, il giorno prima, non era riuscito a disperdere verso l’oceano le nuvole raggrumate sulle cime.



Il grande mare le aveva rispedite al mittente. Così il cielo, completamente coperto, s’era deciso di scrollarsi di dosso tutta la zavorra, rovesciandola sulla costa per tutta la notte e per tutto il giorno fino a sera. La pioggia non aveva smesso di martellare la città per un solo istante. Fitta come una barriera di pesci, era rotolata dalle colline al mare, trasformando Ocean Beach in una laguna. L’umidità aveva intriso moderni condomini bilocali e vecchie villette nerastre di muffa. I residenti erano stipati al caldo delle loro pareti e dalle finestre non filtrava una lama di luce. I bar, anche se la clientela era scarsa, funzionavano a tutto regime. Tom, infagottato nella sua mantella scura e con in testa un berretto a visiera sgocciolante, percorreva la 47esima. Nel buio spiccavano solo le luci di Rallo, l’officina-autorimessa, e quelle di ‘’Hobb’s 24 Hours’’, il market più rifornito del quartiere. Il proprietario era noto come Slim, l’insonne, perché non chiudeva mai, neppure a Natale e il 4 di luglio. In giro girava voce che s’impasticasse per non dormire. Tom, impacciato nei movimenti dalla mantella e affaticato dagli stivaloni, che gli sformavano i grossi piedi, si muoveva come un palombaro. La mazza se l’era stretta alla cintura, per avere almeno una mano libera, perché l’altra, infilata in tasca, stringeva la pistola. L’esperienza gli aveva insegnato che, nei giorni di pioggia, era buona norma tenere slacciata la mantella all’altezza della cintura per arrivare subito all’arma. Molti colleghi, non erano stati capaci neppure di aprirsi il primo bottone, colpiti in piena fronte dal bastardo di turno. Tom raggiunse l’angolo della 47esima con la Lexington Avenue, dove la strada discendeva, ripida, fino al centro, le cui luci a malapena si scorgevano nel torbido scrosciare della pioggia, e ritornò indietro, riprendendo il giro. I marciapiedi, lucidi e deserti, parevano corsie di un’autostrada. Gli vennero incontro, sbucati chissa dove, saltellando la centro della strada, per evitare le pozzanghere, due ragazzi e una ragazza, stretti sotto uno striminzito ombrelluccio. La ragazza, esile e vestita tutta di nero, aveva un ciuffo di capelli di colore rosso. Il terzetto lo sorpassò, squadrandolo distrattamente. Solo la ragazza gli sorrise con lo sguardo. Tom non li invitò a servirsi del marciapiede e li scrutò fino a quando sparirono nel market di Slim. Continuò la ‘’passeggiata’’, mentre gli stivaloni gli mordicchiavano i piedi, rallentando di parecchio la sua andatura. Mancavano molte ore alla fine del servizio, ma queste si sarebbero srotolate pigre nelle striature dell’oscurità della strada. Sostò, per qualche minuto, sotto la pensilina di Rallo, che lo chiamò dal suo ufficio annegato nel fumo dei suoi sigari messicani: ‘’Ehi, Tom, entra. Ti offro un bel caffè bollente!’’. Non si fece pregare. Si lasciò dietro chiazze scure di umidità e impronte dei suoi piedi e s’immerse nell’accogliente tepore dell’officina. Si liberò del berretto e della mantella e avvicinò alle labbra la tazza fumante. Rallo era sulla quarantina, tre anni più vecchio di Tom, corporatura robusta e radi capelli biondicci. Indossava una tuta da lavoro sudicia su una camicia sgualcita bianca con il nodo della cravatta storto. Era un gran lavoratore. Tom osservava le piramidi di lattine d’olio, le auto in riparazione, quelle in custodia e i catorci usati in vendita per pochi dollari. Rallo s’accese l’ennesimo sigaro. ‘’Tutto bene?’’ - domandò. La pioggia continuava a trafiggere l’aria come un trapano. ‘’ Alti e bassi’’ - rispose - E a te come va?’’. ‘’ Non mi lamento. Stasera avrei potuto chiudere prima, ma ho un lavoro da sbrigare’’. Indicò un’auto, una Ford con i paraurti anteriori malandati e la carrozzeria ammaccata in più punti. ‘’ Impiegherai tutta la notte!’’ - disse Tom. ‘’ Non farti suggestionare dalle apparenze. Il proprietario se ne frega delle condizioni della sua auto. E’ venuto di corsa solo perché gli accomodi i sedili: gli servono per domani pomeriggio’’. ‘’ Che cosa è questa storia?’’. ‘’ Il nostro amico se la spassa e i sedili li usa spesso in posizione orizzontale e le molle si spaccano!’’. Tom sorrise, chiuse la mantella, si rimise il berretto, saluto Rallo, fasciato dalle volute del sigaro, e ritornò alla notte piovosa. Attraversò la strada e fu allora che sentì le urla. Nella caligine piovigginosa una sagoma scomposta corse nella sua direzione, poi, d’improvviso, si accasciò, bocconi, al centro della strada. Tom la raggiunse e la rigirò: era uno dei ragazzi incontrati poco prima. L’orrore aveva dilatato le sue pupille, ma non fu quello a ghiacciare il sangue di Tom. Il ragazzo aveva subito il taglio netto dell’avambraccio destro e il sangue fluiva copioso. Si sollevò, come stimolato da una scossa elettrica, e si diresse verso l’autorimessa. Tom lo inseguì, lo afferrò per le spalle e lo colpì alla nuca, stordendolo. Poi lo trascinò sotto la pensilina e urlò a Rallo: ‘’ Accendi uno straccio imbevuto di benzina, presto!’’. Rallo si lasciò cadere il sigaro e sparì all’interno per riemergerne subito con una specie di torcia fiammeggiante. Tom rivoltò il ragazzo e lo adagiò supino. Gli bloccò le gambe con le sue e agguantò la torcia. ‘’ Tienigli ferma la testa, mentre cauterizzo la ferita!’’. Tom accostò la fiamma al moncherino e l’oscurità intorno parve contrarsi. Infilò l’asta rovente nel foro sanguinolento e l’avvitò nella carne. Il ragazzo riprese i sensi, volse gli occhi vacui verso la fonte dolorosa, forse comprese d’aver perso una parte di sé, si scosse, come invasato da brividi e svenne di nuovo. Il moncherino era diventato uno spuntone annerito e il lezzo della carne bruciacchiata dava il voltastomaco. Rallo era esterrefatto. Tom lo scosse e gli ordinò: ‘’ Portiamolo dentro e poi chiama la Centrale. Io entro da Slim’’. Trascinarono il corpo del poveretto nell’officina e lo adagiarono su una brandina. Poi Tom si proiettò di nuovo sul lucido asfalto bagnato della città. Focalizzò l’ingresso del market: da quella direzione era venuto il ragazzo. Attraversò di corsa la strada, schiaffeggiato dalle raffiche. I grossi piedi spruzzavano acqua come il motore di un motoscafo. Mentre si avvicinava a rapide falcate, le luci del locale si spensero di colpo e un clangore infernale annunciò l’abbassamento della serranda metallica. Un urlo di donna bucò il silenzio notturno. Tom si preparò ad affrontare il buio misterioso...



