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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 14/12/2017
Post n°14161 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da Ladridicinema
Natale da chef Natale da chef - DATA USCITA: 14/12/2017
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Neri Parenti
- CAST: Massimo Boldi, Dario Bandiera, Rocio Munoz Morales
Poveri ma ricchissimi Poveri ma ricchissimi - DATA USCITA: 14/12/2017
- GENERE: Commedia
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Fausto Brizzi
- CAST: Christian De Sica, Enrico Brignano, Lucia Ocone
Super Vacanze di Natale Super vacanze di Natale - DATA USCITA: 14/12/2017
- GENERE: Commedia, Comico
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Paolo Ruffini
- CAST: Christian De Sica, Massimo Boldi, Nadia Rinaldi
L'assoluto presente L'assoluto presente - DATA USCITA: 15/12/2017
- GENERE: Drammatico, Thriller
- NAZIONALITA': Italia
- ANNO: 2017
- REGIA: Fabio Martina
- CAST: Yuri Casagrande, Gil Giuliani, Claudia Veronesi
Post n°14160 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da Ladridicinema
di Gianni Canova Esterno notte. Un padre e un figlio, soli nel buio, si guardano negli occhi. Sono quasi alla fine di un viaggio verso Nord che li ha portati, almeno in parte, a ritrovarsi. Il padre (Gigi Proietti) sta fumando. Oppio. Il figlio (Alessandro Gassmann) lo rimprovera. Lo biasima. Ma il padre lo liquida con uno di quegli sguardi che non ammettono né repliche né ragioni. E il figlio, in silenzio, si ritira. Nei panni del padre, Gigi Proietti dà vita a un personaggio che inevitabilmente richiama il vero padre dell’attore che interpreta il figlio: il suo Giovanni Passamonte, anziano scrittore in viaggio verso Stoccolma per ricevere il Nobel per la letteratura, altri non è che la maschera finzionale attraverso cui Alessandro Gassmann – regista e attore – ricorda ed evoca la figura di suo padre Vittorio. Scommessa difficile, per Proietti, quella di dar vita – sia pure in modo traslato – a una personalità egocentrica, sfrontata e narcisa come quella di Vittorio Gassman. E incarnarla – per di più – all’interno di un racconto – il road movie – in cui Gassman padre era (vedi Il sorpasso) un maestro indiscutibile. Invece che puntare sul mimetismo e cercare di imitare Gassman su un terreno in cui non sarebbe stato imitabile, Gigi Proietti fa una scelta coraggiosa e va in direzione opposta. Lavora di sottrazione. Gioca sull’understatement. Pur non rinunciando ad alcune battute fulminanti che sarebbero piaciute a Vittorio (“Nella mia vita ho scritto solo libri di disimpegno civile”), mitiga l’esuberanza del modello e lo riplasma in una sorta di fenomenologia del disincanto. Il suo Giovanni Passamonte non ha smesso di amare le donne, la vita, l’amore, e l’entusiasmo con cui saluta la sua vecchia amica Greta (una bellissima e ancora sensuale Erica Blanc), togliendosi il panama bianco e lanciandosi in un abbraccio avvolgente, ne è la conferma più bella: elegantissimo con la sua sciarpa celeste al collo, con i capelli bianchi scarmigliati quanto basta, recita con un repertorio gestuale ridotto all’osso e rintuzza la tronfia iattanza del figlio con la lama sottile dell’ironia. Impeccabile nei duetti con Rocco Papaleo (quasi dei minuetti strepitosi per ritmo, arguzia e sintonia recitativa), galante ogni volta che c’è una presenza femminile nei dintorni, riesce nel miracolo di portare l’icona di Vittorio Gassman dalle parti di Bergman e di rendere non blasfemo il riferimento a un classico del disincanto senile come Il posto delle fragole. Vero perno gravitazionale del racconto, il personaggio di Proietti riesce a dar luce a tutti gli altri ruoli, dalla figlia blogger interpretata da Anna Foglietta all’anziano mandriano che gli vende una mucca per consentirgli di bere un bicchiere di latte fresco. Con la stessa facilità con cui dispensa la sua pipì in qualunque luogo, ogniqualvolta ne senta il bisogno, Proietti sembra quasi lasciare in ombra il suo scrittore disincantato per far vivere i personaggi che gli stanno accanto. Salvo poi rivelare nel finale la sua vera strategia: “Nessuno basta a se stesso. Scendere dal podio, spostarsi dal centro della scena, è il primo antidoto contro gli orrori della storia”. Alle prese col fantasma di un attore ingombrante quanto il padre che interpreta, Proietti intuisce che l’unico modo per dar senso e spessore al suo personaggio è quello di metterlo ai margini. E questa scelta, questo atto non di umiltà ma di saggezza, dice una volta per tutte la sua grandezza di attore.
