Creato da CliziaB il 30/03/2008
Pensieri, riflessioni, approfondimenti liberi e disimpegnati. Perché solo uno sguardo libero è capace di guardare senza lasciarsi irretire da pregiudizi, preconcetti e mistificazioni. Ironico e autoironico

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L'imbroglione è sempre alle porte

Post n°4 pubblicato il 08 Aprile 2008 da CliziaB
 

L'imbroglione è sempre alle porte dei volenterosi, alle prime esperienze, che cercano un'occasione per poter dimostrare cosa possono fare. L'imbroglione è anche dietro altre porte, ma per ora soprassiedo sulle altre...

L'imbroglione lavorativo. Esempio di imbroglio

L'imbroglione lavorativo è un soggetto che molto spesso ammanta contatti e conoscenze ad altissimi livelli completamente fasulli. Al primo approccio lavorativo si mostra gentile e vivace, disponibile e capace di mettere l'interlocutore a proprio agio. Il suo obiettivo in prima battuta è intuire caratteristiche, tendenze e aspirazioni del malcapitato, ed esaltarle. L'esaltazione non è mai eccessiva: non aspettatevi slanci ed elogi sperticati, la strategia è molto sottile ma penetrante e così anche la lusinga.

Successivamente l'imbroglione crea un contesto di fiducia, è capace di ammettere anche qualche debolezza, qualche mancanza, e la ragnatela del ragno si confeziona sempre di più a mano a mano che il malcapitato pensa di conoscere l'imbroglione, di saperlo gestire, di potersi fidare... La fiducia che l'imbroglione tenta di strappare al malcapitato ha lo scopo di renderlo succube per sfruttare a proprio vantaggio la sua buona fede. Come? Per esempio facendolo lavorare senza la certezza di ricevere il dovuto compenso, ma con la promessa di avere parte a ben più lauti guadagni.

Consiglio: divertitevi a contare il numero delle aziende che vantano sedi nazionali e internazionali ma che riportano unicamente il recapito (telefono, fax, indirizzo non inteso come posta elettronica) di una succursale, agenzia, filiale o redazione, ecc., collocata in una località poco nota e quindi non comparabile con le ben più celebrate sedi!

 
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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 08 Aprile 2008 da CliziaB
 

 


Parole e modi che contano per avere successo in ambito professionale

Come proporsi, come presentarsi, le parole che contano, i gesti di effetto



Per iniziare bene un esperienza professionale occorre prima di tutto lasciare il segno al primo impatto, distinguersi. Dopo il primo impatto, per confermare l'impressione positiva, la regola basilare è vivere e interpretare con passione il proprio lavoro. Dare sempre il meglio di sé, pensare al lavoro come ad un’ espressione di se stessi, perché ogni lavoro, se vissuto come una declinazione della propria personalità, può essere un'attività stimolante e produttiva.

Ma, per iniziare bene, occorre sapersi presentare e proporre altrettanto bene.


PRIMO COLLOQUIO. PRESENTAZIONE


LA STRETTA DI MANO

Fondamentale una stretta di mano energica, franca e spontanea. Psicologicamente la stretta di mano è una forma di espressione della personalità. Evitare strette molli, leggere, come per timore di risultare aggressivi. La stretta di mano deve essere vera per essere un buon biglietto da visita!


L'ABITO

L'abbigliamento è caratterizzante la personalità di ciascuno. L'abbigliamento può essere distraente, allusivo, straniante. Può deviare e distogliere e può, paurosamente, condizionare la valutazione complessiva del candidato, sia in senso positivo che negativo. Consiglio un abbigliamento senza eccessi ma caratterizzante. Il classico completo blu o nero con camicia bianca, sia in versione maschile che femminile, è spersonalizzante. Trasmette l'idea di un clone irrimediabilmente omologato, incapace di esprimersi e di scegliere autonomamente. Durante un colloquio di lavoro finalizzato ad una selezione, occorre necessariamente dare un'impronta caratterizzante alla propria candidatura, in modo da farla emergere e risaltare sulle altre. Non vanno quindi disdegnati gli accessori, un abito colorato che si adatti al proprio incarnato, una versione sobria ma più personale del classico completo scuro. Non bisogna temere di distinguersi con stile: la distinzione è segno di autonomia di pensiero, di capacità decisionale e espressiva.



IL TONO DI VOCE. L'ESPRESSIVITA'

Il tono di voce deve essere tranquillo, equilibrato, pacato. Parlare con cura, scandendo bene le parole, con disinvoltura ed espressività. Evitare l'andamento statico, monotono del tono della voce. A seconda degli argomenti trattati accentuare con il tono gli argomenti più importanti del vostro interloquire e, se è pertinente, sorridere e far sentire il sorriso affiorare dalla voce.


LE PAROLE

Le parole devono essere scelte con attenzione e disinvoltura. Non indulgere in familiarismi, inflessioni dialettali, stereotipi e modi di dire linguistici. Esprimersi con correttezza e padronanza linguistica: non sono ammessi errori nella coniugazione dei verbi, o, per esempio, nell'articolazione dei periodi ipotetici (congiuntivo-condizionale)!! Esprimersi con linguaggio scelto, non aulico, ma raffinato. La lingua italiana gode di decine di migliaia di parole: provare ad usarne qualche centinaio non sarebbe male!... 'Le parole sono importanti'.


I GESTI

Gesti misurati, composti, in armonia con il tono della voce. Il gesto deve procedere di pari passo al discorso, deve ispirarsi, e corrispondere alle accentuazioni della voce per rimarcare gli argomenti.

 
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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 24 Aprile 2008 da CliziaB
 
Tag: Io

IO

 

Sono una libera professionista che lavora ormai da qualche anno nel mondo della comunicazione (Tv, giornalismo, comunicazione aziendale, risorse umane, organizzazione di eventi). Per qualche tempo sono stata conduttrice e autrice di un programma tv molto seguito (‘Background – Colori e sfumature’), trasmesso da una delle maggiori tv regionali toscane, Toscana Tv. In attesa di riprenderlo, adesso, nell’ambito dei media, scrivo sul giornale on-line Pensalibero’. Ho una rubrica che si intitola ‘Pensieri disimpegnati. Riflessioni di una trentenne…’. Non scrivo di un argomento in particolare. Ma di argomenti diversi (politica, costume, tendenze, cultura, ecc.) con uno stile simile. I pensieri sono disimpegnati nel senso di liberi, ironici e autoironici, senza la presunzione di voler insegnare qualcosa a qualcuno. Perché ‘le scelte sono giuste, tutte, anche quelle sbagliate, basta non esser certi, certi mai…’ come cantava Gino Paoli. L’unica cosa di cui si può esser certi, forse, è che tutte le scelte meritano rispetto e attenzione. Come la vita di ciascuno, le sue tendenze, le sue aspirazioni, le sue inclinazioni, nel pieno rispetto reciproco della vita, delle tendenze, delle aspirazioni e delle inclinazioni dell’altro.

 

 
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