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Messaggi del 19/05/2015

 

Cannes 2015: Tom Hardy e Charlize Theron in una furiosa e spettacolare corsa per la sopravvivenza da radiocinema.it

Post n°12389 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

Presentato oggi fuori concorso al Festival "Mad Max: Fury Road, reboot della saga degli anni '80 diretta da George Miller. Ecco cosa hanno raccontato in conferenza stampa il regista George Miller e I due protagonisti

Mad max castCannes, 14 Maggio – Tre applausi a scena aperta ed uno entusiastico alla fine hanno accolto oggi la prima proiezione stampa al Festival di Cannesdell’atteso Mad Max: fury roadpresentato fuori concorso e da oggi nelle sale cinematografiche. Il film, diretto ancora da George Miller, vede il ritorno dell’eroe della saga action apocalittica, a trent’anni di distanza dall’ultimo capitolo, questa volta interpretata daTom Hardy (a tratti molto somigliante al suo predecessore, Mel Gibson),un’irriconoscibile Charlize Theron rasata e sporca di grasso, e Nicholas Hult.

Per Tom Hardy calarsi in un personaggio tanto iconico lo ha reso “felice e molto emozionato. Solo dopo ho realizzato che Mad Max per tutti era Mel Gibson, e mi sono un po’ agitato. – racconta – Ma noi non volevamo sostituire nessuno, volevamo semplicemente rilanciare un personaggio, dargli nuova vita, e io ho trovato in George il supporto necessario per affrontare la parte serenamente, perché Mad Max è suo, è lui che l’ha creato”.

Charlize Theron è al suo primo ruolo da action hero ma, come precisa lei stessa: “fin dall’inizio ho visto il grande potenziale di questo personaggio. Con George ci abbiamo pensato molto e per me è stato incredibile essere una donna in un film così maschile senza provare ad essere un uomo. Cosa che invece di solito accade. So che mi è stata data una grande opportunità”.

Il film è stato girato in 120 giorni nel deserto della Namibia. Gli attori, che hanno dialoghi ridotti al minimo, sono realmente stati impegnati al volante dei loro veicoli anche se con qualche trucco nelle scene più spettacolari: “Abbiamo potuto mettere le macchine da presa dove prima non sarebbe stato possibile con quel magnifico sistema che è l’Edge Arm. – racconta il regista australiano – Se c’è una lotta su un veicolo, possiamo mettere i cavi agli attori e poi cancellarli in CGI. Quando vediamo Max appeso a testa in giù tra due veicoli, quello è Tom Hardy. Quando Furiosa si aggrappa a lui, è Charlize Theron aggrappata a Tom. E quando vediamo Nux arrampicarsi sul cofano di un veicolo, quello è Nicholas Hoult”.

“Quello che volevo fare del film era un lungo, ininterrotto inseguimento, o una lunga, ininterrotta graphic novel. – spiega Miller – L’ho sempre immaginato come un tuffo difficilissimo, col più alto tasso di difficoltà e tale è stato: sul set mi sono chiesto ogni giorno se fossimo diventati matti a imbarcarci in un’impresa del genere, ma devo dire che alla fine è stato bello. In fondo allo stomaco avevo sempre una paura terribile per la troupe, paura per un incidente che sarebbe potuto capitare in ogni momento, ma sul set non abbiamo avuto nemmeno un osso rotto: qualche livido sì, ma nemmeno un osso rotto”.

Una produzione da 150 milioni di dollari (150 auto da corsa costruite a mano e lanciate a 150 miglia all’ora, 3.500 storyboard, 120 giorni di gare in stile Road War) per un film spettacolare ma che sfugge alla narrazione per regalare solo entertainment di ottima fattura ma solo sul piano estetico. I punti di forza del film sono nella fotografia di John Seale e nel frenetico montaggio di Margaret Sixel.

A chi gli chiede se a questo Fury Road seguirà un altro capitol di Mad Max, Miller risponde: “non saprei. Ora mi sento oggi come una donna che ha appena partorito un bambino molto grande: felicissimo ma molto affaticato, e non riesco davvero a pensare a fare un altro bambino ora, appena uscito dal travaglio”.

 

MARILENA VINCI

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"Il racconto dei racconti" di Matteo Garrone da micromega

Post n°12388 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

di Giona A. Nazzaro

A Matteo Garrone va dato atto di un coraggio davvero notevole. Dopo Reality, film dalle molte ombre e poche luci, e con alle spalle il successo di Gomorra che lo ha quasi schiacciato, Garrone ha rischiato, a nostro avviso, di smarrire quel piacere schietto per il cinema, per il pericolo che il cinema necessariamente comporta, che ha sempre distinto il suo lavoro più riuscito. 

