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Messaggi di Settembre 2017

 

Una famiglia

Post n°14028 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Poster
TRAMA UNA FAMIGLIA:

Micaela Ramazzotti è la protagonista ribelle e innamorata di Una famiglia, secondo lungometraggio del giovane regista Sebastiano Riso. Accanto a lei, Patrick Bruel nei panni di un compagno sfuggente e passionale, custode di un progetto visionario. 
Vincent (Bruel) e Maria (Ramazzotti) vivono nella Roma indolente e distratta dei giorni nostri. Lui ha cinquant'anni, origini francesi e una peculiare indole compassionevole. Lei che ha quindici anni in meno, è cresciuta a Ostia con lo stesso temperamento indomabile. Senza radici, libera di vagabondare per la Capitale, la coppia conduce un'esistenza appartata in un'accogliente casa in periferia che Maria ha arredato con cura, lontana da sguardi indiscreti e opprimenti legami familiari. Per loro, che sono bravi a mimetizzarsi nella sonnolenta routine generale, le giornate trascorrono tra intime cene al ristorante, romantici viaggi in metro e avvolgenti serate passionali. Eppure, a uno sguardo più attento, quella quotidianità dall’apparenza così normale lascia trapelare un terribile progetto di vita portato avanti da lui con lucida determinazione e da lei accettato in virtù di un amore senza condizioni. Un progetto che prevede di aiutare coppie che non possono avere figli. Tuttavia, quando Maria intuisce di essere alla sua ultima gravidanza, un egoistico istinto materno prevale sull'ambiziosa visione del compagno. Maria decide che è giunto il momento di formare una vera famiglia. La scelta si porta dietro una conseguenza inevitabile: la ribellione a Vincent, l'uomo della sua vita.

Presentato in Concorso al Festival di Venezia 2017.


  • MUSICHEMichele Braga
  • PRODUZIONE: Indiana Production Company, Manny Films, Rai Cinema

 
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L'incredibile vita di Norman

Post n°14027 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer

L'incredibile vita di Norman è un film di genere commedia del 2017, diretto da Joseph Cedar, con Richard Gere e Michael Sheen. Uscita al cinema il 28 settembre 2017. Durata 118 minuti. Distribuito da Lucky Red.

Poster

Se chiedi a Norman Opphennaimer quale sia il suo mestiere, la risposta sarà "se le serve qualcosa io gliela trovo!". Norman (Richard Gere) è dunque un mercante di promesse, un trafficante di favori, un sistematico investitore di aspettative a lungo termine; la sua incredibile vita è una ragnatela di relazioni superflue, volte ad acquistare fama e potere a spese altrui, senza ombra di parassitismo, ma come riscossione di un antico debito non ancora saldato. In poche parole: il navigato affarista di New York fiuta una necessità, poi la soddisfa con l'astuzia e la lungimiranza che lo contraddistinguono. Quando Micha Eshel(Lior Ashkenazi), un giovane politico che alcuni anni prima ha ricevuto la solidale "consulenza" di Norman, viene eletto Primo Ministro, il giorno che l'uomo ha tanto desiderato sembra finalmente arrivato. Ma sarà davvero come lo immaginava?

 


  • MUSICHEJun Miyake
  • PRODUZIONE: Blackbird, Cold Iron Pictures, Oppenheimer Strategies

 
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Il contagio

Post n°14026 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Il contagio è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Matteo Botrugno, Daniele Coluccini, con Anna Foglietta e Vinicio Marchioni. Uscita al cinema il 28 settembre 2017. Distribuito da Notorious Pictures.

Poster

Le vite di Chiara e Marcello (Vinicio Marchioni), quelle di Mauro e Simona, e del boss di quartiere Carmine si agitano in una vecchia palazzina di borgata, in uno scenario di umanità mutevole perennemente sospesa tra il tragico e il comico. Come il registro del film Il contagio, una tranche de vie suburbana in cui si inserisce il professor Walter (Vincenzo Salemme), scrittore di estrazione borghese che ha da tempo una relazione con Marcello, ex culturista dalla sessualità incerta. Se gli inquilini della spoglia palazzina di periferia accettano con rassegnazione le proprie vite sonnolente, Mauro, freddo e ambizioso spacciatore, sembra il solo a sentire la necessità di una svolta. I poteri corrotti irrompono in un angolo della periferia. Criminali, affaristi, palazzinari: un lucido affresco della Roma contemporanea.


