Creato da: banale78 il 08/07/2005
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Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 31 Ottobre 2005 da banale78

Chiudo.

 

Un saluto speciale a Rita, Rossana, Laura, Marta, Meddy.

Un grazie a chi è passato di qua.

 

Inventario:

  • una valigia gonfia di vestiti
  • un vocabolario
  • quattro soldi
  • una nuova occasione

E ora vediamo cosa sai fare…

 
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Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 17 Ottobre 2005 da banale78

La pês su lis mans,

dêts

a strengi la vite.

La gnot,

che gnot,

no are diviarse

picjade a un pensîr

respîr

iessût dai toi lavris.

 

La pece sulle mani, / dita / a stringere la vita. / La notte, / quella notte, / non era diversa / appesa a un pensiero / respiro / uscito dalle tue labbra.

 
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Post N° 25

Post n°25 pubblicato il 10 Ottobre 2005 da banale78

Su un marciapiede affollato, in un viavai continuo di gente, due sconosciuti, una giovane donna e un uomo mancato, incrociano i loro sguardi. Si fermano per un istante l’uno di fronte all’altra.

“Ho sbagliato tutto” dice lui. La donna lo guarda negli occhi, tende la mano e gli regala una lieve, dolce carezza sul viso.

 

Certe cose accadono solo in questo mondo virtuale, ma gli effetti sono reali.

 

Non lo sai il bene che mi hai fatto, Meliedea…

 

Grazie di cuore

 
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Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 02 Ottobre 2005 da banale78

Il signor Gianni è un pensionato. Fino a un paio di anni fa gestiva col fratello un negozio di articoli sportivi in una località balneare. Di media statura, ha un naso piuttosto grosso e gli occhiali grandi. Il respiro affannoso, dopo ogni sforzo fisico, rivela una disabitudine al lavoro di fatica; la pancia rotonda, che la camicia chiara a righe non riesce a nascondere, dimostra inconfutabilmente che il signor Gianni è una buona forchetta. Infatti i suoi discorsi vertono spesso su branzini e tagliate, spaghetti alle vongole e tiramisù. E’ cordiale e dotato di un umorismo fine, mai volgare. Ogni mattina si reca al bar a prendere un caffé e a leggere il giornale locale. Non sopporta i mussulmani, che pretendono di imporre le loro regole barbare al nostro paese civile.

 

Giorgio ha una cinquantina d’anni, capelli tra il biondo ed il bianco e denti gialli che hanno l’aria di essere poco sani. Si trascura un po’, questo è certo e credo che abbia qualche problema con l’alcol. E’ simpatico: spesso si mette a urlare senza motivo, così, giusto per sfogarsi un po’ e prende costantemente in giro il sapientone del gruppo. La mattina arriva guidando come un pazzo il suo scooter e la sera stacca rigorosamente alle 17, non un minuto in più: ha la madre malata e prima di cena vuole fare un salto a trovarla. Giorgio ha avuto un infarto circa cinque anni fa e da allora gli è stata riconosciuta una parziale invalidità, sufficiente a farlo entrare nella categoria dei lavoratori protetti. In tutto questo tempo, il Comune non gli ha mai trovato un’occupazione stabile, perché, dice lui: “Quelli là pensano solo a trovare lavoro a quei bastardi di negri”.

 

Jonny è albanese, ma a vederlo sembra più un indios. E’ un uragano di simpatia: parla, parla, parla, con quella sua cadenza napoletana, acquisita lavorando da quelle parti per un paio d’anni. Fin troppo volgare, ma è impossibile stare seri con lui; lascio solo immaginare su cosa vertano i discorsi… A lavorare c’è anche sua moglie, di cui è geloso fino alla paranoia. Innamorati e all’apparenza sereni, nonostante le difficoltà economiche, sono davvero una bella coppia. Ha nostalgia del suo Paese e dei suoi amici d’infanzia. Di certo non gli mancano i kossovari, che secondo lui sono la peggior razza sulla faccia della Terra.

 

Manuela è d’origine croata, ma vive da sempre in Italia. Non ho ancora  ben capito perché venga a vendemmiare, visto che nei weekend lavora come spogliarellista in qualche locale notturno prendendo dai 150 ai 200 e rotti euro a serata. Non aspettatevi una bellezza rara però: è bassa, tarchiatella e i tratti del viso sono piuttosto mascolini. Se può fare quel lavoro è per una sola ragione: un balcone da record (ottava misura naturale). E infatti parla continuamente delle sue tette, del fatto che diminuiscono se dimagrisce e del fatto che non risente di mal di schiena perché fa molta palestra. Al primo impatto, non dimostra di essere proprio una cima, Manuela. Ma ho avuto modo di conoscerla meglio, riaccompagnandola quasi ogni sera in stazione a prendere il treno. E’ sensibile, prende la vita con leggerezza, non odia nessuno e  a tempo perso fa volontariato con bambini handicappati.

 

 
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Post N° 23

Post n°23 pubblicato il 27 Settembre 2005 da banale78

Non rido.

Penso

che hai gelato intenzioni

parole sudate

in notti di veglia piena

con sorrisi e silenzi

fumo negli occhi miei.

Mio squallido destino idiota

pensare a te

gioco ormai perso

d'istanti.

Una nuova occasione,

non esiterei

incenerirsi ancora di sguardi

e mani su corpi,

che nulla io sono

uccidimi ancora

che nulla io sono.

 
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