Post n°14159 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da Ladridicinema
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cos_una_fake_news_della_cnn_su_wikileaks_arriva_a_milioni_di_persone_in_pochissimo_tempo/6_22441/ Volevo pubblicare un post con tanto di prove delle fake news della cnn e di come le fanno diventare virali ma non me lo fa pubblicare. cliccate sul link!!!
Post n°14158 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da Ladridicinema
di Laura Delli Colli Anche l’Italia festeggia le nomination per i Golden Globe in arrivo a Los Angeles: lo sottolineano le cinque nomination annunciate ieri a Hollywood, un bel riconoscimento alla qualità internazionale del cinema di Luca Guadagnino ma, attraverso le candidature ai loro protagonisti, anche alla prima esperienza ‘americana’ di Paolo Virzì (Helen Mirren protagonista del suo Ella & John – The Leisure Seeker, visto a Venezia, è candidata tra le migliori attrici drammatiche) e all’avventura della prima serie internazionale firmata da Paolo Sorrentino che nelle nomination per la tv porta a casa la candidatura di Jude Law per The Young Pope. Una rosa di indicazioni interessante e non solo prestigiosa che ci auguriamo faccia riflettere anche in Italia (dove peraltro i film di Virzì e Guadagnino non sono ancora usciti in sala) sulla qualità anche internazionale di alcuni registi che a volte non riscuotono ‘in casa’ – con la critica e l’establishment del cinema – lo stesso apprezzamento e la stessa attenzione di cui invece godono all’estero. Il ‘caso’ Guadagnino, in questo senso, è forse l’esempio più significativo ed emblematico di tutti: vedremo come il suo ultimo film, solo qualche settimana fa molto applaudito anche all’AFI Fest di Los Angeles, sarà accolto, dopo un ottimo debutto all’ultima Berlinale, gli applausi del Sundance e ora le tre nomination dei Golden. Chi lo ha già visto può anticiparlo senza il timore di essere smentito: Chiamami col tuo nome è davvero un bel film ed è giusto che alla candidatura per la migliore la foreign press di Hollywood abbia già segnalato i suoi protagonisti ai prossimi Golden Globe. Le nomination diventeranno premi? Lo sapremo il 7 gennaio prossimo, ovviamente – come tradizione – negli ultimi anni al Beverly Hilton Hotel di Los Angeles dove avrà luogo la 75esima edizione del premio. Ma il risultato non è scontato: i Golden Globe, nel complesso, viaggiano quest’anno su una bella selezione. L’attenzione speciale avuta, però, da tre autori e altrettanti titoli così internazionali, comunque, è un segnale importante: afferma l’importanza di una tendenza e indica una strada precisa al cinema italiano, che si perde troppo spesso in una serie di proposte banali, senza una qualità davvero originale. Non è certo il caso dei tre titoli che hanno guadagnato ora l’attenzione della stampa internazionale di Hollywood: anche se dispiace per l’altra metà della coppia (con Mirren un grande Donald Sutherland), bene per Paolo Virzì. E la candidatura di Jude Law conferma comunque – anche da Hollywood- il riconoscimento collettivo avuto in Italia dal Papa di Sorrentino ai Nastri d’Argento. Ma è indubbio che la vera sorpresa sia Guadagnino: Chiamami con il tuo nome (titolo originale “Call me by your name“) ha infatti ottenuto tre candidature come miglior film drammatico, migliore interprete protagonista (Timothée Chalamet) e migliore attore non protagonista (Armie Hammer) e potrebbe avere ottime possibilità soprattutto dopo che anche i critici di Los Angeles lo hanno nominato miglior film dell’anno e dopo aver conquistato anche il premio come miglior film ai Gotham Awards (e anche le nomination agli Spirit Awards). Certo dovrà vedersela con il