...continua...

 
 
 

Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 29 Novembre 2006 da CiamMarco

Questo è un simpatico test che mi ha esortato a fare la mia amica Claudia.

Consiste nel sottolineare tutte le esperienze fatte nella propria vita fino ad oggi.

...devo dire che non mi posso lamentare... ne ho fatte parecchie... pensavo peggio!!!

Se lo trovate carino fatelo anche voi sui vostri spaces.





1.Ho offerto da bere a tutti in un bar
2.Ho nuotato insieme ai delfini
3.Ho scalato una montagna

4.Ho guidato una Ferrari
5.Sono stato/a all'interno della Grande Piramide
6.Ho tenuto in mano una tarantola
7.Ho fatto il bagno nudo nel mare
8.Ho detto "ti amo" credendoci
9.Ho abbracciato un albero

10.Ho fatto uno strip tease
11.Ho fatto bungee jumping
12.Sono stato/a a Parigi
13.Ho visto una tempesta marina
14.Ho passato la notte sveglio/a fino a vedere l'alba

15.Ho visto l'aurora boreale
16.Ho cambiato pannolini a un bambino
17.Sono salito/a a piedi sulla cima della Torre di Pisa
18.Ho coltivato e mangiato verdure del mio orto
19.Ho toccato un iceberg
20.Ho dormito sotto le stelle
21.Sono stato/a su una mongolfiera
22.Ho visto una pioggia di meteoriti
23.Mi sono ubriacato di champagne
24.Ho fumato erba
25.Ho guardato le stelle con un telescopio
26.Mi è venuta la ridarella in un momento inopportuno
27.Ho fatto sesso orale

28.Ho scommesso e vinto ai cavalli
29.Mi sono finto/a malato/a pur non essendolo
30.Ho invitato una sconosciuta a casa mia
31.Ho fatto battaglie con palle di neve

32.Mi sono fotocopiato/a il culo in ufficio
33.Ho gridato con tutta la mia forza solo per il gusto di farlo
34.Ho tenuto in braccio un agnellino
35.Ho messo in atto una fantasia erotica pensata a lungo
36.Ho fatto un bagno romantico a lume di candela
37.Ho fatto una doccia con acqua gelata
38.Mi sono messo/a a parlare con un mendicante
39.Ho visto un'eclisse totale

40.Ho preso il sole in topless
41.Sono stato su un roller coaster
42.Ho compiuto una home run
43.Ho ballato come un/una matto/a fregandomene degli altri
44.Ho parlato con accento straniero per un giorno intero
45.Ho visitato il luogo d'origine dei miei antenati
46.Almeno una volta mi sono sentito/a felice della mia vita

47.Ho visitato tutti gli Stati dell'America
48.Amo il mio lavoro in ogni suo aspetto
49.Ho vinto a qualche lotteria
50.Ho ballato con estranei in paesi stranieri

51.Ho visto le balene
52.Ho rubato o danneggiato cartelli stradali
53.Sono stato/a rispedito/a in Europa all'arrivo in USA
54.Ho fatto un viaggio on the road
55.Ho fatto alpinismo
56.Ho mentito alla dogana
57.Ho fatto una passeggiata notturna sulla spiaggia

58.Ho fatto parapendio
59.Sono stato/a in Irlanda
60.Ho avuto il cuore spezzato più a lungo di quanto sia stato/a innamorato/a
61.Al ristorante mi sono seduto/a a mangiare con estranei
62.Sono stato/a in Giappone
63.Scrivo il mio peso
64.Ho munto una mucca
65.Sistemo i CD in ordine alfabetico
66.Ho sognato di essere un supereroe da fumetto
67.Ho cantato in un karaoke bar
68.Sono stato/a a letto un giorno intero
69
.Ho fatto immersioni subacquee
70.Ho sognato di essere invisibile
71.Ho fatto l'amore con qualcuno senza desiderarlo
72.Ho baciato sotto la pioggia
73.Ho giocato nel fango
74.Ho giocato sotto la pioggia
75.Sono stato/a in un drive-in
76.Ho fatto qualcosa di cui pentirmi senza però pentirmi d'averlo fatto

77.Ho visto la Muraglia Cinese
78.Ho rotto una finestra o un vetro
79.Ho iniziato un business
80.Mi sono sempre innamorato/a ricambiata
81.Ho visitato siti antichi
82.Ho fatto un corso di arti marziali
83.Ho ascoltato la stessa canzone per più di 4 ore
84.Sono stato/a sposato/a
85.Sono stato/a in un film
86.Ho rovinato una festa
87.Ho pianto vedendo un film
88.Ho amato qualcuno che non meritava
89.Sono stato/a baciato/a appassionatamente da provare le vertigini
90.Ho divorziato
91.Ho fatto sesso in ufficio
92.Ho fatto sesso in ascensore
93.Mi sono astenuto/a dal sesso (qualsiasi tipo) per oltre 10 giorni
94.Ho cucinato biscotti
95.Ho vinto un concorso di bellezza
96.Sono stato/a in gondola a Venezia