E dunque con una legittima ansia che ci si avvicina a Il racconto dei racconti: le voci e le informazioni circolanti non permettevano certo di avere un’idea precisa di cosa sarebbe stato il film e né tanto meno immaginare come avrebbe impattato sul suo cinema un cast internazionale e una produzione più complessa del solito. 

Così, quando si riaccendono le luci in sala, si avverte la sensazione, addirittura palpabile, che il cinema di Garrone ha preso davvero una svolta imprevista. Una direzione affascinante che, ed è questo il dato più importante, conserva fra le pieghe del racconto, il piacere del gesto-cinema dell’autore di Terre di mezzo e di Estate romana

Si entra nel film con un movimento quasi impercettibile, come se la troupe circense fosse l’immagine della macchina cinema che sta per attivarsi. Il piano sequenza che ci guida nel film niente ha in comune con il volo iniziale di Reality eppure, la dolcezza del movimento, ci aiuta a varcare la soglia di un mondo che avvertiamo immediatamente, e al tempo stesso, così lontano eppure vicinissimo. 

Garrone affonda le mani e lo sguardo nello cunto de li cunti di Basile per creare un mondo, una triangolazione morale (e politica), che sorprende per la sobrietà realistica della sua messa in scena. Adottando un approccio diremmo documentario al cosiddetto fantasy, Garrone riesce ad evitare sia la deriva fellinesca che il materiale implicitamente avrebbe legittimato (e che inficiava in parte il precedente Reality), sia l’estetica del genere così come è stata ricodificata da Il trono di spade

Quello de Il racconto dei racconti è un mondo di forme geometriche e astratte. La circonferenza del perimetro della corte reale, i labirinti, i sentieri nella foresta, i cunicoli nei quali si celano mostri letali, la caverna dell’orco, le stanze del castello. Un mondo nel quale il caos e i suoi emissari sono esorcizzati dal rito, a sua volta, evidentemente, una forma fra le forme. 

Con un acume registico notevole, Garrone orchestra lo spazio del suo film come il coagularsi di un sentire, il farsi di un mondo. Tutti i protagonisti del film sono colti alla soglia di un mondo dove il vero e il fantastico sono ancora intrecciati indissolubilmente. Un mondo nel quale il principio di realtà non ha ancora adottato una prospettiva storica. Nel quale l’uomo non è ancora consapevole di essere lui stesso creatore della civiltà umana attraverso la storia. Se la storia, con Vico, rappresenta la “scienza delle cose fatte dall’uomo”, nel mondo messo in scena da Garrone la storia è ancora “lo cunto” che contiene tutti “li cunti”. Ossia il mondo è ancora “solo” un contenitore delle imprese fantastiche della disubbidienza dell’uomo per affrancarsi da quanto non conosce e lo minaccia. 

Non è un caso che in un universo siffatto, gli appetiti dominino incontrastati. Sono anzi essi, il motore delle storie e degli eventi. In questo universo, nel quale la superstizione e la fede si confondono, l’arbitrio e il potere dominano, l’uomo si afferma come materia che non piega il capo, che resiste agli affronti, che si sforza di imprimere un’altra direzione al mondo. Così laddove nel cinema di Garrone, così come l’abbiamo conosciuto sinora, il reale sovente s’impennava per tracciare parabole fantasmagoriche insinuando sospetti sulla tenuta del suo tessuto, ne Il racconto dei racconti il regista è come se filmasse soprattutto la realtà materiale del suo set, la realtà di un lavoro, il cinema, che attraverso le articolazioni di una produzione complessa, gli permette di riscoprirne tutte le potenzialità. 

Non è un caso che in conferenza stampa Garrone abbia invocato, a proposito degli effetti speciali ma la cosa si può estendere a tutto il suo film, un’aspirazione al nitore del cinema delle origini. L’artificio non vive nella banale verosimiglianza del digitale iperreale, quanto nello scarto tangibile fra la materia e l’immagine. Ed è esattamente questo equilibrio, la visibilità dell’effetto speciale, a fare la ricchezza del film: perché se da un lato l’effetto speciale è presentato come documento di un lavoro, dall’altro il mondo (ossia i luoghi, scovati dal regista con la collaborazione di Gennaro Aquino) è offerto come un manufatto fantastico, a tratti anche ostile, nella sua bellezza colta come alle soglie della storia. 

La reinvenzione del cinema di Garrone va di pari passo con la creazione di un mondo altro. Eppure, come nei migliori viaggi attraverso lo specchio, alla fine del peregrinare ci si ritrova, ancora, nel mezzo del cammin di nostra vita. Il funambolo in equilibrio sulla corda in fiamme, colto a metà del suo periglioso gioco, non può non ricordarci Garrone stesso e, per inevitabile riflesso, lo spettatore, chiamato a condividere un’esperienza “inenarrabile”. 