Il film sarà In Concorso alle Giornate degli Autori della 74ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

SOGGETTO:

Tratto dal romanzo di Walter Siti, autore di diversi libri di successo e vincitore del Premio Strega nel 2013.


  • PRODUZIONE: KimeraFilm con Rai Cinema in associazione con Notorious Pictures in collaborazione con Gekon Productions con il sostegno di Gianluca Arcopinto

 
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L'intrusa

Post n°14025 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

L'intrusa è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Leonardo Di Costanzo, con Anna Patierno e Gianni Vastarella. Uscita al cinema il 28 settembre 2017. Durata 95 minuti. Distribuito da Cinema.

Poster

Il centro ricreativo di Napoli "la Masseria" è un'oasi di felicità in mezzo al degrado e alle logiche mafiose della città. Le mamme del quartiere ci portano i bambini per sottrarli alle disfunzioni familiari e immergerli nella creatività del gioco. In questa cornice di serenità fanciullesca cerca rifugio e ospitalità per sé e i suoi due bambini Maria (Valentina Vannino), giovanissima moglie di un killer arrestato per l'omicidio di un innocente. L'intrusa crea scompiglio tra gli altri genitori che la considerano il male incarnato. La scelta di Giovanna (Raffaella Giordano), la fondatrice del centro, è la più difficile. Chi ha bisogno di più aiuto?

Presentato alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2017.


  • PRODUZIONE: Tempesta, Amka Films Productions, Capricci Films

 
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Padri e figlie

Post n°14024 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 


New York, 1989. Jake Davis è uno scrittore che ha già vinto un premio Pulitzer. Quando sua moglie muore in un incidente d'auto Jake si ritrova a dover crescere la figlia Katie da solo, e a gestire una serie di problemi fisici e mentali che lo costringono ad un temporaneo ricovero presso un ospedale psichiatrico. Purtroppo Katie viene affidata alla zia, sorella della madre defunta, che nutre verso Jake un profondo rancore. New York, 25 anni dopo. Katie è diventata un'assistente sociale che si occupa di bambini disagiati e che nel tempo libero si concede a chiunque, rifiutando di instaurare legami che vadano oltre il sesso occasionale. Il grande amore che ha provato per il padre le ha lasciato un vuoto incolmabile e ha fatto di lei una persona in grado di aiutare gli altri, ma non se stessa.
Che Gabriele Muccino abbia compiuto con Padri e figlie un salto di crescita si capisce soprattutto dall'ultima scena, che chiude il cerchio emotivo della storia in campo lungo, rinunciando al primo piano che il regista avrebbe usato in passato. Fedele al suo registro narrativo melodrammatico, Muccino sceglie qui di contenere le emozioni invece che lasciarle traboccare ovunque, e segue in modo lineare e rigoroso la progressione esteriore e interiore della storia pur muovendosi su due diversi piani temporali, di fatto mescolando due film attraverso continui flash back e flash forward.
Lavorando su una sceneggiatura preesistente (di Brad Desch) e all'interno di una macchina produttiva angusta come quella statunitense (sulla quale però questa volta il regista esercita una misura di controllo maggiore perché nel team ci sono anche Andrea e Raffaela Leone, i figli di Sergio) Muccino tira fuori tutto il mestiere che non gli è mai mancato senza sconfinare nelle derive autoriali che spesso gli hanno teso uno sgambetto. E paradossalmente la confezione artigianale valorizza la cifra d'autore del Muccino regista: quel modo di far lievitare la storia attraverso le emozioni e di gonfiare il petto dei protagonisti della forza necessaria a superare gli ostacoli, spingendoli a compiere azioni esagerate al cospetto di circostanze paralizzanti.
In Padri e figlie c'è tutto Muccino: la corsa della ragazza che insegue il suo sogno, l'ansimare dei personaggi in difficoltà, lo strazio genitoriale nel promettere ai propri figli ciò che non si è certi di poter mantenere, i sentimenti viscerali e fagocitanti secondo i quali una persona dev'essere "mia e di nessun altro". Ancora una volta Muccino racconta una storia di antieroi donchisciotteschi che si arrampicano su una parete insaponata continuando a scivolare a valle, ma che non mollano la loro impresa titanica ad alto rischio fallimentare.
Muccino si toglie anche lo sfizio di deridere i suoi detrattori facendo dire a Jake "Me ne frego delle recensioni" e "Non so perché Dio abbia creato gli scarafaggi e i critici": poi però (altro salto di maturità) mostra come su certe valutazioni i critici di Jake avessero avuto ragione, e come un gesto successivo di umiltà da parte dello scrittore determini un risultato finale assai migliore. Muccino infine lancia una stoccata contro gli Stati Uniti del Denaro, che come è noto reggono anche i cordoni della borsa hollywoodiana: perché un regista si riconosce anche dalle "tasche piene di sassi", come direbbe Jovanotti, che ha un cameo acustico in una scena del film.

