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Cineforum 2016/2017 | 8 novembre 2016

TUTTO PUÒ ACCADERE A BROADWAY

Titolo originale: She's funny that way
Regia: Peter Bogdanovich
Sceneggiatura: Louise Stratten, Peter Bogdanovich
Fotografia: Yaron Orbach
Montaggio: Nick Moore, Pax Wassermann
Scenografia: Jane Musky
Arredamento: Jonathan Rose
Costumi: Peggy A. Schnitzer
Interpreti: Owen Wilson (Arnold Albertson), Imogen Poots (Izzy Patterson), Kathryn Hahn (Delta Simmons), Will Forte (Joshua Fleet), Rhys Ifans (Seth Gilbert), Jennifer Aniston (Jane Claremont), Cybill Shepherd (Nettie Patterson), Austin Pendleton (giudice Pendergast), Joanna Lumley (Vivian Claremont), Richard Lewis (Al Patterson), George Morfogen (Harold Fleet), Ahna O'Reilly (Elizabeth), Jake Hoffman (fattorino hotel), Lucy Punch (Kandi), Tatum O'Neal (cameriera), John Robinson (Andre), Albert Jones (Brad), Sydney Lucas (Josie), Nora Jobling (Sandy), Jake Lucas (David)
Produzione: George, Drakoulias, Logan Levy, Louise Stratten, Holly Wiersma per Lagniappe Films, in associazione con Red Granite International/Venture Forth/Three Point Capital/Holly Wiersma Productions
Distribuzione: 01 Distribution (2015)
Durata: 93'
Origine: U.S.A., 2014

Isabella "Izzy" Patterson è una giovane squillo che aspira a diventare attrice. O piuttosto una giovane attrice che si arrangia a sbarcare il lunario. Una notte s'imbatte in Arnold Albertson, affermato regista con passioni da filantropo. Arnold le offre 30.000 dollari per coltivare i suoi sogni e realizzare sé stessa. Si innesca così una girandola di eventi inaspettati ed incredibili equivoci che cambieranno la vita di tutte le persone che Izzy conosce, dalla sua stralunata psicanalista fino a un misterioso detective.
«Nessuno può dire qual è il tuo posto. O il mio, o quello di chiunque altro. Ovunque ti sentirai felice, quello è il tuo posto!», diceva Charles Boyer alla giovanissima Jennifer Jones nella sublime scena di “Cluny Brown” di Ernst Lubitsch che è stata la scintilla per concepire questo “She’s Funny That Way”. Inutile dire che per Peter Bogdanovich il posto dove sentirsi felici è il cinema stesso, i suoi colori e i suoi umori, le sue star e la sua memoria, i suoi fantasmi e le sue ombre… come se non fossimo mai usciti dal vecchio movie theatre di Sam the Lion, persi nel deserto di Anarene a piangere per “L’ultimo spettacolo”. Torna alla regia dopo più di un decennio il vecchio Peter, ma in fondo porta avanti un discorso coerentissimo lungo un’intera carriera (“Saint Jack”, “….e tutti risero”, “Paper Moon”, “Ma papà ti manda sola?”, “Rumori fuori scena”, “Vecchia America”) spesa attraversando Hollywood, i suoi generi e le sue formule codificate, su cui riflettere e riflettersi.
E allora: una giovane e affermata attrice (Isabella, interpretata dalla solare Imogen Poots) racconta il suo passato da prostituta sognatrice travolta dalla casualità del destino, come in ogni screwball comedy che si rispetti. L’angelo benefattore è qui un impacciato regista di Broadway (Owen Wilson) che vuole aiutarla a coronare i suoi sogni per poi non vederla mai più. Il giorno dopo, però, lei si presenta al provino di una commedia che lui dirigerà… e da qui scatta il classico meccanismo perfetto condito da esilaranti equivoci: un terremoto emotivo che travolge le due star della commedia (Kathryn Hahn e Rhys Ifans), il timido sceneggiatore e la sua nevrotica compagna psicologa (Jennifer Aniston) e molti altri personaggi che popolano questo microcosmo fuori dallo spazio e dal tempo. I fantasmi del cinema classico appaiono e svaniscono dietro Isabella, la animano e la colorano, la muovono e ce la fanno sentire come familiare. Perché Isabella è quel Cinema che illumina ogni sguardo: musa-e-prostituta, irresistibile oggetto-del-desiderio, deus-ex-machina involontaria su cui proiettare amori e sentimenti (in questo non dissimile dalla venere in pelliccia polanskiana).
Ed eccoli ri-animarsi i fantasmi di Hawks e Cukor, Leo McCarey e Preston Sturges, Blake Edwards e Woody Allen, per finire con Ernst Lubitsch. Ovviamente Lubitsch. Ma tutto questo imponente immaginario pregresso non diventa mai mausoleo pietrificato da contemplare da lontano, bensì percorso lastricato di sorrissi declinati rigorosamente al presente di una continua ‘ricerca dell’happy end’. Il regista Owen Wilson non può che subire il fascino travolgente di questa musa bionda: come non ricordare i leggendari trascorrsi di Bogdanovich con Cybill Shepherd (che qui interpreta proprio la madre di Isabella…) sul set galeotto de “L’ultimo spettacolo?” E l’hotel dove la scombiccherata troupe alloggia, allora, diventa un corpo vivo che pulsa immagini, leggende, riti e miti della Hollywood classica, senza la minima pedanteria accademica e opponendo invece una filosofica e sacrosanta leggerezza. Print the legend è ancora la stella polare, come il maestro Ford ha insegnato tanto tempo fa al discepolo Bogdanovich che lo intervistava con riverenza. No. Non è ancora il tempo dell’ultimo spettacolo. Perché per fortuna sono sopravvissuti fragili rumori di scena e piccole lune di carta, che raccontino di una vecchia America esistita solo sul grande schermo dei nostri sogni. “Tutto può accadere a Broadway” è la semplice dimostrazione di come il cinema possa ancora configurare ‘il nostro piccolo posto nel mondo’, etereo e appassionato, fanciullo e colorato, come un’infinita ronde ophulsiana da cui proprio non vorremmo mai scendere. Bentornato Peter.
Pietro Masciullo, Sentieri Selvaggi