Ed è questa sospensione, per estensione anche quella dell’incredulità, a fare la forza del singolare film di Matteo Garrone, che riporta al cinema italiano quel piacere del rischio che una volta, invece, sembrava essere una parte consistente del fare cinema. Inevitabile, dunque, che Il racconto dei racconti possa andare incontro a delle incomprensioni o, semplicemente, a degli apprezzamenti di principio dettati semplicemente da appartenenze e lealtà trasversali. Un peccato, perché il cinema italiano degli ultimi anni non ha offerto poi tanto spesso lo spettacolo, questo sì davvero rigenerante, di un autore che si reinventa pur restando fedele a se stesso, spostando però il suo lavoro in territori per lui ancora inesplorati. Non fosse che per questa sola ragione, Matteo Garrone merita tutto il nostro rispetto. 

(15 maggio 2015
)
 
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Youth - La giovinezza di Paolo Sorrentino da vanityfair

Post n°12387 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

«In un elegante albergo ai piedi delle Alpi Fred e Mick, due vecchi amici alla soglia degli ottant’anni, trascorrono insieme una vacanza primaverile: sanno che il loro futuro si va velocemente esaurendo e decidono di affrontarlo insieme»: è così che inizia la trama di Youth - La giovinezza, il nuovo film di Paolo Sorrentino (il primo dopo l'Oscar per La grande bellezza), che esce nelle sale italiane il 20 maggio, in contemporanea con la presentazione al 68esimo Festival di Cannes, dove è in lizza per la Palma d'oro (insieme agli altri due italiani, Garrone e Moretti).

Una storia corale, che ha per protagonisti Michael Caine e Harvey Keitel, ma vede avvicendarsi sullo schermo numerosi volti noti del cinema, da Rachel Weisz a Jane Fonda. «È un film atipico, più calmo, schietto, diretto e anche più bello del mio solito: sono curioso di vedere come sarà accolto», ha dichiarato Sorrentino nel salotto di Che tempo che fa, dove è intervenuto domenica sera con Michael Caine per presentare il film. Comunque vada, per il regista napoletano si annucia un periodo intenso: in estate avranno infatti inizio anche le riprese di The Young Pope, la serie prodotta da Sky, HBO e Canal +, con protagonista un pontefice d'eccezione: Jude Law.

Nel frattempo, noi possiamo mostrarvi in anteprima esclusiva alcune nuove immagini dell'attesissimo Youth, in sala dal 20 maggio. 

 
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Renzi svende le meraviglie d’Italia. Al Salone del libro la denuncia di Settis e Montanari da left.it

Post n°12386 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

Renzi svende le meraviglie d’Italia. Al Salone del libro la denuncia di Settis e Montanari

“Italia, salone delle meraviglie” è il titolo della fiera del libro che entra nel vivo al Lingotto di Torino con decine di conferenze dedicate al patrimonio d’arte, alla conoscenza e alla tutela di una tradizione unica al mondo e straordinariamente fusa con il paesaggio. Di tutto questo, e da varie prospettive, parlano al Salone del libro 2015 critici e storici dell’arte, scrittori, archeologi e divulgatori, fino a lunedì 18 maggio.

A emergere non sono solo la storia, la fantasia creativa, la lingua viva dell’arte italiana.Ma anche l’ignoranza e le scellerate politiche liberistiche di “de-tutela” messe in atto negli ultimi vent’anni e senza soluzione di continuità dai governi Berlusconi e ora dal governo Renzi.

La denuncia parte da voci autorevoli come quella di Salvatore Settis, già direttore della Normale e oggi alla guida del comitato scientifico del Louvre. Nel libro Se Venezia muore (Einaudi) denuncia la distruzione della laguna causata in primis dalle grandi navi, vere e proprie navi grattacielo che inquinano e deturpano il paesaggio. Di questa emergenza, ma anche della bellezza di Venezia le cui mura, come un palinsesto, recano iscritti secoli di storia umana, il professore ha parlato domenica 17  in una una lectio applauditissima.

Svolge una critica serrata alla riforma Franceschini voluta dal governo Renzi nel suo intervento al Salone lo storico dell’arte Tomaso Montanari, che sabato 16 maggio ha presentato il suo nuovo, sferzante, pamphlet Privati del patrimonio (Eianudi). Un libro in cui il docente dell’Università Federico II di Napoli critica aspramente il modo in cui il governo Renzi apre all’ingresso dei privati nella gestione dei beni culturali, contemporaneamente indebolendo le soprintendenze e il loro ruolo strategico nella tutela, e con lo Sblocca Italia esponendo il paesaggio al rischio di nuove colate di cemento.

