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Cineforum 2014/2015 | 14 ottobre 2014

Post n°206 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da cineforumborgo
 

LEI

Titolo originale: Her
Regia: Spike Jonze
Sceneggiatura: Spike Jonze
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Musiche: Arcade Fire, Owen Pallett; la canzone “The Moon Song” (musica di Karen O, parole di Karen O e Spike Jonze) è interpretata da Scarlett Johansson e Joaquin Phoenix.
Montaggio: Eric Zumbrunnen, Jeff Buchanan
Scenografia: K.K. Barrett
Arredamento: Gene Serdena
Costumi: Casey Storm
Interpreti: Joaquin Phoenix (Theodore), Scarlett Johansson (voce di Samantha), Amy Adams (Amy), Rooney Mara (Catherine), Olivia Wilde (Ragazza dell'appuntamento al buio), Chris Pratt (Paul), Matt Letscher (Charles), Luka Jones (Mark Lewman), Gracie Prewitt (Jocelyn), Laura Kai Chen (Tatiana), Portia Doubleday (Isabella), Robert Benard (Michael Wadsworth)
Produzione: Spike Jonze, Megan Ellison, Vincent Landay, Daniel Lupi per Annapurna Pictures
Distribuzione: Bim
Durata: 126’
Origine: USA, 2013

In un futuro assai prossimo, l'introverso e sensibile Theodore Twombly si guadagna da vivere come estensore di lettere d'amore per individui dal cuore arido. Abbandonato dalla moglie, alla quale era legato sin dagli anni della prima giovinezza, egli è avvinto da una depressione lieve ma penetrante, che lo consegna ad una solitudine apparentemente senza riparo. E' in codeste ambasce ch'egli pensa di alleviare la propria pena tramite un sistema operativo: una voce seduttrice priva di corpo, dal nome Samantha, che con la sua intelligenza artificiale però profondamente umana gli fornisce quel nutriente supporto di cui tanto abbisogna. E' così che il nostro, auricolare e smartphone nel taschino, non è più solo in alcun luogo; anzi, è in compagnia della presenza ideale. La dolcezza, le premure divengono la misura di vita di Theodore; ma, un bel giorno, egli scopre che la fantasmatica presenza da lui ritenuta propria esclusiva, si collega con 8316 persone e si è innamorata di ben 641 di esse...
Nativo del Maryland, classe 1969, Spike Lee è tra le figure più eclettiche nella scena dello spettacolo contemporaneo: autore di video musicali, attore in parti minori (“The Game”, 1997, di David Fincher) e poi coprotagonista (in “Three Kings”, 1999, di David O. Russell), esordisce nella regia con il singolare “Essere John Malkovich” (1999), opera prima tra le più apprezzate del decennio, riflessione su identità e ruolo del divismo percorsa da lampi di genio. In seguito, “Il ladro di orchidee” (2002) e “Nel paese delle creature selvagge” (2009) lascian perplessi, inficiati come sono da un compiaciuto intellettualismo e dall'effetto noto come mise en abyme. Molte speranze si appuntavano, quindi, su questo suo quarto lungometraggio: presentato all'ultima edizione del Festival di Roma, esso ha ottenuto unanime plauso critico ed un premio, quello a Scarlett Johansson, migliore interprete femminile grazie alla sua voce.
Intendiamoci, non è che il tema della relazione virtuale tra uomo e donna computerizzata sia nuovo (……). In passato, quando ancora la tecnologia non ci attorniava, al posto dell'OS l'uomo fragile in cerca d'oggetto più docile d'una donna vera, aveva scelto di tutto (……). Cos'è, allora, a fare di “Lei” un gioiello, un film che nel tempo resterà? Diciamo innanzitutto d'una coppia d'interpreti, Joaquin Phoenix e la già citata Johansson, che fornisce una prestazione superba (nella versione doppiata, pleonastica a nostro avviso, Micaela Ramazzotti dà comunque il meglio); poi l'ambientazione, una Los Angeles futuribile fusa al computer con Shanghai, priva di traffico e innervata di grattacieli di vetro immersi in una luce rosata. Ma il vero atout è il blend agrodolce del racconto, che unisce preoccupazioni umanistiche a un senso di melanconia che pare illustrar quella riflessione di Pessoa, ‘ho nostalgia di tutto, anche delle cose che non ho vissuto’. S'esce dalla visione con un filo di groppo alla gola, tuttavia leggeri: quasi la speranza, alla fine, riuscisse a prender il volo, deprivata di più o meno avanzate zavorre emotive.
Francesco Troiano, Tempi Moderni

