Creato da: Ladridicinema il 15/05/2007
Blog di cinema, cultura e comunicazione

sito   

 

Monicelli, senza cultura in Italia...

 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

tutto il materiale di questo blog può essere liberamente preso, basta citarci nel momento in cui una parte del blog è stata usata.
Ladridicinema

 
 

Ultimi commenti

Contatta l'autore

Nickname: Ladridicinema
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 39
Prov: RM
 
Citazioni nei Blog Amici: 28
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

FILM PREFERITI

Detenuto in attesa di giudizio, Il grande dittatore, Braveheart, Eyes wide shut, I cento passi, I diari della motocicletta, Il marchese del Grillo, Il miglio verde, Il piccolo diavolo, Il postino, Il regista di matrimoni, Il signore degli anelli, La grande guerra, La leggenda del pianista sull'oceano, La mala education, La vita è bella, Nuovo cinema paradiso, Quei bravi ragazzi, Roma città aperta, Romanzo criminale, Rugantino, Un borghese piccolo piccolo, Piano solo, Youth without Youth, Fantasia, Il re leone, Ratatouille, I vicerè, Saturno contro, Il padrino, Volver, Lupin e il castello di cagliostro, Il divo, Che - Guerrilla, Che-The Argentine, Milk, Nell'anno del signore, Ladri di biciclette, Le fate ignoranti, Milk, Alì, La meglio gioventù, C'era una volta in America, Il pianista, La caduta, Quando sei nato non puoi più nasconderti, Le vite degli altri, Baaria, Basta che funzioni, I vicerè, La tela animata, Il caso mattei, Salvatore Giuliano, La grande bellezza, Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Todo Modo, Z - L'orgia del potere

 

Ultime visite al Blog

alex.18trancoacer.250AVV_PORFIRIORUBIROSATEMPESTA_NELLA_MENTESense.8cassetta2surfinia60monellaccio19iltuocognatino1mario_fiyprefazione09LiledeLumiLMiele.Speziato0Ladridicinemarossella1900.r
 

Tag

 
 

classifica 

 

Messaggi del 05/08/2017

 

IL MONDO DE IL TRONO DI SPADE, IL LIBRO CHE RIVELA SEGRETI E MISTERI DEI SETTE REGNI da justnerd

Post n°13933 pubblicato il 05 Agosto 2017 da Ladridicinema
 

  
“Il mondo de Il trono di spade – Eroi, guerrieri e simboli dei Sette Regni”, è un dettagliato manuale che ci accompagna alla scoperta di segreti, dettagli, personaggi, storie e legami dell’universo fantasy creato da Gerorge R.R. Martin

Alzi la mano chi riesce, senza alcuna esitazione, a districarsi tra personaggi, casate, eventi, successioni a trono, regioni e continenti che caratterizzano l’universo fantasy di Game of Thrones creato da George R.R. Martin.

La show TV HBO, nonostante sia giunto alla sua settima stagione, pur semplificando e rendendo “visibili” gli accadimenti narrati nella serie di romanzi Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, non sempre ha aiutato tutti ad avere una visione completa e dettagliata di tutto quello che la saga racconta e descrive.

 

Cosa rappresenta il metalupo per gli Stark e perché la simbologia animale è così presente? Chi sono veramente gli Immacolati e chi li ha ispirati? E la piramide di Meereen? Cosa è stato cambiato nella trasposizione della saga in serie TV?

A tutto questo e a tanto altro ancora, la risposta la fornisce il libro di Chiara Poli, giornalista e collaboratrice delle reti Fox, Il mondo de Il trono di spade – Eroi, guerrieri e simboli dei Sette Regni, un manuale che esplora a fondo i Sette Regni, ne sviscera gli avvenimenti, ricerca e ricostruisce leggi non scritte, descrive i retroscena narrativi e racconta la storia dei personaggi più amati.

Un mondo fantasy ma legato anche a realtà storiche

L’autrice rintraccia persino le insospettabili fonti storiche e letterarie (dalla Guerra dei Cent’anni alla Divina Commedia) perché, parafrasando il buon vecchio George R. R. Martin: “Tutte le idee sono cheap, è l’esecuzione che conta”.

La lotta per la supremazia, lo scontro fra l’intelligenza e la forza, fra l’ambizione e la giustizia; la passione, a volte d’amore, più spesso per il potere. E poi ancora duelli, alleanze e improvvisi voltafaccia, intrighi di cortigiane e consiglieri, e la minaccia che aleggia dall’inizio: “L’inverno sta arrivando”.

Tutto questo e molto di più è Il Trono di Spade, la saga fantasy che ha conquistato milioni di lettori e telespettatori in tutto il mondo. Ogni dettaglio ha un significato preciso, a partire dai simboli delle casate e dalla suggestione di colori e numeri ricorrenti, dai riferimenti letterari, storici e iconografici, da Omero alla Divina Commedia, da Tolkien alla Guerra dei Cent’anni.

Ogni personaggio è grande e fragile, memorabile perché dietro le sue azioni si nascondono sempre motivazioni profonde. Quale tarlo rode Petyr Baelish? Quale forza spinge Daenerys Targaryen? Perché Jaime Lannister aiuta il fratello Tyrion? Chi ha davvero diritto a rivendicare il trono?

