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No a Rosella Sensi al comune di Roma !!!

Post n°1 pubblicato il 21 Luglio 2011 da noarosellasensi
 
Foto di noarosellasensi

Di Fabrizio Masumeci

"L'accesso ai luoghi del potere è inibito alla meritocrazia e al sano impegno politico e sociale.

Ci dicono che siamo il futuro, ma non ci permettono di esserne i protagonisti.

Subiamo le colpe di scelte malate ma non ci lasciano sbagliare.

Ci consegnano una nave già danneggiata e senza timone, ma che almeno ci sia permesso di ripararla.

Questo gruppo parte da una riflessione amara e malinconica e dalla certezza che se anche quello che si denuncia sarà difficile o non si potrà cambiare, comunque sarà la finestra per dire la propria e dimostrare che contrariamente a quello che vogliono farci credere davanti allo schermo o nelle piazze, ci sono persone preoccupate per il proprio futuro e per quello della propria società che sapranno trasformare l'amara malinconia in sana passionale, voglia di fare e di cambiare."

 

Di Gianluca Lucarelli


Punti fondamentali dell'iniziativa:

1 -  Questo gruppo nasce con il "casus belli" della nomina della Sensi, ma parleremo a partire da oggi anche delle altre incresciose nomine e spostamenti di deleghe: il poltronificio sta manifestando in modo sempre più bieco!

 

2 - La petizione online è molto più importante di quanto il suo valore legale testimoni. Ripeto da 3 giorni che fine ultimo del sostegno alla petizione è costituito da una semplice CONTA. Quello che vogliamo è vedere QUANTE persone si muovono davvero. Proprio per questo oggi comincerà una nuova Web-action, appena suggerita dall'amico "Poeta Minore". Linkate il gruppo nelle pagine dei politici che sostengono l'attuale giunta (i partiti di opposizione proverebbero a metterci il cappello e non lo tollereremmo). Io l'ho fatto con Storace: ogni tanto sarà necessario ri-postare, ma torna utile. Perché? Sgretoliamo la base... vi pare poco? A noi no.

 

3 - A breve la raccolta di firme diventerà FISICA: appena avremo studiato tempi e forme dell'iniziativa ve ne daremo conto.

 

Abbiamo appena intrapreso un percorso difficile, soprattutto contro la nostra stessa inerzia, che ci porta a dimenticare pian piano i torti subiti.

 

Questa è l'ora di dire BASTA... è l'ora di prendere in mano le redini.
Petizione Contro Rosella Sensi

IL GRUPPO FACEBOOK NO A ROSELLA SENSI AL COMUNE DI ROMA!!

VI ASPETTA NUMEROSI !!

http://www.facebook.com/groups/noarosella?ap=1

FIRMATE FIRMATE FIRMATE FIRMATE FIRMATE FIRMATE !!!!!!!!!!


NO A ROSELLA SENSI AL COMUNE DI ROMA!!, Rosella Sensi,
Una donna che ha portato al collasso un'azienda, una squadra di calcio... che non ha pagato i suoi debiti grazie all'aiuto bipartisan della politica è DA INTERDIRE, non da promuovere al comune.

WEB MOB per fermare lo scempio... per ora qui, se saremo tanti tutti al campidoglio!!!!
 
 
 

Tu voi fà L'Americano......!

Post n°2 pubblicato il 21 Luglio 2011 da noarosellasensi

RomaBenvenuti americani, pagate i debiti
una voragine nei conti della RomaEcco la due diligence: da Batistuta al geometra, 60 milioni di pendenze. In 5 anni 402 contratti firmati dai Sensi. Decine di creditori: Villa Stuart chiede 1,3 milioni, l'ex Bartelt 9 milioni come Batigol

di CARLO BONINI

Benvenuti americani, pagate i debiti una voragine nei conti della Roma
ROMA - In una città che vive e si abbevera di chiacchiere, la vendita della "As Roma" e il tramonto della famiglia Sensi offrono da mesi uno spettacolo variopinto. Che molto dice sullo stato dell'industria del pallone e sul rumoroso circo che le si muove attorno ("papponi", ebbe a definirli Daniele De Rossi qualche tempo fa) e che, naturalmente, gira alla larga da un paio di domande chiave. Insieme a un marchio dalle straordinarie potenzialità, a una storia e a una passione cieca nella sua fede, cosa si sono comprati Thomas DiBenedetto, James Pallotta, Richard D'Amore e Michael Ruane? Cosa c'è, davvero, nella pancia della "As Roma"?

