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La polizia incrimina la legge assolve da http://www.pollanetsquad.it/scheda.php?sez=film&cod=13

Post n°13756 pubblicato il 19 Aprile 2017 da Ladridicinema
 

 

"[...] Ben costruito nella trama, condotto con ritmo adeguato, puntualizzato a dovere nei suoi aspetti drammatici e avventurosi, grintoso in quelli dove la violenza emerge, il lavoro è, senz’altro, di quelli che si impone. Lodevole quindi la regìa asciutta nei toni anche là dove l’accento rivela delle flessioni sentimentali, che pur sottolineando convenientemente gli aspetti avventurosi della storia non ha mancato di conferire rilievo ai personaggi attraverso una attenta impostazione psicologica, curando al contempo nel modo più idoneo l’ambientazione. A tanto è da aggiungere la valida interpretazione degli attori [...]"
Vice - Il Messaggero - 25/08/1973

 

"[...] Nella scia dello pseudo-film di denuncia questo di Castellari, cui Franco Nero e James Withmore danno un positivo contributo, è abbastanza agile e sciolto, con qualche momento di tensione. Ma non gli giova la confusione degli stili e l’insistita complicazione degli eventi. Ambiguo nella sfera “pubblica”, il film è anche poco credibile in quella “privata” quando mostra il commissario dall’occhio azzurro e dalla sciarpa in tinta a colloquio con una figlioletta di tenera età ma già pregna di ogni buona virtù."
M.P. (Maurizio Porro) - Il Giorno - 07/09/1973

 

Secondo Davide Pulici e buona parte dei Nocturniani, il vero iniziatore della saga del poliziesco è proprio lui; per quanto uscito circa un anno dopo La polizia ringrazia è il film di Castellari ad anticipare le tendenze del cinema che verra in seguito di Lenzi e Massi con Merli, Merenda & C. Vero è che alcune tematiche che saranno molto care al poliziesco, come la microcriminalità diffusa e spietata e le ambientazioni strettamente metropolitane, sono toccate più ne La polizia ringrazia, e che in nessuno dei due film emerge ancora la figura del poliziotto disposto a farsi giustizia da solo, che sarà in seguito incarnato prevalentemente da Maurizio Merli e Luc Merenda. Comunque la si veda, La polizia incrimina... è un film fondamentale per la nascita e lo sviluppo del genere poliziesco italiano e, perlomeno dal punto di vista tecnico, probabilmente il migliore di tutta la serie. Le scene di azione, coordinate impeccabilmente dall'Equipe di Mastro Remy Julienne e girate tra il porto di Genova, l'autostrada dei Fiori e la riviera ligure sono a dir poco sublimi e perfettamente contestualizzate all'interno del film. L'intera sequenza della cattura del Libanese, perfettamente incalzata dalla musica di "Gangster Story" dei fratelli De Angelis (ripresa in seguito in innumerevoli film, come Roma violenta, Napoli spara! e tanti altri) tocca livelli di realismo e di efficacia delle riprese più volte imitati ma mai più raggiunti nelle successive pellicole. Il film, del '73, sprigiona una travolgente azione e tensione narrativa, sin da quando un'auto della polizia insegue un'autoambulanza Citroen DS, lanciatissima e sregolata, intenta a seminare il commissario Belli, interpretato da Franco Nero, che combatte il crimine duramente, in una città devastata dalla violenza e offesa, quotidianamente, da delinquenti privi di dignità morale. L'originalità della pellicola sta senza dubbio nella guerra tra due clan, quello dell'anziano e romantico boss Cafiero (Fernando Rey) e l'altro guidato dall'intoccabile ingegnere della Dunanco, Umberto Griva (Silvano Tranquilli), che si combattono spietatamente per il controllo del mercato della droga. La polizia sta invece a guardare, disincantata e impotente di fronte alle tragedie e ai suoi morti. Il protagonista mette il lavoro al di sopra di ogni altra cosa, sacrificando la sua giovane figlia Anita (impersonata da Stefania, figlia dello stesso Castellari), travolta e uccisa dalla FIAT 125 degli scagnozzi di Griva che le spezzerà la vita, e la fidanzata Mirella, pestata atrocemente, che si prende la sua bella dose di mazzate in dignitoso silenzio. Persino il suo superiore, il commissario capo Scavino, non sarà risparmiato, sorpreso e freddato davanti alla sua Mini Minor in una sequenza di alta scuola cinematografica. Il film nel suo convulso epilogo sconfina a Marsiglia, dove il commissario Belli riuscirà a sventare uno scambio di droga tra il fornitore libanese e le bande rivali di Griva e Cafiero; quest'ultimo, giunto ormai al capolinea della sua esistenza, morirà assassinato ma consentirà al commissario, con un tardo ma efficace gesto di redenzione, di incastrare il potente industriale genovese. Un cast stellare, in cui agli attori gia citati vanno aggiunti perlomeno il bravo Duilio Del Prete (Griva Jr.), un attore che nei panni di puttaniere non era secondo proprio a nessuno, e Daniel Martin (Rico, luogotenente di Cafiero) che, vivendo di mali azioni non può che finire i suoi giorni masticando sale. Interessante la scena finale, in cui il commissario impavido ha oscure preveggenze sul suo futuro, un flash agghiacciante di un sibilo di proiettile sordo e terribile. LA SOCIETA' E' AL SERVIZIO DEL CITTADINO,CHE PAGA, CHE PAGA, CHE PAGA...
 
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