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Cinerama

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Delitto senza castigo.

Post n°105 pubblicato il 27 Gennaio 2006 da Pars1fal
Foto di Pars1fal

"Match Point", Usa/GB 2005, scritto e diretto da Woody Allen, con Scarlett Johansonn, Jonathan Rhys-Meyers, Emily Mortimer, Matthew Goode.

Ex tennista professionista, Chris Wilton inizia a lavorare come istruttore in un club esclusivo. Il fidanzamento con la figlia di un ricco magnate gli aprirà le porte del successo finanziario.

Non basta avere talento se non si ha fortuna. Questa frase può riassumere il filone colmo di cinismo e di pessimismo cosmico che percorre tutta la nuova opera di Woody Allen. Partito da una condizione sociale non vantaggiosa, Chris riesce a diventare un professionista del tennis, fino a quando decide di ritirarsi. Il film parte da questa premessa, significativa in quanto testimone della sua voglia di arrampicarsi fino alle vette del successo. Se la trama del film appare talvolta banale e scontata, sulla falsa riga del celebre romanzo di Dostoevskij "Delitto e castigo", l'intreccio è ben strutturato e degno della fama del regista americano, seppur lasciando alcune perplessità.

Di fronte agli affari, l'amore e la passione passano in secondo piano. Chris, guidato dal suo egoismo, lascia che gli eventi lo travolgano, mettendo al primo posto il suo interesse, considerando gli altri solamente dei "danni collaterali". Gli è d'aiuto l'apparente aria da bravo ragazzo, sotto cui nasconde l'irrefrenabile "tragedia" di cui è colmo il suo animo, a cui ha votato la sua esistenza. Non c'è giustizia tra gli uomini ed essi stessi avrebbero fatto meglio a non nascere; citando Sofocle, si abbatte su di noi la vita nella sua più cruda realtà.

Nella rappresentazione della sua infinita fortuna, il livello del film si abbassa, con battute e scene da commedia che lasciando lo spettatore interdetto (in particolar modo mi riferisco all'interrogatorio e ai due investigatori). Tra le molte sequenze in cui spicca il talento del regista, mi piace ricordare il metaforico rimbalzo della palla da tennis iniziale e della fede nuziale, emblematico nel finale. Un film che merita assolutamente di essere visto ma che nonostante la passionalità degli eventi lascia abbastanza freddi, non si raggiungendo, insomma, un alto livello di coinvolgimento dello spettatore.

Nel complesso buone le interpretazioni dei due protagonisti, con Rhys-Meyers candidato ad essere un nuovo sex-simbol e Scarlett Johansonn, ancora una volta impeccabile, a nuova icona della donna fatale.

 
 
 
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