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Ribaltare il punto di vista

Post n°230 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da je_est_un_autre

Sono sempre stato un cane sciolto, per diverso tempo ne sono stato anche fuori, con qualcuno ho avuto anche incomprensioni forti. Però fa un certo effetto, e alla fine una Compagnia teatrale che compie vent'anni è pur sempre un fatto degno di nota. Quindi, auguri a noi.
Ma non volevo parlare di questo, in questa mia rara puntata blogghistica.
E' che volevo raccontare che in questo periodo - per preparare uno spettacolo che celebri in qualche modo questo ventennale - facciamo interviste a tutti i gruppi con cui lavoriamo, dai vigili che fanno teatro, ai disoccupati, ai richiedenti asilo che raccontano la loro storia, ai disabili.
A me è toccato un gruppo di disabili gravi, il gruppo Gea, che hanno espresso il loro rapporto col teatro e con la loro (voglia di) vita e con la disabilità attraverso un abbecedario, un elenco alfabetico di parole che secondo loro li rappresenta. Si va dalla A di Aischia (uno dei posti che hanno visitato - e lasciamo andare le difficoltà di pronuncia: in fondo è così che si dice, dove sei stato? aischia!) alla E di Emozioni che Francesco canterà nel prossimo spettacolo, e Francesco non sa neanche parlare, ma a cantare ce la farà; dalla M di mongolfiera (una delle loro più memorabili gite) alla V di Volare che è una delle loro canzoni preferite (ma che anche identifica tutti i viaggi che hanno fatto, Tunisia, Egitto, ecc.).
Ecco, alla fine ne è uscito un monologo che un'attrice pronuncerà durante lo spettacolo, e che dimostra se mai ce ne fosse bisogno di quanto conti il punto di vista con cui si guardano le cose.
Del resto anche noi compiamo vent'anni che per una Compagnia teatrale sono tantissimi: ma è pur sempre un'età da ragazzini, no?

 

Toh, abbiamo visite. Dovete scusarmi ma non posso dedicarvi troppo tempo, sapete, ho sempre un sacco di cose da fare.
Questo mese ad esempio sono sul giornale, nella rubrica “Ti trovi bella”, la conoscete?
Beh, questo mese tocca a me, e capirete, c’è da prepararsi per bene.
Il trucco, il vestito, i capelli. Non è che uno si mette lì e improvvisa.
Poi c’ho da preparare le valigie, che uno non può mica stare con le mani in mano.
Dove vado? Nel blu dipinto di blu, naturalmente.
Beh, non è che uno che tutte le settimane è sul giornale poi va in vacanza a Cesenatico, capite, no?
Dio, che vita.
Con chi ci vado? Coi miei 17 amici, naturalmente. E’ il mio staff. Ci divertiamo un sacco: sapete, andiamo nei posti più strani, anche su una spiaggia dove crescono le palme parlanti. Sì. Di solito prendiamo la mongolfiera. Altre volte invece utilizziamo speciali pulmini volanti che sembrano piccoli ma poi, quando ci sali su, vedi che c’è tutto lo spazio del mondo, lì dentro. Se vi dicessi tutti i posti dove siamo stati non mi credereste. Quante ne abbiamo viste! Certo è un po’ un casino, eh? con uno staff così numeroso vi lascio immaginare l’organizzazione, i viaggi, gli alberghi, le stanze eccetera.
Dio, che vita.
Comunque siamo stati Aischia, poi da Aischia siamo andati ad Assisi;da lì siamo saliti in ascensore fin su al Monte Sceic, dal Monte Sceic siamo planati in Tunisia e da lì siamo atterrati in Egitto, sì sì. Il prossimo progetto è andare a Parigi, giusto una puntatina perché poi andiamo a Roma dal Papa che dobbiamo mangiare una pizza con lui cantando Emozioni. Così, c’è venuta quest’idea.
Dio, che vita.
E adesso scusatemi ma devo proprio salutarvi, ve l’ho detto, vado nel blu dipinto di blu coi miei amici.
Per fare la cosa che ci piace di più, ribaltare il punto di vista e scambiare di posto alla Terra e al cielo. Salire fino al sole ed ancora più su, guardare il mondo diventare una pallina e sentirsi leggeri.
E’ così che abbiamo imparato a volare.
Dovreste provarci anche voi. E’ divertente.

 

 
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