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Ficarra&Picone: gli 80 euro di Renzi non bastano, chiediamo aiuto ai pensionati

Post n°11836 pubblicato il 28 Ottobre 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Stefano Stefanutto Rosa25/10/2014
ROMA. “Quando vedo Renzi parlare in tv io sto bene, è solo quando cambio canale o spengo la televisione che mi sento male. Sono convinto che se Matteo mi facesse compagnia l'intera giornata, potrei dire tranquillamente che tutto va bene in Italia”. Salvo Ficarra, nel giorno della convention renziana della Leopolda, sembra essere più in sintonia con l’opposizione in piazza della Cgil. Ficarra eValentino Picone sono i registi e gli interpreti del loro quinto film, Andiamo a quel paese, una commedia garbata e ironica, con accenti di critica sociale, prodotta da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film, che lo distribuisce dal 6 novembre, e con Mediaset Premium.

Nel paese dove la raccomandazione del potente politico di turno è il prodotto tipico italiano, come la pizza o il vino, che possono fare due disoccupati a Palermo, ormai 40enni e amici di lunga data? Per di più uno dei due, Salvo, tiene moglie (Tiziana Lodato) e una figlia piccola, mentre Valentino, un tempo fidanzato, ora è rimasto single, con i genitori lontani, trasferiti in Germania.
La soluzione per sbarcare il lunario è abbandonare la città e tornare a Monteforte (nella realtà Rosolini, in provincia di Siracusa) il piccolo paese d'origine, arroccato nell’entroterra, dove la vita è meno cara ed è più facile tirare avanti. Certo è la morte civile, perché la cittadina è abitata soprattutto da anziani e per di più Salvo si ritrova ospite della casa della suocera. Ma non tutto il male viene per nuocere perché quegli anziani, "e non vecchi perché il termine s’addice agli oggetti", sono in fondo una risorsa con le loro pensioni, soprattutto le donne vedove che spesso cumulano insieme alla loro pensione quella di reversibilità del coniuge
E’ questo il serbatoio a cui il duo comico attinge, prima improvvisando un ospizio nelle case di Salvo e Valentino. Poi progettando, in gran segreto, ma si sa in paese tutti alla fine ne vengono a conoscenza, un matrimonio di convenienza tra la ultra 70enne zia Lucia (Lily Tirrinnanzi) e il meno convinto Valentino. Ma a rovinare i piani ci pensano Carmelo (Ludovico Caldarera) il nulla facente nipote di zia Lucia, l’anziano parroco del paese (Mariano Rigillo), il brigadiere dei carabinieri (Francesco Paolantoni) padre di Roberta (Fatima Trotta), l’ex fidanzata storica di Valentino.

“La Sicilia che raccontiamo è reale, è quella che abbiamo trovato, così come alcuni figuranti e comparse del film sono persone prese dal posto”, racconta Picone. Hanno cercato a lungo nell’isola una piazza particolare, soleggiata, e finalmente sono arrivati a Rosolini, l’ultimo paese della provincia di Siracusa dove hanno scoperto che nonostante la bellezza del luogo non era stato girato nessun film. Le cittadine vicine invece avevano ospitato i set di Pietro Germi e del Commissario Montalbano.
La morale del film ? “C’era l’intenzione di raccontare  quello che vivi tutti i giorni, che al di là degli 80 euro che ti dà Renzi, tu giovane non puoi campare se non hai qualche pensionato che ti aiuta”, risponde Ficarra.
E a chi gli obietta che forse è un po’ troppo alta, rispetto alla media, la pensione citata nel film di 1400 euro di un’anziana, Ficarra ricorda che la cifra ne include anche una di reversibilità oltre ai famosi 80 euro promessi da Renzi.

Il film lancia anche un invito a Papa Francesco, quello di mettere in discussione il celibato dei preti. “Temevamo, viste le prese di posizione del Pontefice, di arrivare in ritardo. Inoltre noi proponiamo la castità per i politici che dovrebbero fare meditazione e vivere in monasteri, magari di clausura”, incalza Ficarra.
Da Paolantoni e Rigillo, e dagli altri interpreti (nel cast anche Nino Frassica e Giancarlo Ratti), arrivano i complimenti ai due comici per come si sono comportati sul set: meticolosi, puntigliosi e brave persone che hanno realizzato un film comico non ridanciano, che lascia un retro pensiero e fa riflettere lo spettatore.
Insomma nonostante la loro identità di siciliani “nati stanchi”, il oro sodalizio artistico e creativo lungo 21 anni, dà ancora dei frutti.

 
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