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Messaggi del 14/09/2016

 

Box office, in America Sully è uno dei migliori esordi di sempre per settembre

Post n°13361 pubblicato il 14 Settembre 2016 da Ladridicinema
 

Box office Italia 
Io prima di te vince il weekend, confermandosi in testa alla classifica con un totale di 4,7 milioni di euro. Mezzo flop per Independence Day: Rigenerazione, che supera molto a fatica il milione di euro e non dà l'impressione di godere di ottima salute. Ancora un weekend sul podio per L'era glaciale: In rotta di collisione, vicino ai 7,5 milioni complessivi. A centro classifica reggono bene Jason Bourne e Paradise Beach, quest'ultimo capace di superare i 2 milioni di euro, mentre per Man in the Dark c'è una partenza da mezzo milione di euro, in linea con le aspettative. Poco influenti le altre new entry settimanali, con Un amore all'altezza e Tommaso che occupano le ultime posizioni. Questa settimana il film forte in uscita è Alla ricerca di Dory, che non dovrebbe avere problemi ad ottenere la prima posizione, mentre sono da tenere d'occhio i due italiani L'estate addosso e Questi giorni, e Trafficanti, che ha fatto bene in America. 

Box office USA
Negli States, missione compiuta per Sully, il film di Clint Eastwood con Tom Hanks, che apre con 35,5 milioni di dollari e fa segnare uno dei migliori esordi di sempre per un film a settembre. Il film dovrebbe superare senza problemi quota 100 milioni. Discreto esordio anche per When the Bough Breaks, anche se peggio rispetto a The Perfect Guy dell'anno scorso, che era rivolto più o meno allo stesso target. Il film è costato però pochissimo, appena 10 milioni, quindi è già in attivo. In super-attivo è Man in the Dark, che sale sul podio e tocca quota 66 milioni (ne è costati meno di 10). Regge Suicide Squad, che in America è arrivato a quota 307 milioni, mentre a livello mondiale è prossimo a passare quota 700 milioni. Partenza debolissima per l'animato The Wild Life (2016), film peraltro senza grosse ambizioni, mentre a fondo classifica salutano la top ten alcuni protagonisti di agosto come Bad Moms e Sausage Party. Flop terrificante per The Disappointments Room, che apre appena 17esimo con soli 1,4 milioni: farà fatica ad andare in attivo, nonostante un costo contenuto a 15 milioni. La prossima settimana arrivano due uscite interessanti: Blair Witch, il reboot del celebre horrorSnowden di Oliver Stone e Bridget Jones's Baby, per ora molto apprezzato dalla critica. 

 
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L’Italia è senza Ambiente da sergioferraris.com

Post n°13360 pubblicato il 14 Settembre 2016 da Ladridicinema
 

 

 

ambiente italia beppe rovera

Troppo. Troppo per una dirigenza Rai supina agli interessi politici di un Governo che ambisce alla creazione del partito unico della nazione. E che per questo motivo necessita di un pensiero a senso unico. Su tutto. A partire dall’ambiente.E due. Ora, dopo Luca Mercalli, tocca a Beppe Rovera e l’Italia non ha più Ambiente. Ambiente Italia. La storica trasmissione che si occupava d’Ambiente in prima battuta, con servizi realizzati autonomamente ora non c’è più. Cancellata dai palinsesti Rai.

Ne ha dato l’annuncio ufficiale il conduttore Beppe Rovera, oggi (sabato 10 settembre 2016) con un post su Facebook che afferma:

“Fine di Ambiente Italia. Andava in onda dal settembre ’90, su Raitre nazionale. Dalle 14.50 alle 15.50 per oltre vent’anni; poi spostata dalle 13 alle 14 negli ultimi tempi (nell’ora tradizionale dei tg di mezza giornata), infine ridotta a mezz’ora nell’ultima edizione. Il Paese in diretta, coi suoi mali, le sue meraviglie, le sue ambiguità. Una partecipazione corale, voci, confronti, inchieste sull’onda della stretta attualità. Per capire, supportati da fonti scientifiche autorevoli, chiedendo conto a chi di dovere. Una trasmissione onesta, utile, a disposizione dei cittadini. Di servizio. Da quest’anno è sparita dal palinsesto. Amen”