Negli anni Novanta provvedimenti di cartolarizzazione e di svendita caratterizzarono le politiche ultra liberiste del centrodestra, ricorda Montanari nel suo libro, richiamandoItalia Spa (Einaudi) scritto da Settis nel 2002. Allora anche grazie alla “finanza creativa” di Tremonti fu messo in atto un assalto al patrimonio pubblico che pareva senza pari. Ma ora – denuncia Montanari – è l’attuale consigliere di Renzi, Marco Carrai, a rilanciare l’idea di Italia Spa. «È un circolo vizioso – rileva Montanari -. Si svende il patrimonio pubblico perché non c’è alcuna intenzione di recuperarlo e riutilizzarlo. E la svendita genera nuovo bisogno di costruire. Senza contare che la dismissione di questo tipo di monumenti non va a detrimento delle classi alte. Chi non ha una casa aveva almeno delle case pubbliche: adesso non avrà più neanche quelle».

La traduzione in legge dello Sblocca Italia, di fatto, ha ulteriormente peggiorato il quadro, denuncia lo storico dell’arte: «Perché è stato abrogato il comma di una legge del 2013 che permetteva al ministero dei Beni culturali di intervenire nella scelta dei beni da alienare. Ora il Mibact non ha più nemmeno diritto di parola. Di fronte a tutto questo il ministro Franceschini si sarebbe dovuto dimettere, invece non ha nemmeno protestato. Per assurdo ora gli Uffizi potrebbero essere messi in vendita senza che il ministero possa nemmeno fiatare».

 
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Addio B.B. King: le foto più belle da rainews24

Post n°12385 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

E' stato una delle figure più importanti della storia del blues di sempre

È morto B.B. King, uno dei più famosi e apprezzati musicisti blues al mondo. Cantautore, e abilissimo chitarrista, tanto da essere "innamorato" della sua chitarra (una Gibson ES-355 nera) al punto di dedicargli una canzone, la famosissima "Lucille", appartenente all’album omonimo dove appare sfoggiandone il dorso, come se ritraesse molto romanticamente e con una passione infinita una donna.
B.B. King era statunitense e aveva 89 anni; è morto a Las Vegas, soffriva di diabete da molti anni anni e lo scorso aprile era stato ricoverato in ospedale.

 
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George RR Martin sulle differenze tra i libri e la serie da http://blog.ghiaccioefuoco.com

Post n°12384 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

Superata la metà stagione, le critiche e i commenti sulle enormi differenze tra libri e serie si fanno più carichi e (a volte) pesanti. Per rispondere alle migliaia di email ricevute dopo l’episodio “Unbowed, unbent, unbroken”, andato in onda ieri sera su HBO, Geroge R. R. Martin fa una dichiarazione sul suo blog, che abbiamo tradotto per voi. 

Leggi in lingua originale qui

Sto ricevendo tantissime email e commenti su questo blog riguardo all’episodio di GAME OF THRONES andato in onda questa sera. Me lo aspettavo. 

I commenti…di qualunque genere e tono… sono stati eliminati. Ho detto fin dall’inizio che questo non è il luogo adatto per discutere la serie TV.  Vi prego di rispettare questa mia scelta. 

Ci sono luoghi migliori per questo tipo di discussioni: Westeros, Tower of the Hand, Watchers on the Wall, Winter is Coming, le sezioni per i commenti di critici televisivi che seguono lo show: James Hibberd, Alyssa Rosenberg, Mo Ryan, James Poniewozik e i loro colleghi: sono sicuro che in questi siti troverete modo per dibattere.

Molti fan mi chiedono di commentare. 

Lasciatemi ripetere quello che ho detto in passato. 

Quanti figli aveva Scarlett O’Hara? Tre nel libro. Uno nel film. Nessuno nella vita reale. Era un personaggio inventato, non è mai esistita. La serie è la serie, i libri sono i libri; due modi diversi di raccontare la stessa storia. 

Ci sono state differenze tra i libri e la serie fin dal primo episodio. E fin dal primo episodio ho parlato dell’effetto farfalla. Piccoli cambiamenti portano grandi cambiamenti che, a loro volta, generano enormi cambiamenti. HBO sta avendo l’impossibile e arduo compito di adattare in poco più di quaranta ore i miei (estremamente) lunghi e (straordinariamente) complessi romanzi, con i loro strati di trame e sotto-trame, svolte, contraddizioni, narratori non affidabili, cambi di punti di vista e ambiguità, e centinaia di personaggi.

