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Borsellino, l’intervista dimenticata: “Dopo Capaci lo Stato si svegli”da Il fatto quotidiano

Post n°8196 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: news, tv

"Le leggi sembrano fatte apposta per difficultare i processi di mafia”. Stasera a Speciale Tg1 propone un documento inedito. "Mi impongo di credere che dopo la morte di Falcone  il potere politico abbia la forza di prendere decisioni ordinarie, ma drastiche, perché i magistrati possano lavorare”. Nel documentario di Maria Grazia Mazzola la conferma dell'incontro con Bruno Contrada: "Ho respirato aria di morte"

falconeborsellino_interno nuova

Le leggi sembrano fatte apposta per difficultare i processi di mafia”. Lo dice Paolo Borsellinodavanti alle telecamere del Tg1 il primo giugno 1992, nove giorni dopo la morte di Giovanni Falcone e meno di due mesi prima della strage di via D’Amelio. Il giudice auspica che finalmente lo Stato si svegli. In direzione esattamente opposta a quella che poi, molti anni più tardi, passerà alla cronaca come “la trattativa”. “Mi impongo di credere che la morte di Falcone sia un fatto così dirompente e drammatico che, bandendo ogni sofisma, ogni ipocrisia e ogni compromesso, il potere politico abbia la forza di prendere decisioni ordinarie, ma drastiche, perché i magistrati possano lavorare”.

Perché troppo grande è il divario “tra quello che sappiamo della mafia e quello che riusciamo a dimostrare in tribunale”, tanto che a volte viene voglia “di alzare le mani”, di arrendersi. Borsellino scandisce le parole, con il suo abituale tono pacato, e si concede qualche sorriso ironico. Di quel filmato girato dal corrispondente Lucio Galluzzo e lungo una cinquantina di minuti, la Rai all’epoca utilizzò solo pochi spezzoni. Una delle ultime testimonianze dell’eroe antimafia finì poi dimenticata in archivio. Fino a oggi. A riproporla è il documentario “L’uomo che sapeva di dover morire”, realizzato da Maria Grazia Mazzola, (stasera 23,25) nello Speciale Tg1 condotto da Monica Maggioni.

 

 

Partendo dall’intervista ritrovata, l’inchiesta raccoglie numerose testimonianze dirette sugli ultimi giorni di vita del giudice. Compresa quella di Gioacchino Natoli, oggi presidente del Tribunale di Marsala. Che conferma uno degli episodi più oscuri: l’incontro di Borsellino con Bruno Contrada, il numero tre del Sisde poi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, nell’ufficio dell’allora ministro dell’Interno Nicola Mancino. Il primo luglio 1992, Borsellino è a Roma per interrogare in gran segreto Gaspare Mutolo, che ha appena cominciato a collaborare con la giustizia e ha preannunciato rivelazioni sullo stesso Contrada. Durante l’incontro con il pentito riceve una telefonata dal Viminale: un invito dal ministro, che vorrebbe salutarlo. Nell’anticamera, Borsellino si ritrova solo, perché nello studio di Mancino è entrato il suo collega Vittorio Aliquò. È a quel punto che arriva Contrada, che gli fa una battuta sulla collaborazione di Mutolo. Nel documentario Natoli ricorda di aver ricevuto la sera stessa la telefonata di un Borsellino preoccupatissimo, che non si capacitava di come Contrada fosse venuto a conoscenza della collaborazione di Mutolo e dell’interrogatorio. “Non siamo al sicuro”, ripeteva il magistrato che 18 giorni dopo sarebbe saltato in aria in via D’Amelio. Una conferma ancora più drammatica del suo stato d’animo arriva dalla moglie Agnese: “Quella sera Paolo mi disse: ‘Ho respirato aria di morte’”. E ancora: “I miei clienti non sono più quelli di una volta. Avrò a che fare con nuovi clienti”.

Nell’intervista, Borsellino ricorda quando nel 1985 lui, Falcone e i loro familiari furono di fatto “rinchiusi” all’Asinara, per scrivere l’ordinanza del maxi-processo di Palermo al riparo da ritorsioni mafiose. Un episodio che segnò la vita dei figli del magistrato . E l’ennesimo esempio di uno Stato mai del tutto determinato nella lotta contro Cosa Nostra, che in quegli anni uccideva giudici, politici, poliziotti. I giudici che avrebbero inferto il primo vero colpo alla Cupola non avevano a disposizione neppure una fotocopiatrice. Nonostante le ripetute richieste, arrivò beffardamente solo alla vigilia del dibattimento. “Ho costruito il documentario come se Borsellino fosse ancora vivo, lì ad ascoltare quello che raccontano gli intervistati”, spiega l’autrice Maria Grazia Mazzola. “Dopo Capaci lui diventa il terminale di informazioni delicatissime. Ed è come se, consapevole di non avere tanto tempo, abbia lasciato delle tracce sparse, che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Traspare fortissima la suggestione della sua solitudine. Da giornalista mi chiedo: perché lo Stato non lo ha protetto come aveva fatto nel 1985?”.