 
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Accedi | Registrati Doraemon Il Film - Nobita e la nascita del Giappone

Post n°14023 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 


Dopo essere stato sgridato sia a scuola che a casa, Nobita pensa che sia venuto il momento di scappare dalla famiglia per conoscere il mondo. In seguito a qualche tentativo infruttuoso Nobita decide, insieme a Doraemon e ai suoi amici, di viaggiare nel tempo, fino a un'epoca remota e priva di uomini. O almeno così crede: l'incontro con il misterioso ragazzino guerriero Kukuru condurrà infatti a molte scoperte inaspettate.
Probabilmente nei primi anni '70 era difficile immaginare che un gattone blu robot con un marsupio da canguro potesse diventare un appuntamento ricorrente per i bambini di un'intera nazione, ma se quella nazione è il Giappone, tutto diventa possibile. E così il Doraemon cinematografico, approdato trionfalmente al terzo millennio, diviene un momento imprescindibile della stagione, anche se attinge sempre più dal proprio passato. Nobita e la nascita del Giappone, trentaseiesimo episodio della serie, è infatti il remake con poche variazioni dell'omonimo film del 1989, "coming of age" di un Nobita finalmente desideroso di evadere dall'alveo materno e di conoscere il mondo. Un viaggio spaziale che diviene invece temporale, conducendo Nobita e i suoi amici in un Giappone preistorico e disabitato.
Un desiderio escapista e fortemente antisociale quello espresso dai ragazzini, una voglia di libertà, di poter plasmare il proprio mondo a piacimento, anziché essere obbligati a interagire con gli uomini e con le loro leggi. Un'indipendenza del tutto infantile, che sostanzialmente ribadisce la natura viziata e de-responsabilizzata di Nobita. Doraemon per l'occasione veste più i panni di Lucignolo che del Grillo Parlante, assecondando la volontà dei bambini - che danno vita a grifoni e pegasi anziché a cani e gatti o riempiono i piatti di katsudon a volontà - e limitando la componente pedagogica alla sensibilizzazione sul pericolo di determinare dei paradossi temporali con le proprie azioni. Nobita come Marty McFly, quindi, ben attento a non alterare il continuum spazio-temporale, reso visivamente attraverso dei grafici elementari, consultabili solo grazie agli oggetti del magico gattone.
Netto il miglioramento tecnico rispetto alla versione precedenti, mentre viene acuita la componente drammatica, con una coraggiosa scena di quasi-morte di Nobita in preda alle allucinazioni. Una parentesi che interrompe per un attimo il consueto svolgimento del film, canonicamente suddiviso in tre atti, con prevedibilissimo epilogo e ricomposizione esemplare della situazione.

 
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Moonlight

Post n°14022 pubblicato il 30 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Miami. Little ha dieci anni ed è il bersaglio dei bulli della scuola. Sua madre si droga, e lui trova rifugio in casa di Juan e Teresa, dove può parlare poco ma sa che può trovare le risposte alle domande che più gli premono. Nero fra soli neri, dei suoi coetanei non condivide l'atteggiamento aggressivo, l'arroganza che indossano fin da piccoli. Chiron -è questo il suo vero nome- non è un duro, ma nemmeno un debole. È gay e, anche se non lo dice, non sa essere chi non è, non sa e non vuole adeguarsi, così si ribella e finisce in prigione. Quando esce, Black è diverso, cambiato, apparentemente un altro, ma sempre lui.

