Creato da: Ombra_che_Clona il 01/05/2006
Io, sono l'ombra della notte che con l'aiuto delle tenebre....... verrò a frugare nelle vostre stanze, tra i vostri segreti........... prendendo in prestito i vostri pensieri più intimi.................... Sono in giro in cerca di fonti prelibate per dissetarmi............. Non cercatemi..... sarò io a trovare voi!!! .........................
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dartagnan_5

Post n°13 pubblicato il 29 Dicembre 2006 da Ombra_che_Clona

Le stragi del sabato sera

stroncano giovani vite.

Droghe e alcool ne sono la causa

Tu... con una semplice telefonata, puoi salvare la vita di tuo figlio e dei suoi amici

Non fare lo

" STRUZZO "

un genitore consapevole  che il figlio usa stupefacenti, anche saltuariamente, ha più possibilità di salvargli la vita...

 

CHIAMACI!    h 24     333  36 89 212

***

Nel pieno rispetto della vostra privacy e della sua dignità.

Un gesto d’amore da Voi compiuto che Lui non saprà MAI

 
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CHIARA975 

Post n°12 pubblicato il 08 Ottobre 2006 da Ombra_che_Clona

Chiara  ha un modo di scrivere coinvolgente e autoironico. riesce a far sorridere e riflettere contemporsaneamente anche quando racconta una giornata al mare chiacchierando sotto l'ombrellone con le amiche. Mi rivolgo a tutte le ombrine che leggono questo blog: - vale proprio la pena andare a leggerla-. SalutiOmbra
*****
PENSIAMO IN MODO DIVERSO

Un tipo di nome XYZ si sente attratto da una donna di nome...CHIARA.

Lui le propone di andare insieme al cinema, lei accetta. I due si divertono.

Alcune sere dopo lui la invita a cena e di nuovo stanno bene assieme. Continuano a vedersi regolarmente e nel giro di poco tempo nessuno di loro vede più qualcun altro.

Una sera rincasando, a CHIARA viene in mente una cosa e senza pensarci dice: - Hai pensato che giusto oggi sono sei mesi che ci vediamo ?

Si fa silenzio nell'auto.

A CHIARA quel silenzio sembra pieno di significati. Pensa: - Mi chiedo se gli avrà dato fastidio che abbia detto questo, forse si sente oppresso dal nostro rapporto; forse crede che io voglia forzarlo a prendersi un impegno che lui non desidera o del quale non é molto sicuro.

E XYZ sta pensando: - Ma guarda, sei mesi...

E CHIARA pensa : - Ma neanche io sono sicura di volere questo tipo di rapporto. A volte mi piacerebbe avere un pò più di libertà, per aver tempo di pensare a ciò che voglio veramente, per capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo lentamente...voglio dire, verso dove stiamo andando? Continueremo semplicemente a vederci a questo livello di intimità? Ci muoviamo verso il matrimonio? Figli? Una vita assieme? Sono pronta per questo tipo di impegno? Conosco veramente questa persona?

E XYZ pensa: - ...Quindi questo significa che era...vediamo... febbraio quando iniziammo a uscire, che era giusto dopo aver lasciato l'auto dal meccanico,cioè...vediamo il contachilometri...merda, devo cambiare l'olio alla macchina.

E CHIARA pensa: - E' sconvolto. Glielo leggo in faccia. O forse sto interpretando male. Forse vorrebbe di più dal nostro rapporto, più intimità, più impegno; forse lui ha sentito prima di me che ho delle riserve. Sì, scommetto che é questo. Per questo non vuol dire niente dei propri sentimenti. Ha paura di sentirsi rifiutato.

E XYZ pensa: - Devo dire loro di guardarmi di nuovo il carburatore. Non mi importa niente di quello che dicono quegli imbecilli, non va ancora bene. E questa volta sarà meglio che non diano la colpa al freddo. Che freddo? Ci sono 30 gradi fuori e questa cosa cammina come un camion dell'immondizia, io pago quei ladri incompetenti un sacco di soldi.

E CHIARA pensa: - E' arrabbiato. E io non posso biasimarlo. Anch'io lo sarei. Dio, mi sento così colpevole, a fargli passare questo, ma non posso evitare di sentirmi come mi sento. Semplicemente non mi sento sicura.

E XYZ pensa: - Probabilmente mi diranno che ha solo tre mesi di garanzia! Si é così, é quello che mi diranno quei disgraziati.

E CHIARA pensa: - Forse sono troppo idealista, aspetto che arrivi il principe azzurro sul suo cavallo bianco quando ho al mio fianco una persona perfettamente comune, normale e buona, una persona con la quale mi piace stare. Una persona che soffre per le mie egocentriche fantasie da adolescente romantica.

E XYZ pensa: - Garanzia ? Vogliono una garanzia ? Gliela dò io la garanzia, gliela metto in...

- XYZ ! - dice CHIARA a voce alta

- Cosa ? - dice XYZ sorpreso

- Per favore non ti torturare così - dice lei, con gli occhi velati di lacrime - Forse non avrei dovuto dirti... O Dio, mi sento così... - si interrompe singhiozzando

- Cosa ? - dice XYZ

- Sono così stupida - singhiozza CHIARA - Voglio dire, lo so che non esiste quel principe. Davvero lo so. E' stupido. Non esiste nè il mio cavaliere nè il cavallo

- Non c'é il cavallo ? - dice XYZ

- Pensi che sono stupida, vero ? - dice CHIARA

- No - dice XYZ, contento finalmente di sapere una risposta

- E' solo che... solo che... ho bisogno di un pò di tempo - dice CHIARA

C'è una pausa di 15 secondi durante la quale XYZ, pensando più velocemente che può, cerca di dare una risposta sicura. Finalmente gliene viene in mente una che può funzionare:

- Sì - dice lui

CHIARA, fortemente emozionata, prende la sua mano:

- Oh, XYZ, davvero pensi questo?

- Questo? - dice XYZ

- Questo sul tempo - dice CHIARA

- Ah - dice XYZ guardando fuori dal finestrino -, sì

CHIARA si volta per guardarlo e fissa profondamente il suo sguardo nei suoi occhi, rendendolo alquanto nervoso per quello che lei gli potrà dire soprattutto se ha a che vedere con un cavallo.

Alla fine lei gli dice:

- Grazie XYZ ! 

- Grazie? Prego - dice XYZ 

Lui la porta a casa e lei si sdraia nel suo letto. E' un'anima che si tortura e si tormenta, e piange fino all'alba. Intanto XYZ torna a casa sua, apre un sacchetto di patatine, accende la tele e si immerge istantaneamente nella replica di una partita di tennis tra due cechi dei quali non ha mai sentito parlare. Una debole voce in uno degli angoli più reconditi della sua mente gli dice che qualcosa di è successo nell'auto, ma è del tutto sicuro che non c'era modo comunque di capirlo, per cui è meglio non pensarci.

Il giorno seguente CHIARA chiamerà una delle sue migliori amiche, o forse un paio di loro, e parleranno della cosa per sei ore di seguito. In forma dolorosamente dettagliata, analizzeranno tutto quello che lei ha detto e tutto quello che lui ha detto, ritornando su ogni punto più volte, esamineranno ogni parola e ogni gesto per quanto minimo, considerando ogni possibile ramificazione. Continueranno a discutere il tema varie volte, per settimane, senza arrivare mai a conclusioni definitive ma senza mai neanche annoiarsi del tema.

Intanto XYZ un giorno, mentre starà guardando una partita di calcio con un amico, si acciglierà e dirà: - Sai se per caso CHIARA ha mai avuto un cavallo?