Da Il Fatto Quotidiano del 15 luglio 2012

 
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Su web e ong le redini di Putin da Il manifesto

Post n°8195 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

  • La Duma russa ha approvato di gran carriera la nuova legge che introduce forme di censura amministrativa sui siti internet, e si prepara a far lo stesso con altre due leggi assai controverse che riguardano le ong e il reato di diffamazione. La legge che riguarda il web è stata comunque molto cambiata dopo le veementi proteste venute negli ultimi giorni dai maggiori operatori russi del settore – il portale e motore di ricerca Yandex e il social network Vkontakte, entrambi con decine di milioni di utenti – che hanno fermato per un giorno le loro attività al pari della sezione russa di Wikipedia. Inizialmente la possibilità di chiusura amministrativa dei siti, senza mandato di un tribunale, era estesa genericamente a tutti i siti dove fossero apparse “informazioni nocive”, un concetto che nemmeno esiste nella legislazione russa e che quindi teoricamente avrebbe permesso alle autorità di polizia di chiudere qualunque sito; dopo le proteste la formulazione è stata resa più stretta e legata alla finalità dichiarata della legge, che era la protezione dei minori dalle attività di pedopornografia.

    Ma questa messa a punto non basta ad allontanare il sospetto che dopo il ritorno al Cremlino per la terza volta di Vladimir Putin il potere russo voglia dare una robusta stretta censoria e rendere più difficili le attività “non in linea”. Resta infatti in via di approvazione un’altra legge molto contestata, quella che ingiunge a tutte le ong che ricevono finanziamenti dall’estero di registrarsi presso il ministero dell’interno come “agenti stranieri”. Nonostante le proteste (molto vive anche quelle di Washington, che in effetti finanzia molte ong in Russia), e nonostante un lungo incontro di Putin con alcuni rappresentanti della società civile che gli hanno espresso le proprie preoccupazioni in merito, la legge andrà al voto oggi alla Duma e mercoledì alla Camera alta, con poche modifiche: secondo il parere espresso dallo stesso Putin, potranno essere esentate dall’obbligo le ong fondate da enti e aziende statali (e che razza di ong sarebbero?) e quelle che si occupano del benessere di bambini, ammalati, animali; potranno inoltre ricevere finanziamenti esteri senza diventare “agenti stranieri” anche le organizzazioni che perseguono finalità sociali senza occuparsi di politica (una definizione questa piuttosto ambigua che lascia aperte le porte a interpretazioni molto restrittive), nonché le organizzazioni religiose. Quanto alle altre, Putin ha precisato nuovamente che non si tratta di introdurre limiti e divieti all’attività di qualsiasi ong ma solo di “registrarsi per quello che effettivamente sono”. In pratica, ad essere messe all’indice come “agenti stranieri” saranno soprattutto alcune organizzazioni, finanziate da Usa e Unione Europea, che si occupano di questioni come il monitoraggio elettorale, la tutela legale di attivisti politici condannati, la difesa della libertà di stampa, ecc. Un caso particolare è quello della rete televisiva RT (Russian Television), che è registrata come ong ma di fatto è la “voce” internazionale del Cremlino nel mercato globale dell’informazione e trasmette in inglese (tra l’altro con servizi spesso di ottima qualità giornalistica, con ben poco da invidiare a network come CNN o Al Jazeera, anzi); visto che riceve soldi da aziende americane (Google e Youtube, per dire), dovrebbe essere qualificata a sua volta, paradossalmente, come “agente straniero”. Ma probabilmente l’esenzione in quanto “creata da enti e aziende statali” è stata concepita proprio per RT.

    E a proposito di libertà di stampa va registrata l’imminenza dell’approvazione di un’altra legge, che ripristina la definizione di reato penale per la diffamazione – la depenalizzazione era avvenuta soltanto otto mesi fa, nel novembre 2011, su richiesta del predecessore di Putin. A parere del presidente, il ritorno della fattispecie di reato penale non deve necessariamente essere accompagnato dalla previsione di pene detentive per i condannati: per chi scrive che Putin è un ladro, insomma, basterà una bella multa.

di a. d. 
pubblicato il 13 luglio 2012 

 
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Trovato morto il figlio di Stallone l'attore informato mentre promuove un film da La Repubblica

Post n°8194 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: news

Sly raggiunto dalla notizia al Comic-Con di San Diego viene descritto come "distrutto, devastato". Un micidiale cocktail di pillole all'origine della disgrazia. Sage aveva intrapreso la carriera del padre ma senza mai raggiungerne i successidal nostro inviato ANGELO AQUARO
NEW YORK - La roccia è "distrutta, devastata", Rocky piange come un bambino la morte del figlio tragicamente improvvisa. Figuriamoci: era a San Diego sulla scena festosissima di Comic- Con, il festival della cultura pop tra fumetti, cinema e supereroi. E come puoi venire ascoprire in un ambiente simile, tra le battute e i sorrisi ai fotografi per promuovere "The Expendables II", il tuo ultimo film, che Sage, il tuo primo figlio, 36 anni, è appena morto?

Sage Stallone, il figlio del grande Sylvester, è stato trovato morto dalla sua cameriera nella casa di Studio City, Los Angeles, uno dei tanti quartieri del cinema. Le cause, come sempre in questi casi, non sono ufficialmente ancora note, ma è quasi certo che si tratta di una overdose di farmaci. Una disgrazia? Un incidente? Soltanto il dosaggio sbagliato di quelle maledette pillole prese ancora una volta per superare magari l'ansia, la paura, per i nuovi progetti, il film a cui lavorava, quella carriera che a trent'anni e passa non sarebbe ormai più decollata come quella del divo papà? Oppure s'è trattato davvero di una scelta, di una tragica scelta, un gesto sbagliato da duro, duro come il papà nei film che hanno fatto la storia di Hollywood, da Rocky a Rambo?