super favorito Guillermo del Toro (e le sue sei nomination per il bellissimo The Shape of Water). Ma il primo amore tra Elio e Oliver che Gaudagnino ambienta nell’estate del 1983, tra le province di Brescia e Bergamo, ha comunque colpito al cuore l’America e non solo il mondo gay. È la storia di Elio Perlman, diciassettenne italoamericano di origine ebraica, che vive con i genitori nella loro villa del XVII secolo dove un giorno appare Oliver, uno studente ventiquattrenne che sta lavorando al dottorato con il padre di Elio, docente universitario. Un incontro che cambierà profondamente la vita del ragazzo e che è reso particolarmente intenso e insieme delicato dalla bella sceneggiatura firmata anche da James Ivory . Oltre l’Italia segnaliamo che è The Shape of Water a guidare la corsa ai premi con ben 7 nomination, seguito da The Post di Steven Spielberg e Tre manifesti a Ebbing, Missouri con sei a testa. Il film di Guadagnino, che non è ancora uscito in Italia, comunque, proprio per l’attenzione che sta avendo nel mondo dei premi, ha una ragione in più per farsi vedere anche in Italia: dovrebbe arrivare sui nostri schermi ai primi di febbraio. Strategicamente, proprio nella stagione degli Oscar®… Ecco tutte le nomination per il cinema. Miglior film drammatico Chiamami col tuo nome Dunkirk The Post The Shape of Water Tre manifesti a Ebbing, Missouri Miglior film – commedia o musical The Disaster Artist Scappa – Get Out The Greatest Showman I, Tonya Lady Bird
Miglior regista Guillermo Del Toro – The Shape of Water Martin McDonagh – Tre manifesti a Ebbing, Missouri Christopher Nolan – Dunkirk Ridley Scott – Tutti i soldi del mondo Steven Spielberg – The Post
Migliore attrice – film drammatico Jessica Chastain – Molly’s Game Sally Hawkins –The Shape of Water Frances McDormand – Tre manifesti a Ebbing, Missouri Meryl Streep The Post Michelle Williams per Tutti i soldi del mondo Migliore attrice – commedia/ musical Judy Dench – Vittoria e Abdul Helen Mirren – Ella & John Margot Robbie – I, Tonya Saoirse Ronan – Lady Bird Emma Stone – La battaglia dei sessi Miglior attore – film drammatico Timothée Chalamet – Chiamami col tuo nome Daniel Day Lewis – Il filo nascosto Tom Hanks – The Post Gary Oldman – L’ora più buia Denzel Washington – Roman J Israel, Esq.
Miglior attore – commedia/ musical Steve Carell – La battaglia dei sessi Ansel Elgort – Baby Driver James Franco –The Disaster Artist Hugh Jackman – The Greatest Showman Daniel Kaluuya – Scappa – Get Out Migliore attrice non protagonista Mary J. Blige – Mudbound Hong Chau – Downsizing Allison Janney – I, Tonya Laurie Metcalf – Lady Bird Octavia Spencer –The Shape of Water
Miglior attore non protagonista Willem Dafoe – The Florida Project Armie Hammer – Chiamami col tuo nome Richard Jenkins – The Shape of Water Christopher Plummer – Tutti i soldi del mondo Sam Rockwell – Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Miglior film straniero Una donna fantastica Per primo hanno ucciso mio padre Oltre la notte Loveless The Square Miglior film d’animazione Baby Boss The Breadwinner Coco Ferdinand Loving Vincent Migliore Sceneggiatura Guillermo del Toro e Vanessa Taylor – The Shape of Water Greta Gerwig – Lady Bird Liz Hannah e Josh Singer- The Post Martin McDonagh – Tre manifesti a Ebbing, Missouri Aaron Sorkin –Molly’s Game Miglior colonna sonora Carter Burwell-Tre manifesti a Ebbing, Missouri Alexander Desplat –The Shape of Water Johnny Greenwood – Il filo nascosto John Williams – The Post Hans Zimmer – Dunkirk
Miglior canzone Home – Ferdinand Mighty River – Mudbound Remember Me – Coco The Star – The Star This is Me – The Greatest Showman
Post n°14157 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da Ladridicinema