                          ................................................................................

P.S. Ovviamente XYZ ...è un nome di fantasia...:-))  

 
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L_Impaziente_sicula

Post n°11 pubblicato il 29 Luglio 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Questo post, è dedicato a  questa giovanissima blogger venuta alla ribalta da pochissimo tempo, ma di consumata esperienza... tratta argomenti di interesse universale, tanto da riuscire ad attirare commenti ad iosa... complimenti all'Impaziente per il paziente lavoro svolto... ma sopratutto, ho voluto clonarla per il certosino lavoro fatto a favore dei cani, animali che adoro in modo particolare... Anche se non concordo affatto con lei con la frase in questione, citata nel suo post : Non   possiamo impressionare il nostro       cane  con  la bellezza, la ricchezza, i beni terreni, il potere  o  la  forza  fisica.  Noi  potremmo innamorarci di qualcuno perché possiede una  di queste qualità, ma  il  cane  non  si innamora, ama e basta!

Mi piacerebbe tanto incontrare nella mia vita, prima o poi, un bastardo che sta per legare al palo, quello che ormai considera il suo  ex cane... Vi giuro, mi piacerebbe proprio incontrarne uno!!! Lui, si ricorderebbe per tutta la vita quell'incontro... come al suo cane rimarrà scolpito nella mente quel gesto dell'abbandono... SalutiOmbra

P.S. In previsione delle vacanze

NON  ABBANDONARLO LUI NON LO FAREBBE MAI........MA DAVVERO!!

***

AIUTIAMO I NS. AMICI  DIVULGA QUESTO MESSAGGIO

postiamo in contemporanea...se avete in passato già scritto un post sull'argomento...copiatelo oggi in un nuovo post...urliamo per loro.

Grazie

***

INOLTRE

DONA IL 5 PER MILLE A FAVORE DEI CANI ABBANDONATI
La Legge Finanziaria prevede per il 2006 la possibilità di destinare una quota pari al 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, a sostegno di associazioni ed enti che svolgano la loro attività nel Sociale.
Come? Basta una firma nell'apposito riquadro ed indicare la partita iva dell'Associazione alla quale vuoi fare la donazione.

 
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Tigre.Grintosa

Post n°10 pubblicato il 23 Luglio 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Tigre grintosa è un nick veramente azzeccato per una donna verace come lei, pronta a mille battaglie, non curante neppure delle conseguenze legali alle quali a volte si è imbattuta pur di difendere i suoi amici animali... ho deciso di clonarla adesso anche per mandare un appello a quei BASTARDI dal cuore di fiele che abbandonano gli animali... grazie Anna, grazie di esistere... io sono sempre al tuo fianco (dove posso e quando posso), le petizioni da te e dalla tua socia Pantera le ho sempre firmate... un grosso bacio. SalutiOmbra
.
..
...
IL PONTE DELL'ARCOBALENO 

C'è un posto in Paradiso, chiamato "Ponte dell'Arcobaleno".
Quando muore una bestiola che è stata particolarmente cara a qualcuno, questa bestiola va al ponte dell'arcobaleno.
Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici tanto speciali così che possano correre e giocare insieme.
C'è tanto cibo, acqua e sole, ed essi sono al caldo e stanno bene.
Quelli che erano vecchi e malati sono ora forti e vigorosi. Quelli che erano feriti o storpi sono di nuovo integri e forti, come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati.
Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro...
Corrono e giocano insieme, ma un bel giorno uno di essi improvvisamente si ferma e guarda lontano, verso l'orizzonte. I suoi occhi lucidi sono attenti, trema per l'impazienza: tutto ad un tratto si stacca dal gruppo e comincia a correre, volando sul verde prato, sempre più veloce.
Ti ha riconosciuto, e quando finalmente sarete insieme, vi stringerete in un abbraccio pieno di gioia, per non lasciarvi più. Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso; le tue mani accarezzeranno di nuovo l'amata testolina e fisserai ancora una volta i suoi fiduciosi occhietti, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.
Allora attraverserete, insieme, il Ponte dell'Arcobaleno...


(Autore Ignoto)

.

..

SE

Se...

Considera questo…

Se puoi cominciare la giornata senza caffeina,
Se puoi andare avanti senza pillole stimolanti,
Se riesci ad essere festoso ignorando dolori e sofferenze,
Se eviti di lamentarti, annoiando la gente con i tuoi problemi,
Se puoi mangiare lo stesso cibo ogni giorno ed esserne grato,
Se riesci a capire quando le persone che ami sono troppo occupate
per darti retta,
Se passi sopra al fatto che chi ami ti dà erroneamente la colpa se
qualcosa va storto,
Se accetti critiche e rimproveri senza risentirti,
Se ignori la cattiva educazione di un amico ed eviti di correggerlo,
Se tratti i ricchi come i poveri,
Se affronti il mondo senza bugie o inganni,
Se sai vincere la tensione senza l’aiuto di un medico,
Se sei capace di rilassarti senza uso di liquori,
Se riesci a dormire senza l’aiuto di farmaci,
Se puoi affermare in tutta onestà che, al fondo del tuo cuore,
sei privo di qualsiasi pregiudizio su religione, colore, credo politico,

Allora, sei buono, QUASI quanto il tuo cane!

 
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sibillalla

Post n°9 pubblicato il 30 Giugno 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Sibillalla è un'altra giovane penna del mondo dei blog... l'ho praticapemente clonata al volo appena ho dato un'occhiata ai suoi scritti... impegnata a 360° è molto attenta a cio' che succede quotidianamente e sbircia spesso in internet per propinare notizie interessanti. E' un vero piacere incontrare giovani come lei. SalutiOmbra
Messaggio N° 117                                                          29-06-2006 - 15:21
Esempio di vita...

Prenditi un minuto di tempo per leggerla... So che è una storia lunghissima... ma vale davvero la pena leggerla... spero sia di esempio per noi tutti... Sibi