97.Ho almeno un tattoo
98.Ho almeno un piercing
99. Sono sceso/a in canoa sullo Snake River
100.Sono stato/a in uno studio tv come pubblico
101.Ho ricevuto fiori
102.Mi sono masturbato/a in luogo pubblico
103.Mi sono ubriacato/a da non ricordare più niente
104.Ho avuto dipendenze da droghe
105.Ho suonato in pubblico
106.Sono andato/a a giocare a Las Vegas
107.Ho mangiato pescecane
108.Ho inciso musica
109.Sono stato/a in Thailandia
110.Ho comprato una casa
111.Sono stato/a in zona di guerra
112.Sono stato/a in crociera
113.Ho picchiato mia sorella
114.Parlo più di una lingua
115.Mi sono fatto/a bendare
116.Sono stato/a coinvolta in una rissa
117.Ho emesso assegni a vuoto
118.Ho assistito a "Rocky Horror Picture Show"
119.Ho cresciuto bambini
120.Di recente ho comprato e ho giocato con qualcosa d'infantile
121.Ho seguito l'intero tour di un gruppo
122.Sono stato/a una groupie
123.Ho partecipato a uno Spring Break
124.Ho girato in bici in un paese straniero
125.Ho scoperto qualcosa d'importante sui miei antenati
126.Ho scritto al Governatore del mio Stato
127.Ho traslocato e iniziato vita in un'altra città
128.Sono stato/a sul Golden Gate Bridge
129.Avrei voluto essere in un telefilm
130.Ho cantato in macchina per almeno 20 miglia
131.Ho abortito
132.Sono sopravvissuto/a a un incidente stradale
132.Ho scritto articoli per giornali
134.Ho fatto diete
135.Ho pilotato aerei
136.Ho accarezzato animali di cui ho paura
137.Ho avuto rapporti omosessuali
138.Ho fatto innamorare ma senza poter ricambiare
139.Ho fatto nascere un animale

140.Sono stato/a licenziato/a
141.Ho vinto soldi a un tv show
142.Mi sono rotto/a qualche osso
143.Ho ucciso animali
144.Ho ucciso esseri umani
145.Ho partecipato a un safari in Africa
146.Ho guidato una moto
147.Ho guidato un trattore
148.Ho dei piercings all'infuori delle orecchie
149.Ho sparato con armi da fuoco
150.Ho mangiato funghi trovati nel bosco
151.Ho fatto sesso anale
152.Ho subito operazioni chirurgiche
153.Ho fatto sesso su un treno
154.Ho fatto l'autostop

155.Ho avuto un serpente come animale domestico
156.Ho dormito per tutta la durata di un volo aereo
157.Ho visto più paesi stranieri che non stati americani

158.Sono stato/a in tutti i continenti
159.Ho viaggiato in canoa per più di due giorni
160.Ho fatto sci nautico
161.Ho mangiato carne di kanguro
162.Ho mangiato sushi
163.Ho scopato all'aperto
164.Ho preso a pugni qualcuno
165.Ho avuto relazioni della durata di oltre un anno
166.Ho fatto cambiare idea a qualcuno su qualcosa
167.Ho cambiato idea su qualcosa o su qualcuno
168.Ho fatto licenziare qualcuno
169.Ho avuto paura di morire
170.Mi sono lanciato/a col paracadute
171.Ho mangiato scarafaggi o insetti
172.Ho mangiato pomodori verdi fritti
173.Ho letto Omero
174.Ho rubato al ristorante
175.Ho rubato al supermarket
176.Ho chiesto scusa molto tempo dopo
177.Sono stato/a eletto/a capoclasse almeno una volta
178.Ho riparato da solo/a il mio computer