Sage Moonblood l'avevano chiamato, sangue di luna. Adesso il suo avvocato, George Braunstein, si chiede ancora come sia possibile, "era di ottimo umore" continua a dire, "stava lavorando a un mucchio di progetti". E poi quella frase che aggiunge giallo nel giallo nella vita di questo ragazzo discreto, lontano dai riflettori di famiglia, sangue di luna, appunto: "Stava già facendo piani per il matrimonio". Non ci crede nessuno, non ci crede la mamma, Sasha Ash, la prima delle tre mogli di Sly. Sage era figlio d'arte nella vita ma anche nella finzione. Proprio accanto a papà aveva incominciato, debuttando neppure 15enne in Rocky 5 e per di più nella parte proprio del figlio di Rocky Balboa. Poi per la verità solo roba di basso profilo. Ancora una volta il padre gli aveva dato l'occasione di farsi notare al grande pubblico, chiamandolo accanto a sé in Daylight. Niente.

Aveva tentato anche la carriera manageriale, fondando una società che si era specializzata nei vecchi film di cassetta degli anni Settanta, quelli che fanno impazzire Quaranti Tarantino. Poi, sei anni fa, alle soglie dei 30 anni, si era deciso al debutto anche come regista. Anche qui un piccolo, piccolissimo film, Vic, la storia - pensa te - di un attore decaduto che a un certo punto della vita riceve una misteriosa telefonata: e ossessionata dalla gloria perduta tenta un impossibile ritorno a Hollywood. A Hollywood, l'Hollwywood che conta, il povero Sage non è mai arrivato, se non con le porte spalancate da papà. Quel suo piccolo bel film non se lo ricorda più nessuno. Mentre lui era rimasto a vivacchiare all'ombra appunto del padre, il figlio di emigrati italiani che aveva sfondato quarant'anni prima con quella bizzarra storia che si era scritto da solo, Rocky, e con cui aveva praticamente ricattato le major: o la interpreto io o questo film non lo farete mai. Hollywood allora si arrese e quel film a budget bassissimo diventò un successo. La straordinaria carriera di papà Sylvester cominciò così. Un miracolo che Sage ha inseguito fino all'ultimo: fino ad affondarlo nei sogni mortali di un mucchio di pillole.

(14 luglio 2012)

 
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Viterbo, aggressione CasaPound contro il direttore del Futurista

Post n°8193 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: news

È avvenuto durante il Festival "Caffeina" di cui Filippo Rossi, collaboratore del presidente della Camera, è direttore artistico. Iannone: "Solo uno schiaffone futurista". La solidarietà di Fini e Roberto Savianodi DANIELE CAMILLI

Un'aggressione fascista in piena regola. Vittima Filippo Rossi, direttore del quotidiano on line "Il Futurista" nonché direttore artistico di "Caffeina", il festival culturale in corso a Viterbo, preso a calci e pugni da una squadraccia di Casapound che attorno all'una di questa notte ha fatto irruzione all'interno del quartier generale della manifestazione, nel cuore del quartiere San Pellegrino. A guidare i "fascisti del terzo millennio", così si definiscono gli squadristi di casa nostra, il loro leader Gianluca Iannone, che prima ha avvicinato Rossi, poi lo ha colpito con un pugno in faccia. Una volta a terra, l'organizzatore di Caffeina  -  "colpevole" per Iannone di aver assunto posizioni contro Casapound  -  è stato preso a calci da un altro aggressore.

Una vera e propria spedizione punitiva che sarebbe addirittura partita da Roma. Secondo le testimonianze raccolte, ad invadere il centro storico viterbese almeno una decina di fascisti, la maggior parte con indosso la maglietta di Casapound. Ad entrare quattro di loro. Uno, piazzato all'ingresso, impediva  -  minacciandoli  -  l'accesso ai volontari. Un altro avrebbe staccato il porta bicchieri del contenitore dell'acqua per utilizzarlo come oggetto contundente. Gli ultimi due hanno preso a calci e pugni Filippo Rossi che, fra l'altro, è anche uno dei principali collaboratori del Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini. 

"La cosa più brutta  -  ha detto Rossi  -  è che è stata invasa la sede di 'Caffeina', un luogo di allegria, in cui si dà vita a cose belle. Un luogo dove c'erano ragazzi di appena quindici anni. Il mio primo pensiero va proprio ai volontari di 'Caffeina'. Alcuni hanno addirittura cercato di reagire. Un mondo lontanissimo ci ha invaso e aggredito". Una volta terminata la spedizione punitiva, Iannone e i suoi si sono allontanati con calma dirigendosi verso Porta San Pietro. Subito dopo sono arrivati la polizia e gli uomini del 118.