A una cena di raccolta fondi per una scuola che serve i disabili mentali, il padre di uno degli studenti fece un discorso che nessuno di coloro che partecipavano avrebbe mai dimenticato.
Dopo aver lodato la scuola e il personale dedito, fece una domanda:
"Quando influenze esterne non interferiscono dall'esterno, la natura di tutti è perfetta. Mio figlio Shay, tuttavia, non può imparare le cose che imparano gli altri. Non può capire le cose come gli altri. Dov'è >l'ordine naturale delle cose, in mio figlio?" Il pubblico fu zittito dalla domanda. Il padre continuò. "Io ritengo che, quando un bambino come Shay, fisicamente e mentalmente handicappato viene al mondo, si presenta un'opportunità di realizzare la vera natura umana, ed essa si presenta nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino". Poi raccontò la storia che segue: Shay e suo padre stavano camminando vicino a un parco, dove c'erano alcuni ragazzi che Shay conosceva che giocavano a baseball. Shay chiese: "Credi che mi lascerebbero giocare?" Il padre di Shay sapeva che la maggior parte dei ragazzi non volevano un ragazzo come lui nella squadra, ma comprendeva anche che se al figlio fosse stato permesso giocare, la cosa gli avrebbe dato un senso di appartenenza di cui aveva molto bisogno, e un po' di fiducia nell'essere accettato dagli altri, nonostante i suoi handicap. Il padre di Shay si avvicinò a uno dei ragazzi sul campo e chiese se Shay poteva giocare, non aspettandosi un granché in riposta.
Il ragazzo si guardò attorno, in cerca di consiglio e disse: "Siamo sotto di sei e il gioco è all'ottavo inning. Immagino che possa stare con noi e noi cercheremo di farlo battere all'ultimo inning".
Shay si avvicinò faticosamente alla panchina della squadra, indossò una maglietta della squadra con un ampio sorriso e suo padre si sentì le lacrime negli occhi e una sensazione di tepore al cuore. Il ragazzo vide la gioia di suo padre per essere stato accettato. In fondo all'ottavo inning, la squadra di Shay ottenne un paio di basi, ma era ancora indietro di tre. Al culmine del nono e ultimo inning, Shay si mise il guantone e giocò nel campo giusto. Anche se dalla sua parte non arrivarono dei lanci, era ovviamente in estasi solo per essere nel gioco e in campo, con un sorriso che gli arrivava da un orecchio all'altro, mentre suo padre lo salutava dalle gradinate. Alla fine del nono inning, la squadra di Shay segnò ancora. Ora, con due fuori e le basi occupate, avevano l'opportunità di segnare la battuta vincente e Shay era il prossimo, al turno di battuta.
A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay e perso l'opportunità di far vincere la squadra? Sorprendentemente, a Shay fu assegnato il turno di battuta. Tutti sapevano che gli era impossibile colpire la palla, perché Shay non sapeva neppure tenere bene la mazza, per non dire cogliere la palla
Comunque, mentre Shay andava alla battuta, il lanciatore, capendo che l'altra squadra stava mettendo da parte la vincita per far sì che Shay avesse questo momento, nella sua vita, si spostò di alcuni passi per lanciare la palla morbidamente, così che Shay potesse almeno riuscire a toccarla con la mazza. Arrivò il primo lancio e Shay girò la mazza a vuoto. Il lanciatore fece ancora un paio di passi avanti e gettò di nuovo lentamente la palla verso Shay. Mentre la palla era in arrivo, Shay girò goffamente la mazza, la colpì e la spedì lentamente sul terreno, dritta verso il lanciatore. Il gioco avrebbe dovuto finire, a quel punto, ma il lanciatore raccolse la palla e avrebbe potuto facilmente lanciarla al primo che copriva la base e squalificare il battitore. Shay sarebbe stato fuori e questo avrebbe segnato la fine della partita. Invece, il lanciatore accolse la palla e la lanciò proprio al di là della testa del primo in base, fuori dalla portata dei compagni di squadra. Tutti quelli che si trovavano sugli spalti e i giocatori cominciarono a gridare: "Shay, corri in prima base! Corri in prima!" Shay non aveva mai corso in vita sua così lontano, ma riuscì ad arrivare in prima base. Corse lungo la linea, con gli occhi spalancati e pieno di meraviglia. Tutti gli gridarono: "Corri alla seconda, alla seconda, ora!" Trattenendo il fiato, Shay corse ancor più goffamente verso la seconda, ansimando e sforzandosi di raggiungerla. Quando Shay curvò verso la seconda base, la palla era fra le mani del giocatore giusto, un piccoletto, che ora aveva la possibilità per la prima volta di essere lui l'eroe della propria squadra. Avrebbe potuto lanciarla alla seconda base per squalificare il battitore, ma comprese le intenzioni del lanciatore e anche lui gettò intenzionalmente la palla in alto, ben oltre la portata della terza base. Shay corse verso la terza base in delirio, mentre gli altri si spostavano per andare alla casa base. Tutti gridavano: "Shay,Shay, Shay, vai Shay". Shay raggiunse la terza base, quello opposto a lui corse per aiutarlo e voltarlo nella direzione giusta, e gridò: "Shay, corri in terza! Corri interza!" Mentre Shy girava per la terza base, i ragazzi di entrambe le squadre e quelli che guardavano erano tutti in piedi e strillavano: "Shay, corri alla base! Corri alla base, sali sul piatto!" Shay corse, salì sul piatto e fu acclamato come l'eroe che aveva segnato un grand slam' e fatto vincere la sua squadra.
Quel giorno, disse il padre a bassa voce e con le lacrime che ora gli rigavano la faccia, i ragazzi di entrambe le squadre aiutarono a portare in questo mondo un pezzo di vero amore e umanità.
Shay non superò l'estate e morì in inverno, senza mai scordare di essere stato l'eroe e di aver reso suo padre così felice, e di essere tornato a casa fra il tenero abbraccio di sua madre per il piccolo eroe del giorno!

E ora, una piccola nota alla storia: Noi tutti spediamo migliaia di barzellette per email senza pensarci due volte, ma quando si tratta di inviare un messaggio sulle scelte di vita, la gente ci pensa due volte prima di condividerlo.
Nel cyberspazio circolano liberamente le oscenità, le volgarità e le scene crude, ma le discussioni pubbliche sulla decenza vengono troppo spesso soppresse nelle scuole e sui posti di lavoro. Se state pensando di inoltrare questo messaggio, con ogni probabilità state filtrando le persone sulla vostra lista dei contatti, distinguendo fra quelle 'appropriate' e quelle che no. Bene, la persona che ve l'ha inviato ritiene che tutti possano fare la differenza. Noi tutti abbiamo ogni giorno mille opportunità di aiutare a realizzare "l'ordine naturale delle cose". Tutte le interazioni apparentemente futili fra due persone ci presentano un’opportunità: passeremo questa piccola scintilla d'amore e umanità o perderemo l'opportunità di illuminare la giornata di coloro che sono meno abili di noi, e lasciare il mondo più freddo, nel farlo? Un saggio una volta disse che ogni società viene giudicata da come tratta i propri meno fortunati."


 
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dilma.1919

Post n°8 pubblicato il 18 Giugno 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Ho letto tutto il blog di Marzia e devo dire di averlo trovato molto carino, carico di emozioni, scorrevole, un anno e più di pensieri... con lei abbiamo avuto un feling a distanza, ci siamo incrociati, letti e talvolta commentati... è sempre un piacere entrare nelle sue stanze, piacere che qualche invidioso bigotto ci ha tolto... perciò fate attenzione amiche ed amici che scrivete bene e che avete migliaia e migliaia di visitatori che vi vengono a trovare... se incontrate nel vostro cammino qualche tarato mentale vi segnala.....  e "loro" senza controllare vi bannano!!! SalutiOmbra

bevete nel calice di dilma e dissetatevi!!!

.... vorrei che in ogni giorno ci fossero anche pochi attimi carichi delle emozioni che si provano nell'abbraccio della foto

....quando gli occhi si cercano ...si incrociano

...e non esiste nulla intorno

.....solo il suo sorriso

....la gioia

 ...l'assenza di tutto ...e la presenza di tutto

......vorrei che ci fosse qualcuno felice di prendermi fra le braccia

....vorrei....semplicemente lo vorrei...:-)) 

  • Sappiamo amare, sappiamo lottare, sappiamo cadere, sappiamo rialzarci.
    Noi donne abbiamo sempre la forza di voltare pagina.

  • Amo il mare..questo infinito urlo di libertà.
    Mi piace ascoltare la sua voce che attraverso le sue onde mi racconta milioni di anni di storia, poco importa se poi giunte a riva si infrangono perchè una dopo l'altra torneranno a vivere.

  • Molti sentimenti sono nascosti nelle stanze più oscure della nostra anima, dietro porte chiuse a chiave.
    Liberandoci delle paure e dalle catene della realtà troveremo le chiavi per far uscire alla luce quei sentimenti..

  • Anche quando hai voglia di piangere, sorridi.........qualcuno sta vivendo del tuo sorriso

  • Sii presente ad ogni respiro.
    Ricordati di te stesso sempre ed in ogni situazione, il miglior modo per realizzare un sogno è quello di svegliarsi, perchè morire è nulla, tremendo è non saper vivere.