Raramente abbiamo assistito a Serie TV fedelissime al materiale di partenza (se avete dei dubbi al riguardo, parlate con i fan di Harry Dresden, o con i lettori della saga di Sookie Stackhouse, o con i fan del fumetto di WALKING DEAD)… e man mano che la serie va avanti, le farfalle diventano sempre più grandi. E adesso siamo arrivati al punto in cui il battito d’ali delle farfalle sta generando una bufera, un po’ come quella che si è creata nella mia casella di posta.

La prosa e la televisione hanno misure diverse, debolezze diverse e requisiti diversi. 

David , Dan , Bryan e HBO stanno cercando di fare del loro meglio per creare una buona serie tv. 

E io sto cercando di fare del mio meglio per creare dei buoni romanzi.

E sì, per l’ennesima volta, sono diversi. Due strade che di dividono e si perdono, immagino… ma che puntano ad arrivare alla stessa conclusione. 

Nel frattempo, speriamo che tanto i lettori come gli spettatori si godano il viaggio. O i viaggi, come nel caso di molti. A volte le farfalle di trasformano in draghi. 

 

((Tolgo la possibilità di commentare a questo post. Commentate negli altri siti che vi ho citato. E per quelli curiosi, vi rimando ai capitoli già editi di THE WINDS OF WINTER che potete trovare sul mio sito))

 
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I fantasmi di Westeros

Post n°12383 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

‬Sappiamo bene ormai che il mondo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco è ricco di personaggi,‭ ‬un numero che continua a crescere con il procedere dei libri e della serie televisiva.‭ ‬Tuttavia ci sono molti personaggi che,‭ ‬pur non apparendo direttamente nei racconti,‭ ‬sono presenze molto concrete nei pensieri,‭ ‬nei dialoghi e talvolta nei sogni di alcuni protagonisti che vivono e agiscono nel mondo di Westeros.‭ ‬Ecco alcuni di questi fantasmi che abbiamo imparato a conoscere attraverso gli occhi e i ricordi di altri.

 

 

LYANNA STARK

 

Lyanna by ‭ ‬ReddEra"Robert,‭ ‬tu non conoscevi Lyanna quanto me.‭ ‬Hai visto la sua bellezza,‭ ‬ma non l’acciaio che si trovava sotto di essa.‭" ‬-‭ ‬Eddard Stark

 

 

Abbiamo sentito parlare cos di Lyanna,‭ ‬che la conosciamo molto di picuni personaggi che sono apparsi nella saga.‭ ‬Lyanna,‭ ‬sorella di ‭ ‬Eddard Stark  e promessa sposa di  Robert Baratheon, riappare molto spesso nei pensieri dei due uomini, seppur con caratteristiche contrastanti: Robert la ricorda come una fanciulla dolce, mentre Eddard come una ragazza testarda e impavida, molto simile alla figlia  Arya. Lyanna in particolare è lo spettro che perseguita Eddard, soprattutto in nome di una  misteriosa promessa in letto di morte.

 

 

RHAEGAR TARGARYEN

 

 

Rhaegar Targaryen by FFG

 

‭"‬Rhaegar ha combattuto con valore,‭ ‬Rhaegar ha combattuto con nobiltà,‭ ‬Rhaegar ha combattuto con onore.‭ ‬E Rhaegar è morto.‭" ‬-‭ ‬Jorah Mormont

 

Rhaegar resenza costante nei ricordi di ‭ ‬Robert Baratheon  e il suo solo pensiero rievoca nel sovrano il sentimento di odio e rancore nei confronti dei  Targaryen: il nobile principe, molto amato dal popolino, è stato, agli occhi di Robert, il crudele rapitore della sua amata  Lyanna  e colui che ne ha provocato la morte. Rhaegar riappare spesso anche nei pensieri di  Daenerys. La ragazza, che non lo ha mai conosciuto, sembra averlo preso come modello di eroismo e coraggio da seguire, grazie alle storie che le vengono raccontate. Procedendo con la storia, un'altra voce importante si aggiunge nel raccontare le vicende di Rhaegar: quella del suo grande amico  Jon Connington, intenzionato a completare una missione nel nome del defunto principe.

 

 

ELIA MARTELL

 

 

Elia Martell by Juliana P.‭"‬La principessa Elia di Dorne era una brava donna.‭ ‬Cortese e intelligente,‭ ‬con un cuore gentile e di notevole arguzia.‭" ‬-‭ ‬Barristan Selmy

 

 

Prima dell'introduzione di ‭ ‬Oberyn Martell  nella storia, Elia era solo un'ombra vaga, la sventurata sposa del principeRhaegar  morta nel massacro di  Approdo del Re. Con l'arrivo di Oberyn nella capitale, Elia è diventata una presenza importante a corte e, grazie ai ricordi del fratello, a cui era legatissima, si scopre sempre di più sulla sua storia e sulla sua terribile fine. Dopo la morte di Oberyn, il ricordo di Elia permane nelle vicende della  Casa Martell, dove il ricordo della ragazza è sempre stata una presenza costante, come altro pretesto per vendicarsi dei soprusi subiti dai  Lannister,  insieme alla morte dello stesso Oberyn.