E non è un bel messaggio, in un’Italia che sembra essere disinteressata ai cambiamenti climatici, dove le rinnovabili arretrano – mentre in tutto il Mondo, Stati Uniti compresi aumentano – dove l’inquinamento urbano dell’aria ormai non è più urbano, ma interregionale come in Pianura Padana – che è una delle regioni europee tra le più inquinate, dove abbiamo 57 siti altamente inquinati, d’interesse nazionale o regionale con le bonifiche praticamente a zero, dove brevettiamo in Giappone case antisismiche e poi non le costruiamo ad Amatrice.

E Ambiente Italia non era solo denuncia. Non era solo questo. Beppe Rovera e la sua squadra erano anche capaci di cogliere la bellezza del nostro paese. I luoghi, la cultura, le bellezze e il paesaggio erano altri punti cardine della sua trasmissione nella quale questi contenuti erano alternati ai disastri ambientali.

E con ogni probabilità proprio questo contrasto, questo suo caparbiamente dire attraverso la lettura dei contesti generali della nazione: «abbiamo un Paese meraviglioso, non possiamo, non dobbiamo permettere altri scempi quali Priolo, l’Ilva o il centro storico di Roma assediato dalle auto», (questo virgolettato è una mia ipotesi. N.d.R.) è stato il motivo della soppressione di Ambiente Italia.

Soppressione che dopo quella di Scala Mercalli ci consegna un disegno chiaro di ciò che sta succedendo in Rai (radiotelevisione pubblica pagata da tutti i cittadini con il canone, è bene ricordarlo) in fatto d’ambiente.

Scala Mercalli ci dava informazione su ciò che succedeva all’estero, mettendo ciò in confronto con il Paese. E infatti è stata chiusa con tanto d’interrogazione parlamentare sulla questione Tav. Ambiente Italia, invece informava sul paese, sulle sue dinamiche interne, sulle sue contraddizioni. Positive e negative.


La citazione di Aldo Grasso (con il quale sono spesso in disaccordo) scritta nella Enciclopedia della televisione pubblicata da Garzanti e  ripresa dal sito della Rai:

“Ambiente Italia è una delle poche rubriche che possono vantare il marchio di garanzia del servizio pubblico. In onda dal 1990, si propone di raccontare agli italiani come sta un Paese troppo spesso minacciato dall’incuria e dal malaffare, ma anche ricco di uno straordinario patrimonio naturale e culturale, che merita di essere difeso e valorizzato”.


Da Facebook ecco quanto afferma il deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi:

“Perché ha chiuso Ambiente Italia? Quale è il progetto editoriale che sta dietro le scelte della nuova Rai, dove si cancella una storica trasmissione dedicata all’ambiente ma si decide di produrre un docu-reality sull’esibizione del lusso dei giovani figli di multimilionari? E’ opportuno che i vertici diano delle spiegazioni. Abbiamo appreso da un messaggio su Facebook di Beppe Rovera, storico autore della trasmissione che dal 1990 racconta le tematiche ambientali su Raitre, che Ambiente Italia – spiega – non riaprirà i battenti con la nuova stagione televisiva, è stata cancellata. Nell’anniversario di Cop21, con le grandi potenze che all’ultimo G20 hanno annunciato finalmente l’adesione all’Accordo di Parigi, quale strategia suggerisce alla Rai di eliminare chi in questi anni ha raccontato l’importanza dell’impegno ambientalista? Quello che era un fiore all’occhiello della programmazione del servizio pubblico, unanimemente apprezzato dal mondo ambientalista, da cosa sarà sostituito? Dopo la chiusura di Scala Mercalli, un’altra scelta di Raitre che alimenta forti dubbi, in vista del rinnovo della concessione e del contratto di servizio”.