  • Tutti vedono come sono in apparenza ma solo pochi sanno come sono veramente

  • Ti auguro tutti gli elementi della natura, che tu possa avere sempre: aria x respirare, fuoco x scaldare, acqua da bere e terra su cui vivere. (Augurio Navaho)

________________________________________________

ogni frase mi ha regalato un'emozione ......spero che chiunque legga ......anche solo per un attimo vada oltre.......:-))

________________________________________________

Se vuoi essere una stella,
devi risplendere della tua propria luce,
seguire il tuo percorso, e non avere paura del buio,
perché è proprio là dove le stelle brillano più luminose! 

 

ATTENZIONE... questa immagine ha talmente sconvolto qualche benpensante da segnalare a digiland il blog di dilma.1919 e farlo bannare !!! L'autoerotismo per i bigotti è un peccato...
Le seghe mentali e le castrazioni psicologiche, invece sono tare celebrali che vi fanno vivere male!!! Ombra_che_Clona

Messaggio N° 323... del 12-06-2006 - 12:36

mah.....che starà mai facendo?

autoerotismo o conoscenza di se

masturbazione come metodo di conoscenza

un tempo demonizzata ora rivaluta

Inviato da: dilma1919                           Trackback: 0 - Commenti: 23

 
Adesso vorrei dire a quel deficiente che ha fatto bannare il blog di dilma.1919... segnalami !!!!!!!!!!!
 
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Laretta1984

Post n°7 pubblicato il 11 Giugno 2006 da Ombra_che_Clona

Il suo nick dovrebbe essere Big.Lara, altro che Laretta... 
a dispetto della sua giovanissima età, è una vera forza della natura... il suo blog è un'inesauribile fonte dove è facile attingere emozioni... deliziatevi. SalutiOmbra


In riva al mare, era sera, giocavo con la sabbia ma non riuscivo a costruire il castello, volevo fosse bello, volevo poter dire: "Papà guarda, ce l'ho fatta!".
Eravamo io e lui, mio fratello e mia madre erano in una delle tante sala giochi.
Mio padre guardava il mare, quasi incantato e ascoltava il rumore delle onde che si dissolvono scontrandosi con la spiaggia.
Ero piccola ma quel volto lo ricordo e non dimenticherò mai il suo sorriso quando gli dissi: "Papà io vorrei essere uno squalo, sai che bello? Lui è il più forte, non ha paura di nessuno... Poi è brutto e cattivo, tutti hanno paura di lui!". Mi disse solo: "Sarà anche il più forte ma non ha amici, tutti hanno paura di lui e gli stanno alla larga... Lara, io ti vedo più come un delfino!".
"Io ti vedo più come un delfino!", mi sembrava una frase stupida in quel momento tanto che il discorso terminò lì, io correvo sulla spiaggia e lui mi guardava intenerito e fiero.
Mi addormentavo spesso nel suo abbraccio, serena, felice, convinta fosse tutto lì il mio mondo e infondo lo era veramente...
Ed ora ne sono certa, "Sono un delfino!", aveva ragione lui, pure io devo stare attenta agli squali ma non sono mai da sola in mezzo al mare.
Non sono sola e continuo a nuotare in questo mare, tanto grande quanto splendido, a volte ho davvero paura di perdermi, nell'immensità o in balia di qualche squalo.
La paura di chi vuole esplorare e cavalcare ogni onda, sbattendogli addosso per capire in un istante che la vita vale più di qualsiasi altra cosa.

VELIERO DEL LAGO

Chissà, magari la notte i pensieri tormentavano il suo sonno e i suoi occhi fissavano il cielo alla ricerca di una stella.
Qualche volta l'ho sentito bussare alla mia porta, la chiave la custodiva nel cuore ma probabilmente ha avuto paura di far parte del mio sogno.
Ho creduto solo al riflesso del suo viso nei miei occhi; severo, turbato e ferito come un cane che veglia il suo padrone nel giorno dell'abbandono.

Non riuscivo a vedere oltre, mi schiantavo di continuo contro la sua corazza e le ferite bruciavano più del sole in un giorno di agosto.

Avrei voluto far parte del suo mondo complesso ma al mio piccolo cuore non era ancora concesso di spezzarsi in più parti per quello che lui si portava dentro.
Tristezza e rancore nel suo solo respiro, stanchezza e dolore tra le sue mani e nello schiaffo perverso di una vita che fugge.

Sulle labbra il ricordo di un "Sì!" che gli ha cambiato la vita, il fondersi all'apparenza perfetto di due corpi nello stesso, stretto, vestito. La passione però era ormai spenta e l'abitudine si insinuava in quel abito un po' vecchio che stringeva tanto da togliere il respiro.
Quel giorno sbattevano gli scuri alla finestra, fuori c'era vento ed io ero nella mia stanza col sentore di non poterlo fermare, pensando fosse più giusto lasciarlo scappare: pensavo che l'amore fosse tutto fino a quel giorno. Anche lui ci aveva creduto, non era possibile prevedere che si sarebbe spenta quella fiamma talmente ardente da sembrare eterna.

Ricordo....
Mi raccontava di paesaggi lontani ancor più spettacolari se visti con quattro occhi e mi parlava di un veliero in fondo al lago, pieno di candele accese nonostante l'acqua intorno.
Ogni tanto, una sirena bellissima, passava per riaccendere le fiammelle spente e lui era lì, a guardarla, stava cercando un tesoro ma in realtà ogni notte tornava solo per vedere lei.
Si perdeva accarezzando quel viso, i lineamenti perfetti ed un sorriso che faceva già parte di ogni suo desiderio. Una notte il lago era buio, si erano spente tutte le candele e la sirena non era passata a riaccederle e così fu per altre notti finché, stanco, abbandonò quel luogo tanto amato.
Io quel veliero lo sto ancora cercando, nei piccoli gesti e nei sorrisi che ora mi regala, magari riuscirò a ritrovare la fiamma capace di ridare luce a quel luogo e riaccenderò con pazienza ogni candela per ridare vita alla sua magia. Son certa di aver parlato con lui nel sonno, era al mio fianco anche quando non c'era.
Il più dolce tra i pirati, mi stringeva la mano quando avevo paura e mi faceva guardare la bellezza del buio.
Ora son io ad aspettar il suo risveglio, raccontandogli storie, la mia vita di giovane donna.
Le mie lacrime fanno paura, le tengo distanti per non rischiare di spegnere la sua candela.

Lara

 
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Mary Mare

Post n°6 pubblicato il 07 Giugno 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Mary è l'allegria fatta blog... entrando nelle sue stanze si respira un profumo particolare, dove il sorriso regna sovrano... Ho scelto questa poesia che è stata dedicanta contemporaneamente ad un papà che è volato in cielo prematuramente ed a un bambino che sta venendo in terra... Mary nella sua semplicità che diventa maestria, ci ricorda che dietro un grande dolore può celarsi una grande gioia

I bambini si incontrano sulla riva di mondi sconfinati.
Su di loro l’infinito cielo sta silenzioso,
e l’acqua increspa il velo
Con gridi e salti si incontrano i bambini
sulla riva di mondi sconfinati.

Innalzano castelli di sabbia sulla spiaggia
e giocano con le conchiglie vuote.
Intrecciano barchette con le foglie secche
e ridendo le fanno veleggiare
sull’immensa distesa del mare.
I bambini giocano così sulla riva del mondo.