Lei”, nuovo film di Spike Jonze, un Oscar per la sceneggiatura originale (di Jonze stesso), 5 nomination, racconta una storia d'amore di un futuro vicino, tra un uomo fragile e un oggetto più maneggevole di una donna vera: qui un OS, in altri film del passato anche bambole gonfiabili, cloni, replicanti, creature del computer, mentre nella realtà di oggi dilagano gli amori tra persone vere che basta un clic per liberarsene. Theodore sta subendo un doloroso divorzio imposto dalla moglie (…...) Internet gli fa conoscere l'OS Samantha, che con la sua intelligenza, artificiale eppure umanissima, invade il gelo della sua vita dominata dalla depressione e dal vuoto. La voce seduttrice in lingua originale è quella di Scarlett Johansson, miglior attrice (fantasma) al Festival di Roma, nella versione italiana è quella di Micaela Ramazzotti, brava quanto la diva americana, e allo spettatore giova ricordare quanto le due cineinvisibili, nella realtà siano belle. Basta un auricolare e uno smartphone che spunta dal taschino della camicia e Theodore non è più solo ma in due, ovunque. (…...) Sulla faccia melanconica e inquieta di Joaquin Phoenix passano tutte le emozioni perdute e ritrovate, la gioia, la speranze, le lacrime, la paura. Ma si riflettono anche i sentimenti di quella magica voce che tenterà persino di farsi inutilmente corpo attraverso una surrogata non all'altezza di ciò che Samantha è diventata nell'immaginazione di Theodore. E qui si può filosofeggiare come si vuole: il virtuale sta sostituendo il reale? Il corpo sta diventando un ingombro non solo difficile da gestire, ma anche soggetto a invecchiamento? Solo gli uomini preferiscono un OS femmina alle donne vere, o anche le donne vere preferirebbero un OS con la voce di George Clooney, al loro magari ombroso compagno di vita? Gli OS maschi potrebbero simpaticamente sostituire quel tipo di umano che tende a buttare dalle scale la sua signora? E quanto agli eventuali patti di convivenza, sarebbero riconosciuti anche quelli tra voce maschile e maschio reale, eventualmente tra due OS dello stesso sesso? E chi farà i bambini, ammesso che siano necessari? “Lei” si svolge in un futuro molto vicino, almeno per quel che riguarda il veloce, feroce progresso disumanamente tecnologico, in cui sistemi operativi efficienti come Samantha possono collegarsi con 8316 persone e innamorarsi di 641. Ma per il resto, una meraviglia. Il 2019 di “Blade Runner” (fra 5 anni!) pigiato di replicanti sporchi e cattivi postatomici, mentre la fantascienza di Jonze è come una fiaba di universale benessere, in una Los Angeles fusa al computer con Shanghai e Pudong, una mega città di stupefacenti grattacieli di vetro immersi in colori rosati e dorati, dalle strade pulite e prive di automobili; altro che crisi e disoccupazione, tutti lavorano e vivono in ben arredati appartamenti di gran design, tutti sono alla moda e apparentemente felici. Certo in preda alla solitudine e prigionieri dell'elettronica. Ma non è detto che sia peggio del presente caos.
Natalia Aspesi, La Repubblica

SPIKE JONZE
Filmografia: Essere John Malkovich (1999), Il ladro di orchidee (2002), Nel paese delle creature selvagge (2009), Mourir auprès de toi (2011), Lei (2013)

Martedì 21 ottobre 2014:
SONG 'E NAPULE di Manetti Bros., con Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso

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Data di creazione: 29/09/2007
 

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