She's Funny That Way” (È divertente così com'è) è un concentrato delle sue cose migliori. C'è il regista appassionato del proprio lavoro di “Rumori fuori scena”, l'investigatore più interessato ai sentimenti che ai colpevoli di “…e tutti risero”, il mondo della prostituzione di “Saint Jack”, la strampalata follia femminile di “Ma papà ti manda sola?”, la passione per la vita vissuta al cinema o in teatro di “L'ultimo spettacolo”.
Tutto però è come nuovo, vecchie battute recuperate con la grazia sapiente di chi sa che nulla è più inedito del già detto, l'eterno aprirsi e chiudersi di porte d'albergo come tante entrate e uscite dalla realtà, le nevrosi, le ossessioni, i tic e i tabù di chi spera sempre che domani sarà un altro giorno, proprio come la fabbrica dei sogni cinematografici gli ha insegnato. Il risultato è questa commedia brillante (…...). Owen Wilson, Jennifer Aniston, Kathryn Hahn, Imogen Poots, Rhys Ifans e il resto del cast si prestano meravigliosamente a una ronda divertente quanto surreale dove i cinefili possono perdersi, tanti sono i rimandi e gli ammicchi e il pubblico normale bearsi tanto tutto suona naturalmente nuovo. Una festa.
Stenio Solinas, Il Giornale

PETER BOGDANOVICH
Filmografia:
Bersagli (1968), L'ultimo spettacolo (1971), Directed by John Ford (1971), Ma papà ti manda sola? (1972), Paper Moon (1973), Daisy Miller (1974), Finalmente arrivò l'amore (1975), Vecchia America (1976), Saint Jack (1979), ...e tutti risero (1981), Dietro la maschera (1985), Illegalmente tuo (1988), Texasville (1990), Rumori fuori scena (1992), Quella cosa chiamata amore (1993), Il prezzo del coraggio (1997), Un serial killer a New York (1998), The Cat's Meow (2001), Tutto può accadere a Broadway (2014)

Martedì 15 novembre 2016:
JULIETA di Pedro Almodóvar, con Emma Suárez, Adriana Ugarte, Daniel Grao, Inma Cuesta, Darío Grandinetti, Rossy de Palma

 

 

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Data di creazione: 29/09/2007
 

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