Non sanno nuotare e neppure gettare le reti.
I pescatori si tuffano a strappare le perle dal fondo del mare,
sulle navi veleggiano i mercanti,
mentre i bambini raccolgono sassolini che poi gettano via.
Non vanno a cercare tesori nascosti, non sanno gettare le reti.

Il mare si increspa di mille sorrisi,
e la spiaggia risuona del dolce rumore.

L’onda che porta la morte canta invece
ninne nanne senza senso ai bambini,
come fa ogni mamma cullando suo figlio.
Il mare si perde a giocare coi bambini,
e la spiaggia risuona del dolce rumore.

I bambini si incontrano sulla riva di mondi sconfinati.
Si aggira la tempesta nel cielo dalle molte rotte,
fanno naufragio le navi sul mare dalle molte mete,
la morte corre e giocano i bambini.

Si sono radunati sulla riva di mondi sconfinati.

::::::::::::::

....I PROSSIMI GIORNI SARANNO DECISAMENTE DA CARDIOPALMA....STA PER NASCERE "NOSTRO NIPOTE"..SI' IL NIPOTE DI TUTTI NOI AMICI....IL PICCOLO DAVIDE JR...FIGLIO DEL NOSTRO AMATISSIMO AMICO DAVIDE..VOLATO IN CIELO A NOVEMBRE SCORSO ....ANCORA TRA NOI ECHEGGIA LA SUA RISATA...IMPOSSIBILE DIMENTICARLO...ED ORA STA PER NASCERE SUO FIGLIO....NN STO A DETTAGLIARE LA DIFFICOLTA' NELLA QUALE SI TROVA LA MOGLIE...OLTRE AL GRANDE DOLORE..L'IMMENSA PREOCCUPAZIONE DI UN FUTURO PIENO DI INCERTEZZE..SOLO UN PUNTO FERMO..UN PUNTINO DOLCE CHE PIANO PIANO CRESCENDO DENTRO DI LEI...LE HA TOLTO LA RABBIA PER QUEL L'IMMENSO DOLORE PER QUELL'ABBANDONO INVOLONTARIO...DESTINACCIO MALEDETTO...GIORNO DOPO GIORNO..MESE DOPO MESE...ED ORA QUASI CI SIAMO...ED ECCO CHE STA PER SCATTARE LA CATENA AMICA....LA PROMESSA MANTENUTA...A TURNO LE STAREMO VICINE NOI AMICHE....NN SARA' MAI SOLA... NOI CI SAREMO A GIOIRE DI QUESTO MIRACOLO CON IL CUORE GONFIO DI DOLORE PER IL PENSIERO DEL NOSTRO CARISSIMO AMICO CHE NN POTRA' GIOIRE DELL'EVENTO NONCHE' DELLA CRESCITA....MA CON IL CUORE ALTRESI' PIENO DI GIOIA PER QUESTO PICCOLINO CHE SARA' AMATISSIMO ED AHIME' VIZIATISSIMO ^__^...LUI...LA VITA..E LA VITA  E' UNA COSA MERAVIGLIOSA....EHEHEHE..ZIA MARY GLI INSEGNERA' A RIDERE E SORRIDERE..A PRENDERE IN GIRO I PROBLEMI CON ALLEGRIA PER SOPRAVVIVERLI....BE' SARA' UN COMPITO CHE NN MI PREOCCUPA...DOVRO' SOLO ESSERE ME STESSA QUANDO SARO' CON LUI.....
BRRRRR..SONO EMOZIONATISSIMA......
UN SALUTONE A TUTTI ...BACIONI...E SORRISO SEMPRE....

 
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Cinzia 63

Post n°5 pubblicato il 02 Giugno 2006 da Ombra_che_Clona


Cinzia dice: disegnare emozioni prima che si dissolvono... è difficile!!! Io leggendo tra le sue cose, ho compreso che per  lei dipingere con i colori dell'emozione è naturale come sorserggiare un bicchiere d'acqua... dissetatevi!!! SalutiOmbra

Flashback...

Non lo so perche' mi sei venuto in mente proprio oggi, forse perche' anche allora era maggio... o forse perche' guardandomi allo specchio avevamo gli stessi capelli, lunghi biondi e ricci, che cadevano oltre le spalle, come i miei adesso...
Quando ti ho conosciuto il tuo nome era la tua immagine, Angelo, tua madre non avrebbe mai potuto scegliere un nome migliore per te. Ci incontravamo spesso durante la nostra breve storia, e senza mai che ci fosse un appuntamento, tu sapevi dove trovarmi, ed io sapevo dove trovare te, non c'e' mai stato bisogno di fissare qualcosa, non c'e' mai stato bisogno di altro.

Sono passati molto piu' di vent'anni, io poco piu' di una ragazzina, forse anche incosciente per certi versi, e tu qualche anno in piu'... ti ho visto degradare poco a poco, piano piano perdevi cio' che di bello avevi, con pochi soldi ti sei comprato una catena, quella che non sei piu' riuscito a toglierti, nemmeno per me.
"Ti amo, perche' sei l'unica che non mi ha mai abbandonato..." mi dicevi, e Dio lo sa quanto ci ho provato, e quante volte ti ho detto...
"quella robaccia ti fa male, promettimi che da questa sera la smetterai..."

Erano solo promesse le tue, come quelle dei marinai, torno, torno, e poi non tornano mai...
Certe volte eri talmente fatto, che non stavi nemmeno in piedi, ti facevo camminare, appoggiato a me, pensando che forse quella roba se ne andasse da sola, altrimenti tu ti saresti buttato da qualche parte, in qualche angolo, ad aspettare di tornare in te, ad aspettare.... ma che cosa poi?

L'indomani sarebbe stato uguale, un buco in piu' da qualche parte, un altro volo.... pensavo che prima o poi non saresti piu' tornato da quei voli.
Ti arrestarono per spaccio, lo vidi sul giornale, ed io ho pensato che era meglio saperti li, piuttosto che in qualche angolo...
Allo stesso modo te ne sei andato, in qualche angolo sconosciuto, annegato dentro uno di quei buchi, l'ultimo...

non sei piu' tornato da quel volo.
Era maggio... lo vidi sul giornale.

Questo è il post n°5... il numero di Ombra (nel bene o nel male) per cui si raddoppia... altre goccie di emozioni...

post...

scrivere un post, e' fermarsi un attimo, scendere nuda nel silenzio dei pensieri e avvolgermeli intorno,  e’ come aprire una piccola porta, lasciare entrare aria e uscire emozioni, metterle in un refill da rigirare fra le dita, gli occhi assenti, sentire quelle emozioni con le mani, con la pelle, con la mente, con il cuore, sussurri sull’anima, parole che leggi e rileggi senza trovarne di migliori, quelle che rendono  giustizia ad ogni silenzio...

... e' come spiccare un volo, raccontarsi a due spanne dalla nuda terra, una scala fra inferno e paradiso. Cominci a salire e non lo sai dove ti fermi, finche' ci sono gradini avanti a te, sali, fino a che hai parole nel tuo scrigno scrivi, fino a che hai emozioni sotto la pelle le liberi proprio la', sulla sottile linea che ti delimita l’anima, nel blu’  poi le assorbi…

... e' come lasciarsi andare, seguire un istinto,  un grido da dentro che ti rimbalza sulle pareti dell'anima, non ci sono freni, limiti o confini, c'e' solo pelle e cuore, cio' che ti attraversa la pelle, si intinge nel cuore, cio' che arriva nel cuore e' gia' un'emozione, ti scalda un battito, ti assottiglia un respiro...

