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Il punk è morto, e anche noi stiamo come stiamo

Post n°287 pubblicato il 27 Novembre 2016 da je_est_un_autre

Leggo da qualche parte che un tal signor Joseph Corré - marginalmente il figlio di Malcolm MacLaren, quello cioè che nel '77 ha preso in mano un movimento ancora genuino e ne ha fatto un business, diciamo - ha radunato la collezione di cimeli, dischi e rarità ereditata dal padre (una raccolta valutata cinque milioni di sterline), l'ha portata in una barca sul Tamigi e l'ha bruciata. 'Un gesto davvero punk', sentenzia lui.
A me pare invece che la cosa sia andata così: il signor Corré deve essersi chiesto "mi si nota di più se vivo fino alla fine dei miei giorni in questo deprimente anonimato, o se chiamo tutte le televisioni e faccio una vaccata epocale in diretta tv?". E poi si è dato la sua risposta.

Povero punk, che fine ingloriosa. Questa notizia mi ha messo su una certa tristezza perchè ho sempre guardato con simpatia al punk e avrei preferito un congedo più degno.
Certo, di mio, mai stato punk. Non avrei mai tollerato l'idea di bucarmi la pelle con delle spille da balia, e non avrei mai avuto il coraggio di truccarmi gli occhi o tirarmi su i capelli a cresta di gallo. Il fatto è che credo che per diventare una certa cosa, devi avere su la faccia giusta. Non c'è niente di più triste di un punk improbabile. (Ricordo una vacanza con gli amici in Grecia, avrò avuto vent'anni. Non esisteva per noi la parola "prenotare" così arrivammo a Ios senza la minima idea di dove avremmo alloggiato. Chiedemmo a qualcuno lì nel porto e ci indicarono una casa: "Là c'è una signora che affitta delle stanze". Andammo, e in questa casa c'erano in effetti delle stanze, ma i letti erano solo dei materassi buttati lì, e c'era anche un bel po' di gente bisognosa di una doccia che ciondolava in  giro. Così arrivavi, sceglievi il tuo materasso ed era tutto. Niente armadi, niente sedie, niente di niente. Non  esattamente il Ritz, ma per noi andava bene. Quando, dopo una sera piuttosto movimentata tornammo lì, trovai il mio materasso occupato, e sopra ci dormiva un punk. Ma questo punk non era un punk normale, lo guardai bene e pensai "è un punk buono". Cercai di svegliarlo, ma lui grugniva e non si svegliava. Però accidenti, quel materasso era il mio. Così decisi di andare per le spicce. Mi feci aiutare da un amico e sollevammo il materasso, lo trascinammo fuori e liberai così il mio letto. Il punk buono rotolò per terra senza lamentarsi troppo, disse qualcosa in una lingua incomprensibile e se ne andò. Da quel giorno per noi "il punk buono" restò proverbiale e lo citammo per parecchio tempo).
Ecco, io non  avrei mai tollerato di essere un punk buono, ma forse avrei avuto proprio quella faccia lì. Insomma mai stato punk, ma certe canzoni sono belle, certi album addirittura invecchiano bene, che si sa che col rock la vera difficoltà è proprio quella (ricordo che quando me la tiravo da darkone ascoltavo certe cose che se le riascolto adesso mi suonano addirittura ridicole). Non lo so, prendiamo quasi tutta la discografia dei Clash di quegli anni  ad esempio. O i Jam. O gli X di Los Angeles. E certe canzoni esplosive come New Rose dei Damned.

Insomma si poteva pensare a qualcosa di meglio, per salutare.
Tipo andare sul Tamigi, bersi una pinta di birra con New Rose nelle orecchie e pensare al bel tempo che fu.
Non è forse meglio?

 
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