Diviso in tre capitoli, che portano per titoli i differenti nomi del protagonista, Moonlight è un ritratto allo stesso tempo sociologico e introspettivo della vita di un ragazzino gay nel cuore della comunità nera machista e criminale della Florida.

La prima parte racconta lo sguardo degli altri: sono i compagni a chiamarlo Little, stigmatizzandone la sua scarsa importanza e il suo ruolo di vittima sacrificale, ma il ragazzino diventa anche il "piccolo" di Juan, il figlio adottivo a cui passare il testimone. La seconda parte è quella centrale, per collocazione e concetto: Chiron scopre se stesso, il male che fa e la forza che richiede. L'ultima parte è la sintesi delle altre e il capitolo cinematograficamente più interessante. Black è il soprannome che gli ha detto Kevin, l'unico ragazzo che lo abbia mai sfiorato e questo capitolo è per loro, per misurare chi è cambiato di più, chi si è annullato di più, plasmandosi sul modello del padrino o su una richiesta sociale insoddisfabile. 

Il film di Barry Jenkins sembra fare di tutto per scrollarsi di dosso la provenienza teatrale (il copione è infatti l'adattamento di una pièce breve), ricorrendo a inquadrature sfuocate e a immersioni tese nel triangolo stradale dello spaccio o nel cerchio di fuoco nel quale il bullo carnefice va in cerca della nemesi da punire, ma paradossalmente è nella tensione statica, al tavolo della cucina o a quello del bar, che il film dà il suo meglio. Oltre che nel primo piano, strumento questo sì precipuamente filmico, luogo della riflessione tra soggetto in sala e soggetto sullo schermo, e dunque della domanda identitaria. 

L'interesse di Moonlight è perciò più negli sporadici momenti artisticamente riusciti che nella battaglia contro gli stereotipi (il buon patrigno che tutto buono non è, l'ostentazione di un modo d'essere, supposto virile, che è in realtà una maschera e dunque un nascondiglio), e prova ne è il fatto che, là dove è delegata alle parole e alle derive patetiche, la battaglia non risuona a sufficienza e il film nemmeno. 

 
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Chi m'ha visto

Post n°14021 pubblicato il 29 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Chi m'ha visto è un film di genere commedia del 2017, diretto da Alessandro Pondi, con Pierfrancesco Favino e Giuseppe Fiorello. Uscita al cinema il 28 settembre 2017. Durata 105 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

Tra la parodia e la storia vera, Chi m'ha visto racconta la strampalata vicenda di Martino Piccione (Giuseppe Fiorello), talentuoso musicista pugliese che imbraccia la chitarra per cantanti italiani di fama internazionale ed esegue trascinanti assoli all'ombra dei riflettori. Ossessionato dall'idea di guadagnare il centro del palcoscenico e conquistare la fama che merita, Martino mal sopporta le ironie e le grette provocazioni della gente del paese, nel quale torna alla fine di ogni tour o concerto. D'altra parte lui stesso riconosce che il mondo dello spettacolo è fatto così: non conta quanto vali, conta quanto appari. Grazie all'aiuto dell'incosciente Peppino (Pierfrancesco Favino), un "cowboy di paese" senza troppi fronzoli per la testa, un piano bislacco per attirare l'attenzione dei media prende forma: sfruttando la conformazione del territorio e la scoperta del nascondiglio perfetto, Martino organizza la propria sparizione. Il gesto estremo porterà a conseguenze davvero inaspettate.
Ambientata nella Puglia dei nostri giorni ed ispirata ad una storia vera, la pellicola riflette all'interno di un contesto allegro e spensierato l'amara realtà in cui viviamo: spesso in nome di una esagerata ed effimera apparenza, dimentichiamo la sostanza delle cose.

 

Sfruttando il talento di Pierfrancesco Favino nell’imitare qualsiasi accento o dialetto, Alessandro Pondi lo rende protagonista, insieme a Giuseppe Fiorello, di una commedia made in sud che manca di personaggi di grande spessore psicologico e di una solida sceneggiatura. Le tematiche esplorate, con la dialettica fra l’essere e l’apparire e l’ossessione per il successo, sono però interessanti e la premessa narrativa di una sparizione per finta accattivante. I duetti fra i protagonisti sono spiritosi, ma non salvano il film da un certo bozzettismo e da più di un’ingenuità. (Carola Proto)
Leggi la recensione completa di Chi m'ha visto.SCENEGGIATURA: Alessandro PondiGiuseppe FiorelloPaolo Logli

  • PRODUZIONE: Rai Cinema Iblafilm R.O.S.A. Production Rodeo Drive

 
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Madre!