Iannone: "Tante storie per uno schiaffone, la penna fa più male". "Quante storie per uno schiaffone futurista. Da Filippo Rossi, che si ispira a coloro che volevano esaltare 'l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno', non ce lo saremmo aspettato". Il leader di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, minimizza quanto accaduto a Viterbo. "Uno schiaffone, come quello di Umberto Boccioni a Ardengo Soffici, che il direttore de 'Il Futurista' dovrebbe conoscere bene, niente di più, altro che spedizione punitiva - aggiunge Iannone -. Una discussione tra vecchi amici che amici non sono più, in cui la ricerca di un chiarimento verbale è finita in un gesto di marinettiana memoria, dopo che Rossi, che più volte è venuto a CasaPound a parlare, ha ripetutamente diffamato il nostro movimento in maniera del tutto pretestuosa. Uno schiaffone può far male, ma un occhio nero passa in fretta. A Rossi voglio dire che altrettanto male possono fare la penna e le parole, ma gli effetti delle ingiurie durano più a lungo".
 
Le reazioni. Solidarietà a Rossi e dura condanna per quanto accaduto sono state manifestate dal presidente della Camera, Gianfranco Fini: "Il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini- si legge in una nota - esprime ferma condanna per la vile aggressione occorsa nella notte al direttore de Il Futurista, Filippo Rossi. Fini osserva come il dibattito politico non possa essere turbato ad opera di chi solo nella violenza e nell'intolleranza sa trovare argomenti per affermare la propria esistenza. Gianfranco Fini esprime a Filippo Rossi la sua piena solidarietà unitamente all'augurio di un pronto ristabilimento". Sostegno a Rossi anche dal capogruppo Fli alla Camera, Benedetto Della Vedova: "Filippo Rossi - ha sottolineato - è un giornalista intellettualmente coraggioso, fuori dai conformismi e una persona buona. La sua forza è la sua indipendenza e la capacità di lavoro. La violenza di chi l'ha colpito è segno di frustrazione e di impotenza politica ed intellettuale, oltre che di incivile viltà. Saró al suo fianco non appena riprenderà il suo lavoro, ne sono certo, con più intensità e passione di prima". "Massima solidarietà personale e politica a Filippo Rossi, vittima di una aggressione insensata. Il suo impegno culturale e la sua libertà intellettuale sono testimoniati dal lavoro che da anni svolge, prima al Secolo e a Farefuturo poi con il Futurista e con Caffeina, uno dei migliori festival estivi d'Italia. Saperlo vittima di una sorta di spedizione punitiva è molto triste", ha dichiarato anche la deputata di Fli, Flavia Perina.

In un tweet la solidarietà di Saviano
. "La mia solidarietà a Filippo Rossi e a Caffeina, vittime di un'aggressione fascista, inspiegabile, ottusa e criminale", ha scritto Roberto Saviano, in un tweet.


 

(14 luglio 2012)

 
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Tarantola e la consonante da Articolo21

Post n°8192 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

annamariatarantola

Se la nuova presidente della Rai, signora Tarantola, il direttore generale che verrà e il nuovo consiglio di amministrazione, riusciranno a stupirci con effetti speciali smentendo gli organigrammi in circolazione, riaprendo le porte subito ai temi e agli autori espulsi od oscurati, mettendo fine ad ogni accordo di cartello e ad ogni subalternità a Mediaset, ne prenderemo atto con piacere ed una brutta stagione potrá dirsi conclusa, come già hanno annunciato zelanti trombettieri.

Per altro parole non dissimili le avevamo ascoltate e lette al momento della nomina, avvenuta all’ unanimità, della signora Lorenza Lei.

Per questo sarebbe meglio esercitare, almeno in questa occasione, la virtù della prudenza, ed attendere le prime delibere prima di abbandonarsi a giudizi e pregiudizi di qualsiasi natura.

Per il momento conflitto di interessi e legge Gasparri stanno al loro posti come macigni e non tarderanno a farsi risentire, del resto il vertice tra Monti e la destra sul tema Rai è servito a rinfrescare la memoria anche ai più deboli di cuore e di spirito critico, per la verità si tratta di una bella e folta compagnia di politici e di giornalisti.

Nei prossimi giorni nella “nuova Rai” si fronteggeranno, forse, la Banca d’Italia e la Banda di Arcore. La differenza sta tutta in una consonante, ma potrebbe rivelarsi determinante, nel bene e, soprattutto, nel male.

Pubblicato su Il Fatto Quotidiano

15 luglio 2012

 
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Rai, l’inqualificabile trattamento riservato alla giornalista Tiziana Boari

Post n°8191 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

tiziana-boari

Rieviamo e pubblichiamo l’interrogazione parlamentare del deputato Francesco Pardi, indirizzata al Presidente e al Direttore generale della Rai in merito alla controversia tra la giornalista Tiziana Boari e la Rai…

