Creato da: je_est_un_autre il 04/11/2008
Date la colpa alla mia insonnia

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Messaggi di Giugno 2016

 

Io mi ricordo

Post n°271 pubblicato il 30 Giugno 2016 da je_est_un_autre

- C'è una campana che suona, la mattina della domenica, mentre sei ancora nel letto. La melodia è sempre la stessa, ogni giorno di festa. Stai con gli occhi aperti, appena sveglio, e quel suono ha il sapore dell'attesa.

- Ci sono dei tendoni rossi e blu che scendono dalle arcate del portico fino a terra, a difendere le vetrine e il passeggio.

- Ci sono dei bassi gradini su cui sedevate a giocare, con qualunque stagione, nei pomeriggi interminabili delle vostre giornate più verdi. Odore di polvere nelle dita in estate, odore di pioggia nell'aria, in inverno.

- Ci sono le corse sulle piccole bici, lungo il viale che circonda il paese. Ti sembra di galleggiare, con l'aria nelle orecchie, lontane le grida degli amici, nel profumo inebriante dei tigli.

- C'è, infine, un momento in cui un mondo lungo cento metri comincia a cambiare, e tu ancora non lo sai.

 

 
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Acume è vivo (e mena fendenti alla cieca, soprattutto contro se stesso)

Post n°270 pubblicato il 12 Giugno 2016 da je_est_un_autre

Chinatown, in un giorno festivo. La pigra ora del dopo pranzo.
Entra Acume.
Non lo vedo da un pezzo. Ha l'aria di uno che è braccato.
Intendo, più del solito.

ACUME: Ciao, Lorenzo.
IO: Ehi, Acume! Una vita che non ci si vede.
ACUME: Lo sai, adesso sono sempre aaaa... Parma. Faccio questo corso per...eeehhh... scenografi. Voglio diventare scenografo.
IO: Bene! E come sta andando?
ACUME: Insomma. Bene. Cioè, un po' due palle. Ci fanno attaccare questi...eehhhh...pezzi di nastro su una moquette.
IO: Ed è così che si diventa scenografi?
ACUME: Non lo so. Son cento metri di moquette da decorare. Gli serve per...eeehh...il Don Carlos.
IO: Noto un'ombra di sfruttamento. E anche un sospetto di presa per il culo.
ACUME: Forse hai ragione. Comunque il problema non è mica il corso. Sai, mi hanno accusato di...eehhh...stalkeraggio.
IO: Cosa? E chi?
ACUME: Olga.
IO: Olga?
ACUME: Una mia compagna di corso. Adesso no, ha cambiato.
IO: Che diavolo le hai fatto?
ACUME: Non lo so. Le ho chiesto di uscire.
IO: Direi che non è sufficiente. Quante volte glielo hai chiesto, Acume?
ACUME: Non sono uno stalker. Mi muoveva del coso, dell'affetto, sai come succede.  Volevo starle vicino.
IO: Forse troppo, però.
ACUME: Olga ha dei problemi, sai.
IO: A parte te?
ACUME: Dovresti vederla mentre cammina. Tiene sempre le spalle curve, la testa incassata, guarda con gli occhi così come chi si aspetta di essere colpito alle spalle da un momento all'altro. E poi...cammina...eehh...strano. Quando cammina, una gamba va dritta, quell'altra fa una specie di semicerchio, così. Ma non è mica zoppa. E' proprio il suo modo di camminare.
IO: Era impossibile non restarne affascinati.
ACUME: E' in cura da un coso, da uno psicologo.
IO: C'è da capirla.
ACUME: Al che le ho detto: ma come, tu mi accusi di essere uno stalker, proprio tu che c'hai tutti 'sti problemi e che hai bisogno dello psicologo?!
IO: Certo che hai un gran tatto, a volte.
ACUME: Comunque è così. Mi sa che non ho più molte possibilità con lei. Tu cosa ne pensi? Sai, mi ha fatto chiamare da una sua amica per dirmi di lasciarla in pace, e che se continuo mi denuncia.
IO: Mah. Chissà cos'avrà voluto dire.
ACUME: Beh, adesso vado. Mi ha fatto piacere rivederti, Lorenzo.
IO: La prossima volta spero di non vederti in parlatorio. Nel caso, ti porto le arance?


 

 
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