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Il risveglio di Hollywood in total black, ai Golden Globes l'Italia resta a secco da huffingtonpost

Post n°14201 pubblicato il 14 Gennaio 2018 da Ladridicinema
 

L'ombra di Harvey Weinstein sulla 75° edizione. Miglior film “Tre manifesti a Ebbing Missouri”, miglior serie "Big Little Lies"
 08/01/2018 08:18 CET | Aggiornato 08/01/2018 08:28

Eleganza, solidarietà alle donne, speech indimenticabili e delusione, almeno per l'Italia. Ricorderemo così i Golden Globes Awards 2018, una 75esima edizione caratterizzata da un red carpet con tutte le star presenti in total black per protestare contro le violenze sessuali a Hollywood. A ricordare Harvey Weistein ("magari tra vent'anni faremo una celebrazione in memoriam in negativo") e Kevin Spacey ("Plummer è libero? Potrebbe fare il presidente di House of Cards e magari avrebbe un accento del sud migliore del suo"), ma solo all'inizio, è stato il comico Seth Meyers, che ha presentato la serata trasmessa dal Beverly Hills Hotel di Los Angeles. Per il resto, è stata una cerimonia che – nonostante tutto – è stata una festa, ma non per l'Italia, visto che su cinque candidature, non ha portato a casa neanche un premio.

Non ce l'ha fatta Luca Guadagnino e il suo "Chiamami col tuo nome" (era candidato come miglior film drammatico, per il migliore attore protagonista e il migliore attore non protagonista); non ce l'ha fatta Helen Mirren – candidata come migliore attrice protagonista per Ella & John - The Leasure Seeker di Paolo Virzì – e nemmeno Jude Law - candidato come migliore attore protagonista in una serie o film per la tv per la sua interpretazione in The Young Pope, la serie originale Sky di Paolo Sorrentino.

La Hollywood Foreign Press Association ha deciso di premiare come Miglior Film "Tre manifesti a Ebbing Missouri", l'acclamata pellicola diretta e scritta dal Premio Oscar Martin McDonagh (In BrugesSeven Psychopaths) e straordinariamente interpretata da Frances McDormand che, vestendo i panni di una madre alla ricerca dell'assassino che ha messo fine in modo tragico all'esistenza della figlia, si è aggiudicata il premio per la migliore attrice. "Di solito tengo per me le mie idee politiche, ma è stato fantastico essere qui stasera e partecipare a questo spostamento teutonico: le donne che sono qui non certo perché si mangia gratis", ha detto l'attrice durante il suo discorso con quella sua solita pacatezza che la contraddistingue. Il film – in uscita nelle sale italiane l'undici gennaio prossimo per la 20th Century Fox - ha vinto anche quello per il miglior attore non protagonista – assegnato a Sam Rockwell (nei panni di un agente violento) - e per la migliore sceneggiatura, bissando così quello già ricevuto all'ultima edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, dove è stato presentato in anteprima.

Il regista messicano Guillermo Del Toro è invece il miglior regista grazie al suo La forma dell'acqua, la storia dell'incontro tra una donna delle pulizie muta e un uomo pesce, una divinità per il popolo amazzonico e un mostro da sfruttare per il governo americano della Guerra Fredda. "I film, questi strani giocattoli mi hanno salvato la vita", ha dichiarato stringendo forte il suo primo Golden Globe. "Fin dall'infanzia sono stato salvato dai mostri perché sono lo specchio delle nostre imperfezioni".

Miglior commedia è Lady Bird di Greta Gerwig - un film che racconta il difficile rapporto tra una giovane ragazza che cerca di realizzare i suoi sogni e i suoi genitori – interpretato dalla ventitreenne Saoirse Ronan, premiata come migliore attrice. "Big Little Lies"- la miniserie tv che racconta un piccolo mondo a Monterey di madri che si trovano a condividere dolori e segreti e ad affrontare insieme le violenze domestiche – ha vinto invece come migliore serie drammatica e per le sue protagoniste: Nicole Kidman e Laura Dern. "Mia madre è stata una femminista e grazie a lei sono qui oggi", ha ricordato la Kidman, dopo aver ricordato sua sorella e le colleghe sul set: Reese Witherspoon, Shailene Woodley, Zoë Kravitz e la stessa Laura Dern, premiata per il suo ruolo di "una donna scandalosa e terrorizzata", come l'ha definita l'attrice preferita di David Lynch, perché la sua bambina ha subito una violenza e ha paura di alzare la voce. "A tutte noi – ha aggiunto - è sempre stato detto di non fare pasticci e invece è arrivato il momento di migliorare la vita dei nostri figli insegnando loro che si può alzare la voce per denunciare violenze e abusi senza paura di avere conseguenze".

Momento clou della serata, il discorso di Oprah Winfrey, poco più di nove minuti che sono già nella storia di Hollywood, un vero e proprio manifesto politico apprezzato da milioni di spettatori che si sono scatenati sui social network dichiarandole la voglia di vederla candidata alle elezioni americane del 2020. Standing ovation per il suo discorso sulle donne, dopo quella per Kirk Douglas, 101 anni, accompagnato dalla nuora Catherine Zeta Jones, e per Barbra Streisand, nel ruolo di presenter.

Tra gli attori, il miglior in una miniserie o tv movie è Ewan McGregor per "Fargo" e . Per lui il primo Golden Globe e il Miglior attore in una serie drammatica è Sterling K. Brown per "This is us", primo attore afroamericano a vincere in questa categoria. Alexander Skarsgård ha vinto per il suo ruolo di marito violento in Big Little Lies mentre Aziz Ansari ha vinto come miglior attore in una serie tv a commedia o musical per Master of None - quella in cui ha lavorato anche Alessandra Mastronardi, bellissima sul red carpet in Chanel.

Gary Oldman ha ritirato il Golden Globe come miglior attore drammatico per L'ora più buia in cui interpreta il Cancelliere Winston Churchill – "un film che mostra come le parole e le azioni possono cambiare il mondo, e sappiamo quanto ne abbiamo bisogno oggi" – mentre al compositore Alexander Desplat è andato quello per la miglior colonna sonora del film di Guillermo Del Toro La forma dell'acqua. La migliore canzone invece è stata giudicata This is me dal musical The greatest showman, i compositori Benj Pasek, Justin Paul (vincitori lo scorso anno dell'Oscar per La La Land) e il miglior attore per la commedia "The Disaster Artist" è James Franco che l'ha diretta, la storia vera dell'attore Tommy Wiseau, poi chiamato sul palco.

La serata verrà poi ricordata anche perché c'è stata la prima uscita pubblica del movimento Times Up, il progetto volto a prevedere un fondo per il sostegno legale a donne e uomini molestati sessualmente sul lavoro e sostenuto da Meryl Streep, Cate Blanchett, Ashley Judd, Natalie Portman, Reese Witherpoon e molte altre, compresi gli attori – alcuni dei quali in total black persino nella camicia (da Ralph Fiennes a RickyMartin, da Ewan McGregor Guillermo Del Toro) e con la spilletta del movimento in bella mostra sull'occhiello della giacca. Hollywood si è svegliata e non perdona, questo è certo.

 
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