179.Sono stato/a DJ
180.Pianto per una giornata intera
181.Ho barato al gioco

182.Sono stato/a arrestato/a
183.Ho bigiato la scuola
184.Mi sono masturbato/a insieme ad un'altra persona
185.Ho comprato scarpe e vestiti ad un mercatino rionale
186.Ho vomitato in luogo pubblico
187.Ho venduto qualcosa ad un estraneo
188.Ho comunicato con qualcuno non conoscendo la sua lingua
189.Ho rubato la saponetta dall'albergo
190.Ho bucato le ruote di una macchina o strisciato la carrozzeria

 
 
 

i feel love

Post n°9 pubblicato il 27 Novembre 2006 da CiamMarco

 
Dalla punta della lingua
fa' marcia indietro amore
resta qui nell'ascella
bolla di febbre culla


nelle tasche del corpo
ti tengo nella milza
strizzata dalla corsa
nei testardi testicoli


sulla scapola zitella
amore caramella
alla menta nel naso
ti sento nei talloni


dalla punta della lingua
scava più fitto amore
idromassaggio di acido
corrodimi tumore


nuca caviglia palpebra
tendine che si slaccia
dal lobo a goccia pende
l'orecchino del tuo nome


sul fondale del corpo
fra le alghe trivella
un brivido di carne
sommersa tremarella


cordicella di linfa
nervetto intirizzito
capillare svenato
chiodo di sangue spillo


dalla punta della lingua
pesta più forte amore
a colpi di scalpello
camera a scoppio cuore

 
 
 

Ombre

Post n°8 pubblicato il 25 Novembre 2006 da CiamMarco

...Quando non si è nella luce ci si accontenta di sentire delle ombre. Ombre nel cammino come
alberi attorno a un viale. Soltanto gli incattiviti non fanno ombra attorno a sé.L'ombra è la
ricchezza che non si vede, ma rende luccicante il cammino là dove si deve andare da soli.
Per quei viaggiatori soli, quelli che arrivano più lontano, ci vogliono le ombre. Per non perdersi del
tutto. Che così passano tra gli uomini, donandogli a loro volta il bagliore, la perla che essi hanno
intravisto.

 
 
 

- Il Primo incontro -

Post n°7 pubblicato il 22 Novembre 2006 da CiamMarco

Questo è quello che capita solitamente a noi uomini quando incontriamo una ragazza che ci piace. Cioè non a tutti gli uomini capita questo, ma secondo degli studi statistici condotti da autorevoli esperti (condotti da me), si può affermare che la quasi totalità degli uomini indossa una maschera di uomo duro e freddo che regolarmente già al primo incontro non riesce a mantenere su.





IL PRIMO INCONTRO



E' una serata come tante. Tu stai lì circondato dagli amici di sempre; butti giù la tua terza birra e chiacchieri di argomenti futili, ridi e ti diverti, ignaro che tra pochi minuti sulla tua testa cadrà un grosso e pesante macigno.
Sei lì, intento nelle tue conversazioni alcooliche, quando ad un certo punto spunta fuori una vecchia amica: "ciao ragazzi, come state? vi ricordate di lei? La mia amica Chiara"
Saluti distrattamente, senza guardarla dritta negli occhi e ,appena puoi, torni alle tue chiacchiere da beone.
Il tuo sguardo si posa di sfuggita su Chiara, proprio nel momento in cui lei è intenta a stringere la mano di uno dei tuoi amici; la vedi di lato.
Non è niente di che, carina si, ma niente di che.
La serata continua nella sua consuetudine alcoolica, fino al momento in cui tu, sollevando la testa dalla cuccumella dei pistacchi, non incroci lo sguardo di lei.
Fino a quel momento, con quella rapida panoramica, avevi visto solo una ragazza come tante altre, ma ora... ora che i tuoi occhi si sono posati sui suoi hai capito che c'è qualcosa di speciale in quella ragazza.
E' bastato incrociare i vostri sguardi per farti capire che c'è qualcosa di diverso in quella persona.
I suoi occhi ti hanno spento il cervello in un istante.
Sei diventato un idiota in mezzo secondo.
Inizi a fantasticare su paesaggi da sud-ovest inglese, e ti immagini lì, in Cornovaglia; lei suona il piano in cima ad una scogliera e tu con il tuo violino la accompagni in una musica romantica. (immagine liberamente ispirata da un sogno di un amico pianista)
Nel frattempo un tuo amico che si è accorto che sei perso nel vuoto ti chiama: " Hei!! Tutto ok? Sei ubriaco?" e tu cadendo dalle nuvole: " No no... tutto ok. di che stavamo parlando? Berlusconi giusto?" "...ma quello era un quarto d'ora fa!... sei siicuro di stare bene?"
Non vuoi lasciarti sfuggire questa occasione
Chissà se la rivedrò e quando la rivedrò?
Ora ci inizio a parlare... le dico qualcosa di intelligente... mmmmm.... mmmmmmmmmmmm...
mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm...
che cazzo le dico??
vabbè sono ubriaco, creo!

