CONTROSCENAIl teatro visto da Enrico Fiore |
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Eduardo stile "medico in famiglia"Apprendo, dalle dichiarazioni di Lunetta Savino, che «Bene mio e core mio» - il cui allestimento la vede coprotagonista al Delle Palme - è una commedia «visionaria». E io che avevo sempre pensato che fosse un bozzetto realistico, e in quanto tale disegnato da Eduardo, fin nei minimi dettagli, con diligenza addirittura maniacale. Ma parliamo seriamente, via. Qui non si sa chi sia il peggiore: se Chiarina Savastano, che, dismesso il ruolo di ancella, subito si schiera con il marito, l'avido Filuccio, nel pretendere per loro i beni del fratello Lorenzo; o se quest'ultimo, che con velenosa lucidità finge di accontentarli mentre, intestando quei beni alla matrigna di Filuccio e poi sposandola, di fatto mantiene i propri averi. E insomma, davvero non mi pare che si possa considerare personaggi del genere come fantasmi. Né, d'altronde, potremmo scambiare per manifestazioni di «visionarietà» i celebri dipinti antichi che la regia di Bruno Colella proietta su giganteschi cavalletti: semmai ribadiscono il realismo di cui sopra, visto che Lorenzo fa di mestiere il restauratore. No, l'unica «visionarietà» è quella che ha permesso, nella circostanza, di ribattezzare «Bene mio, core mio» una commedia che (giusta la locuzione popolare, ripresa da Eduardo pari pari, anche a voce) si era sempre intitolata «Bene mio e core mio». Ci sarebbero, è vero, le sequenze d'inizio e fine dello spettacolo, che vedono la cameriera Maria, qui connotata da un'accento (forse) dell'Est, esibirsi rispettivamente in un numero di funambolismo appesa a un drappo e in uno di prestidigitazione con torce fiammeggianti. Ma sospetto che, con ciò, ci si sposti dalle parti del circo. Il quale ultimo, poi, non mi sembra che abbia molti punti di contatto con le musiche di Eugenio Bennato oscillanti fra tradizione contadina e quotidianità. Venendo infine agl'interpreti, mi limito ad aggiungere che la Chiarina di Lunetta Savino somiglia moltissimo alla Cettina di «Un medico in famiglia». Fra gli altri lo stesso Colella (Lorenzo), Lina Polito (Matilde) e Giovanni Allocca (Filuccio). E delle battute e dei lazzi aggiunti al testo di Eduardo bellamente preferisco tacere. Enrico Fiore («Il Mattino», 14 novembre 2010) |
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