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Redford, la prima volta del divo al Lido "Lasceremo ai giovani un mondo marcio" da La repubblica

Post n°8508 pubblicato il 08 Settembre 2012 da Ladridicinema
 

FUORI CONCORSOL'attore-regista presenta The Company You Keep, con Shia LaBeouf. Una dramma, "che ricorda I Miserabili", partendo dall'attivismo anti Vietnam 30 anni dopo. E sull'oggi dice: "I padroni di Wall Street se la caveranno sempre". Ma sul red carpet viene fischiatodal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE

Redford, la prima volta del divo al Lido "Lasceremo ai giovani un mondo marcio"
VENEZIA - Indomito, coraggioso, eternamente giovane a dispetto delle rughe che gli segnano il volto. Accolto qui al Lido da una folla adorante, che però in serata lo fischia per la sua freddezza sul red carpet, Robert Redford mostra di essere rimasto, negli anni, fedele a se stesso. All'impegno civile, alla rilettura critica del passato recente, al tema delle libertà individuali. E lo dimostra con The Company You Keep, il film che ha diretto e interpretato, e che riporta alla luce il radicalismo politico della contestazione anti-Vietnam: "Sono affascinato dalla storia americana - racconta -  ma stavolta avevo anche una motivazione più personale: questo dramma mi ricorda I Miserabili, basato com'è su un uomo innocente perseguitato e inseguito da un inesorabile investigatore. E sull'amore per un figlio che è più forte di tutto".

Alla sua prima volta alla Mostra, il divo - occhiali, t-shirt nera e giacca bianca, accompagnato dal coprotagonista Shia LaBeouf - viene accolto con un'ovazione dai cronisti. Con cui intreccia un dialogo che mescola cinema e attualità. Campagna presidenziale compresa: "Obama - dichiara - rappresenta quella fetta del mio Paese che pensa che il cambiamento sia inevitabile, e cerca di assecondarlo; l'altra parte invece si sente minacciata, e fa di tutto per ostacolarlo. Cosa che mi fa tristezza. In ogni caso, qualsiasi cosa accada, i super-ricchi, i padroni di Wall Street, se la caveranno sempre: un meccanismo che non cambierà mai. Così come non è mutata la necessità di difendere i diritti civili, e di opporsi alla guerra. Abbiamo lasciato ai giovani un mondo che sta marcendo: ho fiducia che almeno loro faranno meglio".

Quanto al film, di scena oggi fuori concorso e applaudito alla proiezione stampa, è tratto dal romanzo di Neil Gordon. Tutto comincia dall'arresto nella città di Albany di un'attivista dell'epoca della contestazione al Vietnam (Susan Sarandon), ricercata da trent'anni per l'omicidio di una guardia giurata durante una rapina. Il caso, a cui l'Fbi tiene moltissimo per un sentimento quasi di vendetta verso un gruppetto di inafferrabili terroristi latitanti, viene seguito dal cronista di un giornale locale (Shia LaBeouf). E' lui che, cercando di ricostruire la vicenda, si imbatte in un avvocato (Redford), molto più coinvolto di quanto potrebbe apparire. Da qui una serie di rivelazioni, che portano sulle tracce di una donna ancora devota alla causa dell'estremismo che ha il volto di Julie Christie...

Un'opera tesa, lineare, che porta alla luce questioni interessanti. E interpretata da un grande cast, capace di incarnare personaggi controversi. "Le idee anti-sistema dell'epoca - sostiene il divo regista - erano giuste. Gli attivisti avevano buoni motivi per ribellarsi: ma già all'epoca sapevo che si sarebbero autodistrutti, a causa del loro ego e delle rivalità. Ho fatto il film non per scopi politici, ma per mostrare le conseguenze delle scelte fatte nelle loro vite. I loro sentimenti, le emozioni, trent'anni dopo". 

La pellicola, però, è anche una riflessione sul giornalismo: "Ai tempi di Tutti gli uomini del presidente - sostiene Redford - era diverso. Non c'erano né tecnologie né internet, tutto era più semplice, ora trovare la verità è più complicato. Comunque anche i due reporter al centro di quel film cercavano sì la verità, ma anche la gloria. Proprio come oggi". 

Questo l'incontro. Ma per lui, oltre a un incontro col pubblico, questo giovedì veneziano porta anche un impegno istituzionale: un pranzo col presidente Giorgio Napolitano. In serata, invece, la tradizionale passerella. Con una sorpresa: Robert viene fischiato dalla folla che lo acclama a bordo red carpet, delusa dal suo rifiuto di firma

 
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