Post n°14020 pubblicato il 29 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Mother!

Madre! è un film di genere horror, drammatico, thriller del 2017, diretto da Darren Aronofsky, con Jennifer Lawrence e Javier Bardem. Uscita al cinema il 28 settembre 2017. Durata 121 minuti. Distribuito da 20th Century Fox.

Poster
TRAMA MADRE!:

Madre!, il nuovo film di Darren Aronofsky, racconta di un poeta in crisi creativa che vive con la giovane moglie in una casa isolata che era quella della sua infanzia. Lei si occupa di lui in tutto e per tutto, e ha rimesso in sesto la villa con le sue mani dopo che un incendio l'aveva distrutta quasi completamente. Ma la devozione della ragazza e l'idillio del loro isolamento vacillano quando suo marito accoglie in casa uno sconosciuto, e quando poi questi fa arrivare lì prima la moglie, poi i due figli perennemente in lite. Fino a quando un evento traumatico sembra sbloccare la situazione, con conseguenze impensabili e apocalittiche.


E' un "mistero misterioso" Madre! (mother!), il nuovo film di Darren Aronofsky- direbbero Lillo e Greg, citando parte del titolo di un loro spettacolo. E avrebbero ragione, perché poco si sa della trama del nuovo film del regista di Noè, che dopo il kolossal biblico torna a parlare una lingua più simile a quella di Black Swan. 
Certo, l'idea di una coppia la cui stabilità (e probabilmente non solo) viene minacciata dall'arrivo di alcuni ospiti fa pensare a un kammerspiel, a un Carnage di Polanski ad esempio o a un The Dinner, ma ad avvertirci che si sconfinerà nell'horror (o nel thriller, o magari perché non nel gore?) non è solo un influente signore della Paramount che tempo fa ha dichiarato che mother! assicurerà "thrills and chills" (trepidazione e brividi), ma anche un magnifico poster in stile un po' cartolina d'auguri kitsch e un po' quadro preraffaellita disegnato da James Jean in cui una Jennifer Lawrence dall'aria virginale tiene fra le mani insanguinate il proprio cuore, presumibilmente dopo esserselo strappato dal petto. 
L'opera d’arte - perché di un capolavoro si tratta - è apparsa online nel giorno della festa della mamma in USA (il 14 maggio), con intento non certo "dissacratorio”, ma almeno per indicare che la madre del film sarà tutt'altro che normale. 
In ogni modo, genere di riferimento a parte, ecco qualche preziosa informazione
1) mother! (attenzione, la "m" è minuscola, e poi c'è quel punto esclamativo che in sé racchiude chissà quale enigma...) è un film dal budget tutt'altro che stellare, nonostante il caché da capogiro dell'attrice protagonista, che fra un ciak e l'altro si è legata sentimentalmente al regista. 
2) Nel cast c'è Javier Bardem, che impersona la dolce metà della Lawrence e che, abituato com'è a personaggi eccentrici, potrebbe benissimo "impazzire" o comunque comportarsi in maniera bizzarra. 
3) Gli altri interpreti sono Ed HarrisMichelle PfeifferBrendan GleesonDomhnall Gleeson e, in un piccolo ruolo, Kristen Wiig
4) La sceneggiatura è opera dello stesso Aronofsky. 
5) A occuparsi delle musiche non è stato Clint Mansell, abituale collaboratore del regista, ma l'islandese Jóhann Jóhannsson, a cui dobbiamo la colonna sonora di The Arrival, Sicario, La teoria del tutto e dell’imminente Blade Runner 2049. 
Filmmaker capace di tirare fuori il meglio dalle sue attrici (da Jennifer Connelly a Rachel Weisz, da Marisa Tomei a Natalie Portman), Aronofsky aveva pensato fin dall’inizio alla Lawrence per la parte della protagonista. Mettendole a disposizione la propria immaginazione e visionarietà, le ha regalato un ruolo piuttosto inedito, sicuramente diverso dalla Katniss Everdeen di Hunger Games, dalla giovane Mystica di X-Men - L'inizio, X-Men - Giorni di un futuro passato e X-Men - Apocalisse e dai meravigliosi ritratti femminili che Jennifer ci ha restituito nei film di David O. Russell. Qualcuno ricorderà che l’attrice ha accettato immediatamente la proposta del buon Darren, rinunciando senza ripensamenti a The Rosie Project di Richard Linklater. 
Anche la Pfeiffer, che non fa cinema da un po' e che rivedremo nel nuovo Assassinio sull'Oriente Express, ha acconsentito volentieri, salvo poi ammettere di aver avuto qualche problema a capire, almeno da una prima lettura, la sceneggiatura, un po' troppo "esoterica" per i suoi gusti. Chissà come sarebbe stato felice di dividere il set con quest'ultima Mark Margolis, presenza fissa nei film del regista e attore che i più conoscono per la sua interpretazione di Hector Salamanca in Breaking Bad e Better Call Saul. Stavolta, chissà perché, non ci sarà. 
Quarto film di Darren Aronosfsky girato in 16mm, Madre! uscirà nei cinema in Italia il 28 settembre 2017.