  • Al Presidente della Rai
  • Al Direttore generale della Rai  

Premesso che: in data 3 giugno 2004 la signora Tiziana Boari, giornalista professionista dal 1999, si è rivolta al Tribunale civile di Roma, in funzione di Giudice del lavoro, chiedendo di stabilire la nullità delle clausole del termine apposte ai contratti di lavoro da lei stipulati con la Rai dal 28 luglio 1999 al 31 dicembre 2003, l’accertamento della sussistenza di un unico rapporto a tempo indeterminato e, conseguentemente, la condanna dell’azienda a reintegrarla in servizio nonché a corrisponderle, anche a titolo di risarcimento del danno, tutte le differenze di retribuzione dovute; con la sentenza n. 13110 del 6 luglio 2005 il Tribunale civile di Roma ha accolto il ricorso proposto dalla giornalista Tiziana Boari dichiarando la nullità della clausola del termine apposta ai contratti stipulati e conseguentemente dichiarando l’esistenza tra le parti di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato secondo quanto previsto dall’art. 1 del contratto di lavoro giornalistico (Cnlg); in data 5 aprile 2007 la Corte di appello di Roma ha rigettato la domanda originariamente proposta dalla Boari. In conseguenza della sentenza d’appello la Rai ha comunicato alla giornalista il venir meno dell’esecuzione della sentenza emessa dal giudice di primo grado, in ottemperanza della quale la giornalista era stata riammessa in servizio, e quindi la cessazione con effetto immediato di ogni obbligo dell’azienda nei suoi confronti. Infine si imponeva alla signora Boari la restituzione degli importi corrisposti in via di provvisoria esecuzione della sentenza di primo grado; il 13 aprile 2012 la Corte di cassazione ha rinviato la sentenza d’appello al giudice di merito. Nelle motivazioni si apprende infatti come la sentenza d’appello affermasse che i vari contratti a termine intercorsi tra le parti fossero legittimi in quanto basati sul punto 1 dell’accordo sindacale del 5 aprile 1997, che regola la materia in forza della delega alla contrattazione collettiva contenuta nell’art. 23 della legge n. 56 del 1987.  La Corte di Cassazione ritiene fuor di dubbio l’esistenza di un errore nell’indicazione dell’accordo collettivo quale base del giudizio in quanto  tale contratto collettivo riguarda il personale non giornalistico e, ovviamente, non è richiamato nelle lettere di assunzione della sig.ra Boari. La sentenza d’appello ha quindi violato la normativa, legale e contrattuale collettiva che regola la materia nel momento in cui il giudice ha basato la sentenza su di un contratto collettivo non applicabile al rapporto di lavoro tra la Rai e la giornalista; rilevato che: alla solerzia con la quale è stata data applicazione alla sentenza di secondo grado non corrisponde altrettanta immediatezza nel mettere in pratica quella che dovrebbe essere la naturale conseguenza della pronuncia della Corte di cassazione e quindi il reintegro della giornalista. E’ parere dell’interrogante che l’utilizzo di pesi e misure diverse e la discrezionalità con cui la Rai decide circa l’applicazione delle sentenze costituisca grave pregiudizio con particolare riferimento a tutte quelle figure professionali alle dipendenze dell’azienda che, a differenza di altre, non possono contare su una vasta popolarità e sul sostegno dell’opinione pubblica; si chiede di sapere: quali motivazioni possono essere addotte per giustificare il mancato reintegro della Sig.ra Boari; se gli interrogati non ritengano doveroso utilizzare per il reintegro della giornalista la stessa premura usata per il licenziamento.

14 luglio 2012

 
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Se Facebook controlla le chat da Il journal.it

Post n°8190 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

Di alessandra modica • 15 lug, 2012

Facebook lotta contro la pedofilia. Ma lo fa da solo, e violando la privacy dei suoi utenti, che non stanno gradendo molto.

Sicurezza versus privacy. Difficile stabilire cosa far prevalere. Soprattutto quando la posta in gioco è la possibilità di arrestare dei pedofili.

Facebook, il social network più usato al mondo, sembra aver fatto la sua scelta, senza però consultare preventivamente i suoi utenti.

Pochi giorni fa, infatti, Joe Sullivan, il chief security officerdell’azienda di Mark Zuckerberg, ha raccontato all’agenziaReuters di aver contribuito all’arresto di un pedofilo tramite Facebook, utilizzando un software intelligente, in grado di selezionare le conversazioni private tra gli utenti ritenute sospette per via della differenza di età tra i profili e per l’impiego di alcune frasi considerate “a rischio”. Le conversazioni selezionate vengono poi controllate da degli operatori, che hanno quindi la possibilità di ‘sbirciare’ nella ‘vita virtuale’ degli utenti per capire bene se si tratta di un pedofilo o meno. Un sistema definito dallo stesso Sullivan quasi infallibile.

La rivista Mashable, però, si chiede fino a che punto sia accettabile questa pratica che consiste, di fatto, nell’andare a controllare le chat degli utenti e indagare sul loro operato senza alcun mandato giudiziario. La lotta alla pedofilia e la necessità di creare un web più sicuro secondo molti non sono motivazioni sufficienti per violare la privacy degli internauti senza avere reali sospetti.

E nonostante Facebook sia la vetrina della vita dei suoi utenti, le stesse persone che sono disposte a pubblicare proprie foto, pensieri, emozioni, su una bacheca condividendole con amici e non, probabilmente non sono disposte ad accettare che Zuckerberg e la sua squadra controllino i loro contenuti privati. Nemmeno per scopi “nobili”.

