Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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« RomaVoci dall'inferno »

Sconcerto rock

Post n°91 pubblicato il 25 Maggio 2010 da je_est_un_autre

Con te non c'è mai niente di scontato. A volte, va detto, nemmeno troppo per colpa tua.
L'ultima volta che ci capitò di stare su un palco assieme fu per una rassegna estiva all'aperto. Ad un certo punto, verso la metà dello spettacolo (una via di mezzo tra una commedia e un reading) vedemmo un tizio arrivare verso di noi dal fondo.
Variopinto e dall'andatura ciondolante, aveva tutta l'aria del tossico da stazione.
E probabilmente lo era.
Una volta giunto sotto al palco, ti chiamò:
"Gianfranco! Psss...Gianfranco! Vieni qua. Ti voglio dire una cosa!"
Io ero atterrito.
Tu interrompesti lo spettacolo per rispondere:
"Cosa c'è?"
E lui:
"Niente, ti volevo salutare. Sei un grande, Gianfranco! Oh, stai in gamba, eh?"
Più tardi, in camerino, ti venne da commentare:
"Beh, in effetti era tanto che non ci vedevamo".

Quando, un mese fa, ho saputo che avremmo dovuto replicare quello stesso spettacolo, ho pensato: beh, faremo un po' di prove.
Ma appunto, con te non c'è niente di scontato, e quindi, interpellato più volte al telefono a questo proposito, ti limitavi a dire:
"Sì...vedremo...stai rilassato"
Come no.
Siamo arrivati a domenica senza avere fatto uno straccio di prova. Giunto a casa tua al mattino e già in fibrillazione, dal balcone hai provveduto a tranquillizzarmi:
"Siamo perduti, è un'emergenza!"
Lo so.
Aggiungendo:
"Non trovo gli occhiali".
Quando nel pomeriggio abbiamo finalmente cominciato a provare, ti sei improvvisamente fermato per dire:
"Continua da solo, devo finire di scrivere una cosa, di sopra. Arrivo subito"
"Senti, siamo in due. Non posso provare da solo" ho protestato.
"E non essere sempre così negativo!" mi hai detto, da sopra le scale.
Quando sei sceso avevi in mano un testo:
"Ho pensato che potremmo aggiungere un pezzo nuovo"
Alle 4 del pomeriggio, con lo spettacolo alle sei e mezzo?
"L'ho scritto pensando proprio a te. E' un pezzo che ti valorizza. Cerca di limitare al massimo le pause di respirazione e spingi al massimo"
Santapace.
Ho letto fino in fondo:
"Ehi, l'ultima frase è incompleta. C'è scritto 'Sono un cane di sei anni, mica un' e poi termina lì" ho detto.
"E' vero. Dobbiamo trovare qualcosa da contrapporre al cane di sei anni. Che ne pensi di 'coniglietto'? Prova a dirla così".
"Sono un cane di sei anni, mica un coniglietto".
"Perfetto. Tienila così"
"Ma non ce la farò mai. Andiamo in scena fra due ore"
"Come fai ad essere così disfattista? Questo non è teatro, è qualcosa di diverso. E' un concerto rock! Improvvisazione, movimento! La colonna sonora non è forse dei Talking Heads?"
"Sì"
"E allora lo vedi? E' un concerto rock, ti voglio tranquillo e ottimista. Ed ora di corsa in teatro, hop!"
In effetti l'abbiamo scampata. Nonostante tu avessi anche dimenticato il cd della colonna sonora a casa - poi recuperato a cinque minuti dall'andata in scena - e nonostante la tua follia.
"Lo vedi?" mi hai detto alla fine "non c'era da avere paura. Ormai questo spettacolo l'abbiamo nel DNA. E poi è un concerto rock. Cosa credi, che i Dead Kennedys provassero, prima dei concerti?"

Maledetto bastardo. Certe volte ti strozzerei.

 
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