Chiara Poli, esperta di linguaggi narrativi e televisivi, ci accompagna in un viaggio nei Sette Regni alla scoperta degli intrecci, delle fonti, delle leggi non scritte e delle leggende che animano Westeros. Mette a confronto romanzi e serie tv, svelando i retroscena della trasposizione, della scelta del cast e delle ambientazioni. Un viaggio intrigante e ricco di curiosità, perché un universo complesso come quello creato da George R.R. Martin poggia su meccanismi sottili e perfetti, affascinanti quanto la saga stessa.

Il mondo de Il trono di spade – Eroi, guerrieri e simboli dei Sette Regni, 264 pagine con copertina rigida (disponibile su Amazon a 12,67 euro) è soprattutto un viaggio che, regalando al lettore una pausa dai ritmi incalzanti della serie TV, oppure troppo riflessivi legati alla lettura dell’intera saga letteraria, permette di conoscere gli aspetti fondamentali e anche più particolari della genesi del mondo fantastico che tanti lettori e spettatori ha rapito e continua a rapire.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

“Trono di spade”, cosa succederà nel prossimo capitolo? da liberiamo.it

Post n°13932 pubblicato il 05 Agosto 2017 da Ladridicinema
 

 

Il prossimo capitolo de “Il trono di spade” si intitolerà “Venti d’inverno”. Ancora non è uscito ma i fan hanno già iniziato a chiacchierare di possibili teorie …

MILANO – Sul “Trono di spade” la questione del suo adattamento televisivo è piuttosto controversa visto che ormai lo show sembra essere più in avanti rispetto alla stesura dei libri. Per alcuni fan la questione è molto sentita visto che in molti non sono amanti delle anticipazioni ma i due media sono talmente tanto divergenti che a questo punto si sta ripercorrendo più o meno la stessa storia. Ora come ora, George Martin sta per pubblicare e ultimare “Venti dell’Inverno” sempre appartenente alla saga de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”. Bustle ha deciso di raccogliere tutto quello che potrebbe succedere nel prossimo capitolo de “Il Trono di Spade”.

Jon Snow sarà un fantasma

Jon Snow è stato accoltellato dai suoi compagni, sanguinando sulla neve e mormorando poco dopo la parola “fantasma”. Il fantasma potrebbe essere una sorta di doppio di Jon che nel prologo di Una danza coi draghi abbiamo visto un warg selvaggio impossessarsi del suo lupo nel momento in cui lui è morto. Quando Melisandre sta fissando il suo fuoco, vede anche qualcuno che cambia dall’uomo al lupo. Che forse Jon si trasformi in un lupo per qualche istante? Per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere plausibile ma sappiamo anche che rimanere troppo a lungo in un corpo animale può cominciare a danneggiare la propria umanità.

LEGGI ANCHE: Le saghe fantasy da leggere in attesa del nuovo capitolo de “Il Trono di Spade

Shireen sarà sacrificata per riportare in vita Jon

Nella serie televisiva, Melisandre brucia Shireen per far sciogliere la neve e riportare Jon in vita. Ma nei libri, Melisandre ha generalmente bisogno del sangue del re per fare la sua magia e Shireen è l’unica reale al momento. Quindi se vuole resuscitare Jon potrebbe usare lei soddisfando anche la profezia di Azor Ahai di “svegliare i draghi di pietra”. Jon è, senza saperlo, un Targaryen e Shireen ha una malattia che trasforma tutti in pietra.

Qualcosa di brutto potrebbe succedere al piccolo Robert Arryn

Martin ha affermato che Venti d’Inverno sarà caratterizzato da un controverso capitolo su Sansa. Molte persone pensano che ciò significhi che Ditocorto potrebbe unirsi proprio a lei. Secondo altri, invece, il maledetto e piccolo Robert potrebbe essere dato a Lyn Corbray, un cavaliere pericoloso che, in apparenza, ama i suoi giovani ragazzi.

Tyrion dormirà con la propria figlia

Non abbiamo nessuna prova che Tyrion abbia anche una figlia, ma la moglie del marinaio di Braavos si adatta a quella che potrebbe essere l’età di una sua papabile figlia. D’altronde si chiama Lanna che richiama “Lannister”. Giovane Lanna è una prostituta e quindi è possibile che un playboy come Tyrion possa aver dormito con la sua figlia segreta. L’altra teoria è che, invece, possa essere Penny sua figlia; nana e molto più giovane, quindi ancora più plausibile.

Howland Reed finalmente apparirà

Ha lasciato i suoi figli, Jojen e Meera, correre oltre il Muro per aiutare Bran per sfruttare i propri poteri psichici. Ma ancora non si è presentato per aiutare i suoi figli e quelli di Ned. I fan pensano che Howland potrebbe finalmente mostrarsi in Venti d’inverno e potrebbe avere anche un ruolo piuttosto importante visto che è l’unico che conosce la verità sui genitori di Jon Snow.

Draghi nella Cittadella?

Qualcosa sta per arrivare alla Cittadella. Una teoria suggerisce che Euron Greyjoy ha dato agli uomini senza volto un uovo di drago in cambio dell’omicidio di suo fratello, Balon. Euron aveva un uomo di drago e, quindi, forse l’uomo senza volto è lì per scoprire come aprire il suo uovo di drago, usando un libro della sezione limitata della cittadella?