 
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«Le mie canzoni per Ustica? Solo un atto di solidarietà» da Il resto del carlino

Post n°8189 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

 

Bologna, 15 luglio 2012 - FORSE PATTI Smith non ha mai sentito parlare di Daria Bonfietti o di Rosario Priore, né dei vari Purgatori, Paolini, Risi, Cacucci e tutti gli altri che in un modo o nell’altro si sono trovati a sfogliare una delle pagine più controverse ed oscure della storia italiana, ma conosce il bene il peso della verità. Ed è proprio ai troppi perché ancora sospesi nel cielo di Ustica che la sacerdotessa del rock dedica questa sera il suo Concerto per la Memoria al Parco della Zucca, difronte al deposito in cui giacciono i resti del DC9 Itavia I-TIGI abbattuto trentadue anni fa assieme al ricordo delle 81 vittime. Il concerto inizia alle 21,30 ma il Parco apre alle 19. Trenta minuti prima verranno messi in vendita gli ultimi 150 biglietti (ogni persona ne potrà acquistare due). È probabile che nel pomeriggio Patti Smith visiti il museo, accompagnata dal sindaco Merola. 
 
Signora Smith con che animo si prepara a questa giornata un po’ speciale? 
«Un concerto è speciale quando il pubblico decide di farlo diventare tale, visto che è l’energia dispersa nell’aria a dargli quel qualcosa in più. E il mio, che non sono una personalità politica ma solo un essere umano, è innanzitutto un atto di solidarietà verso quei familiari delle vittime di un fatto tanto devastante e ancora così misterioso». 
Nella memoria di Bologna è rimasto epico il suo concerto all’Antistadio del ’79. Un’altra epoca. 
«Già, un’altra epoca. Negli anni Sessanta e Settanta la poesia era fusa con il rock’n’roll. Hendrix, Dylan, Lennon avevano tutti dentro una grande poesia. Ma il più dotato era sicuramente Jim Morrison: amore allo stato puro. Ed è quel mondo che ancora oggi sta dietro alla mia musica». 
Nel nuovo album “Banga��? ci sono i suoi figli, ma in tour no. Perché? 
«I miei figli sono più che pronti a seguire le mie orme. Jackson fa un assolo di chitarra in ‘Maria’, il pezzo che ho voluto dedicare alla sfortunata protagonista di ‘Ultimo tango a Parigi’ Maria Schneider, mentre Jesse Paris accompagna al piano me e il fratello nell’omaggio a Neil Young di ‘After the gold rush’». 
Nell’album c’è pure Johnny Deep. 
«Considero Johnny una specie di fratello. Ci siamo conosciuti cinque anni fa ad un concerto ed è stata una sorpresa scoprire che avevamo gusti simili tanto in fatto di libri che di poesia». 

Andrea Spinelli

 

 
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The Hobbit. Dopo Il signore degli anelli. Anzi prima da rainews24

Post n°8188 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

Se vogliamo dare peso alle reazioni del girato di The Hobbit che Peter Jackson ha mostrato al Comic-Con di San Diego allora il regista potrebbe avere un paio di successi tra le mani.

Peter Jackson

Peter Jackson

 

San Diego, 15-07-2012

Se vogliamo dare peso alle reazioni del girato di The Hobbit che Peter Jackson ha mostrato al Comic-Con di San Diego allora il regista potrebbe avere un paio di successi tra le mani. 

Il pubblico che ha assistito all'anteprima in questa importante convention di fumettari ha reagito benissimo ai 12 minuti mostrati. 

La saga sarà divisa in due parti: "The Hobbit: An Unexpected Journey" e "The Hobbit: There and Back Again", in 3D, e costituiranno il prequel della trilogia "Il signore degli anelli, il cui ultimo capitolo vinse 11 oscar, compreso quelli per il miglior film e miglior regista. 

"An Unexpected Journey" arriva nelle sale il 14 dicembre, seguito circa un anno dopo da "There and Back Again". Un'indiscrezione che circola parla di un terzo capitolo. 

I film sono basati sul romanzo di J.R.R. Tolkien che racconta come il piccolo Bilbo Baggins (Martin Freeman) entra in possesso dell'anello del potere, che poi sarà l centro del plot de Il signore degli anelli. 

Nel cast Ian McKellen, che riprende il ruolo del mago Gandalf, e Andy Serkis, che è ancora Gollum. 

Nel girato proiettato si vede una scena comica tra Bilbo e Gollum; una tenera tra McKellen e Cate Blanchett (la regina Galadriel); e il momento chiave della scoperta dell'anello.  

Il film è stato girato in 3D e a 48 fotogrammi al secondo, il doppio rispetto allo standard cinematografico dagli anni '20 a oggi, con immagini tanto realistiche e definite da togliere - secondo qualcuno - un po' di magia al cinema. L'anteprima invece è stata proiettata con il metodo tradizionale.

 
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Ferro, grande show e lacrime nell'Olimpico strapieno da Il messaggero

Post n°8187 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news


di Marco Molendini


ROMA - Riempire l’Olimpico, una buona parte dell’Olimpico, di questi tempi è davvero un’impresa (ne sa qualcosa Madonna). Il mondo dei concerti è una valle di lacrime (come stanno sperimentando festival, raduni e singole serate). Vedere, allora, metà gradinate e il prato dello stadio pieni come erano pieni ieri sera (con il palco appoggiato alla tribuna Tevere), è davvero una singolare eccezione che ha almeno un paio di significati. Il primo, generale, è che il pubblico, in mancanza di soldi, sceglie quello che va a vedere con grande oculatezza. Secondo: la carriera di Tiziano Ferro è in decisa ascesa (e lui dà segno di accorgersene quando grida al suo pubblico: «Ditemi che sto sognando»). Che la conferma, per il cantautore di Latina, venga proprio da Roma, davanti a un pubblico casalingo (ieri sera c’erano almeno quarantamila persone) è però solo un caso pur se piacevole, visto che il suo orizzonte professionale spesso guarda oltre i confini nazionali.