 
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Se Scala Mercalli chiude è anche colpa nostra

Post n°13359 pubblicato il 14 Settembre 2016 da Ladridicinema
 

LA POLITICA HA DECISO LA CHIUSURA DI SCALA MERCALLI, MA LA COLPA E ANCHE DI CHI GIORNALISTI E OPINIONE PUBBLICA, NON LA HA DIFESA


Ecco allora che la politica se da un lato apre al web, come fa il Presidente del Consiglio Matteo Renzi con le proprie incursioni su Facebook che saltano i media classici e le agenzie, dall’altro blinda la televisione, sapendo che quell’audience è raggiungibile solo con quel media.Scala Mercalli chiude. Alla fine ci sono riusciti. Chiude la trasmissione che aveva portato l’ambiente in prima serata. E non è un caso isolato. La Rai del servizio pubblico obbligatorio, quella del canone in bolletta per intenderci, sta ridimensionando, nella durata e nella collocazione in palinsesto, buona parte degli spazi d’informazione dedicati all’approfondimento.

Con in prima fila quelli dedicati all’informazione ambientale. Ambiente Italia, la storica trasmissione sull’ambiente è stata drasticamente ridimensionata e ora arriva la soppressione, dopo sole due stagioni, di Scala Mercalli, la trasmissione creata da Luca Mercalli che ha avutoil pregio di informare su esperienze inedite, per il grande pubblico italiano, circa questioni climatiche e ambientali, ma non solo. Una trasmissione scomoda. Vero. Come del resto dovrebbe essere tutta l’informazione.

Una trasmissione che viene chiusa non a caso. Ma con una volontà politica precisa che rappresenta un punto di svolta. Già perché questa volta la chiusura della trasmissione ha una chiara lettura politica, esattamente come l’editto bulgaro che colpì Biagi, Santoro e Luttazzi all’epoca del governo Berlusconi, nel 2002.

Scala Mercalli, infatti, è stata oggetto di un’interrogazione parlamentare a firma dei senatori del PD Stefano Esposito, Camilla Fabbri e Francesco Verducci alla commissione di Vigilanza Rai.

Che recita esattamente: «risulta evidente che il sig. Luca Mercalli ha confezionato un prodotto di propaganda, fedele alle sue convinzioni (No Tav secondo gli interroganti N.d.R), all’interno di un programma della tv pubblica, pagata con il canone di tutti gli italiani, utilizzando come coro a sostegno di queste posizioni i suoi sodali con i quali da più di dieci anni organizza assemblee per contrastare la realizzazione della linea ad alta velocità Tav».

E proseguono chiedendo di sapere: «se tale modalità di informazione sia compatibile con quella di una tv pubblica; se questo sia il metodo di informazione con il quale intenda improntare la propria direzione delle reti Rai; se non ritenga necessario adottare i provvedimenti che riterrà più opportuni, e di propria competenza, nei confronti del conduttore Luca Mercalli; se non ritenga opportuno prevedere una puntata riparatrice nella quale invitare soggetti a favore della linea Torino-Lione».

Questa la cronaca, la documentazione necessaria per le verifiche è in fondo all’articolo, e c’è anche la risposta all’interrogazione del Dg Rai Campo Dall’Orto. Ma il vero problema è il contesto nel quale nasce l’operazione di attacco e di rimozione del programma Scala Mercalli e che si sta ripetendo con altri programmi e conduttori scomodi.

E che potrebbe diventare un format di rimozione collaudato e di successo. La politica, infatti, e non è una novità si è resa conto che una parte importante dell’opinione pubblica si è spostata sul web, mentre i media generalisti, carta e giornali, influiscono maggiormentesulla parte più anziana della popolazione che del web è sprovvista, la quale è più facilmente influenzabile per il diradarsi delle relazioni personali.

Nasce da qui, quindi, l’attacco generalizzato ai programmi d’informazione Rai che ha un solo compito: isolare da qualsiasi influenza “esterna” un elettorato “sensibile” sia come numero, sia come attenzione.