... e' come una musica, ti trasporta, la senti nell'aria, la senti cosi' forte fino a mescolarti, a confonderti per poi scioglierti, e' come liberare le mani, sui tasti di un pianoforte a coda, la sala e’ vuota, ma qualcosa si muove, sentimi addosso, sono brividi che scorrono lungo il filo della schiena...

e si sciolgono in emozioni…

Cinzia63



 
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Cinzia 34

Post n°4 pubblicato il 28 Maggio 2006 da Ombra_che_Clona

Cinzia... è la Signora delle fate, basta entrare nel suo blog per sentirsi catapultati in un mondo irreale, fatato... dove tutto assume un aspetto ed un sapore magico. Deliziatevi con questa bellissima fiaba. SalutiOmbra

Kiem e il Drago

(Cinzia)

La foresta era fitta, scura e solo i lampi illuminavano il cammino tra rovi e arbusti che la spada affilata recideva ad ogni passo.

La pioggia incessante batteva forte addosso a Kiem ma lui pareva non accorgersene. Alto, robusto, imponente, i suoi lunghi capelli neri si erano appiccicati al viso e le gocce d'acqua entravano negli occhi giá rossi di pianto.

Due giorni di cammino.Era quasi giunto alla meta. Giá, la meta. Fino a pochi giorni prima la sua meta era sposare Tia e vivere con lei per sempre e mai avrebbe creduto di vedere tutti i suoi sogni infranti in un momento. Un unico e solo momento.

Avrebbe dovuto uccidere quel drago anni fa, quando ne aveva avuto l'occasione. Invece l'intervento di Tia, che provó pena per quell'essere, fece sí che lui lo risparmiasse confinandolo peró nelle Terre senza Ritorno. Ma questo malvagio drago non fece altro che covar vendetta contro colui che lo sconfisse e appena ne ebbe occasione riuscí ad evitare i Guardiani delle Terre senza Ritorno e si diresse alla ricerca di Kiem.

Tanto era il suo odio che, non trovandolo, fece cenere del villaggio ove lui abitava, incendiando chiunque o qualunque cosa capitasse a tiro o si muovesse.

Al rientro dai campi Kiem, con gli altri uomini del villaggio, vide da lontano un fumo nero salire imponente verso il cielo.

Brutto presagio.

Brividi percorsero il suo corpo.

 Cominciarono tutti a correre ma non veloce come avrebbero voluto e mentre Kiem si avvicinava vide il drago da lontano.

Vicino alla sua casa.

 Vicino a Tia.

Urla incomprensibili iniziarono a fuoriuscire dalla sua bocca, si mise ad agitare le  braccia. Voleva che il drago guardasse lui e lasciasse stare Tia.

 Il drago lo sentí.

Il drago lo vide. 

Sogghignando inspiró, e una fiammata, la piú potente che voi possiate immaginare, colpí la povera Tia che cadde al suolo priva di vita. Allora il drago si alzó in volo riempiendo il cielo di acuti stridíi mentre Kiem non poté fare altro che abbracciare il corpo senza vita della sua amata e piangendo e inveendo contro il drago che vedeva allontanarsi giuró vendetta.

Rabbia e odio erano l'adrenalina che lo spingevano ad inoltrarsi sempre di piú, senza sosta, in una foresta che sembrava non volerlo e nella cieca furia della sua ricerca non si accorse di una radice sporgente nella quale inciampó e cadendo batté il capo violentemente su un tronco d'albero. Poi fu il buio.

Un intenso profumo di fiori solleticó il suo olfatto svegliandolo dolcemente. Aprí gli occhi e cercó di alzarsi ma una fitta dolorosa al capo lo costrinse a non muoversi. Si guardó intorno senza capire dove si trovasse. Era in una capanna piena di fiori , in un caldo giaciglio e sentí una dolce voce domandargli come si sentisse. Volse il capo e trovó dinanzi a sé una ragazza bellissima. I fiori la coprivano come un vestito e i suoi occhi brillavano come il sole. Guardarla dava pace. Disse di averlo trovato al rientro di una passeggiata nella foresta mentre era stata sorpresa dalla tempesta e di averlo soccorso.

Disse di essere la Custode degli Alberi e dei Fiori e che sapeva perché fosse lí. Sapeva che voleva trovare il malvagio drago e vendicare il suo amore.

Gli Spiriti della Foresta avevano cantato le sue imprese e ora cantavano il suo dolore.

Kiem si alzó, ringrazió la Custode degli Alberi e dei Fiori e fece per andarsene.

Ma lei lo fermó raccontandogli un segreto.

 Il drago si era nascosto nel suo antro, sulla Montagna Nera al di lá della foresta; li cresce un fiore magico, rosa e profumato. L'antro del drago ne é ricoperto ma ha vita pochi giorni e per dodici lune non ricresce piú. Le sue proprietá sono sconosciute agli esseri umani ma lei sa che puó donare di nuovo la vita . Solo  chi ha il cuore puro e pieno di amore da donare, puó raccoglierlo e farne un  infuso da bere.

Kiem era senza parole. Tia sarebbe tornata da lui.

Le lodi al suo buon cuore e le gesta valorose lo avevano preceduto e come ricompensa gli era dato di riavere accanto la sua amata .

Ringrazió con tutta la gioia che aveva in corpo e partí alla volta della Montagna Nera.

La foresta sembrava ora amica e per un momento  parve che gli facesse strada. In poco tempo arrivó ai piedi della montagna e inizió a salire. Incontró non poche difficoltà che il suo coraggio gli fece superare fino a quando giunse alla vetta.

Era arrivato.

Sembrava non ci fosse nessuno per ora. Una maestosa caverna troneggiava imponente ricoperta dai magici fiori . Kiem si nascose, paziente, sopra l'entrata . I fiori lo nascondevano alla vista, non rimaneva che aspettare.

Improvvisamente ecco le stridule urla avvicinarsi. Kiem lo vide e si preparó. Attese che il drago atterrasse e s'incamminasse verso l'entrata ma giuntovi si fermó.

Come se ne avesse avvertito la presenza il drago guardó in alto e in quel preciso istante...ZAC! la spada di Kiem decapitó la sua testa che cadde rovinosamente a terra.

Kiem lanció un urlo di gioia e non perse tempo. Raccolse i fiori magici e discese la Montagna Nera piú veloce di un fulmine.

Stava per inoltrarsi nella foresta quando ad un tratto, ecco apparire un magico cavallo alato mandatogli dalla Custode degli Alberi e dei Fiori per farlo giungere presto al villaggio.

Non ci volle molto tempo ed quando vi giunse  tutti  gli abitanti rimasti lo accolsero con gioia credendolo ormai anche lui vittima del drago.

Kiem raccontó cosa gli fosse capitato e chiese alle donne di preparare subito un infuso con i fiori magici che ognuno avrebbe poi fatto bere ai propri cari scomparsi .

Pronto l'infuso Kîem si recó immediatamente nella sua casa dove riposavano le spoglie di Tia. Era adagiata su quello che sarebbe stato il loro nido d'amore e stringendola a sé le versó alcune gocce dell'infuso sulle labbra.

Ed ecco la vita tornare in lei.

Non ci credeva ma era cosí.

Tia si stava riprendendo, i suoi occhi erano di nuovo vivi, le sue guance rosa e lo stava guardando pronunciando dolci parole d'amore.

Lui non la fece parlare e con le lacrime agli occhi e un nodo alla gola la bació e la strinse forte a sé.

Dal suo cuore nacque un grazie pieno di gioia immensa che voló fino alla Custode degli Alberi e dei Fiori e lei, raccogliendolo, sorrise e felice cantó alla foresta le gesta eroiche del valoroso eroe che per amore sconfisse un drago.