" che musica ti piace?" ... che domanda del cazzo!!! potevo impegnarmi un po di più!!!
Ma lei ti stupisce, e da una domanda idiota tira fuori una risposta che ti fa brillare gli occhi.
Ci inizi a chiacchierare così del più e del meno; Lei sembra molto disinvolta, tu un po meno. Mentre le tue orechie sono incantate dalle sue parole i tuoi occhi si soffermano sui lineamenti del suo viso... cazzo non l'avevo vista bene prima... è proprio carina... ma che dico carina, è bellissima!!! ...e non solo lo sguardo, anche tutto quello che c'è intorno!!
Parla di argomenti che interessano anche a te, sembra una ragazza molto dolce, e avete interessi in comune.
Se fossi a Las Vegas in questo momento potresti anche sposartela!
Inizi a fare movimenti impacciati, fai cadere la cuccuma delle bucce dei pistacchi con il braccio.
Il costrutto grammaticale dell tue frasi diventa quello di un bambino di 3 anni... "eeeee.... università?" "mmmmm... tu.. lavoro?" "sorelli? fratelle?"
Nel frattempo nella tua testa oscillano pensieri che non credevi di poter avere fino a pochi minuti prima.
Il suo nome è un nome che ti è sempre piaciuto in realtà, Chiara, ma ora suona davvero in modo diverso... suona molto più dolce.
E mentre cerchi di dirle qualcosa di intelligente, ovviamente sempre senza riuscirci, ti chiedi come mai quegli occhi ti smuovono tutte queste sensazioni. La risposta non ce l'hai ma sai che non vorresti mai smettere di guardarli.
Le dici che quel film ti è piaciuto molto... che quel cd è davvero bello... o che i francesi ti stanno sul cazzo, ma è ovvio che sei finto come una banconota da sette euro.
Si sei finto.
Per essere davvero te stesso, dovresti dirle quello che ti passa davvero per la testa in quel momento.
In quel momento per la testa ti passano frasi tipo: Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto... parlare con te mi sembra un sogno, sei divertente, simpatica, dolcissima e molto intelligente, non se ne trovano di persone come te... vorrei baciarti, altro che i cd e i film... mi stai facendo cadere nella tua rete in pochi minuti... mi sembra di avere una delle visioni mistiche dei film di Fantozzi...sento pure la musichetta!!!

E invece tutte queste cose le nascondi dietro ad una stupida maschera, che poi tanto ti sgamano tutti, e dopo un minuto i tuoi amici, che per quanto posono essere scemi e uriachi hanno capito, ti iniziano a fare: "ti piace Chiara è??" " Dai che si vede da come la guardavi... con gli occhi dell'amore!!" "guarda che non c'è niente di male... è carina"
... che poi in realtà la cosa che non riesci a capire è perchè questa sensazione l'ha suscitata solo in te e non nei tuoi amici.
Di solito quando con loro incontri una ragazza per strada, e magari siete un pochino brilli, iniziate tutti ad emettere i tipici versi degli scimpanzè in calore, concordando solitamente tutti sull'ottimo lavoro fatto da madre natura sulla fanciulla in questione.
Stavolta no. I tuoi amici-scimmia stavolta non sono stai attratti così da questa ragazza. Lei ha fulminato solo te!
mmmmmmmm... che vorrà dire?? ...mica mi sarò già preso una cotta?? noooooooo... daaaiiii...
l'ho vista 2 volte e ci ho parlato solo dieci minuti... non è possibile!!

eppure ti senti come un ragazzino delle medie... e da quella sera nella tua testa è entrato il pensiero di lei.
Sarà molto difficile farlo uscire.
Appena lei se ne è andata inizi subito a pensare a come puoi fare per poterla rivedere...
e già iniziano a girarti i coglioni perchè lei non è più li, con te.

