Creato da atomoallaseconda il 10/03/2010

Costellazione88

Ogni essere umano è parte di un tutto chiamato Universo. Egli sperimenta i suoi pensieri e i sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una specie di prigione. Il nostro compito deve essere quello di liberare noi stessi da questa prigione attraverso l'allargamento del nostro circolo di conoscenza e comprensione, sino ad includere tutte le creature viventi e l'interezza della natura nella sua bellezza." A. Einstein.

 

Nostalgia canaglia

Post n°2 pubblicato il 25 Marzo 2018 da atomoallaseconda

Non venivo qui da anni, e non so neanche perché ci son venuto oggi. Libero era il mondo virtuale prima di Facebook, prima dei social: prima della visibilità imperante, dell'immagine esasperata e continuamente proiettata di noi stessi a tutti i costi. Tanti anni fa  ero solo un giovane ragazzo che aveva tanti sogni, ora sono un uomo che naviga più o meno a vista in questa jungla fitta chiamata vita. Ho realizzato uno dei miei sogni: per vivere faccio ciò che amo, che è già una grandissima cosa; poi? Ho tanto amato, ho amato così tanto che il cuore si è lacerato e poi disperso in un mosaico imperfetto di sofferenza che ancora non mi abbandona. Ho sofferto, ma non mi pento di nulla... ne è valsa la pena.  Da giovane pensi che la vita sia una meravigliosa avventura infinita piena di cose belle e scintillanti; da adulto ti rendi conto che la vita non ti viene come avresti voluto, ma ogni tanto, a volte, raramente, accade di amare, accade di essere felice, accade di stupirsi ancora nel sentire la voce dei tuoi genitori che purtroppo invecchiano, accade di emozionarsi ancora al mattino quando un timido raggio di sole penetra nella tua stanza. La vita è un dono, e dobbiamo amarla nonostante le ferite, le delusioni, le disillusioni, le sconfitte. Buona Vita, dunque, a tutti voi; magari qualcuno/a passa ancora di qui e si ricorda di me: un allora ragazzo che, per almeno 2 o 3 anni, ha trascorso qui, su Libero, alcune ore del suo tempo a discutere con persone che non ha mai visto, e che mai ha conosciuto; ore molto piacevoli e affascinanti.

 
 
 

L'ORTO DEI VECCHI

Post n°1 pubblicato il 12 Marzo 2010 da atomoallaseconda
 

Sto camminando sul sentiero che porta alla casa che fu dei Vecchi.

Era da tempo che non passavo da questi parti anche perché loro se ne sono "andati" da anni e la casa è stata venduta.

Ora non saprei dire neanche perché mi ci sono ritrovato, ma forse ho voglia di rivedere l'orto e anche il grande albero delle mele sotto il quale d'estate mi rinfrescavo un po'nelle ore più calde.

Il sentiero è lungo un paio di chilometri e ancora oggi non si puo' che passarci a piedi.

Il fossato è sempre qui che costeggia sul lato est il sentiero, ma con meno erba di una volta:qualcuno sicuramente verrà a tagliarla ora.

Il Vecchio non lo faceva spesso e a noi bambini piaceva saltarci sull'erba e impregnarci le scarpe e i pantaloni del suo odore: spesso ci rotolavamo dentro e ne uscivamo colorati di verde e le spighe ci si attaccavano addosso e pizzicavano fino a quando non le staccavamo tutte.

Sull'altro lato del sentiero gli alberi delle querce fanno ombra e spargono sul terreno un numero consistente di ghiande.

Prima o poi venderanno tutta la terra attorno e ci costruiranno qualcosa sopra.Dicevano anche che sarebbe dovuta passarci una strada urbana, ma finora niente.Sparirà anche il granturco per allora e sarà tutto diverso.

Sono arrivato.

Il nuovo proprietario della vecchia casa sta innaffiando il cortile per rifrenscare il cemento battuto dal sole di mezzogiorno.

Mi saluta e mi chiede le solite cose che si chiedono a chi non si è visto che una volta:Come va?

Rispondo che faccio un giro per sgranchirmi le ossa e forse è davvero questo il motivo per cui sono qui,oppure no.

Hanno rifatto il tetto ma per il resto la casa è sempre la stessa,forse dentro sarà migliorata dato che il vecchio negli ultimi anni non aveva svolto lavori di manuntenzione né ridato vernice fresca alle pareti.

C'è ancora la fontana al centro del cortile con qualche sparuto pesce strano dentro,il cipresso ,accanto, è sempre piu' alto e si sta addossando alla casa:lo abbatterano prima o poi,immagino.

Supero la casa e vedo l'orto:è pieno di pomodori aggrappati sulle canne e lattuga e parte di terra brulla.

Non so cosa si coltiva nei diversi periodi dell'anno ma ricordo che la vecchia da quel piccolo pezzo di terra riusciva a ricavare  un po' di tutto:peperoni, melanzane, patate, lattuga, pomodori, finocchio, carciofi,fave.

Da bambino giocavo a pallone sul sentiero con i miei amici e se la pallava finiva nell'orto la vecchia ci lanciava dietro maledizioni a non finire e ci tagliava la palla.Noi per vendicarci le calpestavamo l'orto.Poi quando diventarono tanto tanto vecchi non riuscivano piu' a prenderci la palla e arrivavamo sempre prima noi.

All'inizio coltivavano tutto senza veleni, poi non veniva su piu' niente e allora cominciarono a spruzzare i diserbanti.

D'altronde forse è meglio avvelenarsi da soli che farlo fare agli altri.

I vecchi hanno trascorso in questo piccolo orto gran parte della loro Vita: la Vecchia la ricordo piu' curva nella terra a tagliare o a vangare che in piedi su un pavimento che non fosse terra,il vecchio:uguale.

Quando non hanno piu' potuto coltivarlo se ne sono andati all'altro mondo.

Il nuovo proprietario mi dice che non posso vedere il grosso albero delle mele dietro la casa perché lo ha abbattuto un anno fa; non crescevano piu' le mele.

Lo saluto non proprio con piacere e mentre stacco un filo d'erba dal fossato per annusarne di piu' l'odore penso che in fondo non sarebbe male avere un piccolo orto da coltivare.

E riprendo la via del Sentiero.

 
 
 

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