Si strepita sul prezzo di vendita ("basso", disquisiscono alcuni), si lamenta un danno ai piccoli azionisti (che solo oggi scoprono di aver scommesso in borsa su una società tecnicamente fallita). Si confonde la futura linea di finanziamento operativa assicurata dal venditore Unicredit ai compratori con un'operazione di leverage (l'acquisto a debito, da caricare sui bilanci di ciò che si acquista) che non c'è stata. Si arriccia il naso sulla consistenza patrimoniale degli acquirenti americani che hanno evidentemente la colpa, nel Paese del capitalismo senza capitali, di aver tirato fuori una settantina di milioni di euro di tasca propria tra acquisto del 67 per cento delle azioni e immediato aumento di capitale per far fronte a perdite di 36 milioni di euro. Qualcuno - e vale la pena ricordarlo non per ragioni di campanile - è arrivato
a sfidarli neanche fossero dei bari, come Claudio Lotito, presidente di una società, la "Ss Lazio", impiombata da un debito con il Fisco che, nel 2005, ammontava a 140 milioni di euro e che "ragioni di ordine pubblico" consigliarono di rateizzare in 23 comodi anni. Dunque?
Se si ha la pazienza di leggere le centinaia di pagine e allegati del "Legal due diligence report" redatto dall'advisor dei venditori di "As Roma" il 23 novembre del 2010, si comprendono le ragioni di una trattativa lunga e complicata.

Si scopre di quale sostanza è fatto il Colosseo che, consapevoli del rischio, gli americani hanno comprato. Quale Paese dei Balocchi e fabbrica di "buffi", come a Roma si definisce il "pagherò", sia stata Trigoria in questi anni. E lo sforzo titanico che sarà necessario per rimetterla al mondo e alle regole del mercato.

Conviene insomma sapere, tanto per dirne una, che su "As Roma" grava un contenzioso giudiziario (tra cause intentate, ingiunzioni di pagamento, azioni annunciate) tra i 50 e i 60 milioni di euro, più o meno l'importo di una buona campagna acquisti. Che tra chi bussa ancora a quattrini ai cancelli di Trigoria si avvistano ex giocatori come Gabriel Batistuta (chiede 9 milioni), Gustavo Bartelt (9 milioni anche lui), Ivan Helguera (un tribunale di Albacete, Spagna, gli ha già riconosciuto un indennizzo di 185 mila euro), Mauro Esposito (475 mila euro), Sebastiano Siviglia (pretende la differenza di salario che ancora deve ricevere a distanza di dieci anni). Ma conviene anche sapere che la lista di chi non è stato mai pagato o, se lo è stato, solo in parte, è lunga come la fila ai tornelli della Curva Sud. Un'umanità varia di cui la due diligence dà conto solo "per le cause di valore superiore ai 100 mila euro" - e in cui capita di trovare un fior di professionista come l'avvocato Filippo Lubrano, già presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma ed ex componente del cda della società, in causa, a Milano, per 2,5 milioni di euro. O l'ex medico sociale e oggi consigliere regionale Mario Brozzi (che chiede al giudice del lavoro che il suo vecchio contratto a tempo determinato sia trasformato in impiego a tempo pieno). E, ancora, la società di marketing "Dls" (2 milioni e mezzo), la casa di cura "Villa Stuart", dove i calciatori della Roma, evidentemente si sono curati "a uffa", come si direbbe da queste parti, visto che le fatture non saldate sfiorano 1 milione e 300 mila euro.