Cersei perderà il resto dei suoi figli

Cersei ha già fatto esplodere in aria un bel po’ di persone nello show televisivo. Ma nei libri il piccolo Tommen è ancora re, Myrcella è ancora a Dorne e Cersei non è ancora diventata una regina completamente folle. Ma sappiamo tutti che a Cersei è stato profetizzato che avrebbe perso tutti e tre i suoi figli e che sarà il suo fratello più piccolo ad ucciderla. Cersei è qualche minuto più vecchia di Jaimi quindi.. potrebbe essere lui ad ucciderla?

Sansa sposerà un Targaryen

La gente continua a cercare di sposarla – persino Tyrion c’è riuscito anche se per breve tempo. E’ stata fidanzata con Joffrey Baratheon e Willas Tyrell, sposata con Tyrion Lannister e ora è nuovamente impegnata con Harry Hardying. A causa di tutto ciò, alcuni fan pensano che Sansa sarà finalmente sposata con Aegon Targaryen. O, forse, Jon Snow/Targaryen che è in realtà suo cugino e non suo fratello.

Potremmo scoprire come mai le stagioni sono sballate

Se non l’avete notato, le stagioni ne Il trono di spade sono un po’ strane. L’inverno e l’estate possono durare fino a un decennio e il cambio stagione avviene a caso. Perché? Questo, al momento, è ancora un mistero ma George R.R. Martin ha promesso che una ragione c’è e ce lo farà sapere. Ci sono molte teorie sulle stagioni; da un asse planetario sconnesso fino ad un antico scontro tra i camminatori bianchi e i draghi. Ma forse dovremo aspettare ancora prima di scoprirlo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La Ribellione di Robert e la caduta dei Targaryen: Cosa accadde davvero? da tele-film.org

Post n°13931 pubblicato il 05 Agosto 2017 da Ladridicinema
 

 

 

trident battaglia got
  
  

La ribellione di (re) Robert è stata più volte citata in Game of Thrones come il punto di non ritorno di una nuova era di Westeros. L’ascesa al potere di Robert Baratheon ha infatti segnato il destino di molti, non soltanto quello dei Targaryen, che persero il trono e qualsiasi ricchezza (fisica o mentale) avessero potuto vantare fino a quel momento. Danaerys esclusa, naturalmente.

Ma ci sono tanti eventi che hanno segnato la ribellione di Robert Baratheon. Nella serie tv quello più spesso citato è la Battaglia del Tridente, in cui perse la vita il primogenito del re folle Aerys II, il principe Rhaegar, erede al trono dei Sette Regni. Non è tuttavia l’unica battaglia che merita di essere ricordata nelle travagliate vicende che hanno portato alla quasi completa estinzione dei Taragaryen. Così come Robert Baratheon, Eddard Stark e il principe Rhaegar non ne furono gli unici protagonisti.

LA RIBELLIONE DI ROBERT BARATHEON: PROTAGONISTI E FAZIONI

rhaegar got

Come molti (giustamente) sapranno, la ribellione che portò al regno di Robert Baratheon iniziò al Torneo di Harrnehal. In quell’occasione il principe Rhaegar vinse, sconfiggendo Ser Barristan Selmy (che probabilmente ricorderete come capo della Guardia Reale di Robert Baratheon e, successivamente, consigliere di Danaerys). Era usanza che il vincitore incoronasse una queen of love and beauty, sua moglie o promessa sposa. Incoronare qualcun’altra era motivo di grande scandalo, che indubbiamente scaturì dalla decisione di Rhaegar di posare in grembo a Lyanna Stark una corona di rose blu, invece che donarlo alla moglie Elia Martell.

Al torneo erano altresì presenti gli altri fratelli Stark – Brandon, il fratello maggiore, seguito da Eddard, Lyanna e Benjen. Jon Arryn (marito di Lysa Arryn) e Howland Reed (padre di Meera e Jojen Reed) erano presenti. Mace Tyrell (il padre di Loras e Margaery) era lì, proprio come Robert Baratheon, Arthur Dayne e sua sorella Ashara (per la quale l’allota celibe Eddard Stark provava più di una semplice simpatia) ed il fratello della regina, Oberyn Martell. Per la prima volta da tantissimo tempo anche il re Aerys II aveva lasciato Approdo del Re per partecipare all’evento, benchè sua sorella-moglie Rhaella fosse rimasta alla fortezza con il figlio Viserys.

Malgrado l’evento in sè resti famoso per lo scandalo causato dalla scelta di Rhaegar di incoronare Lyanna e non sua moglie – ricordato da Ned come il momento in cui “tutti i sorrisi si spensero”, si trattò inoltre di un campo di battaglia preparatorio della guerra che sarebbe seguita. In un modo o nell’altro, tutti i giocatori erano lì, tutti quelli che avrebbero combattuto e sarebbero morti per difendere l’Usurpatore o il Re Folle guardarono con i propri occhi l’inizio della fine. Da un lato i lealisti e sostenitori dei Targaryen: i Tyrell, i Martell (che appoggiarono Aerys in seguito alle minacce di quest’ultimo nei confronti di Elia e dei suoi figli) e i Tarly; dall’altro i tre lord Robert Baratheon, Ned Stark e Jon Arryn con l’appoggio delle casate Tully e Lannister (alla fine).