Lo show, in effetti, è costruito e ha il passo dei grandi spettacoli, con un palco originale a forma di quadrilatero, i grandi schermi usati con evidente efficacia scenografica, la passerella a forma di quadrato che fende la folla, i colpi di scena (come l’avvio con Tiziano che scende dall’alto dentro un cubo trasparente), il repertorio che viaggia avanti e indietro nel tempo lungo la ancora breve vita musicale di un’artista tosto e caparbio che si è fatto largo giovanissimo, ha saputo convivere con il successo, lo ha mantenuto ed è anche riuscito a crescere.
L’amore è una cosa semplice, così si chiama il tour come il disco (arrivato al quarto platino) è costruito con una leggerezza che Ferro non aveva mai trasmesso prima in modo così completo. In scena comunica voglia di divertirsi, si fa notare come ballerino in deciso progresso rispetto ai primi tentativi, lasciando da parte certe malinconie a tinte forti che caratterizzavano i suoi concerti di una volta, anche se poi si sfoga coi lacrimoni finali di commozione. C’è maggiore padronanza, più energia, anche una certa civetteria nel cambio ripetuto di toilette (che sciccheria la giacca di strass luccicante) e c’è la conferma sfacciata delle sue capacità vocali (pur con i postumi dell’influenza), come dell’originalità del suo stile e del suo talento nella scrittura che si sofferma sempre più sulla vena melodica, ma prova a variare clima e generi.
Si parte subito dalla canzone che dà il nome sia al tour, ecco poi l’insistenza ritmica di La differenza tra te e me, il versante soul con l’ironica Hai delle isole negli occhi. I brani più recenti si alternano ai recuperi: ecco Imbranato, L’ultima notte al mondo. Sere nere fa cantare tutti prima di una parentesi decisamente dance con Stop! dimentica, Xverso e Raffaella è mia. Breve sosta, un video di ringraziamento ai fan (che si squagliano davanti a quel «grazie a voi per più di dieci anni di vita assieme») e si riparte con un set acustico, chiuso da una versione bossa nova di Roma nun fa la stupida stasera (e di nuovo tutti a cantare). Finale con il recupero di Perdono e Rosso antico, a voce ormai rotta dalla fatica e dalla commozione, bis con Per dirti ciao!, Ti scatterò una foto e La fine. Tiziano saluta: una notte così non la dimenticherà facilmente e lo dice, prima di sciogliersi in lacrime.

Domenica 15 Luglio 2012 - 11:22
Ultimo aggiornamento: 11:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
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Giuseppe Ferrara compie 80 anni

Post n°8186 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: news

Brindisi alla Casa del Cinema per festeggiare il Maestro15 luglio, 16:26
Giuseppe Ferrara compie 80 anni(ANSA) - ROMA, 15 LUG - Compie oggi 80 anni Giuseppe Ferrara, che sara' festeggiato alla casa del Cinema di Roma. Al brindisi per il regista, critico cinematografico, scrittore e docente, sono attesi Carlo Lizzani, Arnoldo Foa', Michele Placido, Gianmarco Tognazzi, Piera degli Esposti. Ferrara sta lavorando al montaggio di un documentario che celebra il Sud Italia e la Mediterraneita' e tra i suoi prossimi progetti c'e' un film sulle ultime ore di vita di Marilyn Monroe.

 
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Tarantino, ecco Django spaghetti western

Post n°8185 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

Uscira' a Natale, prime immagini a Cancun tra ironia e sangue14 luglio, 20:28
Tarantino, ecco Django spaghetti western(ANSA) LOS ANGELES, 14 LUG - ''Ci penso da almeno dieci anni a fare un western su uno schiavo liberato, e anche a fare uno spaghetti western. Avevo anche gia' il titolo Django Unchained, ma non avevo una storia''. Quentin Tarantino racconta cosi' la nascita del suo ultimo film, che vede nel cast Leonardo Di Caprio, Jamie Foxx, Kerry Washington e Christofer Waltz e che uscira' a Natale. I sei minuti che sono stati mostrati alla stampa internazionale a Cancun, sono una spremuta di ironia e spargimenti di sangue.

 
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Umbria jazz, festival in salute e solido

Post n°8184 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news

1 mln incassi edizione 2012, polemiche per assenza ministero15 luglio, 15:19
Umbria jazz, festival in salute e solido(ANSA) - PERUGIA, 15 LUG - E' un festival in salute e solido, l'Umbria Jazz che archivia l'edizione 2012 e si prepara a quella del quarantesimo anniversario con Sonny Rollins, che avra' come ospiti Enrico Rava e Paolo Fresu. Il dato piu' rilevante e' il milione di incassi, pur con un cartellone snellito rispetto all'anno scorso (180 eventi invece di 260). La Fondazione che organizza il festival non ha risparmiato polemiche sull'assenza del ministero, che a Umbria Jazz non da' nessun tipo di contributo finanziario.

