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Cineforum 2014/2015 | 5 maggio 2015

Foto di cineforumborgo

BIRDMAN O L'IMPREVEDIBILE VIRTÙ DELL'IGNORANZA

Titolo originale: Birdman or (The Unexpected Virtue of Ignorance)
Regia
: Alejandro González Iñárritu
Sceneggiatura
: Alejandro González Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris Jr., Armando Bo
Fotografia
: Emmanuel Lubezki
Musiche
: Antonio Sanchez (III)
Montaggio
: Douglas Crise, Stephen Mirrione
Scenografia
: Kevin Thompson
Arredamento
: George DeTitta Jr.
Costumi
: Albert Wolsky
Effetti
: Louis Craig, Adam Howard, Ara Khanikian, Spectral Motion Inc., Rodeo FX
Suono
: Martin Hernández (IV) (montaggio), Aaron Glascock (montaggio), Jon Taylor (missaggio), Frank A. Montaño (missaggio), Thomas Varga (missaggio)
Interpreti
: Michael Keaton (Riggan Thomson), Zach Galifianakis (Jake), Edward Norton (Mike), Andrea Riseborough (Laura), Amy Ryan (Sylvia), Emma Stone (Sam), Naomi Watts (Lesley), Lindsay Duncan (Tabitha), Merritt Wever (Annie), Jeremy Shamos (Ralph), Bill Camp (Matto), Damian Young (Gabriel), Stefanie Bari (Sophie), Frank Ridley (sig. Roth), Benjamin Kanes (Birdman giovane), Joel Garland (Jimmy), Natalie Gold (Clara), Katherine O'Sullivan (Katherine)
Produzione
: Alejandro González Iñárritu, John Lesher, Arnon Milchan, James W. Skotchdopole per New Regency Pictures/M. Productions/Le Grisbi Productions
Distribuzione
: Twentieth Century Fox Italy (2015)
Durata
: 119’
Origine
: U.S.A., 2014
Golden Globe 2015 per miglior attore protagonista (Michael Keaton) per la categoria commedia/musical e sceneggiatura; Oscar 2015 per miglior film, regia, sceneggiatura originale e fotografia.

Un film tutto dialoghi brillanti e trascinanti piani sequenza contro la retorica dell’azione e degli effetti speciali (che però fanno capolino in sottofinale...). Un cast di attori (formidabili) che recitano la parte di attori, entrando e uscendo di continuo dal ruolo, con mille allusioni alle loro vere carriere. E un regista che è nato in Messico ma firma un film americano fino al midollo.
Non solo per cast e ambientazione, ma perché il teatro-nel-teatro, da Cukor a Scorsese, da Cassavetes a Bob Fosse, è uno dei sottogeneri più antichi e capaci di rinnovarsi del cinema Usa. Tanto che Alejandro Gonzalez Iñárritu e i suoi eccellenti cosceneggiatori (Nicolas Giacobone, Alexander Dinelaris Jr., Armando Bo) se ne sono impadroniti per fare un film molto contemporaneo che attraverso gli attori e le loro nevrosi guarda all’era dei social network, dei supereroi, del cinema digitale, dell’infantilizzazione di massa, insomma a tutti noi. Con un divertimento, una cattiveria, una capacità di suonare tutte le corde dello spettacolo di oggi, che sono una prova continua di intelligenza e coraggio.
Se la storia dei film scelti per aprire i grandi festival e costellata di disastri, Barbera non poteva trovare di meglio di “Birdman” (in concorso, giustamente). Una black comedy acida e spiazzante che rinnova il genere proiettandolo sullo sfondo della cultura pop di oggi. E dunque ecco un attore non più giovane (Michael Keaton, due volte Batman), che deve il suo successo a un assurdo costume da supereroe, tornare in teatro con una commedia tratta da Carver per vedere se vale davvero qualcosa. Come attore e forse anche come uomo, visto che la moglie lo ha lasciato, la figlia che ora lavora con lui è un’ex tossica, tutto ciò per cui ha vissuto o creduto di vivere fino a quel momento appare improvvisamente vuoto, inutile, fasullo. Come quel cane di collega con cui divide la scena. Così cane che durante le prove gli piomba un proiettore addosso e per poco non lo ammazza...
Ma forse non è un incidente, è un trucco del divo in crisi, anche produttore e regista, che può sopportare tutto ma non un guitto negato. E riprende le prove con un attore alla sua altezza. Anzi forse più bravo, visto che lui è ‘solo’ un divo di Hollywood in declino. Mentre l’altro (Edward Norton) è una star di Broadway. Uno che i critici stimano e rispettano. Uno che col suo solo nome fa triplicare i biglietti. Ma non è meno folle di lui se in pieno spettacolo esce improvvisamente dalla parte per aggredirlo, accusandolo di incompetenza e viltà. Perché in fondo la vita non esiste e soprattutto non conta. Conta solo ciò che accade in scena, è lì che si gioca davvero la nostra verità profonda. O almeno questo tendono a credere gli attori. Ma non siamo tutti un po’ attori nella vita di ogni giorno? E se un attore raggiunge l’eccitazione sessuale solo in scena, sarà un grande artista o deve iniziare a preoccuparsi?
Girato a passo di carica da un regista che conosce come nessuno l’arte di passare da una scena all’altra, affollato di coprotagonisti di lusso, con una menzione speciale per Emma Stone nel ruolo della figlia di Keaton (anche lei, fidanzata di Spider-Man, sa di cosa si parla), e potenziato dalle percussioni entusiasmanti ma mai invadenti di Antonio Sanchez (……).
Fabio Ferzetti, Il Messaggero