DALLA PRESA DI GULLTOWN ALLA BATTAGLIA DI ASHFORD

lyanna got

Differentemente da quello che si possa pensare, il pericolo rappresentato all’inizio da Robert Baratheon all’allora sovrano Aegon II era minimo. Poco dopo il torneo di Harrenhal Lyanna fu rapita dal principe Rhaegar. Brandon Stark era in viaggio verso Delta delle Acque per sposare Catelyn Tully. Saputo del rapimento di sua sorella, arrivò ad Approdo del Re e, senza sapere che Rhaegar non fosse lì, lo minacciò pubblicamente fuori dalle mura. Il re fece arrestare Brandon e suo padre, Rickon, che nel frattempo aveva raggiunto la capitale con duecento dei suoi uomini. Padre e figlio vennero torturati e uccisi, votando così Eddard alla causa dell’amico Robert Baratheon contro il re folle. 

Ultimo ad unirsi al triumvirato che avrebbe deposto Aerys II fu Jon Arryn. Al momento della morte di Rickon e Brandon Stark, il Lord di Nido d’Aquila rifiutò di giustiziare Robert e Eddard, come invece gli venne ordinato dal re, e di spedire le loro teste ad Approdo del Re. Fu così che Jon Arryn chiamo i propri vessilli a raccolta per ribellarsi. La città di Gulltown, tuttavia, si oppose. Mentre Ned Stark tornava al nord per raccogliere il proprio esercito, Robert Baratheon e Jon Arryn conquistarono la città e consolidarono il potere della propria fazione nella Valle.

Seguirono le battaglie di Summerhall e Ashford. Nella prima, proprio come accaduto nella Valle, Robert Baratheon sconfisse in un unico giorno tre dei propri alfieri che rifiutarono di ribellarsi ai Taragaryen. Lo fece sulle rovine di Summerhall, residenza estiva dei Targaryen, che bruciò  il giorno in cui la regina Rhaella, in quello stesso luogo, diede alla luce il principe Rhaegar (una nascita di buon austipicio, eh?). La battaglia di Ashford, invece, vide scontrarsi le forze di Robert – che aveva, nel frattempo lasciato Capo Tempesta al fratello Stannis – e quelle dei Tyrell, guidate da Randyl Tarly (padre di Sam). Tyrion si riferì alla battaglia come “inconclusiva” anche se è evidente che i Tyrell trionfarono, in questo caso.

LA FINE DI RHAEGAR E LA PROMESSA ALLA TORRE DELLA GIOIA

jon snow got

La parte finale della ribellione di Robert è anche quella più nota. In seguito alla Battaglia delle Campane a Stoney Sept, le forze del principe Rhaegar e quelle di Robert si scontrarono al tumultuoso passo del Tridente. Dalla morte di Rhaegar il passo è chiamato Guado dei Rubini, in ricordo dei rubini che caddero dall’armatura del principe durante lo scontro. La battaglia è nota anche per l’assenza di Walder Frey, che arrivò solo a scontro concluso – guadagnandosi il soprannome di Ritardatario. Malgrado la guerra potesse definirsi conclusa già allora, il re Folle non si arrese.

Fu allora che Tywin Lannister, Mano del Re, si fece aprire con l’inganno le porte della città e saccheggiò Approdo del Re. Fu tuttavia Jamie ad uccidere il re Folle con un unico secco gesto della sua spada, tagliandogli la gola. Il re, infatti, minacciava di bruciare la città e, dopo aver ucciso uno dei tre coinvolti nel suo piano con l’Altofuoco, Jamie diede la caccia anche agli altri due. Fu così che si guadagnò il suo soprannome di Kingslayer.

È tuttavia la Torre della Gioia ad essere l’incognita più interessante della ribellione che rese Robert Re dei Sette Regni. Dopo aver aiutato a porre fire all’assedio di Capo Tempesta da parte dell’esercito dei Tyrell, Ned Stark, in compagnia di Howland Reed e altri quattro compagni, viaggiò fino alla Torre della Gioia (così chiamata dal principe Rhaegar) e si scontrò con Arthur Dayne e altri due membri della Guardia Reale, restando l’unico superstite insieme ad Howland Reed. Fu lì che Ned trovò la sorella morente e lì che lei gli strappò una promessa in una stanza che odorava di “rose e sangue”.

In seguito Ned viaggiò fino a Starfall per riconsegnare alla sorella di Arthur Dayne, Ashara, la sua spada. La sorella del cavaliere si buttò giù da una torre, incapace di sopportare il dolore della perdita. Molti hanno presupposto inizialmente che fosse lei la madre del bastardo di Ned, Jon Snow, e che si sia suicidata perchè incapace di sopportare che il padre di suo figlio avesse ucciso suo fratello. Ma, ammettiamolo, la teoria dell’amore di Lyanna e Rhaegar è molto più avvincente, non è vero?

 L’EREDITÀ DELLA RIBELLIONE CHE POSE FINE AI 300 ANNI DI REGNO DEI TARGARYEN

robert baratheon gif

La ribellione che spodestò il Re Folle, uccise anche il suo primogenito, principe Rhaegar; uccise sua moglie Elia Martell, violentata da Sandor Clegane, e i suoi due figli, la principessa Rhaenyra e il principe Aegon; uccise lady Lyanna Stark, che morì dando alla luce Jon Snow; uccise la Spada del Mattino, Sir Arthur Dayne; uccise lord Stark, Rickon Stark di Winterfell, ed il suo primogenito, Brandon; uccise molti Lord e molti guerrieri. Come recitarono i pensieri di Barristan Selmy nei libri, ‘Rhaegar amava la sua lady Lyanna, e migliaia morirono per questo’.