Ambiente, welfare, sanità, infatti sono alcune delle tematiche alle quali la popolazione più anziana è sensibile e quindi appare chiaro quale sia il progetto strategico d’isolamento.

Da un lato si tenta il controllo dell’elettorato più giovane “incastrandolo” in Facebook e offrendo loro contenuti solo all’interno dei social network che sempre più vorrebbero diventare il sinonimo di internet – escludendo tutto ciò che c’è fuori -, mentre dall’altro si “sterilizzano” i media generalisti a cominciare dalle televisioni da contenuti scomodi, come l’ambiente.

Il tutto nel più assoluto silenzio degli addetti ai lavori, come testimonia la scarsa eco che c’è stata sulla stampa dell’interrogazione parlamentare contro Scala Mercalli. Con un’opinione pubblica, si anche i lettori e gli spettatori hanno le loro colpe, indifferente alla questione. È chiaro che in un simile contesto l’accetta della politica sull’informazione “scomoda” ha un gioco facile.

Come fare, quindi, per (ri)dare un ruolo al giornalismo e all’informazioneLa ricetta è ancora ignota, e addirittura non se ne conoscono gli ingredienti, come succede in tutte le fasi di transizione. Di sicuro l’informazione deve crescere perché si imponga come tale, incalzando la politica e non scendendo a patti con essa.

E già questa sarebbe una rivoluzione copernicana in Italia. E poi serve un’enorme spinta verso l’innovazione, nei contenuti, nei format e nella distribuzione, tenendo conto del fatto che sempre più spesso, anche con il mezzo televisivo, basta guardare Netflix, la monodirezionalità non esiste più.

Il lettore/spettatore sarà sempre meno passivo, a cominciare dalle possibilità di scelta, e la differenza sul successo dell’informazione in futuro sarà sempre più basata sulla qualità, sull’empatia e non sui numeri.

Perché la qualità è apprezzata e i numeri di Scala Mercalli lo dimostrano ed erano un ottimo inizio, ma non sono bastati per chi giudica questi numeri solo su base elettorale, come fa certa politica.

Il problema è se noi, operatori, sapremo identificare, creare e diffondere qualità dell’informazione che possa essere riconosciuta come tale dai nostri utenti. E quindi se sapremo in primo luogo riconoscere si i nostri meriti, ma anche e soprattutto i nostri errori.

Come in tutte le fasi di transizione/innovazione il futuro è nelle mani di chi sa vedere oltre al muro e non di sicuro in chi guida guardando allo specchietto retrovisore. E il muro nemmeno lo vede. Ma il muro esiste e continua a esistere. La scelta se schiantarci o dotarsi dell’asta giusta per saltarlo è solo nostra.

 
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Premi ufficiali della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Post n°13358 pubblicato il 14 Settembre 2016 da Ladridicinema
 

VENEZIA 73
La Giuria di Venezia 73, presieduta da Sam Mendes e composta da Laurie Anderson, Gemma Arterton, Giancarlo De Cataldo, Nina Hoss, Chiara Mastroianni, Joshua Oppenheimer, Lorenzo Vigas e Zhao Wei, dopo aver visionato tutti i 20 film in concorso, ha deciso di assegnare i seguenti premi:
 
LEONE D’ORO per il miglior film a:
ANG BABAENG HUMAYO (THE WOMAN WHO LEFT)
di Lav Diaz (Filippine)
 
LEONE D’ARGENTO - GRAN PREMIO DELLA GIURIA a:
NOCTURNAL ANIMALS
di Tom Ford (USA)
 
LEONE D’ARGENTO - PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA ex-aequo a:
Andrei Konchalovsky
per il film PARADISE (Federazione Russa, Germania)
Amat Escalante
per il film LA REGIÓN SALVAJE (THE UNTAMED)
(Messico, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Svizzera)
 
COPPA VOLPI
per la migliore attrice a:
Emma Stone
nel film LA LA LAND di Damien Chazelle (USA)
 