 
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Nikyra

Post n°3 pubblicato il 21 Maggio 2006 da Ombra_che_Clona

.
..
...
Nikyra... un vero big-bang, blogger ecclettico... dialetticamente eccelsa... punteggiatura ed accenti sono curati in maniera quasi maniacale... giorno dopo giorno è una continua scoperta... godete a pieno le sue parole. SalutiOmbra

AROMI D'INCENSO
impregnano l'aria

MUSICA...

fluisce lieve nella stanza in penombra....
luci fioche di sparse fiammelle disegnano 
anime sulle pareti bianche ....
...presenze silenti,
che danzano al suono celestiale di voci sommesse
miste a vibranti note di cetre e flauti....

STENDITI QUI ORA....
nel mezzo di questo angolo di paradiso....

RILASSATI....
CHIUDI GLI OCCHI....

lascia libera la mente di vagare tra visioni
di verdi pascoli o azzurri mari...
tra gabbiani o aquile....
ovunque tu vorresti andare...

Sono accanto a te, ti guardo, ti ascolto col mio cuore....
fin dove la tua bocca non dice...
fin dove "sente" il mio amore...

Ora le mie mani, incrociate qui sul petto si posano,
una ad una....lentamente sul tuo braccio...
molto lentamente...
e da lì comincio con la mano destra ad accarezzarti....
accarezzo la tua essenza partendo dalla testa
e fiorando la tua pelle...giù, fino ai piedi,
senza contatto....a distanza
ma abbastanza vicino perchè tu
ne possa sentire il tepore...
apro la tua aura per donarti la luce,
la forza, la gioia....
tutto l'amore dell'universo per te!

Io sono il conduttore....lo strumento....il tramite....
di per sè non sono niente...io sono niente.....
solo un mezzo...un canale....io trasmetto!
Tocco ora i tuoi punti d'accesso....
mi fermo, li sento, si aprono al ricevere
e tutto il bene che posso contenere
prego che giunga in te!



QUANTA GIOIA NELL'ESPANDERE
AMORE!!!!

                                                                          Niky

 
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Lilith.inOmbra

Post n°2 pubblicato il 07 Maggio 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Lilith... è semplicemente deliziosa, maestra nel regalare emozioni...non importa quel che scrive, ma come descrive ogni minimo passaggio che rende eccelso anche l'argomento più banale... leggete ed inebriatevi. SalutiOmbra

Arriva un momento che ti sembra di non averne più. Appaiono così raramente. Ospiti inattese che si presentano alla porta proprio mentre stai per sederti a tavola. Loro non vogliono entrare, bensì uscire. La via per liberarsi la trovano in quell’angolo di occhio rimasto asciutto per tanto tempo

[forse troppo]

al punto che, quando torna ad inumidirsi, brucia.
Il mondo è visto attraverso uno schermo liquido. Mare salato che si fa ruscello nascente, rivolo che solca il colle della guancia per poi andare a morire nello spicchio di congiunzione delle labbra.
La lingua è troppo curiosa per non assaporare che gusto può avere.
E quel sapore taglia come fosse uno spigolo di vetro rotto.
Piccole lame trasparenti sparse tutte attorno, tutte dentro, tutte addosso.
Le vedi e le afferri con le nude mani, ché non importa se ti tagli, ché - in fondo - sono “solo” pezzetti di vita frantumati. E’ la tua stessa vita che ti ferisce. Pensavi fosse una liscia sfera di cristallo dove specchiarti e vedervi un bagliore di un tempo che sarà, accarezzavi la perfetta rotondità come si accarezza con amore, cura e trepidazione un curvo ventre di gestante.
Invece ritrovi il tuo volto segmentato come un ritratto cubista.
Ti sei affacciata sulla sfera precipitata al suolo, su una lacrima venuta male.
Ti chini e raccogli, ti raccogli e guardi, ti guardi e rifletti, ti rifletti e stringi

[ i denti, gli occhi, le dita, l'anima... o quel che ne è rimasto] 

Il sangue comincia a macchiare di un rosso viscoso i denti aguzzi di tutti quei cocci. Ma il dolore non lo senti più. Provi quasi sollievo nel dare vita, con le tue stille, a quei frammenti di gelida trasparenza.
Con l’assenza di dolore, svaniscono, di nuovo, le lacrime. Non si sa dove vadano a finire quando non spingono più per uscire. Forse a fabbricare nuove sfere.

Ad immergersi nel tempo altrui si rischia di seguire sentieri non propri, di combattere guerre che non ci appartengono, perdendo così di vista la propria dimensione, la propria strada, la propria battaglia.
Ed il proprio valore.

Lilith.in.Ombra

 
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liberante

Post n°1 pubblicato il 07 Maggio 2006 da Ombra_che_Clona
Foto di Ombra_che_Clona

Il mio primo clone... mi ha regalato una moltitudine di emozioni, è un breve racconto, uno spaccato di vita che per gustarne l'immenso piacere... bisogna assaporarlo goccia a goccia, come un calice di nettare prelibato!!!  SalutiOmbra

Le due meno venti. Notte.                       (uno)

Le due meno venti.
Notte. La grande vetrata guardava sul piccolo giardino dove l’ulivo disegnava fili d’ombra alla luce incerta della luna.
Notte. Il cielo era limpido, pulito, sembrava quasi che il freddo dell’inverno avesse lavato l’aria e le stelle più brillanti di quelle dell’estate pungessero come spilli.

Notte. La luna piena, bassa sull’orizzonte creava una striscia sul mare e sul porto come la strada bavosa di una lumaca.
Notte. Teresa in piedi dietro alla grande vetrata si lasciava bagnare da quella luce immobile e immobile lei stessa.
Le braccia abbandonate lungo i fianchi. Le gambe leggermente divaricate sostenevano equamente il peso del corpo. Le sembrava che i suoi pensieri si scaricassero a terra attraverso i piedi scalzi piantati sul pavimento di marmo rosa.
Pensava che se il pavimento fosse stato di legno come era nella casa della sua infanzia non avrebbe sentito il gelo salire sulle gambe.
Stava ferma a considerare quel flusso continuo di pensieri che scendevano a terra e di freddo che ne risaliva. Lo avvertiva arrampicarsi dalla caviglia sul polpaccio e poi la coscia la pancia e fermarsi nello stomaco.
Un boccone di cibo freddo mal digerito. La camicia da notte non la riparava che anzi lasciava passare gelidi aliti e la pelle si raffreddava di brividi improvvisi.
Guardava fuori dalla grande vetrata il piccolo giardino dove tutto le era talmente noto da renderlo invisibile.
Era una notte strana.
Se lo sentiva nella macchia di dolore nascosta in qualche parte del suo corpo che se solo avesse saputo dove, avrebbe potuto lavarla via con una spugna ruvida e del sapone da bucato.