 

Presentato in Concorso al Festival di Venezia 2017.

 
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Film nelle sale da ieri

Post n°14019 pubblicato il 29 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

 
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Cars 3, vittoria facile al box office e terzo miglior film di stagione

Post n°14018 pubblicato il 29 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Cars 3 (guarda la video recensione) vince facilmente il weekend e vola ad un totale di 5,8 milioni di euro complessivo, terzo miglior incasso della stagione, anche se la distanza da Cattivissimo Me 3 (guarda la video recensione) resta enorme (il film Universal è a quota 17,2 milioni). Al secondo posto c'è Noi siamo Tutto, che raccoglie più di un milione di euro in quattro giorni, con poco meno di 200mila spettatori, un'ottima partenza. Sul podio sale anche Luc Besson col suo Valerian E La Città Dei Mille Pianeti (guarda la video recensione), che sfiora il milione di euro complessivo. A centro classifica si fermano le altre new entry settimanali, L'Inganno (guarda la video recensione) e Kingsman - Il Cerchio D'oro (guarda la video recensione), che chiudono la settimana con poco meno di 900mila euro. Seconda metà della classifica popolata da soliti noti, con Barry Seal che resiste ancora bene, Cattivissimo Me 3 che come previsto chiude un'ottima domenica da quasi 300mila euro, Dunkirk (guarda la video recensione) e La Fratellanza. Unico italiano nella top ten resta Il Colore nascosto delle cose (guarda la video recensione). Questa settimana i film forti in arrivo sono il discusso Mother! (guarda la video recensione), L'incredibile vita di Norman, l'animato Emoji - Accendi le emozioni (favorito per prendere il posto di Cars 3 in prima posizione), il francese Alibi.com e il nostrano Chi m'ha visto. Attenzione oggi al documentario Franca: Chaos and Creation, dedicato alla figura di Franca Sozzani. 

 
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L'inganno

Post n°14017 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Glory - Non c'è tempo per gli onesti

Post n°14016 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Glory - Non c'è tempo per gli onesti

Post n°14015 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Slava

Glory - Non c'è tempo per gli onesti è un film di genere drammatico del 2016, diretto da Kristina Grozeva, Petar Valchanov, con Stefan Denolyubov e Margita Gosheva. Uscita al cinema il 21 settembre 2017. Durata 101 minuti. Distribuito da I Wonder Pictures.

Poster

A volte un oggetto ha un valore che va al di là della sua materialità. E' il caso del vecchio orologio di Glory che il protagonista Tzanko (Stefan Denolyubov) ha ricevuto da suo padre e che usa per svolgere al meglio il suo lavoro da ferroviere. Finchè un atto di estrema onestà (la restituzione di un'ingente somma di denaro trovata sui binari del treno) non lo obbligherà, per un'assurda combinazione di eventi, a separarsene. Per lui, divenuto riluttante simbolo di onestà nelle mani del Ministro dei Trasporti, recuperare il Glory diventerà anche un modo per recuperare la propria dignità di uomo.


