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Post n°158 pubblicato il 18 Settembre 2011 da je_est_un_autre
In un treno, in uno scompartimento completamente vuoto, entra un tale. Si sistema nel sedile solitario, l'ultimo prima dell'uscita. Posa lo zainetto sul sedile di fronte a sè e comincia a leggere un giornale. LA TIZIA (sistemando i bagagli): Che caldo, eh? E poi di corsa, di corsa sono arrivata, sa? Con questo caldo, s'immagini lei. IL TALE (alzando gli occhi un momento dal giornale): Eh? Caldo, sì. LA TIZIA: E' il regionale, questo, vero? Ho preso il regionale, il regionale. Il regionale, non mi dica di no. IL TALE: Stiamo calmi. Ahimè sì, le confermo che purtroppo non ha sbagliato, ha preso il regionale. LA TIZIA: Meno male. E va a Piacenza questo treno, vero? IL TALE: Se non cambia idea sì. LA TIZIA: Lei scende a Piacenza? Beh, certo, il treno muore lì. E io dopo vado, lo sa dove vado? Lo vuole sapere? IL TALE: Non sto nella pelle. LA TIZIA: A Lodi! IL TALE: Ho i brividi. LA TIZIA: C'è poca strada da Piacenza a Lodi, lo sapeva lei? Poca poca strada. IL TALE: Emozioni a pioggia, oggi. LA TIZIA: Certo che alle stazioni dei treni non le sanno proprio dare, le informazioni. Lo sa lei che io ho rischiato di perderlo, questo treno? IL TALE: La prego, non mi ci faccia pensare. LA TIZIA: E invece è così. Certo che fa veramente caldo, qui. Ma non c'è l'aria condizionata? Cos'è, non funziona? CONTROLLOREEE! Ma non si può fare qualcosa? Lei, per esempio, non può fare qualcosa? IL TALE: Non so, potrei cercarle un calmante. LA TIZIA: Ma non si possono almeno abbassare i finestrini? IL TALE: Ho già provato, sono bloccati. LA TIZIA: E allora suderemo. Eh, suderemo. Visto che non possiamo fare altro, suderemo. IL TALE: Se è per questo io ho già cominciato. LA TIZIA: Eh, infatti suda tanto lei, eh? Oh, vedo che ha posato il suo giornale. IL TALE: Già, chissà perchè. LA TIZIA: Beh, allora, visto che non legge più, mi ci fa dare un'occhiata? Giusto giusto un'occhiata? IL TALE: Prego. LA TIZIA: Vedo che c'è tutta una prima pagina sulla crisi. Io sono molto molto preoccupata per la crisi, lei non è preoccupato? IL TALE: Quando riuscirò a leggere mi preoccuperò. LA TIZIA: Guarda qui, tutta una pagina, tutta una pagina sulla crisi. C'è un mondo là fuori che fa paura, fa. Oh, ha tirato fuori un quaderno e una biro, che fa, scrive? IL TALE: A lei non la si fa, eh? LA TIZIA: E si può sapere cosa scrive? IL TALE: In questo momento ho per le mani...ecco...sì, ecco...un romanzo. LA TIZIA: Davvero? Un romanzo d'amore? IL TALE: Uhm...no, non proprio. LA TIZIA: E allora di cosa si tratta, se non è d'amore? Me lo dica, me lo dica. IL TALE: D'accordo. Si tratta della storia di questo personaggio, uno che gli salta il ghiribizzo di campare viaggiando sui treni e scrivendoci su dei reportage per poi rivenderli, mi segue? Come lei capirà non è un grande affare e quindi il tipo non miete grossi successi - anzi, diciamolo pure, nessuno glieli compra questi reportage - però insomma è interessante uno che vive così, non crede? Il problema è che mi sono arenato su una pagina. C'è lui che in uno dei suoi viaggi entra in uno scompartimento e ha un colloquio piuttosto monodirezionale con una certa tizia e da lì non riesco a muovermi. La tizia parla e parla, ma non evolve. Mica facile andare avanti. Ha suggerimenti da darmi? LA TIZIA: Ah, non lo so, a me piacciono i romanzi d'amore. IL TALE: Peccato. Oh, guardi, ecco che siamo a Piacenza. Beh, la saluto, è stato un piacere. LA TIZIA: Cosa? Piacenza? Oh, siamo arrivati, aiuto. Prestoprestopresto. Ehi, il suo giornale! Cosa fa, si dimentica il giornale? IL TALE: No, lo tenga. Non vorrei mai che mi venisse da preoccuparmi per la crisi. Buon proseguimento a lei. LA TIZIA: Ma infatti io proseguo, sa? Gliel'ho detto? Vado a Lodi, io. Scendo, prendo la coincidenza, e poi via che si va a Lodi. Gliel'ho detto che c'è poca poca strada? Poca poca. Piacenza, coincidenza, Lodi. E via che si va. IL TALE: (esce dallo scompartimento)
FINE.
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