Gli ultimi a criticare la serie di Sky sono stati tre autorevoli procuratori dell'Antimafia. Eppure Gomorra merita una chance, per almeno 4 motivi Questa serie non s’ha da vedere. È diseducativa. Le prese di distanza da Gomorrada parte di tre importanti Procuratori impegnati contro le mafie (Nicola Gratteri, Federico Cafiero de Raho e Giuseppe Borrelli) sono la peggiore recensione che la serie italiana più vista (e venduta) all’estero potesse ricevere. Soprattutto se si pensa che Gomorra è figlia di un caposaldo della cultura dell’antimafia: il best seller di Roberto Saviano pubblicato da mondadori nel 2006. Eppure questo non è bastato a evitare il corto-circuito: nel passaggio dal reportage alla fiction, infatti, i camorristi si sono umanizzati, generando empatia nel pubblico (un certo pubblico, ndr) e in questo è difficile dare torto ai magistrati. Ma d’altro canto liquidare Gomorra come “rappresentazione tranquillizzante” è solo in parte condivisibile, per almeno 4 motivi (attenzione: spoiler) Il male? In Gomorra non paga Se c’è una serie dove i cattivi alla fine non vincono è proprio Gomorra. A ogni azione (malvagia) di Ciro, Genny, Don Pietro, Donna Imma, Scianèl corrisponde sempre una reazione uguale e contraria: sparatorie, il carcere, la perdita degli affetti, la morte. E in Gomorra si muore in modo persino più atroce che in Game of Thrones. Un esempio? Nel finale della seconda stagione, la Grande Mietritrice si porta via persino la piccola figlia incolpevole di Ciro “l’immortale”, che per vendicarsi ucciderà Don Pietro Savastano mentre è al cimitero. E a suggerirgli di farlo è proprio il di lui figlio Genny, perché in terra di mafia anche gli affetti familiari cedono il passo al più bieco interesse. Nessuna indulgenza Genny e Ciro, i protagonisti della serie mostrano rari sprazzi di umanità. Sono crudeli, cinici e gretti: non hanno pietà né esitazione nel prendersela con i più deboli e gli innocenti. La loro ferocia è ampiamente raccontata. Il problema forse è: saranno tutti gli spettatori in grado di comprendere il lato oscuro della loro forza? La denuncia La supervisione di Saviano alla serie non è una pura formalità: si vede che lo scrittore si è messo d’impegno perché negli script trovi posto la spiegazione di come realmente opera la camorra. Gli sceneggiatori “rubano” a man bassa dalla cronaca e dagli atti processuali quando raccontano, per esempio, come funziona il business dei cimiteri in alcuni luoghi della Campania. Nel sesto episodio della terza stagione (attualmente in onda) la parte procedurale di Gomorra si sofferma su una giovane famiglia, che paga ai boss una discreta somma perché il marito abbia un posto di lavoro al nero. Ma quando lui si lamenta dello stipendio, viene barbaramente ucciso davanti agli occhi del figlio disabile. Oltre al danno la beffa: la moglie sarà infatti costretta a scegliere l’impresa di pompe funebri del boss che ha ordinato l’esecuzione, e che con quei soldi, assieme alle tangenti richieste per dare lavoro, riscatterà aziende in difficoltà, rigenerando continuamente le finanze dei clan. Semplificazioni in parte, è vero: ma è anche su certe semplificazioni che si basa l’economia del male in terra di mafia. E mostrarlo in una serie tv (forse) vale più di 10 articoli di giornale. La qualità Gomorra è un prodotto di buona fattura. Le recensioni entusiastiche dei giornali americani abituati a confrontarsi con serie di altissima qualità, lo dimostrano: il taglio cinematografico paga e la recitazione degli attori marca una grande differenza con altre fiction. Ammettiamolo, se c’è una serie che ha alzato gli standard della fiction italiana è proprio Gomorra. O no?