Il capitolo della ribellione di Robert resta tra gli elementi maggiormente affascinanti dell’universo delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco e, per estensione, di Game of Thrones. Speriamo che, dopo questo articolo, vi sentiate un pò degli esperti – o, quantomeno, dei fan davvero tanto, tanto informati a riguardo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Le bugie di Roberto Saviano sulla Siria da controinformazione

Post n°13930 pubblicato il 05 Agosto 2017 da Ladridicinema
 

C’è chi, come Roberto Saviano, proprio non ce la fa a non parlare delle cose che non conosce. Dopo aver completamente ignorato la notizia del giorno – il sequestro della nave Iuventa, dell’ong Jugend Rettet – lo scrittore-tuttologo si è avventurato in improbabili lezioni di geopolitica e storia contemporanea del Medio Oriente sulla sua pagina Facebook.
Scopriamo che secondo Saviano, infatti, «la primavera araba siriana contro il regime di Assad del 2010 era laica e democratica» e che «Al-Nusra è stata fondata successivamente, nel 2012, e non è collegata ai ragazzi e alle ragazze che chiedevano la fine del regime di Assad e l’avvento della democrazia in Siria».

 

Oltre alla solita, imbarazzante, retorica e superficialità di queste affermazioni – «i ragazzi e le ragazze?» – registriamo le solite menzogne e bugie dello scrittore contro il governo di Damasco.
Innanzitutto, l’insurrezione in Siria è datata marzo 2011 e non 2010 come erroneamente scrive Roberto Saviano. Come sottolinea il prof. Massimo Campanini nel suo saggio Storia del Medio Oriente Contemporaneo (il Mulino), infatti, quella siriana del 2011 «era un’insurrezione vasta e ramificata, ispirata dalle analoghe sollevazioni avvenute nei mesi precedenti in Tunisia ed Egitto e iniziata nella città meridionale di Dara’a».

Secondo aspetto, è del tutto fuorviante e sbagliato asserire che la rivolta era «laica e democratica». Come hanno ampiamente dimostrato numerose inchieste indipendente e, non ultimo, il lavoro certosino del professor Tim Anderson nel suo La Sporca Guerra Contro la Siria (Zambon), l’infiltrazione jihadista nelle proteste siriane era nota sin dall’inizio. Alla fine del febbraio 2011 «vi furono manifestazioni contro il governo e a favore del governo, ed emerse un genuino movimento di riforma politica che da anni manifestava contro la corruzione e il monopolio del Partito Ba’ath».

Tuttavia, quelle proteste pacifiche e perfettamente comprensibili, sfociarono quasi immediatamente nella violenza da parte dei Fratelli Musulmani e di altri gruppi salafiti e radicali – che approfondiremo nei capitoli seguenti. Da Dara’a, l’insurrezione islamista dilagò in tutto il Paese. L’esercito siriano veniva accusato di sparare sui manifestanti ma questa versione è stata smentita da numerosi testimoni e filmati. Cecchini appostati appostati sui tetti avevano il compito di sparare sulla folla – soldati compresi.

«Ho visto fin dall’inizio dimostranti armati in quelle manifestazioni. Hanno aperto il fuoco per primi contro la polizia. Molto spesso la violenza delle forze di sicurezza avviene in risposta alla brutale violenza degli insorti armati» – affermava lo scomparso padre Frans Van der Lugt nel gennaio 2012. «I terroristi si sono infiltrati nel movimento di protesta civile – sottolineava il prof. Prof Michel Chossudovsky in un articolo pubblicato su GlobalResearch – A Dama, alla fine di luglio, sono stati incendiati il Palazzo della Giustizia e la Banca.

Questa è una rivolta contro lo stato secolarista. Il suo fine ultimo è la destabilizzazione politica. Uomini armati sono coinvolti in atti terroristici contro l’esercito siriano e i civili. Quelli che sostengono il governo sono oggetto di minacce e intimidazioni. A Karak, un villaggio vicino a Dara’a, i salafiti costrinsero gli abitanti a partecipare alle proteste anti-governative e a rimuovere le foto del presidente Assad dalle loro case. I testimoni hanno raccontato che un giovane musulmano che si è rifiutato di obbedire è stato trovato impiccato nella sua veranda la mattina seguente». La verità è che buona parte della popolazione, anche chi non appoggiava il governo, voleva delle riforme, non la distruzione dello stato laico o, peggior ancora, l’instaurazione di un califfato.

Lo ha ammesso persino il cantante simbolo della «rivoluzione» in una recente intervista rilascia a GQ. Il suo nome è Abdul Rahman Farhood e divenne famoso nel 2011 con il nome di Ibrahim Qashoush nei giorni delle prime proteste contro il governo Assad grazie alla canzone «Yalla Erhal Ya Bashar», diventata un vero e proprio inno delle protste anti-governative.