 

 

AERYS II TARGARYEN

 

 

Aerys II‭ ‬-‭ ‬artista sconosciuto

 

"Aerys era pazzo,‭ ‬l'intero reame lo sapeva‭" ‬-‭ ‬Catelyn Tully

 

Eddard,  Jaime,  Catelyn,  Brienne,  Barristan,  Pycelle... c'è qualcuno che non ha mai parlato di Aerys II Targaryen? Se il rapimento di  Lyanna  da parte di  Rhaegar  è stato il pretesto per far scoppiare la rivoluzione, la follia di Aerys è le sue decisioni scellerate hanno contribuito a far sbocciare i semi della rivolta. A differenza di altri personaggi, il cui carattere dipende da chi ne parla, tutti sembrano essere concordi su Aerys: era un folle, sia in pubblico, sia in privato, sia per chi viveva nella capitale, sia per chi non l'ha mai conosciuto direttamente. L'unica che non è ancora del tutto convinta sulla sua follia è la figlia  Daenerys, che talvolta vede queste storie come un semplice pretesto inventato dai suoi avversari per detronizzarlo. Ma quando tutti quelli con cui parla riportano la stessa versione, Daenerys comincia a temere che quella follia possa diventare reale e manifestarsi anche in lei.

 

 

 

TYSHA

 

 

Tysha by ‭ ‬MartaFav

 

"Tysha è stata l'unica che mi ha veramente amato.‭" ‬-Tyrion Lannister

 

Un altro personaggio solamente accennato per molto tempo‭ ‬,‭ ‬che diventa una presenza costante nella mente di ‭ ‬Tyrion Lannister  dopo il suo arrivo a  Pentos  e durante tutta la sua permanenza a  Essos. Tyrion ricorda con dolore la sua giovane sposa, allontanata per volere di  Tywin Lannister, fino a farla diventare un feticcio concreto dell'odio contro la sua famiglia: contro  Jaime  che gli ha sempre fatto credere fosse una prostituta e contro suo padre, che l'ha cacciata dopo averla umiliata pesantemente.

 

 

JOANNA LANNISTER

 

 

Joanna by ‭ ‬Naomi makes art73‭"‬Solo lady Joanna conosce davvero ‭ ‬l'uomo che c‭' ‬l'armatura  e tutti i suoi sorrisi appartengono a lei e a lei soltanto." - Pycelle

 

 

Amata moglie di lord ‭ ‬Tywin  e madre dei loro tre figli, Joanna muore nel dare alla luce  Tyrion  ed è stata per molto tempo il vero e proprio tassello mancante della  Casa Lannister: l'odio di  Cersei  nei confronti di Tyrion sembra partire proprio dalla morte di sua madre per cui la donna, sin da bambina, incolpa suo fratello. Sulla figura di Joanna, sempre una presenza delicata nella storia, si inizia a fare chiarezza molto tardi nella saga, verso la fine del quarto volume, fino ad apparire inaspettatamente in sogno a  Jaime, rivelando nuove dinamiche all'interno della famiglia Lannister, che forse verranno approfondite in futuro. Di certo, la morte di Joanna è stato un dolore profondo per lord Tywin, che non si è mai più risposato.

 

 

TERZA MOGLIE DI VICTARION

 

 

"Mysterious woman‭" ‬-‭ ‬artista sconosciuto

 

"L'ho pestata a sangue con le mie stesse mani,‭ ‬ma Occhio-di-corvo l'ha uccisa ficcandoglielo dentro.‭ ‬Non avevo scelta.‭" ‬-‭ ‬Victarion Greyjoy

 

Chiunque abbia letto i capitoli di ‭ ‬Victarion Greyjoy  non può essersi dimenticato della presenza quasi angosciante di questa donna nei ricordi del capitano. La particolarità di questo personaggio, rispetto a quelli citati finora, è che di lei non si sa quasi nulla, neppure il nome. L'unica certezza è che è morta per mano di Victarion stesso, dopo essere rimasta incinta di  Euron, non si sa se per stupro o a seguito di un tradimento consenziente. Per due libri questa donna appare solo nei ricordi di Victarion, con pochissimi dettagli: magari in futuro scopriremo di più, oppure rimarrà un fantasma che perseguiterà Victarion (e i lettori) per tutti i suoi capitoli.