 
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L'inganno

Post n°14014 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: The Beguiled

Poster

L'inganno si svolge in un collegio femminile nello stato della Virginia, durante la Guerra di Secessione americana. Protette dalle spesse pareti del Farnsworth Seminary, le studentesse della scuola diretta da Miss Martha (Nicole Kidman) conducono una vita fortemente ritualizzata, scandita dai pasti, dalla preghiera e dalle lezioni di francese, con qualche attesa e confortante parentesi musicale. Lontane dal conflitto, si sforzano di mantenere nella quotidianità quell'atteggiamento fiero e compassato che si addice alle signorine della loro età. Ma la gabbia dorata che l'istitutrice ha costruito intorno a loro è destinata a crollare, quando la guerra bussa alla porta nella forma di un soldato ferito e bisognoso di cure, John McBurney (Colin Farrell). All'uomo vengono offerti rifugio e ospitalità, e solo più tardi le ragazze si accorgono di come una presenza maschile abbia scatenanto egoismi e rivalità senza precedenti. Alicia (Elle Fanning) comincia a portare i capelli sciolti e ad allentare il corsetto, rubando le attenzioni del soldato all'innocente Edwina (Kirsten Dunst). L'etichetta sociale viene infranta e gli ultimi residui di formalità ostentata diventano cornice di un thriller psicologico e d'atmosfera. 

Come già avvenuto per il suo film d'esordio, Il giardino delle vergini suicide, tratto dal quasi omonimo romanzo di Jeffrey Eugenides, " Le vergini suicide", per questo suo sesto lungometraggio Sofia Coppola torna a farsi ispirare da un libro. 
L'inganno è infatti un adattamento di "A Painted Devil", romanzo del 1966 scritto da Thomas P. Cullinan che cinque anni dopo, nel 1971, era già stato alla base del film di Don Siegel La notte brava del soldato Jonathan. 
L'inganno, allora, si piazza a metà tra l'essere una nuova versione cinematografica del romanzo di Cullinan e un remake del film di Siegel, di cui riprende anche il titolo originale, The Beguiled
Se nel film del 1971 era Clint Eastwood a vestire i panni di un soldato nordista solo e ferito in territorio nemico, e portato dentro un collegio femminile dove viene prima curato e poi diventa oggetto di pulsioni e desideri sessuali, qui la parte va a Colin Farrell, mentre nel ruolo della direttrice della scuola non c'è più Geraldine Page ma la statuaria Nicole Kidman
Se sia Farrell che la Kidman (che al Festival di Cannes 2017, dove L'inganno era presentato in concorso, recitavano assieme anche in The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos) sono alla loro prima collaborazione con Sofia Coppola, non è così per Kristen Dunst, che riprende il ruolo che fu di Elizabeth Hartman: la Dunst era infatti una delle vergini suicide del film del 1999 e per la Coppola è stata la Maria Antonietta del Marie Antoinette del 2006. 
Anche Elle Fanning aveva già lavorato con la Coppola: nel 2010, per Somewhere, Leone d'oro al Festival di Venezia. E l'anno dopo, nel 2011, la Fanning era stata protagonista anche del Twixt di papà Francis. Musicato dai Phoenix, la band del marito della regista, Thomas Mars, e fotografato a luce di candela dal Philippe Le Sourd di The Grandmaster, L'inganno, la cui uscita al cinema in Italia è prevista per il 14 settembre 2017, è stato tra i film più apprezzati del concorso del Festival di Cannes 2017, vincendo in quell'occasione il premio per la migliore regia andato alla Coppola: la seconda donna a vincere il riconoscimento nella storia del festival francese, più di cinquanta anni dopo la prima, Yuliya Solntseva, che vinse per Chronicle of Flaming Years.

 
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L'equilibrio

Post n°14013 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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L'equilibrio

Post n°14012 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

L'equilibrio è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Vincenzo Marra, con Mimmo Borrelli e Roberto Del Gaudio. Uscita al cinema il 21 settembre 2017. Durata 90 minuti. Distribuito da Warner Bros..