Del resto, appena il 18 ottobre scorso, i sindacati avevano recapitato alla società una lettera di messa in mora in cui si denunciavano "i ritardi, senza alcun preavviso, nel pagamento degli stipendi; il mancato rispetto della definizione dei piani ferie e del loro godimento; l'uso frequente di lavoro straordinario; il mancato rispetto delle norme sulla privacy; il mancato rispetto degli accordi sui bonus". Insomma, una pratica avventurosa nei rapporti di lavoro. Un po' come avvenuto con i 402 contratti a tempo determinato firmati dalla società negli ultimi 5 anni (189 con pensionati), buoni evidentemente per retribuire un indotto di professionisti spesso dallo oscuro mandato. Come nel caso del geometra Coricelli, saldato con 70 mila euro lordi annui, per adempiere, si legge nel suo contratto, a mansioni che neppure un asso dell'enigmistica sarebbe in grado di decrittare: "Attività di conduzione, avanzamento, finalizzazione di parti progettuali e avvio delle operazioni di cantiere per la costruzione delle opere previste nell'ambito delle specifiche dei tempi e costi, determinati di volta in volta dai progetti".

"I Sensi sono stati una famiglia generosa", si sente ripetere. Andrebbe aggiunto, con i soldi di una banca, "Unicredit", e con il piglio di quei padri che ipotecano la casa per comprarsi la macchina. I numeri, del resto, danno ragione all'adagio, se si pensa che a Bruno Conti (stipendio lordo annuo di 500 mila euro), l'As Roma, che fatica a pagare gli stipendi, concede un prestito in scadenza nel 2012 di oltre 200 mila euro (a oggi restituito per la metà). Che a Trigoria sono 7 le auto a disposizione della dirigenza, che nessuno ha mai trovato il tempo neppure di occuparsi dei contratti da 15 mila euro al mese dei giardinieri dei campi di allenamento, scaduti e apparentemente tacitamente rinnovati. Cari americani, benvenuti al Colosseo.

Aggiornamento. In serata una nota della società, che definisce "del tutto fuorviante" l'articolo di Repubblica, senza peraltro smentire nulla.

Fonte La Repubblica

 
 
 

La Città dello Sport, l'incompiuta dove svetta la Vela di Calatrava

Post n°3 pubblicato il 21 Luglio 2011 da noarosellasensi

di PAOLO BOCCACCI

Quanto è bella e quanto è drammatica questa alta vela di acciaio bianco pensata dal genio di Calatrava, come un nido d'api, un bozzolo alzato nel cielo, sopra il blu delle piscine che verranno e sopra il campo di basket dove dovrebbero giocare i campioni dei Giochi del 2020, il sogno olimpico di Roma.

Bella, perché sembra una sfida, alzata qui, in mezzo ai pratoni di Tor Vergata, che dall'alto guarda l'immensa croce dello storico raduno dei giovani con papa Wojtyla e il profilo severo del Policlinico e della facoltà di Medicina della seconda università. Drammatica, perché è l'esempio vivente di una Capitale umiliata dallo Stato, che non allarga i cordoni della borsa, ma anche di una Roma che si è incartata intorno a questo progetto da archistar, che non sa portare in porto, una Roma bipartisan, dal Veltroni dell'obiettivo Mondiali di Nuoto, spostati in fretta e furia al Foro Italico, a Alemanno, che deve fare i conti con i soldi che non ci sono, che tenta di mantenere in vita il cantiere a colpi di dieci milioni di euro, gli ultimi, finiti, a dicembre dello scorso anno, inseguendo i Giochi del 2020.

Dentro il prefabbricato del cantiere, l'ingegnere Giovanni Polini, della Vianini di Caltagirone, la società a capo della cordata che da sempre costruisce in concessione per l'ateneo di Tor Vergata, mostra il vecchio plastico. Santiago Calatrava, l'architetto spagnolo, l'aveva immaginata bellissima questa impresa. Ecco i due stadi sormontati dalle due vele bianche, accanto la piscina scoperta per la pallanuoto e un'altra cavea di spettatori, vicino la piscina tonda del loisir, a sinistra una pista d'atletica, davanti due piccoli laghi e d'infilata un parco lineare, un Circo Massimo di trenta ettari, una lama di verde fino alla Croce, con il fondo il profilo a chiocciola del nuovo rettorato.