Per alcuni anni i media occidentali, basandosi sulla versione dei ribelli e di Al Jaazera, raccontarono che Farhood fosse stato «brutalmente sgozzato e buttato nel fiume dagli uomini di Assad». In quell’intervista lo stesso cantante, non certo un simpatizzante del regime, ammise che «la protesta non-violenta degli inizi era stata sostituita da quella degli affiliati di al Qaida e da Jabhat al-Nusra».

Fonte: Oltre la Linea

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Venezuela: il lato oscuro (occultato dal mainstream) di Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma

Post n°13929 pubblicato il 05 Agosto 2017 da Ladridicinema
 

Venezuela: il lato oscuro (occultato dal mainstream) di Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma
 

di Fabrizio Verde
 

Il Tribunale Supremo di Giustizia della Repubblica Bolivariana del Venezuela ha revocato gli arresti domiciliari e decretato il ritorno in carcere degli oppositori Leopoldo López e Antonio Ledezma, colpevoli di «non aver adempiuto alle condizioni imposte affinché si mantenessero gli arresti domiciliari».

 

Due tribunali di controllo a Caracas, hanno disposto la revoca delle misure di tensione alternativa concesse a entrambi dopo aver accertato il non rispetto delle condizioni imposte dalla giustizia per l'ottenimento degli arresti domiciliari.

 

 

Inoltre, secondo informazioni dell'intelligence venezuelana, entrambi gli oppositori avevano un piano di fuga «per il quale e con l'urgenza del caso si sono immediatamente attivati i procedimenti corrispondenti».

 

Invece, a leggere i soliti noti della stampa mainstream che ha ormai varcato il confine della post-verità per sfociare nell’imbecillità, si tratterebbe di arresti arbitrari operati da un ‘regime’ sempre più repressivo. 

 

Un altro aspetto costantemente ben occultato da una fitta cortina fumogena finto diritto-umanista è la vocazione violenta e golpista dei due personaggi in questione. Andiamo quindi a vedere chi sono Leopoldo Lopez e Antonio Ledezma. 

 

Profilo di Antonio Ledezma  

 

José Antonio Ledezma Diaz è nato a San Juan de los Morros, nello Stato di Guárico, il 1° gennaio 1955. Avvocato di professione, La sua carriera politica è iniziata nel partito Acción Democrática (AD), organizzazione partecipante al cosiddetto Patto di Punto Fijo, accordo bipartitico che ha governato il Venezuela nel quarantennio 1958-1998.

 

La Procura Generale del Venezuela ordinò il suo arresto per la partecipazione a un tentativo di golpe contro il presidente Maduro. L’allora presidente dell’Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, rivelò che Ledezma e Julio Borges (attuale presidente dell’Assemblea Nazionale controllata dall’opposizione), misero a punto un piano volto a generare caos nel paese. Piano che includeva il bombardamento di alcuni palazzi governativi e la sede dell’emittente teleSUR.

 

Nel 1992, da Governatore del Distretto Federale di Caracas, nominato dall’allora presidente Carlos Andres Perez, Ledezma caratterizzò la sua gestione per la repressione brutale delle proteste sociali, inarticolate contro studenti e giornalisti. 

 

In seguito è stato accusato per le irregolarità compiute in qualità di sindaco del Municipio Libertador (1996-2000). Anche queste gestione si caratterizzò per una forte repressione condotta contro i venditori ambulanti, e i pensionati che reclamavano un’adeguata pensione di vecchiaia. 

 

Nel 2000 viene sconfitto nella contesa elettorale da Freddy Bernal (candidato della Rivoluzione) per la riconferma alla carica di sindaco. Non riconosce i risultati. 

 

Arriviamo quindi al 2002 quando Ledezma sostiene il colpo di Stato ordito contro il presidente Chavez  e partecipa attivamente alla serrata del settore petrolifero diretta ad affamare il popolo per giungere al rovesciamento del Comandante Chavez. 

 

Ancora golpismo nel 2004, quando lo troviamo a coordinare il cosiddetto ‘Plan Guarimba’. Viene accusato di aver incitato i militanti del suo partito Alianza al Bravo Pueblo ad appiccare le fiamme alla sede del partito Movimento V Republica a Caracas.

Di nuovo sindaco, questa volta dell’area metropolitana di Caracas, appena eletto licenzia 2.252 lavoratori e congela il salario dei pensionati. 

 

Fino a giungere al 2014 quando partecipa attivamente al piano golpista ‘La Salida’, dove persero la vita 43 venezuelani innocenti e si produssero oltre 100 feriti. Viene segnalato tra i promotori del progettato assassinio di Leopoldo Lopez al fine di provocare una forte reazione per rovesciare il governo. 

 

Profilo di Leopoldo Lopez

 

Attuale Coordinatore Nazionale dell’organizzazione d’opposizione «Voluntad Popular», si presenta come leader di un gruppo che promuove «un conciliante messaggio di pace, benessere e progresso, che s’impegna per la costruzione di un’alternativa per il paese dove i diritti sono per tutti i venezuelani».

 

Leopoldo Lopez è il rampollo di una potente e ricca famiglia venezuelana. Suo zio è stato ministro durante il mandato di Eleazar López Contreras, presidente che esiliò politici e persone comuni solo per il sospetto che avessero simpatie comuniste o anarchiche. 

 

Suo padre è stato accusato di frode e riciclaggio di denaro, secondo un’investigazione dell’Interpol, per lo spostamento di decine di migliaia di dollari verso Singapore. 

