Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
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In Emilia

Post n°248 pubblicato il 30 Gennaio 2015 da je_est_un_autre

Io, è da poco che ho smesso di sognare il terremoto.
Non che sia successo così di frequente, da quel maggio fino ad oggi: diciamo una diecina di volte in tutto. Del resto qui siamo solo sull'orlo di quella zolla, di quel cratere così devastato. Ha picchiato forte ma danni pochi.
Però chi ha provato il terremoto lo sa: ti resta dentro in qualche modo, a tener vive crepe che non si vedono a occhio nudo. Poi è vero che il tempo sfuma tutto, specie se sei stato toccato  marginalmente, e arrivi a pensarci sempre meno.
Poi però un giorno apri il giornale e leggi che qualcuno rideva anche qui. Dev'essere una moda diffusa, questa di ridere mentre i tetti cadono sulla testa di chi sta dormendo nel suo letto e i capannoni si rovesciano sugli operai che fanno i turni di notte.
Ho ascoltato un paio di volte l'intercettazione della telefonata intercorsa tra quei due figuri, e a parte quella risata crassa non sono riuscito a capire nemmeno una parola per via di certi accenti inestirpabili e forse è meglio così. Ma di quei due gaglioffi così gutturali non voglio nemmeno parlare, che cosa ci sarebbe da aggiungere a quanto già detto e ripetuto, dall'Aquila in poi?
No, quello che colpisce è il mutamento di una regione famosa per il suo senso civico, per la diffusa solidarietà, per l'impegno: perchè si sa che quelli non agiscono da soli. Qualcosa è cambiato, proprio nelle persone. Disincanto, cinismo, ambizione, lo sporco lucro, non lo so. Davvero, non so che cosa sia successo, ma l'identità è perduta.
Forse invecchiando starò diventando più sentimentale, ma non mi sono mai sentito tanto legato a questa terra come adesso. Forse perchè mi cambia sotto gli occhi, e sento che qualcosa sta fuggendo via.
Non so se sia ancora possibile sperare in qualcosa, in questo cupo momento della nostra storia.
Ma se c'è ancora qualcosa da fare, è meglio farlo in fretta.

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
camminate strambe il 30/01/15 alle 16:06 via WEB
Io invece non mi sono mai sentito così poco legato a questa terra, intesa come Emilia, come Italia, come tutto quel che vuoi. Al massimo mi vien da dire: meno male che vivo qui e non là; ma quello è solo campanilismo. Non riesco ad essere fiero di niente che ci riguardi.
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 30/01/15 alle 16:16 via WEB
Capisco il senso di sfinimento, che credo assai diffuso. In quanto al legame con la terra son felice di averlo, ma svuotato di speranza vale poco.
(Rispondi)
 
mia.euridice
mia.euridice il 31/01/15 alle 08:41 via WEB
Credo di poterti capire molto, molto bene carissimo.
Il terremoto del 2009 lo sogno ancora. Eccome. E vado in crisi se solo sento qualcosa che ondeggia. Il panico diventa purissimo ed inevitabile.
Gli sciacallacci che hanno riso per il terremoto dell'Aquila sono identici a quelli che ridevano per il terremoto in Emilia. Gente squallida e senza cervello. Quindi una forza trasversale ed infestante. Malapianta, dice Gratteri.
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 31/01/15 alle 10:46 via WEB
E dice bene, Gratteri. A noi che era sembrato più che sufficiente il terremoto, ci è anche toccato in sorte di sentire le risate di quelli. Un abbraccio solidale, cara Euri.
(Rispondi)
 
esperiMente
esperiMente il 31/01/15 alle 23:47 via WEB
Paura, malaffare, cinismo. Tutte malepiante. Io non credo che dal marciume possa nascere ancora qualcosa di sano nel breve periodo, e sento che il nostro paese si sta trasformando sempre più in una palude.
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 03/02/15 alle 07:37 via WEB
Anche una combattente come te rinuncia, espe?
(Rispondi)
 