Genio di un Calatrava. Ma, qui, tra gli sterrati del cantiere, dove non si vede l'ombra di un operaio, e il paesaggio lunare intorno fino ai colli Albani, il piano per le grandi adunate metropolitane sembra affogare nella marmellata della periferia romana. "Nell'area del parco" spiega Polini "ci sono una decina di costruzioni su un vecchia proprietà del comune di Frascati che l'ha data in concessione per farci casette alle famiglie degli ex combattenti. Sarà complesso trasferire tutto questo altrove". E poi: il rettorato si farà, ma sulla collinetta che si vede accanto.

Però, anche in questo cantiere fermo, anche in questa incompiuta, i profili dei due stadi e l'alta vela, già alzata dalla gru di centotrentacinque metri della Cimolai, sono magnifici. E' l'unico segno urbano di questo pezzo di Roma, l'unico che paradossalmente già svetta. Perché l'università di Tor Vergata, che ha costruito le sue facoltà, non ce l'ha fatta a lasciare un'impronta, un colpo di genio. E per fortuna che ci sono state le Giornate della Gioventù con Giovanni Paolo II, che hanno portato le strade, il sistema dei collegamenti.

Un po' di numeri e poi ci inoltriamo nel cantiere. Piano particolareggiato adottato nel 2003, approvato nel 2005. Nel luglio di quell'anno, via al progetto con un finanziamento che diventerà di 190 milioni in vista dei Mondiali di Nuoto del 2009. In tutto a quella data la Città del Nuoto doveva costare 400 milioni, con stadi da 8000 posti. Nel 2007 la Vianini comincia i lavori, ma a luglio del 2008 si capisce che era stato un buco nell'acqua: l'opera non sarebbe stata pronta in tempo. Le gare si faranno al Foro italico. E l'ultimo finanziamento di 53 milioni è revocato. Ora uno stadio, il Palasport, è da 15 mila spettatori e l'altro può essere portato a 8000. Naturalmente anche i 400 milioni sono lievitati a 600. Ma in cassa per ora, finiti anche i dieci milioni messi a disposizione da Alemanno dal fondo per Roma Capitale, non c'è più una lira.

Ecco perché sono belli e dannati questi scheletri di acciaio e cemento armato: perché sono segni per ora di una disfatta. "Mancano 408 milioni che, se il Coni appoggerà la candidatura di Roma per i Giochi Olimpici" dice il sindaco "andremo a rivendicare alla presidenza del Consiglio e al ministero per le Infrastrutture". Vedremo.

Ma intanto che fascino entrare nel ventre di cemento armato del Palasport, sotto questi giganteschi pilastri, questi 203 archi e uno lungo come un poste, 130 metri di campata, a sostenere la "navata" più grande, il foyer, che dividerà all'altezza degli spalti i due stadi, come un immenso scheletro di balena.

A Calatrava il paragone non piace, ma è proprio così: tante costole con dentro tutti i percorsi dei servizi, nascosti nel ventre del cetaceo. In mezzo, da una parte ancora lo sterrato del campo di basket o di pallavolo o di hockey, a più funzioni. E dall'altra, già costruite in cemento, le due piscine, quella delle gare di nuoto e quella dei tuffi. Ma la grande sorpresa si capisce guardando il cielo, diviso dai tubi d'acciaio della vela, del ventaglio che svetta. "Sarà ricoperta con vetri opachi e, al 18 per cento, trasparenti". Mentre, al piano terra, ecco l'immensa sala per i media, anch'essa scandita dagli archi di cemento, come le "navate" di sopra, che sembrano quadri optical per quanto sono belle.

Dice l'assessore all'Urbanistica Marco Corsini: "La somma di 408 milioni in questa congiuntura economica è davvero importante, è difficile prevedere tempi rapidi, ma certo se persistono le difficoltà della finanza pubblica sarà decisiva la candidatura olimpica. E l'opera di Calatrava, un capolavoro di architettura contemporanea, diventerà il primo segno riconoscibile alla porta sud della città. Poi, dopo le Olimpiadi, se ce le assegneranno, potremmo trasformarlo in un grande spazio sportivo polifunzionale".