 

Sua madre è stata vicepresidente del gruppo Cisneros, uno dei principali finanziatori e sostenitori, attraverso la catena Venevision, del colpo di Stato nel 2002. Rimase coinvolta in uno scandalo per conflitto di interessi, quando emersero trasferimenti di fondi pubblici a favore di suo figlio, allorquando ricopriva un ruolo manageriale nella compagnia petrolifera statale PDVSA. 

 

Leopoldo Lopez ha studiato presso la Kennedy School of Government, dell’Università di Harvard, sito che è di particolare interesse per la Central Intelligence Agency (CIA).

 

Mentre in precedenza ha studiato presso il Kenyon College, nello stato dell’Ohio, dove la CIA ha inserito alcuni suoi elementi tra gli insegnanti, il cui compito è quello di individuare tra gli studenti, quelli che possono essere utili alla propria causa.

 

Una volta fatto ritorno in Venezuela si è legato all’International Republican Institute (IRI) del Partito Repubblicano statunitense, che gli ha concesso tutto il suo supporto strategico e finanziario.

 

A questo proposito, dal 2002 ha condotto frequenti viaggi presso la sede dell’IRI a Washington per sostenere incontri con funzionari del governo di George W. Bush.

 

L’11 aprile del 2002 si trovava in testa alla marcia dell’opposizione golpista diretta al Palacio de Miraflores, che provocò la morte di decine di persone, oltre al sequestro del presidente Hugo Chávez.

 

Una volta terminato il suo mandato come sindaco di Chacao, è stato interdetto dalla Corte dei Conti del Venezuela a causa della malversazione delle risorse pubbliche che erano a sua disposizione.

 

Lopez è stato uno dei padrini politici di Lorent Saleh, meglio conosciuto come simpatizzante neonazista venezuelano, che con l'aiuto dei militari colombiani ed esponenti dell’opposizione pianificava di realizzare atti terroristici in Venezuela con cecchini, bombe, e la creazione di un gruppo paramilitare.

Fonte: teleSUR

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Ancora Fake News sul Venezuela del Televideo RAI da cambiailmondo

Post n°13928 pubblicato il 05 Agosto 2017 da Ladridicinema
 

https://cambiailmondo.org/2017/08/05/ancora-fake-news-sul-venezuela-del-televideo-rai/

di Attilio Folliero (da Caracas – testimonianza del 04/08/2017)

Oggi, il Televideo RAI ha pubblicato una notizia totalmente falsa sul Venezuela. Ultim’ora delle 22:15 del 4 agosto 2017, il Televideo della RAI scrive che a Caracas c’è altissima tensione dopo l’insediamento dell’Assemblea Costituente. E prosegue: “La Guardia Nazionale Bolivariana ha lanciato gas lacrimogeni contro un gruppo di oppositori che ha organizzato una imponente manifestazione davanti al Parlamento”.

Più avanti, continua: “Tutta l’area è blindata e le forze di sicurezza impediscono la protesta“.

Innanzitutto, all’autore della nota mi viene da chiedere: “La manifestazione c’è stata o non c’è stata? E’ stata dispersa dal lancio dei lacrimogeni della “Guardia Nazionale Bolivariana” o l’area era blindata?” Chi ha scritto la nota, prima di tutto dovrebbe essere più chiaro: non può fare una affermazione e subito dopo, nella stesa nota, fare un’altra affermazione che smentisce la prima!

La stessa notizia, o meglio la stessa “fake news” è ribadita da Televideo nella parte dedicata agli esteri (pagina 150 e seguenti). Nella pagina 151, pubblicata alle 23:40, quindi una ora e 25 minuti dopo l’Ultim’ora si riporta, testuali parole: “All’esterno, imponente manifestazione degli oppositori“.

Io ero davanti al Parlamento venezuelano nel momento dell’insediamento della Costituente e nelle ore successive e posso testimoniare che le affermazioni di Televideo sono totalmente infondate; non c’è stata nessuna manifestazione dell’opposizione davanti al parlamento.

Una manifestazione degli oppositori c’è stata, ma nella zona dei quartieri ricchi, nell’est di Caracas, che non ha avuto nessun effetto sul resto della città.

Nel video dell’Agenzia AVN, l’installazione della Costituente all’interno del Parlamento ed immagini delle manifestazioni popolari all’esterno. Non si vedono disordini
 
Le immagini di Telesur trasmesse in diretta dalla Piazza Bolivar di Caracas

Si tratta di una notizia falsa, anzi una triplice falsità: prima di tutto nel centro di Caracas, all’ovest e nella gran parte della città non c’era tensione, ma era tutto tranquillo; davanti al Parlamento c’era tantissima gente allegra, tutti sostenitori della Costituente e non c’era nessuna manifestazione imponente degli oppositori; e per finire, non c’è stata nessuna repressione e nessun lancio di bombe lacrimogene come afferma Televideo, per la semplice ragione che non c’erano manifestazioni di opposizione né imponenti, né microscopiche davanti al Parlamento.