Ne sentiva l’odore del sapone da bucato, quello che la Linda usava per lavare i panni nell’acquaio di granito grigio della cucina.
Lei era sotto il tavolo a giocare con matite e pezzetti di carta da colorare per farne personaggi di storie che duravano tutto il pomeriggio e il pomeriggio del giorno dopo.
Era bambina di otto nove anni e il grande tavolo col ripiano di marmo scheggiato era la sua stanza da gioco preferita.
Una stanza a due piani.
Il sopra era una conquista, perché doveva aspettare che nessuno lo usasse per pulire verdure, impastare, stirare, rammendare. Era la piazza del paese di re e regine, fate e orchi, cavalieri e draghi. La foresta incantata degli gnomi e degli elfi. Il castello della maga delle nebbie.
Il sotto era la caverna dei lupi che la tenevano al caldo nel loro branco. Il sotterraneo umido e oscuro del tesoro nascosto. La capanna di paglia dei pastori. La casa in riva al mare dove la sirenetta veniva al tramonto a cantare.
La Linda faceva finta di non vederla e con la sua voce ruvida e il dialetto la chiamava che chissà dove si è nascosta quella “benedeta putela” e poi la abbrancava e la sollevava in alto ridendo e rideva anche lei annusando l’odore di candeggina e sapone delle mani di quel donnone alta come un uomo alto e grossa altrettanto e forte che mamma diceva che con quella forza la Linda avrebbe potuto spostare l’Arena e rimetterla a posto.
Il pavimento in cucina non era di legno, ma di piastrelle grigie con venature nere.
Le ricordava bene perché le venature erano le strade dei suoi mondi inventati e anche i fiumi e le valli. Dove il grigio era più scuro erano foreste montagne e dove più chiaro erano pianure e paludi laghi mari altipiani.
Il pavimento di legno chiaro e lucido era in tutto il resto della casa. Profumava di cera ed era caldo e morbido. Levigato e nitido. Aperto e spazioso, luminoso come se ci fosse sempre il sole.

Guardava fuori dalla grande vetrata nella notte.

Le due meno venti. Notte.                       (due)

Fuori era buio ma la stanza alle sue spalle era rischiarata da quel chiarore lattiginoso che illuminava senza fare luce. Sollevò le mani con gesto improvviso e le guardò con attenzione mentre le apriva distendendo le dita come per toccare il vetro ma solo sfiorandolo. Emanava freddo e rabbrividì.
Quella notte di sonno evitato era ricordo.
Non sentiva rumori intorno a lei ma dentro era urlo e grido e parole fitte come se stesse parlando.

Non era ancora inverno quella mattina di troppi anni prima quando aveva tredici anni.
Era fine ottobre. Quasi freddo inverno e pioveva pioggia sottile e grigia.
Era a casa da scuola da qualche giorno perché aveva mal di gola.
Mamma era sempre così apprensiva sulla sua salute che il minimo accenno ad un qualunque malessere scatenava telefonate al dottore e stai a casa che se no ti ammali di più.
Lei si faceva coccolare e stare a letto sotto le coperte a far finta di dormire era un gioco sempre diverso.
Quando era malata mamma andava a lavorare solo per poche ore e poi stava con lei a giocare e raccontare storie.
Era brava mamma ad inventare favole e la sua voce era come la carezza nei suoi capelli. 

Si passò una mano tra i capelli come per ritrovare la sensazione di calma e protezione che la carezza di mamma le dava.
Socchiuse gli occhi al pensiero molesto che se ci fosse stato ancora papà non avrebbe avuto tutte quelle attenzioni. Papà era morto quando lei aveva sette anni. Papà di cui non ricordava quasi nulla.
Quasi.
Ricordava di più mamma che alla messa della domenica piangeva lacrime silenziose pensando che lei non la vedesse.
Strinse i pugni a quel ricordo. La chiesa vicino al mare delle vacanze estive odorava di incenso e le pizzicava il naso. Il profilo di mamma disegnato nella luce obliqua delle vetrate colorate e le lacrime che scendevano sulla guancia senza singhiozzi in silenzio. Allora non capiva. Sapeva solo che prendendola per mano mamma avrebbe sorriso. 

Quella mattina di fine ottobre era in cucina e la Linda aveva preparato la colazione. Aveva dormito da loro perché mamma il giorno prima aveva fatto un incidente con la macchina e l’avevano tenuta in ospedale solo per dei controlli ma non ti preoccupare che sta bene e domani vedrai che viene a casa. 

Voltò le spalle alla vetrata e guardò la stanza e gli oggetti, i mobili scuri nell’ombra della luna. Aggrottò la fronte e si chiese per quale motivo scavare fuori dalla memoria quella mattina così lontana, quel dolore così remoto che ormai non era più nemmeno dolore.

Le due meno venti. Notte.                       (fine)

Era in cucina seduta al tavolo davanti alla tazza della colazione ma non mangiava e chiedeva alla Linda portami da mamma che voglio vederla.
La porta di casa non era mai chiusa a chiave e all’improvviso in cucina apparve Lucia, la migliore amica di mamma che senza salutare e con voce troppo alta povera bambina adesso sei rimasta proprio da sola che la tua mamma è morta e tu sei proprio sola e l’abbracciava stretta che la soffocava che tu sei proprio sola che tu sei proprio sola. Non le era simpatica Lucia e non le piaceva che l’abbracciasse e quella mattina si divincolò da quell’affetto sgradevole e si rifugiò nelle forti braccia della Linda non è vero portami da mamma dimmi che non è vero voglio andare a vedere mamma mi metto le scarpe portami subito da mamma.
Teresa non aveva pianto quella mattina di fine ottobre.
Non aveva pianto nemmeno quando aveva visto mamma nel bianco dell’ospedale il viso gonfio e livido che non era lei aveva pensato. Mamma aveva il viso sottile e pallido non quell’impasto di sangue raggrumato e ferite e quella fascia bianca intorno alla faccia per tenere chiusa la bocca che non era labbra e sorrisi e parole ma un livido viola.
Aveva urlato la rabbia dei suoi tredici anni ai parenti in lacrime perché non me lo avete detto ieri perché non l’ho vista viva perché non ha visto me come ultima cosa prima di morire perché non mi ha raccontato cosa sarebbe successo dopo perché non mi avete lasciato parlare con lei perché non ho potuto salutarla.
Non aveva pianto al funerale tra l’odore di incenso e la paura della pietà degli altri e quella viscida sensazione di diversità che da quel momento sarebbe stata davvero diversa dalle altre che avevano i genitori.
Non aveva pianto quando sua zia l’aveva portata via dalla casa con i pavimenti di legno chiaro, dal tavolo della cucina, dalla Linda che piangeva che la mia “putela” non deve piangere e ci vediamo presto e ti voglio tanto bene e la tua mamma è lassù che ti guarda.
Non aveva pianto quando aveva sentito quella colpa insediarsi nel suo dolore più forte del dolore. Non era vero che aveva mal di gola. Si era inventata l’inesistente malanno per stare a casa perché non aveva voglia di andare a scuola ed era stata punita per la menzogna. Mamma era morta per colpa sua. Mamma non tornava a casa a mangiare a mezzogiorno quando lei era a scuola e quel giorno era tornata per pranzare con la sua bambina e aveva fatto l’incidente.
Quindi la colpa era sua. 

Si voltò di nuovo verso la vetrata. La luna stava appoggiata sull’orizzonte ipotetico tra mare e cielo. Teresa piangeva tutto quello che non aveva pianto quella mattina di ottobre. Era molto tempo che non rivisitava quel senso di colpa opprimente e lo sentiva mordere esattamente come quarantanni prima.
Aveva freddo.
Si asciugò col dorso delle mani le lacrime e pensò che era un bell’alibi piangere per quella morte persa in un tempo lontano che nemmeno sapeva se era finzione o ricordo e non per i fallimenti del suo presente.
Voltò le spalle alla grande vetrata e con lenti passi si avvicinò al letto e si sdraiò accoccolandosi sotto il caldo del piumino azzurro.
Guardò ancora fuori dalla vetrata che vedeva solo il cielo e gli spilli delle stelle e la luce incerta della luna.
Chiuse gli occhi e cercò un sonno silenzioso.

liberante

 
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