Fonte La Repubblica

 
 
 

Non c'e piu' ritegno....insultano la nostra intelligenza!!!'

Post n°4 pubblicato il 22 Luglio 2011 da noarosellasensi

Vi invito tutti a intervenire e contestare questa testata che nonostante le smentite e l'ovvia inesattezza di cio' che riporta, ha chiuso la possibilità di commentare e smentire a nostra volta limitando di fatto la stessa libertà di opinione che come testata, seppure on line dovrebbero garantire e difendere. L'informazione senza contraddittorio è malata e faziosa, complice degli stessi giochi di potere che stiamo denunciando. Scrivete

Fabrizio Masumeci

FACEBOOK VUOLE ROSELLA SENSI ASSESSORE, VINCE IL GRUPPO DEL ‘SI’

Rosella Sensi riceve il ‘Si’ del popolo di Facebook. Dopo l’indicazione della nomina da parte del sindaco di Roma Capitale, Gianni Alemanno, all’interno della Giunta capitolina dal web arrivano le prime opinioni. I gruppi a favore e contro l’ex presidente dell’As Roma sono nati sul noto social network quasi in contemporanea.

E se, come vuole la ‘dura legge di Fb’,  sono i fan a decretare la vittoria di un gruppo, ecco che ‘Si a Rosella Sensi al Comune di Roma’ vince su ‘No a Rosella Sensi al Comune di Roma’.

Il popolo di Facebook si è diviso sulla nuova nomina del Campidoglio ma la maggioranza, a quanto pare, tifa per il nuovo assessore. Il primo gruppo a nascere è stato quello del ‘No’, poco dopo raggiunto da chi vuole la Sensi assessore. Il gruppo del ‘Si’ ha superato i contrari, arrivando a superare la quota dei 1150 iscritti, quota probabilmente destinata a salire nelle prossime ore visto il gran fermento che la scelta della ‘donna di sport’.

Intanto domani è attesa la nomina ufficiale della nuova Giunta Alemanna, con Rosella Sensi che dovrebbe ottenere la delega allo Sport e alla Promozione della città nel mondo.

VERGOGNATEVI!!!!!!!!!

 
 
 

Quote rosa, le donne del Pdl in rivolta "Perplesse per la scelta della Sensi"

Post n°5 pubblicato il 25 Luglio 2011 da noarosellasensi

Si allarga il fronte della rivolta e la battaglia diventa bipartisan. Così ora le consigliere municipali del Pdl scrivono un documento perché la "scelta della Sensi desta perplessità".

di LAURA SERLONI (LA Repubblica)

Il motivo? "La ricerca di un'icona piuttosto che di una persona con esperienza amministrativa e conoscenza dei problemi della città, rischia di riprodurre il vecchio cliché della donna da usare per averne un ritorno propagandistico, un mero strumento promozionale". Vanno giù pesanti le consigliere Pdl dei Municipi III, IV, VI, VII, IX, X, XIII, XV, XVI, XVIII, XIX e XX, Emma Perrelli, Lina Tancioni, Flavia Siviero, Lorena Vinzi, Laura Lunari, Francesca Sguera, Monica Picca, Ida D'Orazi, Marisa Barbieri, Eleonora Nalli, Gabriella Buttarazzi e Clarissa Casasanta.

"Lungi da noi esibire un piglio femminista che sarebbe antistorico  -  ammettono le esponenti municipali del Pdl  -  ma quando si affronta il tema delle pari opportunità occorre farlo, dopo decenni di discriminazione, con delicatezza e formulando risposte sobrie e concrete. Rivendichiamo il diritto per le donne di centrodestra a essere considerate per il loro valore e non per il tasso di notorietà".

Insomma le dodici paladine piddielline dei diritti ritengono inaccettabile la logica dell'esclusione aprioristica manifestata attraverso la ricerca di persone di altra estrazione politica o comunque selezionate senza il rispetto per percorso. "Speriamo  -  concludono le consigliere  -  che a questo punto il sindaco si appresti a completare un quadro di sostanziale equivalenza tra uomini e donne in tutta l'architettura del Campidoglio".

 
 
 
 
 

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