Durante gran parte del giorno sono stato a “passeggiare” con mia moglie nel centro di Caracas. Abbiamo assistito all’ingresso dei deputati eletti alla Costituente ed alla imponente partecipazione popolare che ha accompagnato gli eletti; poi abbiamo continuato la passeggiata fino alla Piazza Diego Ibarra, a meno di cento metri dal Parlamento, dove abbiamo visto il recente inaugurato “Parco acquatico” per il diletto dei bambini (ho postato anche un video in youtube); abbiamo mangiato pure un gelato in una gelateria italiana e siamo passati nuovamente dal Parlamento, che si trova ad un angolo della centralissima Piazza Bolivar.

Quindi sono stato nelle vicinanze del Parlamento prima, durante e dopo l’insediamento dell’Assemblea Costituente e posso asserire senza timore di essere smentito da nessun giornalista o funzionario di Televideo RAI che non c’è stata nessuna manifestazione di opposizione e meno che meno lancio di bombe lacrimogene.

Il parlamento venezuelano circondato da una folla di sostenitori della Costituente

 

Conati di violenza, comunque con una partecipazione sempre più ridotta da parte degli oppositori, ci sono stati nell’est di Caracas, come accennato sopra. L’opposizione è sempre più spaccata ed una parte consistente ha deciso di abbandonare le manifestazioni violente di questi ultimi mesi per partecipare alle elezioni.

Il Venezuela viene accusato di essere una dittatura, ma è una strana dittatura dove si vota molto spesso (22 o 23 elezioni negli ultimi 18 anni) e l’opposizione vince anche: ha vinto le ultime elezioni parlamentari del 2015, vinse un referendum costituzionale, ha eletto governatori, sindaci, consiglieri regionali, comunali.

Il 30 luglio si è votato per la Costituente; quando, fra qualche mese, termineranno i lavori ci sarà un referendum per l’approvazione definitiva della nuova costituzione; poi si dovranno eleggere tutti i poteri. Il Presidente della Repubblica al momento di attivare la Costituente ha rimesso il mandato a disposizione. In ogni caso l’elezione del Presidente è prevista per l’autunno del 2018.

Intanto quest’anno ci sarà l’elezione dei governatori degli stati e lunedì saranno presentati i candidati. Molti partiti di opposizione hanno deciso di abbandonare la via della violenza e partecipare ai vari processi elettorali che ci saranno nei prossimi mesi.

Anche le grandi imprese sembrano decise ad abbandonare la guerra economica, uno dei fattori che ha inciso sulla scarsità di beni nel mercato venezuelano, accanto alla crisi economica generale, alla caduta del prezzo del petrolio ed altri. Molte imprese hanno prima ridotto e poi sospeso totalmente l’attività produttiva o distributiva per incrementare la scarsità di beni nel mercato ed alimentare il malessere della popolazione verso il governo; i grandi media privati hanno avuto il compito di diffondere l’idea che la causa della scarsità era da attribuire all’inefficienza del governo.

La multinazionale Colgate, per esempio, poche ore fa ha annunciato che riattiva la produzione dei suoi prodotti, in particolare del dentifricio, prodotto che negli ultimi mesi era introvabile in Venezuela.

Quindi la situazione del Venezuela sta decisamente cambiando, nel senso che si sta riducendo il clima di violenza e settori dell’opposizione hanno deciso di partecipare alle elezioni, cercando di conquistare il potere per la via elettorale. A quanto pare alcuni media, come la RAI non hanno capito che c’è una nuova situazione in Venezuela. Per esempio, nell’Ambasciata spagnola, o meglio nella residenza dell’Ambasciatore spagnolo in Venezuela, con la mediazione dell’ex capo del Governo spagnolo Zapatero, è stata portata avanti una trattativa, rimasta segreta fino a ieri, fra governo e MUD, ossia l’opposizione, o parte dell’opposizione. Con questa trattativa l’opposizione o parte dell’opposizione alla fine è stata convinta a partecipare alle elezioni, abbandonando la violenza. L’esistenza di questa negoziazione è stata rivelata ieri (3 agosto) dal giornalista Kico Bautista.

Il 3 di agosto l’ambasciata spagnola di Caracas è stata oggetto di un attentato con bombe molotov. Chi c’è dietro questo attentato? Qualcuno che non era d’accordo con queste trattative?

Ricapitolando la situazione in Venezuela sta cambiando ed a quanto pare alcuni media, come la RAI, non si sono ancora resi conto di questo cambiamento in atto e continuano ad attaccare il Venezuela con notizie false, come questa di una imponente manifestazione dell’opposizione davanti al Parlamento.

La RAI, come tanti altri media italiani, è impegnata da anni a manipolare le informazioni riguardanti il Venezuela. Tra le tante fake news della RAI, ricordo che qualche anno fa, nella puntata di “Italia chiama Italia” trasmessa da RAI International il 5 di ottobre del 2011 e dedicata interamente alla violenza in Venezuela, intitolata appunto “Venezuela violento”, la conduttrice di quel programma, Benedetta Rinaldi, parlò di seimila omicidi al giorno solo a Caracas! Chiunque, facendo un semplice calcolo matematico, poteva rendersi conto che si trattava di una bugia bella grossa, di un tentativo di manipolare e disinformare, di un tentativo di screditare il Venezuela. Se in una città di 3 milioni di abitanti, come Caracas o Roma, ci fossero 6.000 omicidi al giorno la città rimarrebbe senza popolazione dopo meno di un anno e mezzo. E’ semplice matematica!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963