COPPA VOLPI
per il miglior attore a:
Oscar Martínez
nel film EL CIUDADANO ILUSTRE di Mariano Cohn e Gastón Duprat
(Argentina, Spagna)
 
PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
Noah Oppenheim
per il film JACKIE di Pablo Larraín (Regno Unito)
 
PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA a:
THE BAD BATCH di Ana Lily Amirpour (USA)
 
PREMIO MARCELLO MASTROIANNI
a una giovane attrice emergente a:
Paula Beer
nel film FRANTZ di François Ozon (Francia, Germania)
 
 
LEONE DEL FUTURO - PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA
“LUIGI DE LAURENTIIS”
La Giuria Leone del Futuro - Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” della 73. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, presieduta daKim Rossi Stuart e composta da Rosa Bosch, Brady Corbet, Pilar López de Ayala, Serge Toubiana, assegna il:
 
LEONE DEL FUTURO
PREMIO VENEZIA OPERA PRIMA “LUIGI DE LAURENTIIS” a:
Akher Wahed Fina (The Last of Us) di Ala Eddine Slim
(Tunisia, Qatar, E.A.U., Libano)
SETTIMANA INTERNAZIONALE DELLA CRITICA
nonché un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.
 
 
PREMI ORIZZONTI
La Giuria Orizzonti della 73. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, presieduta da Robert Guédiguian e composta da Jim Hoberman, Nelly Karim, Valentina Lodovini, Moon So-ri, José María (Chema) Prado e Chaitanya Tamhane dopo aver visionato i 32 film in concorso, assegna:
 
il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR FILM a:
LIBERAMI  di Federica Di Giacomo (Italia, Francia)
 
il PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE REGIA a:
Fien Troch
per HOME (Belgio)
 
il PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA ORIZZONTI a:
KOCA DÜNYA (BIG BIG WORLD)
di Reha Erdem (Turchia)
 
il PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE ATTRICE a:
Ruth Díaz nel film TARDE PARA LA IRA di Raúl Arévalo (Spagna)
 
il PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR ATTORE a:
Nuno Lopes nel film  SÃO JORGE di Marco Martins (Portogallo, Francia)
 
PREMIO ORIZZONTI PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA a:
KU QIAN (BITTER MONEY) di Wang Bing (Francia, Hong Kong)
 
PREMIO ORIZZONTI PER IL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO a:
LA VOZ PERDIDA di Marcelo Martinessi (Paraguay, Venezuela, Cuba)
 
il VENICE SHORT FILM NOMINATION FOR THE
EUROPEAN FILM AWARDS 2016 a:
AMALIMBO di Juan Pablo Libossart (Svezia, Estonia)
 
 
PREMI VENEZIA CLASSICI
la Giuria presieduta da Roberto Andò e composta da studenti di cinema provenienti da diverse Università italiane: 25 laureandi in Storia del Cinema, indicati dai docenti di 12 DAMS e della veneziana Ca’ Foscari, ha deciso di assegnare i seguenti premi:
 
il PREMIO VENEZIA CLASSICI PER IL MIGLIOR DOCUMENTARIO SUL CINEMA a:
LE CONCOURS di Claire Simon (Francia)
 
il PREMIO VENEZIA CLASSICI PER IL MIGLIOR FILM RESTAURATO a:
BREAK UP – L’UOMO DEI CINQUE PALLONI di Marco Ferreri
(1963 e 1967, Italia, Francia)
 
LEONE D’ORO ALLA CARRIERA 2016 a:
JEAN-PAUL BELMONDO
JERZY SKOLIMOWSKI
 
JAEGER-LECOULTRE GLORY TO THE FILMMAKER AWARD 2016 a:
Amir Naderi
 
PERSOL TRIBUTE TO VISIONARY TALENT AWARD 2016 a:
Liev Schreiber
 
PREMIO L’ORÉAL PARIS PER IL CINEMA a:
Matilde Gioli
 
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