L'incontro è avvenuto amico.
Oramai sei contagiato.
E' inutile porre resistenza... si sta già facendo largo dentro i tuoi pensieri... ha preso il posto della playstation e parte di quello del cibo... tra poco arriverà anche a divorare la zona occupata dalla fede calcistica e l'angoletto degli amici meno importanti.
Ti potrei dire di stare attento, ma sarebbe inutile...
Il processo è iniziato, ed è completamente irreversibile.

Da Ora in poi sono Cazzi tuoi!

...Continua...



Ogni riferimento a fatti cose e persone reali è puramente casuale (a parte gli amici-scimmia!!!)
...Chiara è un nome inventato... giuro!!

 
 
 

Che eccitazione!

Post n°6 pubblicato il 20 Novembre 2006 da CiamMarco
Foto di CiamMarco

Che eccitazione!
Mamma mia che smania!
Sarà pe la vittoria sur Catania?
Io nun ce credo,
pe me è n'altra storia
fatta de sentimenti e n' pò de gloria
si, sò della Roma,
ma
nun sono così sciocco
lo so che uno de loro era Baiocco.
Nun dico niente,
nun me monto la testa
e poi, si vince la Lazio n'è mai festa
solo ch'è già da qualche settimana
che mi
succede na cosa tanto strana
mi fa venì il fiat
one con gli affanni
vissuti tempo fa
...quasi sei anni
già quante volte è finita a tarallucci
certo che se... però... segna Panucci
me da
l'idea che è cominciata la lotta
specie se poi due gol glieli fa Perrotta
Che eccitazione!
Mamma mia che smania!
Vuoi vedè che è solo per il Catania?
eppure noi della Roma
semo boni
che nun vor dì però che semo fresconi
e rispettamo sempre
l'avversario
pure si c'è 'n abisso de divario
e poi, dopo sei gol che può accadere?
...che Totti arriva solo cor
portiere
ce pensa... dice: "glielo fo o me lo magno?"
poi se decide
tira no scardabagno
Che eccitazione!
Mamma mia che smania!

sapete che ve dico...


sticazzi der Catania!

 
 
 

<<<----Coscienza---->>>

Post n°5 pubblicato il 19 Novembre 2006 da CiamMarco
Foto di CiamMarco

La prima cosa è la coscienza dello spazio.
Sapere che lontano, da un'altra parte, altrove, sta accadendo qualcosa.
Anzi fuori dalle mura di casa tutto sta accadendo in giro per il paese, però occorre sapere dove.
E la seconda cosa è il tempo.
In quel posto bisogna arrivare in tempo perchè quella cosa accada a noi, e non immaginare soltanto che accada.
Se lo spazio poi è ampio e distante è necessario differire il tempo dell'azione da quello del desiderio, perchè partire quando desidereremmo essere già lì è una vana corsa verso una sala vuota.
Possedere questa consapevolezza è una grande qualità che può contribuire a rendere la vita arte dell'incontro.
Le anime si incontrano per caso, per curiosità, per determinazione.
In tutti i casi l'incontro ha sempre del miracolo.
Nella coincidenza la componente magica più evidente,
ma decidere, partire, muoversi a tempo fino a trovarsi nel luogo dove la cosa sta accadendo è miracoloso
come la costruzione
di tutte le cose
immaginate.

 
 
 

Post N° 4

Post n°4 pubblicato il 19 Novembre 2006 da CiamMarco

Insegnami la strada nel tuo arco di speranza
e sfrenerò il mio stormo delirante di frecce.

 
 
 

Cosa ha ucciso Jack Kerouac?

Post n°3 pubblicato il 18 Novembre 2006 da CiamMarco

Cosa ha ucciso Jack Kerouac?