 
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Vasco Rossi lancia 'Rock(r)evolution'

Post n°8183 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

Gara per gruppi 'giovani e sconosciuti'. Chi vincera' un premio 'davvero speciale'15 luglio, 12:25
Vasco Rossi lancia 'Rock(r)evolution'

BOLOGNA - "Benvenuti nello spietato e violento mondo del Rock": Vasco Rossi lancia una selezione di gruppi giovani e sconosciuti, 'Rock(r)Evolution'. "Sarà una vera gara - spiega il Blasco su Facebook - che avverrà in modo assolutamente privato, segreto e senza alcuna pubblicità. Sarete tenuti informati esclusivamente attraverso la pagina di Vasco Rossi sulle band che saranno di volta in volta selezionate per continuare il cammino verso la finale. La giuria sarà composta da giornalisti esperti del settore e dalla nostra redazione. Lo scopo è quello di dare spazio e visibilità alle giovani band rock italiane". Chi è interessato a partecipare - spiega Vasco - può mandare un provino, "meglio se una cover di un pezzo conosciuto", alla mail rock.revolution2012@gmail.com. "Potete chiedere ulteriori informazioni sempre attraverso questa mail". Le selezioni dureranno nove mesi, al termine dei quali saranno scelti tre gruppi che avranno la possibilità di sfidarsi "in una spettacolare finale senza appello e senza pietà. Ne rimarrà soltanto uno". Il premio, promette il Komandante, "sarà davvero speciale".

 
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Centro Sperimentale Cinematografia. A rischio i posti di lavoro da dazebaonews.it

Post n°8182 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: news

Centro Sperimentale Cinematografia. A rischio i posti di lavoro

ROMA - l Decreto ministeriale n. 95 del 6 luglio 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e non ancora  ratificato  dal  Parlamento,  prevede  la  soppressione  della  Fondazione  Centro Sperimentale di Cinematografia e la creazione di un istituto nazionale Centro Sperimentale di Cinematografia separato dalla Cineteca  Nazionale,  che verrebbe incorporata in una Società a responsabilità limitata attualmente sotto il  controllo  del Mibac: l’Istituto Luce Cinecittà.



Le Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil e il lavoratori del CSC esprimono la loro opposizione a un provvedimento emanato senza nessuna forma di consultazione con le categorie interessate. Una decisione che mette a rischio posti di lavoro e professionalità fondamentali per il futuro del cinema italiano. Tutto questo si può ancora evitare. Tutto questo si deve evitare. I lavoratori chiedono che lo Stato si assuma la piena responsabilità di tutelare la memoria e di costruire il futuro del nostro cinema, chiedono che sia assicurata la piena occupazione nel processo di trasformazione.


Questo il documento della CGIL:

I commi 34, 35 e 36 dell’Art. 12 del Decreto 95 stringono la Cineteca Nazionale nelle maglie di una super-privatizzazione, che sarà attuata attraverso le fasi di una vera "cessione di ramo d'azienda" e con l'alienazione a titolo gratuito del patrimonio della Cineteca Nazionale.

Se è vero che le società a totale partecipazione pubblica – sempre secondo la Spending Review [all'Art.4] – sono destinate a essere linquidate entro il 31 dicembre 2013, perché procedere al trasferimento dei lavoratori "adibiti" alla CN verso una Srl totalmente partecipata dallo Stato che dovrebbe poi di nuovo ritornare allo Stato? A chi giova? Che scenario si prevede per i lavoratori? E per il patrimonio pubblico? Nello stesso decreto 95, al comma 38, contestualmente alla nostra trasformazione viene soppresso l'Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi che ha tra le sue finalità il deposito legale.

Sarà questo il destino della Cineteca Nazionale Srl? La Spending Review dovrebbe avere come finalità una ottimizzazione delle risorse. Qualcuno è in grado di spiegare come si possono ottenere risparmi passando da un sistema bipolare (Istituto Luce Srl e CSC-Cineteca Nazionale) a un altro sitema bipolare (Istituto Luce-CN e CSC)? Se il fine ultimo dell’Art. 12 è creare un polo multimediale integrato che vada dall’Istituto Luce alla Scuola Nazionale di Cinema, che senso ha lo smembramento del Centro Sperimentale e lo scorporo della Cineteca?

Finora nessuno ha sentito l'esigenza di spiegare perché una Società a Responsabilità Limitata dovrebbe essere lo strumento per assorbire i fini istituzionali della Cineteca Nazionale: «La Cineteca Nazionale provvede al restauro di opere della cinematografia nazionale; alla raccolta ed alla conservazione di opere della cinematografia nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alle opere filmiche iscritte nel pubblico registro per la cinematografia, nonché alla conservazione dei negativi delle opere filmiche, nei casi di film assistiti dal fondo di garanzia e negli altri casi previsti dalla legge. Essa svolge attività di ricerca, anche a supporto ed in coordinamento con il settore della formazione, ricerca e sperimentazione; provvede alla diffusione della conoscenza e dello studio del materiale raccolto e coordina, assicurando forme di consultazione con gli enti locali e le loro cineteche, l'attività delle cineteche pubbliche e private, che godono di contributi pubblici; queste ultime comunicano alla Cineteca Nazionale i dati relativi al proprio materiale filmico» Queste finalità saranno cambiate? Come possone essere compatibili con le finalità di una Società a responsabilità limitata?

 
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