 
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ROCCO E I SUOI FRATELLI restaurato da rainews23

Post n°12382 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

 (ANSA) FOTO 1 DI 14 #Cannes2015, il ritorno di 'Rocco e i suoi fratelli' restaurato e senza censura Tweet16 17 MAGGIO 2015 Un film indimenticabile 'Rocco e i suoi fratelli', per la regia del maestro Luchino Visconti. Film al Festival di Cannes, nella sezione Cannes Classics in versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con Titanus, TF1 Droits Audiovisuels, The Film Foundation di Martin Scorsese e Gucci. Il restauro e' realizzato dal laboratorio della Cineteca di Bologna L'Immagine Ritrovata. Ospite d'onore della serata Claudia Cardinale, una dei protagonisti resi celebri dalla pellicola, insieme ad Alain Delon, Renato Salvatori e Annie Girardot.  Nel nuovo restauro, supervisionato dallo stesso direttore della fotografia del film, Giuseppe Rotunno, si recuperano i tagli di censura avvenuti dopo la prima alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1960: in particolare, le due sequenze della violenza di Simone (interpretato da Renato Salvatori) su Nadia (Annie Girardot) e dell'omicidio della stessa Nadia da parte di Simone. Sequenze restituite alla loro integrità.   - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Rocco-e-i-suoi-fratelli-a0a586d5-178e-46f7-b34e-933418b4a181.html

 
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Mad Max: Fury Road al primo posto

Post n°12381 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

Box Office Italia
Come spesso capita in Italia, all'aumentare della qualità dei film in uscita corrisponde una netta diminuzione degli incassi. Questa settimana l'unico film a stare sopra (per un soffio) a quota 1 milione di euro è Mad Max: Fury Roadche vince la sfida delle new entry con Il racconto dei racconti - Tale of Tales di Matteo Garrone, secondo con 897mila euro (ma che può vantare una migliore media per sala). Scende al terzo posto e arriva a 16 milioni complessiviAvengers: Age of Ultron che si insedia al quarto posto della classifica totale stagionale, scalzando Siani che non riuscirà a salire sul podio. Il film dovrebbe chiudere la propria corsa con circa 17 milioni di euro. Nessuna novità nel resto della top ten, mentre è da segnalare la buona tenuta di Forza maggiore, che sta beneficiando del passaparola, all'undicesimo posto ma in salita rispetto alla settimana scorsa. Peccato per l'ottimo Calvario, che raccoglie appena 22mila euro con 52 schermi a disposizione, è un film che avrebbe meritato ben altro successo. La prossima settimana le due uscite forti sono l'atteso ritorno "post Oscar" di Sorrentino con Youth - La giovinezza e il disneyano Tomorrowland con George Clooney

Box Office USA
In America Avengers: Age of Ultron cede lo scettro e al primo posto, con ben 70 milioni di dollari ed una media per sala stellare troviamo il sequel Pitch Perfect 2 che in tre giorni ha raccolto più dell'incasso totale del primo film, che si fermò a 65. Sorpresi? Non è il caso: Voices è stato uno dei film più acquistati e noleggiati in home video (e surrogati vari...) e questo sequel era davvero molto atteso. Ecco, forse non così atteso, ma il dato non stupisce del tutto. Ottimo secondo è Mad Max: Fury Road, idolatrato dalla critica di mezzo mondo, che ottiene 44 milioni di dollari, un bel risultato che potrebbe crescere grazie al passaparola. È Avengers: Age of Ultron? È terzo, con poco meno di 39 milioni che portano il suo totale americano a 372 milioni complessivi. Come avevamo previsto però, al calo rispetto al primo The Avengers avvenuto in America, fa da contraltare il boom estero (Cina compresa stavolta, dove è finalmente uscito e ha incassato 156 milioni in sei giorni e manca ancora il Giappone...) che portano il suo totale complessivo a 1 miliardo e 140 milioni, in scia a Fast & Furious 7, arrivato a 1.5 miliardi. La sensazione è che entro un paio di settimane al massimo, Avengers: Age of Ultron dovrebbe diventare il numero uno assoluto dell'anno e chiudere a 1.6 miliardi a livello mondiale e 450/470 milioni in America (un calo comunque considerevole che sarà interessante vedere quanto e come influenzerà i piani della Marvel/Disney). Intanto l'estate americana prosegue e la prossima settimana arriva un'altra accoppiata interessante: il remake Poltergeist e Tomorrowland, diBrad Bird con George Clooney

