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« I due nemiciLa regola del silenzio »

Questi sono i 40

Post n°12255 pubblicato il 30 Marzo 2015 da Ladridicinema
 

 
Locandina Questi sono i 40

Debbie e Pete entrano entrambi nei quarant'anni (anche se lei ha la tendenza a cambiare data di nascita) e il momento non è dei migliori. Hanno due figlie, Sadie e Charlotte, che non si sopportano ma anche il loro rapporto è in crisi per una serie di motivi tra cui problemi sul lavoro e vita sessuale. A questo si aggiungono dei non buoni rapporti con i reciproci padri. Pensare a un futuro che li veda ancora a lungo insieme non sembra essere la cosa più facile.
Ha un inizio di quelli che non si dimenticano facilmente Questi sono i 40: Debbie e Ben sono in bagno e stanno facendo l'amore quando lui le fa una rivelazione che crede le faccia piacere e che invece innesca la prima delle innumerevoli discussioni di coppia che costellano questo film. Quale sia l'oggetto del contendere ogni spettatore deve avere il piacere di scoprirlo da sé. Ciò che invece è bene sapere è che non ci troviamo di fronte all'ennesima riproposizione de La guerra dei Roses. Apatow è interessato a un altro tipo di sviluppo narrativo. Tanto per cominciare si avvale di quello che, soprattutto nelle serie tv (e qui si ritorna spesso su Lost) viene definito 'spin-off'. Cioè si prendono uno o più personaggi non principali di una serie e li si mettono al centro di una nuova creata su misura per loro. Qui tocca appunto a Debbie e Pete che in Molto incinta affiancavano i protagonisti Ben e Alison. Apatow ama scrutare nelle luci e ombre delle dinamiche familiari e per farlo pensa che sia giusto mettere in gioco la propria. Ecco allora che Debbie è sua moglie Leslie Mann (che ha compiuto quarant'anni proprio nel 2012) e Sadie e Charlotte sono le loro figlie. Grazie a questa vera e propria familiarità, a cui si aggiunge la presenza dell'amico e attore feticcio Paul Rudd, il regista e sceneggiatore porta ancora una volta sullo schermo una commedia che è molto made in Usa ma al contempo offre occasioni di riflessione dal valore universale sulle relazioni di coppie che dovrebbero essere ormai consolidate e che, proprio per lo scorrere degli anni, mettono in rilievo più i difetti che i pregi del partner. Per farlo continua a utilizzare il doppio registro che gli è da tempo congeniale: da un lato c'è l'esagerazione anche verbale (vedi le scene relative al malcapitato compagno di scuola di Sadie) e dall'altro la capacità di affrontare in modo leggero ma non superficiale temi come il rapporto genitori e figli (a tutte le età), la possibilità di coltivare i propri sogni di gioventù in un mondo che ha perso la memoria del passato anche recente e il rapporto, sempre più difficile da gestire, con una tecnologia che allarga gli orizzonti ma, al contempo, rischia di soffocare il piacere della creatività. Tutto questo, ancora una volta, in una commedia oversize (134 minuti) che cede un po' nel finale ma di cui non si avverte la lunghezza.

 
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