L'atrabilioso

Chi di Pinter ferisce (*) - Sfighe varie e piccola piccola recensione

(*): so che avevo detto che era l'ultima volta che parlavo di Pinter, ma questa appendice la devo mettere, così imparo.

E' che mi sembrava una buona idea. Cogliere l'occasione (invero piuttosto rara) di un allestimento pinteriano a Bologna e invitare i miei ragazzi a vedere lo spettacolo, così da salutarli e augurare loro buona estate.
Arrivo all'Arena del Sole in buon anticipo e i ragazzi sono già nel foyer che confabulano stretto tra loro. Gli argomenti sono la comunicazione interpersonale e il linguaggio del corpo. Pare siano temi che li appassionano parecchio.
"Le strategie comunicative" mi spiegano "dividono gli umani in nove categorie. Dalla gestualità e dall'uso del corpo si può risalire alla tua specifica categoria"
"Capisco, e a cosa serve?" dico io, sempre scettico di fronte a queste cose.
"Oh, a migliorare la comunicazione e l'approccio con gli altri. Ad esempio, essendo tu un cenestesico-visivo..." dice uno.
"Cosa sono?" lo interrompo.
"Un cenestesico-visivo" afferma un altro molto ben informato.
"Ed è grave?" chiedo.
"Ad essere precisi sei un cenestesico-visivo del Tipo 2, l''altruista'"
"Mi avete radiografato ben bene, a quanto vedo. E come siete arrivati a queste conclusioni?" domando, già un po' preoccupato.
"E' semplice: guardandoti. Ad esempio prima di parlare hai l'abitudine di buttare gli occhi verso l'alto come a cercare qualcosa di immaginario, qualcosa che non c'è..."
"Cosa? Io guardo verso l'alto? Ma non è vero. Quando? Come?" protesto.
"Oh, certo. Lo fai continuamente, guardi sempre verso l'alto, tu: e poi questi improvvisi scoppi di parole in quel tono nasale..."
"...per non dire della gestualità a volte esagerata o addirittura violenta..."
"Ragazzi è fantastico, ma preferirei non sapere altro" cerco di intervenire.
"...no, aspetta, Lorenzo. Vedi, tutte queste cose fanno di te un cenestesico-visivo di Tipo 2, che ha come reazione compulsiva quella di dover piacere ad ogni costo..."
"...e che vive costantemente un desiderio di riconoscimento, in ogni momento della giornata..."
"...desiderio che, se resta insoddisfatto, può significare per il Tipo 2 la perdita dell'Io e la caduta in una crisi profondissima!"
Rimango in silenzio, atterrito. Cerco di scuotermi:
"Non so come ringraziarvi, ragazzi. E' davvero bello sapere queste cose. Ehm. Hanno già suonato il campanello, entriamo?".
In sala, nessuno si accorge dell'assoluto desiderio di essere lodato che mi attanaglia, e nessuna donna riconosce in me il Tipo 2 buttandosi tra le mie braccia per dirmi quanto sono seducente.
Cerco di pensare allo spettacolo, che è Tradimenti di Pinter, ma che stasera è soprattutto una commedia con Nicoletta Braschi, e se c'è una cosa che salta agli occhi è che la gente è accorsa per vedere non tanto una commedia di Pinter quanto piuttosto lei e il suo ingombrante fardello di First Lady e soprattutto il Gran Consorte seduto e plaudente in prima fila (forse è proprio per compiacere la regal coppia che in tutta la prima parte della commedia il pubblico si è sentito in dovere di ridere fin troppo sguaiatamente a battute che meritavano tutt'al più un sorriso?...)
Peccato perchè Tradimenti è una commedia assolutamente splendida, qui fin troppo alleggerita nella regia di Andrea Renzi, assecondato da una Braschi dalla recitazione affettata, a volte impalpabile fino allo svuotamento di senso (ma va detto che la sua capacità di raggelare le scene con un gesto è esemplare, e anche molto pinteriana); da un Enrico Ianniello simpatico e sicuro anche se a volte un po' gigione; soprattutto da un Tony Laudadio in forma strepitosa (un Robert da ricordare, per me).
Da segnalare l'imbarazzante aggiunta di un ruolo non previsto dal copione, un cameriere-servo di scena a cui Andrea Renzi attribuisce una battuta presa pari pari da Johnny Stecchino che avrà fatto rivoltare nella tomba Harold Pinter e che non credo abbia fatto tutto 'sto gran piacere nemmeno al dedicatario della citazione.
Alla fine dello spettacolo i miei ragazzi sono entusiasti: non comunico loro alcune perplessità, alla fine è davvero uno spettacolo godibile.
Dopo una birra ci salutiamo  e i ragazzi (che sono soprattutto ragazze) mi dispensano doppia dose d'abbracci, ben sapendo quanto noi del Tipo 2 abbiamo bisogno di queste cose.
Ed è lì che prende corpo il fuori programma. Faccio per raggiungere il punto dove avevo parcheggiato la macchina, ma non appena mi immetto nella via m'accorgo che tutte le auto in sosta sono state rimosse. Pulizia delle strade.
"Cazzo, cazzo cazzo e vaffanculo" dico tra me, non riuscendo a capacitarmi di non aver visto i cartelli, dal momento che ora mi sembra pieno solo di cartelli (beh per forza, le macchine le han portate via).
Insomma alle due di notte mi sono dovuto sbattere per recuperare la macchina al deposito. Al ritorno, alleggerito dell'incongrua cifra di duecento eurini e dopo aver smoccolato tutti i santi del paradiso mi sono chiesto: ma come ho fatto a non vedere quegli stupidi cartelli? Dove avevo la testa? Dove guardavo?
Beh, i ragazzi di sicuro mi avrebbero detto: avevi certamente lo sguardo rivolto verso l'alto, a cercare qualcosa di immaginario al di sopra di te, qualcosa che non c'è.

Ecco, se siete arrivati fin qui vi dò un consiglio: se per caso siete cenestesici-visivi del Tipo 2 e parcheggiate la macchina di sera, datevi una scrollata prima di chiudere a chiave e andarvene: non si sa mai, potrebbe esserci la pulizia delle strade. Provare per credere.