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 02/02/15 alle 17:53 via WEB
Ho pensato a questo tuo post quando ho sentito un'intercettazione al TG. Lei era una commercialista, con un bell'accento emiliano, e faceva affari con la 'ndrangheta. Non riesco a crederci, io, che emiliana non sono. Per noi, nel resto d'Italia, voi siete sempre stati il faro, il segno che un altro Paese era possibile anche per noi. Abbiamo smesso da tempo di credere che sia stato il comunismo a fare bella l'Emilia e abbiamo pensato invece che siano stati gli emiliani a fare bello il comunismo. Ci siamo convinti che in quella parte d'Italia viva un popolo superiore, capace di imprenditorialità e cultura, solidarietà ed ecologia; il popolo delle fabbriche e delle bici, dei centri cittadini senza auto, del benessere per tutti; il popolo del cui terremoto non abbiamo più sentito parlare, che ha raccolto le forme di parmigiano spaccate sotto i travi e ne ha fatto un'opportunità di e-commerce. Ci siamo abituati a sentire accenti lombardi nelle intercettazioni, a considerare normale un certo capitalismo senza scrupoli. Ma sentire un accento emiliano è molto, molto peggio; è la fine di una speranza.
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 03/02/15 alle 07:45 via WEB
Io per la nausea non sono andato oltre le prime due righe dell'articolo riguardante quella commercialista: lei, tutta contrita, si giustificava col padre "Papà, i calabresi mi facevano lavorare". Che è poi un tipo di giustificazione molto diffuso quando sentiamo certe storie del nostro sud. La calabresizzazione dell'Emilia e del nord evidentemente sono già a buon punto.
Comunque meninas, come sempre sei illuminante, questa ad esempio me la segno: "Abbiamo smesso da tempo di credere che sia stato il comunismo a fare bella l'Emilia e abbiamo pensato invece che siano stati gli emiliani a fare bello il comunismo".
(Rispondi)
 
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 03/02/15 alle 09:26 via WEB
a me sentendola è venuta una gran voglia di prenderla a schiaffi..indipendentemente dalla regione, ormai è chiaro che la mafia è al sud per antonomasia ma tutto il mondo è paese, in tutti gli eventi tragici c'è chi balla sulle tombe, guardate l'Irpinia..quanti anni son passati?il paesaggio è ancora quelo..post terremoto:((
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 03/02/15 alle 10:07 via WEB
Un ceffone di OLS. Mi sembra una pena adeguata.
(Rispondi)
 
vaniloquio
vaniloquio il 03/02/15 alle 18:42 via WEB
"Ma se c'è ancora qualcosa da fare, è meglio farlo in fretta". Perfetto. Ora ti chiedo: è possibile recuperare a livello macroscopico purezza e onestà?
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 03/02/15 alle 19:12 via WEB
No. Non così. Non progettando una rinascita così, a freddo, a tavolino.
(Rispondi)
 
 
 
vaniloquio
vaniloquio il 03/02/15 alle 21:21 via WEB
Possiamo progettare cosa offrire, a livello formativo, a bambini e ragazzi; meno retorica più fatti, e intercettazioni come quella del post raccontano meglio di un libro di storia.
(Rispondi)
 
 
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 03/02/15 alle 22:36 via WEB
Che la scuola possa ricoprire un ruolo importante è sicuro.
(Rispondi)
 
pabela84
pabela84 il 03/02/15 alle 23:44 via WEB
Mi sa che sono ancora nella fase "lotta e ti sarà dato". Che mi sento dire tanto spesso di essere cauta e stare attenta, di dire senza dire, di gridare un po' con l'ovatta tra le corde vocali - che solo a scriverlo fa venire un senso di soffocamento. Ma no, ma no che non è in peggioramento continuo tutto quanto. Credo che sia quella questione della terra che gira, ma a noi pare tutto fermo. Non siamo mai nello stesso posto. Mai gli stessi. Non so a che giova arricchirsi sulle paure, ma pare che frutti molto. E allora o diventiamo tutti onesti di colpo o chi ci crede davvero che scacci le paure, i suoi mostri. Se non altro piccoli mondi si saranno salvati tendendosi la mano! Mano, Je?
(Rispondi)
 
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 04/02/15 alle 09:58 via WEB
Che poi gridare soffocati è proprio un controsenso. Tendiamocela, 'sta mano, Pabelina.
(Rispondi)
 
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