Alejandro Iñárritu è il regista messicano di “Amores Perros”, “21 grammi” e “Babel”. Ha cinquant'anni, ha fatto relativamente pochi film: cinque in quindici anni, con questo. E capisci perché, quando vedi “Birdman”. Film così non si fanno in un minuto né in un giorno. Ci vogliono sangue e sudore. (...) Diciamolo subito: difficile mettere insieme in un film tanto virtuosismo tecnico - il film è tutto girato in piano sequenza, come “Nodo alla gola” di Hitchcock, con riprese uniche senza stacchi dove tutto deve essere perfetto - e tanta tensione emotiva nella recitazione, tanta verità umana e tanta follia cinematografica. E ancora, dialoghi affilati come coltelli, luccicanti di ironia, ma anche follemente dolorosi. Vedi gli attori, e ti sembra di essere insieme a loro: guardi gli occhi di Emma Stone fissi dopo che l'ha appena detta grossa, vedi affiorare un tic sulla faccia di Michael Keaton e sembra quasi involontario, senti il sudore, la paura, l'umiliazione, l'esaltazione, l'incertezza che vivono i personaggi come se fossero tue. E c'è un'altra cosa straordinaria nel film: ogni momento sembra risolvere le domande che ti vorticavano in testa. Ogni momento sembra dare la risposta. E poi viene distrutto dal momento successivo. Si procede per equilibri precari, tutto sembra giusto e poi diventa sbagliato. Proprio come nella vita. Iñárritu è un grande poeta del divenire, della vita in perenne disequilibrio. E ha trovato gli interpreti perfetti nel cast che ha diretto. “Birdman”' racconta, con la sua storia di un attore schiacciato dalla paura dell'insuccesso e dell'anonimato, con quella commedia che va in scena mentre le vite di tutti vanno a pezzi, racconta che non c'è ragione o torto, che non ci sono buoni o cattivi. Che tutti siamo disperati e vitali, egoisti e meravigliosi, a dibatterci in questo stagno che comunque di noi non avrà pietà. Lo facciamo cercando amore, rispetto e dignità, nei modi più ridicoli.
Luca Vinci, Libero

ALEJANDRO GONZÁLEZ IÑÁRRITU
Filmografia
:
Amores perros (2000), Powder Keg (2001), 11 settembre 2001 (2002) ("Messico"), 21 grammi - Il peso dell'anima (2003), Babel (2006), Chacun son cinéma (2007) ("Anna"), Biutiful (2010), Birdman o L'imprevedibile virtù dell'ignoranza (2014)

Arrivederci a martedì 6 ottobre!

 
 
 
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Un blog di: cineforumborgo
Data di creazione: 29/09/2007
 

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