Cosa ha ucciso Jack Kerouac, l'uomo che ha scritto con più gioia sulla vita? Cos'è che l'ha ridotto a morire bevendo birra e scotch davanti alla televisione? Un uomo che ha cavato magia da ogni pietra che ha calpestato.

Non gliene è importato più niente. Niente l'ha interessato più. E non dico la strada, ma tutto il resto.

Finito.

Arriva un punto in cui il mondo intero non è più niente.
Un poco di quiete ebete dentro, poppando la bibita, roba però che non sa più uscire di bocca. Di bocca escono solo graffi e rabbia, e sputi per tutti.
Niente più dell'epica amicizia, della fiamma che aveva scosso le strade. Niente della perla è durato.
Eppure chi ha scritto in quel modo ha amato. Ha amato tutto. La terra, il sole e il ferro, ha amato il segreto e l'esposto, il buio e a luce.
Quale colpa allora l'ha abbattuto?
Ma soprattutto, è colpa?
Oppure è che si è consumato tutto?
O che il dovere la sa sempre più lunga e si deve scrivere e scrivere o si deve ancora qualcosa... Ma infine dove è finita la gioia?
La guida dei nostri passi. LA GIOIA!
Quale fastidio l'ha uccisa, quale invidia, quale distrazione?
O è soltanto un ormone che dopo il corpo non produce più?
Uno cerca di salvarsi col dovere, con la rinuncia, affilare pena, entusiasmo, ricordo... avvicinarsi sempre di più a come dovrebbe essere stato.
O forse ancora è che tutto è come una grande abbuffata, che dopo lascia spossati e schifati, con la pancia a pezzi e la bocca impastata!
O forse è a non amarsi per niente, a maledirsi di continuo che succede, a fare caso alle sciocchezze, alle brutture, a non mantenersi sempre tesi verso la luce, a perdersi nelle retrovie, a non avere palle, a farsi tirare in basso, a raccontarsi palle da soli, a essere buoni, a non tirare cazzotti.
Dico, accidenti, è la vita!
Oppure ancora è l'avarizia che ti ammazza o la sofferenza presa a dosi smodate! L'avarizia, come un laccio, un'asfissia intorno al collo. Avarizia della vita. Tenersela sempre stretta per paura che se ne esca del tutto e non ci rimanga più niente.
O forse ancora è la paura delle cazzate. Quando se ne fanno così tante che non ci si sa più accudire.
O forse che uno crede di andare dietro alle emozioni e non sa fare andare le emozioni dietro alla vita. Che insomma, bisogna andare e basta, e chi si ferma a pensare è un onanista perduto, e chi ha dei dubbi, coi dubbi ci rimane in mezzo alla strada, senza prenderla.
Ora tutto quello che conta per andare è prenderla una strada.
Se no è il terrore. Si rimane davanti ai cartelli e quando uno inizia a rimanere fermo davanti ai bivi non può più andare in giro. Si deve ritirare.
Inizia ad avere rabbia. Deve attaccare lo spazzolino al chido!

Ma... Jack Kerouac non ha passato tutto questo.
Non ha speso il tempo nel deserto dei bar ristrutturati in compagnia dei dj dell'etere, soffocato, senza strade, solo.
Ma anche questo però non ha nessuna importanza perchè ognuno cresce per dare senso alla strada che fa e per ognuno la perla è diversa, ed è comunque la sua. E noi sappiamo quale è stata la nostra!
Che i poeti servono solo a farci trovare la nostra ricchezza, non a invidiare la loro. A dirci che sì, è vero! Abbiamo bisogno di spazio, spazio ancor più che di tempo!
A farci sentire compresi mentre arranchiamo, sbaviamo, farnetichiamo, tradiamo, consumiamo.



Allora, cosa l'ha ucciso?



"Un sassofonista cosa fa? Fa un bel respiro e poi soffia nel suo strumento fino a costruire una frase unica con il suo fiato. Così io separo le mie frasi come fossero respiri diversi della mente". (Jack Kerouac)

 
 
 
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