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Messaggi del 17/08/2015

 

Box-Office Italia: Ant-Man vince il weekend di Ferragosto con 1.5 milioni di euro da badtaste

Post n°12487 pubblicato il 17 Agosto 2015 da Ladridicinema
 

 

Ottimo risultato per Ant-Man al box-office italiano: nonostante la festività di Ferragosto (e complice il maltempo di domenica, che ha fatto registrare una impennata negli incassi) il film dei Marvel Studios è riuscito a raccogliere oltre un milione e mezzo di euro nel weekend, ottenendo una media di quasi 2.800 euro. In cinque giorni il film ha superato i due milioni di euro complessivi.

La miglior media per sala del weekend, tuttavia, la ottiene Come ti Rovino le Vacanze, che incassa 908mila euro in quattro giorni. Essendo uscito in meno di 250 sale, la media schizza a quasi 3.800 euro. Un milione gli euro raccolti in cinque giorni.

Al terzo posto troviamo Pixels: il film raccoglie 323mila euro, calando del 29% e salendo a 2.8 milioni di euro complessivi. Subito sotto, Spy incassa altri 140mila euro e sale a 2.2 milioni complessivi, seguito da Left Behind, con 120mila euro e un totale di 773mila euro.

 
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Film nelle sale da giovedi

 

Braveheart

Post n°12485 pubblicato il 17 Agosto 2015 da Ladridicinema
 

Locandina Braveheart - Cuore impavido

Nell'anno 1280 la Scozia rimane senza eredi al trono e il re d'Inghilterra, Edoardo I detto il Gambelunghe, mette in atto un piano per estendere i propri domini. Fa uccidere in un'imboscata molti nobili scozzesi pretendenti al trono e scatena gli eserciti contro le popolazioni dei villaggi rurali. Rimasto orfano a causa di queste rappresaglie, il giovane William Wallace viene messo sotto la tutela dello zio Argyle, un uomo di studi che gli fa conoscere l'Europa e lo inizia alle lingue straniere e all'uso della spada. Molti anni dopo, William fa ritorno al proprio villaggio, ritrovando gli amici d'infanzia e la bella Murron, che ama ricambiato. Le intenzioni di vivere in pace nella dimora di famiglia vengono meno quando, dopo aver sposato Murron in segreto per evitare l'applicazione della ius primae noctis, questa viene uccisa da un gruppo di soldati della corona per punire la sua reazione ad un tentativo di farle violenza. Da quel momento, ha inizio la vendetta di William Wallace, il cui coraggio darà vita alla ribellione dell'intero popolo di Scozia contro la tirannia del dominio inglese.
Forse non è un caso che le gesta leggendarie del condottiero scozzese William Wallace risultino tramandate da un menestrello non vedente del XV secolo, Harry il Cieco. Come i poemi di Omero sulla guerra di Troia e il ritorno a casa di Ulisse, anche il racconto di questo ribelle dal cuore impavido è pura epica, mito laico che attorno al fatto storico costruisce quell'epopea narrativa necessaria ad incidere nell'immortalità della leggenda. Perché, ovviamente, la leggenda non è la Storia e, come tale, richiede un altro tipo di rievocazione che non è quella della ricerca delle fonti e dell'esercizio storiografico ma quella della retorica celebrativa e trionfalistica. Il linguaggio dell'esaltazione e del tripudio, dell'enfasi e dell'ardore, mirato a creare solo emblemi e icone e non personaggi di un romanzo psicologico. Braveheart nasce da qui: da uno sceneggiatore che per un puro caso di omonimia (si chiama Randall Wallace) si interessa alla figura rappresentata da una statua ad Aberdeen e decide di rievocarne la leggenda e dalla personalità di Mel Gibson, divo australiano che per l'occasione è pronto a farsi regista, produttore e fomentato cantore di un eroe dell'indipendenza scozzese. 
Il resto è storia. O meglio, è leggenda, in ogni senso. Gibson realizza un kolossal costosissimo in linea con la Hollywood più aurea e più ingenuamente enfatica, dove un'elegia del culto superomistico e un'apologia della vendetta avvampano gridando in nome della libertà. In questa audace impresa, Gibson consacra completamente se stesso, esaltando il potere della mitopoiesi su quello della verosimiglianza storica attraverso un racconto di tre ore dal grandissimo respiro che assomma senza vergogna una personale interpretazione dello spirito della mitologia celtica a momenti superficiali come i dettagli dell'infanzia di William o di pura naïveté come il rapporto sensuale fra il condottiero del popolo e la regina Isabella. Eppure, nella sua prolissità grondante sangue e retorica militare, Mel Gibson si dimostra capace di realizzare scene di battaglia e coreografie di combattimento corpo a corpo di straordinaria spettacolarità. Il loro impatto visivo e il loro brutale realismo fanno sì che Braveheart, nell'evoluzione che va da Aleksandr Nevskij a Ran, da Il gladiatore a Il signore degli anelli, prenda saldamente la sua posizione. Dimostrando come anche la storia del cinema passi attraverso la leggenda.

 
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