Post n°14156 pubblicato il 14 Dicembre 2017 da Ladridicinema
Una regolamentazione su questo tema era attesa da tempo: finalmente vengono garantiti al paziente dignità e autodeterminazione Un lungo applauso ha accompagnato l’approvazione in Senato, con 180 sì, 71 no e 6 astenuti, del disegno di legge sul testamento biologico che introduce in Italia le Disposizioni anticipate di trattamento consentendo anche l’interruzione di nutrizione e idratazione artificiali. Sono passati dieci anni dalla morte di Piergiorgio Welby e otto dalla scomparsa di Eluana Englaro. Un tempo infinito, durante il quale tante altre persone hanno chiesto fino all’ultimo dei loro giorni l’approvazione di una legge che prevedesse le Dat, ovvero le Disposizioni anticipate di trattamento, tra questi anche Fabiano Per il suo suicidio assistito è a processo il radicale Marco Cappato che proprio ieri è stato interrogato di fronte alla Corte d’Assise di Milano. A votare a favore Pd, M5s, Liberi e uguali, Ala, Autonomie (con l’eccezione di Lucio Romano) e alcuni senatori del gruppo Misto. Contrari alla legge Ap, Federazione della libertà-Idea, Udc, Forza Italia (che comunque ha lasciato libertà di coscienza), Lega. Presenti a Palazzo Madama anche alcuni rappresentanti dell’associazione Luca Coscioni, tra i quali Emma Bonino, visibilmente commossa al momento dell’approvazione della legge, e Mina Welby. “Qualche lacrima è uscita quando abbiamo visto il cartellone del voto, qualche emozione forte anche in ricordo di una lunghissima battaglia. Più di dieci anni fa quel dibattito insopportabile sul caso Englaro che mi toccava presiedere con qualche insulto. E quanto tempo, quanta fatica per arrivare a una legge di umanità”, ha commentato all’Ansa Bonino. Il testo è composto da soli cinque articoli che però cambieranno sensibilmente il rapporto medico-paziente e la possibilità della persona o dei parenti della persona di dare indicazioni sulle volontà di cura del paziente stesso. Ecco cosa prevede la legge, punto per punto. Consenso informato“La legge tutela il diritto alla vita, alla salute, ma anche il diritto alla dignità e all’autodeterminazione”, si legge nell’articolo 1 della legge che introduce la possibilità del “consenso libero e informato della persona interessata”, cioè un documento scritto (o altre forme nel caso in cui il paziente sia impossibilitato) per esprimere le proprie volontà – che possono essere sempre modificate o revocate in qualsiasi momento – riguardo alle cure e ai trattamenti. Nel consenso “si incontrano – si legge nel testo – l’autonomia decisionale del paziente e la competenza, l’autonomia professionale e la responsabilità del medico”. Nutrizione e idratazione artificialeSempre nell’articolo 1 è specificato cosa può essere previsto nelle volontà del paziente che ha il diritto di rifiutare “qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso”. Tra questi rientrano anche la nutrizione e l’idratazione artificiale. L’articolo 1, inoltre, solleva da responsabilità civile o penale il medico il quale “è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo”. Terapia del dolore e divieto di accanimento sul pazienteIl medico deve sempre garantire al paziente una terapia del dolore e l’erogazione delle cure palliative, adoperandosi per alleviare le sue sofferenze. “Nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte – si legge nell’articolo 2 – il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutili o sproporzionati”. Minori e incapaciIl consenso informato e’ espresso dai genitori esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore o dall’amministratore di sostegno, tenuto conto della volontà della persona minore di età o legalmente incapace o sottoposta ad amministrazione di sostegno. Il minore o incapace ha diritto alla valorizzazione delle proprie capacità di comprensione e decisione e quindi deve ricevere informazioni sulle sue scelte ed essere messo in condizione di esprimere la sua volontà. Dat – Disposizioni anticipate di trattamentoArticolo molto importante, perché introduce la possibilità per ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere di dare disposizioni anticipate di trattamento in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi. In questo modo può esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari e indicare anche una persona di sua fiducia che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Come il consenso informato, anche le Dat devono essere in forma scritta oppure videoregistrate se il paziente non è in grado di scrivere e il medico è tenuto a rispettarle. Gli unici cambiamenti possibili sono quelli apportati dal paziente stesso oppure nel caso in cui le disposizioni “appaiano palesemente incongrue o le condizioni nel frattempo siano mutate e se siano sopraggiunte nuove terapie non prevedibili al momento della loro compilazione”. Le Dat, inoltre, sono rinnovabili, modificabili e revocabili in ogni momento, anche a voce, in caso di emergenza. Pianificazione condivisa delle cure Nella relazione tra medico e paziente, rispetto all’evolversi delle conseguenze di una patologia cronica e invalidante, può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi. La pianificazione delle cure può essere aggiornata al progressivo evolversi della malattia su richiesta del paziente o su suggerimento del medico.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45