Poster

L'equilibrio racconta la commovente storia di Giuseppe, un sacerdote campano già missionario in Africa, che per superare una crisi di fede chiede al Vescovo di essere trasferito in un comune della sua terra. Don Giuseppe (Mimmo Borrelli) viene così spostato in un piccolo paesino del napoletano, dove sostituisce lo stimato parroco del quartiere, Don Antonio (Roberto Del Gaudio), uomo di grande carisma e ipnotica eloquenza, impegnato nella battaglia contro i sotterramenti illegittimi di rifiuti tossici. Prima di trasferirsi a Roma, Don Antonio introduce Giuseppe nella dura realtà del quartiere. Ma è solo più tardi che il nuovo parroco si scontra con i tremendi poteri che dominano quel luogo. Deciso a seguire con coraggio l'impegnativo percorso spirituale, fa di tutto per aiutare i membri della comunità, nonostante la dura realtà che lo mette all'angolo. Una storia che parla di umanità e della forza di difendere la propria fede davanti al dolore.

CURIOSITÀ SU L'EQUILIBRIO:

Presentato in Concorso alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia 2017.

SCENEGGIATURA: Vincenzo Marra

  • PRODUZIONE: Cinemaundici, Lama Film con Rai Cinema, Ela Film

 
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La musica del silenzio

Post n°14011 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Poster

Attraverso il giovane alter ego Amos Bardi, La musica del silenzio ripercorre l'infanzia e gli albori della carriera musicale di Andrea Bocelli, dando voce ai personaggi invisibili che hanno costellato la sua formazione artistica e personale.Amos (Toby Sebastian) nasce con il dono di una voce unica e di gran pregio, nello stesso tempo però soffre di un grave problema agli occhi che lo rende quasi cieco.
La malattia lo costringe a un calvario di interventi chirurgici, e alla separazione prematura dalla famiglia per entrare in istituto per non vedenti e imparare il Braille. E' proprio lì che una pallonata in faccia lo porta alla cecità totale. Nonostante tutto Amos non si arrende. La sua vita sarà una sfida senza soste fino a quando riuscirà a ottenere il primo vero successo in palcoscenico con l’esecuzione del Miserere.

  • MUSICHEGabriele Roberto
  • PRODUZIONE: Picomedia e AMBI in collaborazione con RaiFiction

 
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Valerian e la Città dei mille pianeti

Post n°14010 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Valerian e la Città dei mille pianeti

Post n°14009 pubblicato il 20 Settembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: Valérian and the City of a Thousand Planets

Valerian e la Città dei mille pianeti è un film di genere fantascienza, azione del 2017, diretto da Luc Besson, con Clive Owen e Cara Delevingne. Uscita al cinema il 21 settembre 2017. Durata 137 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

Valerian e la Città dei mille pianeti è uno strabiliante, psichedelico viaggio intergalattico tra culture aliene e terre incontaminate, al fianco degli agenti speciali operativi Valerian (Dane DeHaan) e Laureline (Cara Delevingne). Incaricati di mantenere l'ordine nel vasto universo, i due giovani agenti fanno squadra sotto le direttive del governo dei territori umani, imbarcandosi in mirabolanti imprese ai confini della galassia. Quando la loro missione li conduce alle porte della città di Alpha, una metropoli rivoluzionaria in continua espansione, e dove esemplari di specie provenienti da diversi angoli dell'universo vivono in un regime pacifico di condivisione del sapere, assistono con i loro occhi ai risultati dell'incredibile progresso tecnologico e scientifico, che emerge dal diffuso benessere della comunità. Tuttavia, dopo secoli di pace e prosperità, qualcuno sta tentando di frenare tale progresso e innescare il crollo dell'intero sistema. Il comandante delle forze umane (Clive Owen) concede agli agenti sul campo meno di dieci ore di tempo per individuare ed estirpare l'origine della minaccia. Intanto Valerian, che ha fama di incorreggibile dongiovanni spaziale, non si lascia sfuggire occasione per corteggiare l'avvenente compagna di squadra, nemmeno se braccato da micidiali nemici o in fuga da creature mostruose. Diretto dal regista visionario Luc Besson, Valerian si basa sull'omonimo fumetto francese di fantascienza degli anni sessanta, il cui stile complesso e curato nei minimi dettagli ha influenzato una delle sue pellicole più famose: Il quinto elemento. 

 
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