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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 31 Luglio 2005 da banale78

Assistere al concerto di Cristina Donà, ieri sera, è stata una vera emozione. Di più: è stato come riconciliarmi con me stesso e con il mondo. Non esagero…

Più che la sua splendida voce e la rara capacità di modularla, più che l’intensità delle sue parole e la bellezza delle sue melodie, è stato il suo essere “vera artista” a sorprendermi. Quante volte capita di andare ad un concerto con l’aspettativa di assistere ad un evento, con la convinzione che lo spettacolo varrà il prezzo del biglietto (solitamente esorbitante), per poi ritrovarsi delusi ad ascoltare semplicemente la piatta riproduzione dell’ultimo album, quasi che a suonare non fossero i musicisti sul palco, ma uno stereo nascosto dietro le casse. Questo non è ciò che cerco nell’ascolto di un musicista dal vivo; non voglio assistere a una semplice “esposizione” di brani musicali; andare ad un concerto non deve essere come visitare una mostra di quadri… Ciò che ho visto ieri sera è stata un’Artista che faceva letteralmente a pezzi le sue opere d’arte (le sue canzoni) per crearne qualcosa di nuovo, di emozionante, di unico. Gli arrangiamenti sconvolti, il suo modo di porsi nei confronti del pubblico, il suo bisogno di “sentire” il pubblico,  la sua gestualità, la sua spontaneità, le sue parole tra una canzone e l’altra… Tutti elementi che hanno contribuito ad un incanto, alla meraviglia di un attimo, fatalmente già fuggito, ma davvero MEMORABILE.

 
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Commenti al Post:
Lili_on_the_beach
Lili_on_the_beach il 31/07/05 alle 19:54 via WEB
Il grande Maestro e direttore d'orchestra Chelibidache diffidava delle registrazioni. Anzi, alle registrazioni fu sempre ostinatamente (e perché no!, riottosamente) ostile. E le ragioni di questa sua impenitente ostilità le spiegò con lucidità di argomentazioni, forte del suo amore devozionale per la musica, la grande musica degli immortali. Perché, si chiedeva con febbrile ingegno il Maestro, come può pensarsi di ridurre la magia dell'esecuzione, la creatività inafferrabile di un'opera musicale quando la si rivive, nella fredda riproduzione di un disco? Estremo corollario della sua fede nella divina essenza della Musica. Questa sua ostilità fu solo estremo corollario. Chelibidache coltivò la sua resistenza all'impero discografico, vox clamans in deserto. E ciò che delle sue superbe esecuzioni ci rimane sono furtive registrazioni, sottratte al suo controllo. Radicale il suo messaggio, baluardo forse di tutto un mondo superato di intendere l'arte, viverla. Ma una verità incorruttibile di quel messaggio sopravvive e non può che sopravvivere. Perché la musica vive davvero quando parla al suo pubblico vivente, quando abbevera l'anima e lo spirito di chi l'ascolta dalle mani del musicista, in quegli spazi di suggestione collettiva e di poesia corale, che le pubbliche manifestazioni, i concerti dimorano. E lì che l'artista misura la propria arte, la seduttività della propria arte. Ed è li che la Musica scorre come immenso fiume di emozioni. Perché niente da essa non sia travolto e fertilizzato. Dreaming Rossana
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banale78
banale78 il 01/08/05 alle 12:19 via WEB
Con questo tuo commento mi fai un regalo enorme! Ciò che nel mio post è una semplice impressione, un’idea appena abbozzata, nelle tue parole incontra stile, competenza e forza di persuasione… Ti ringrazio di cuore. Davvero
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Lili_on_the_beach
Lili_on_the_beach il 01/08/05 alle 12:52 via WEB
Ringrazio te per avermi accolto con così tanta sensibilità, delicatezza, senso autentico di ospitalità che in molti, moltissimi blogs manca del tutto. Se ho potuto scrivere con la pienezza che dici, è perché mi sono sentita accettata. Anche a dispetto della mia evidente complessità. Io ti abbraccio teneramente Dreaming Rossana
(Rispondi)
 
minsterr999
minsterr999 il 25/03/09 alle 02:15 via WEB
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