 
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WOODY ALLEN: "LA VITA NON HA SENSO, L'IMPORTANTE È DISTRARSI" da film.it

Post n°12380 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

Il regista al Festival di Cannes insieme alla sua nuova musa Emma Stone che è tornato a dirigere in Irrational Man
Woody Allen, Cannes 2015, Irrational Man
 La Presse

Woody Allen durante il photocall del suo film Irrational Man al Festival di Cannes

15.05.2015 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes
Ci sono volte in cui Woody Allen è arzillo e si lascia andare a uno dei suoi show comici, altre volte in cui è molto spento e distratto. Quando lo incontriamo in occasione della première mondiale di Irrational Manal Festival di Cannes il regista presenta entrambe le nature. Si distrae spesso davanti alle domande dei giornalisti, ma dopo un po' il suo spirito comico prende il decollo. E anche una certa onestà autoironica: "Sin dall'inizio della mia carriera ho sempre voluto fare il serio. Il mio idolo è Ingmar Bergman e avrei tanto voluto fare i film come lui. Sono diventato un comico perché nessuno mi dava i soldi per fare un film serio. Tutti volevano che fossi divertente che era una cosa che riuscivo a fare bene. Sul lavoro. Nella vita invece ero molto serio da giovane, al punto di essere noioso. Ma credetemi, se avessi potuto avrei fatto uno di mattoni drammatici dopo l'altro!".



Il suo nuovo film, presentato fuori concorso a Cannes, è una delle sue solite commedie ciniche (tra le più interessanti degli ultimi anni) interpretata da Joaquin Phoenix, Emma Stone e Parker Posey.  Sullo schermo Phoenix  interpreta un professore di filosofia depresso e aspirante suicida. Un uomo il cui dolore finisce per affascinare la studentessa Emma Stone (alla sua seconda prova consecutiva con Allen dopo Magic in the Moonlight) con cui inizierà una relazione. Ancora una volta eros e thanatos si alternano e si rispecchiano nel suo cinema e a chi gli chiede se questa vita abbia un senso, Allen risponde: "Nessun senso. La vita ha già piani per sé e ti mette sotto. Prima o poi tutti ci ritroviamo in qualche brutta situazione. Possono dirvi che vale la pena viverla, ma è una bugia. L'unica soluzione è la distrazione. Con me funziona: guardo una partita di baseball o un film con Fred Astaire e per un po' riesco a non pensare alla morte o a quando invecchierò sul serio (Allen oggi ha 79 anni). Anche fare film aiuta a distrarmi".

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Nell'era dei sequel c'è un titolo che Woody Allen rivisiterebbe? "Li rifarei tutti. Perché impari sempre qualcosa di nuovo quando giri un film. E' solo un problema di budget oggi, ma se potessi li rifarei tutti e proverei a migliorarli. Charlie Chaplin lavorava così, prendeva un film lo girava e lo rigirava, ma all'epoca tutto era più facile e meno costoso".  A quel punto è Film.it a chiedere al regista della sua futura esperienza in TV, quella miniserie commissionatagli da Amazon e annunciata per il 2016. Ma Allen, pur non sbilanciandosi, dice le cose come stanno: "Non guardo la TV e nessuna serie televisiva. Mi spiace per Amazon ma credo che rimarranno delusi perché potrei solo fare un casino cosmico. Non credo che riuscirò: fare film è già difficile, figuriamoci fare sei film da quaranta minuti l'uno!". 
In chiusura Allen rivela il segreto del suo successo, sempre lo stesso: "Ingaggiare attori di talento e stare lontani dal loro lavoro. Le persone mi dicono che sono stato bravo a dirigerli, ma io non c'èntro assolutamente nulla. Lavoro sempre con attori affermati celebrati sia prima sia dopo aver fatto i miei film. Quindi ingaggio la gente giusta ed evito di fare casino con il loro lavoro".

 Irrational Man sarà distribuito in Italia da Warner Bros. 

 
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David Lynch trova l’accordo con Showtime per la nuova serie di Twin Peaks da radiocinema

Post n°12379 pubblicato il 19 Maggio 2015 da Ladridicinema
 
Tag: news, novità, tv

Lynch sarà ufficialmente dietro la macchina da presa dei nuovi episodi di Twin Peaks, come ha affermato il presidente della rete via cavo

Gli script firmati da Lynch e da Mark Frost sono pronti e a quanto pare sarebbero più dei 9 inizialmente previsti. La pre-produzione partirà subito, afferma David Nevins, presidente delle rete: “La tazza di caffè di Lynch e Frost ora sarà ancora più deliziosa, il tempo che abbiamo aspettato la renderà ancora più buona e David la dirigerà per intero”.

EMANUELE RAUCO

 
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