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Il Lessicantropo

Il mattino si sveglio' con un kamasutra di rughe sul volto diafano...[davidalius]

 

 

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Post n°6624 pubblicato il 16 Aprile 2017 da davidaliuslosyano

 

E' l'italiano che osa nell'ombra, tra acronimi, dittologismi e simonie joyciane... E' alchemica, pantagruelica, arlecchinesca, picchiatella, la lingua del rifiuto, che sconfina nel non detto, nel non c'e', che e' perduta a se stessa, postuma, epifanica, fatta di suoni attivi, cianfrusaglia musicale, orrorifica ma anche errorificante, volutamente errorificante, parzialeassoluta, stilizzata, raffinatamente alessandrina, che svela il vuoto di cui il senso e' portatore. Avvicinate il senso e scoprirete il verminaio, la nube tossica, i fumi violacei dell'incipiente vuoto sottostante...(...)

Prima di uscire ho fotografato i miei calzini sporchi, Filo App n. 5A.

Mi dice di chiamarsi Niorbe. Crede nell'amore libero e ha trascorso diverso tempo nelle Comuni della Costa Atlantica Americana, leggendo filosofi indiani e consolando i giovanotti che cercavano se stessi lontano da casa e dalle mamme orchesse.
Ha nei capelli ramati il simbolo di qualcosa che non so decifrare. Forse ha a che fare col suo passato Yankee.
Un neglige' a coste compare al di sotto del largo indumento che indossa.
Il Tempo - si sa - e' un'onda logaritmica che spinge in avanti il destino dell'Uomo, portandolo qualche volta a configurazioni decisamente arbitrarie.
I miei calzini sporchi mi creano qualche imbarazzo per via del puzzo.
Meno Café' all'incrocio tra Pixell Street e Boku' Road. Occhiata periscopica all'interno. La trovo seduta poco piu' in la'. Cerco di raggiungerla, calca permettendo.
Le sue mani. Scivolano di sotto.
Sono calde di caffe' aromatico Mitzoff d'importazione, il piu' costoso sul mercato. Una delicata spremitura di cacchetta di aristocratici Porcellini d'India, come recita la didascalia stampigliata sul retro della tazza, anch'essa ottenuta da scarti biodegradabili.
Un bacio a fior di labbra. Le sue hanno un buon sapore di rossetto Hebel Horizon alla pesca.
Ha il collo pendagliato da un orologetto di marca incerta ed e' coperto da efelidi.
Seduto a un tavolo poco distante mi pare di scorgere Nib Consalvo. Ha un testicolo atrofico. Gli giace accanto l'ultima conquista, un donnino niente male, di provenienza incerta come l'orologetto di prima.
Una pagina interna del Sun con la foto di una splendida modella in Pink Tux Jacket - un po' perniciosa per la verita' - svolazza via fermandosi poco piu' in la'.
Gli inglesi sono isolani e come tali sono indolenti e smargiassi.
La sua mano scivola di sotto e si ferma la' dove il tangibile incontra il desiderio.
Nib alza il bicchiere in segno di saluto. Poi lo porta alla bocca, sorseggiando fino all'ultima goccia Chateau Preuillac della cantina Medoc Cru Bourgeois.
Le sue mani sono fatte per dare piacere.
Mi racconta di falo' in riva all'oceano, di estati e di carrubi, di rapidi cambiamenti di prospettiva, di yin, di yan, di filosofie tematiche tantriche, di Bangalore e di Kerala, il giardino dell'India.
Le sue mani adesive danzano lievi sul mio sesso.
Le puttane di Bangalore - dice il mio amico Phot l'Indiano - regalano sempre ceste profumate ai loro amanti.
Guardo fisso un indigeno dalla complessione lattiginosa per vedere l'effetto che fa.
Sulle prime restituisce lo sguardo curioso, poi sembra schermirsi e smorfeggia indispettito.
Gli inglesi odiano essere interrogati con lo sguardo, che loro interpretano come Segno Inquisitorio di Autorita' Indagante. Per questo gli inglesi odiano essere interrogati con lo sguardo.
Loro hanno vite insignificanti. Hanno poco da dire e quel poco lo dicono attraverso il corpo che usano come riempitivo.
Il loro corpo mortale e' quasi sempre lastricato da tatuaggi di ogni forma e misura. Un corpo parlante nell'Universo delle loro vite insignificanti.
Loro starebbero bene in un Museo di arte primitiva e devono ancora imparare l'a-b-c della decenza.
Visi scavati. Barbette incolte. Camicie a motivi Lifestyle-Grand-Paris. Sguardi e movimenti nervosi. Sono i Reptilosauri delle stazioni metropolitane. Bivaccano nottegiorno sui luoghi. Li pattugliano. Li controllano. Li vedi sgranocchiare Doughnuts Bramley Apple e bere Fruit Juice a base di Acelsulfamek e Potassium Sorbate. Poi tutti insieme si dividono i treni per fare un po' di soldi. Vendono giornaletti stropicciati. Per impietosire i clienti recitano la filastrocca imparata a memoria nei lunchbreaks.
Short list, come promemoria. Rasoio Shrink Seize. Carta assorbente Oakley e deodorante Skin Odour 3H, dallo Store all'angolo di Carnaby Street. 
La ragazza che mi sorride si chiama Kalos. E' dall'altra parte della strada dello Shop Clipper Barber a Soho. Dice di venire dall'isola greca di Lefkada.
E' un trans. E' allegra. Ha poco prima rimediato una marchetta nel bagno pubblico all'angolo. Questo la rende allegra.
Ha una foto di mamma in tasca con una didascalia: " Il prossimo anno a Cinfuegos" . Ha un debole per le statue del periodo pre-ellenistico e le armature medievali del XII sec. Ha la esse blesa e disconnette le sillabe delle parole. Ma e' simpatica, anyway.
I suoi sunglasses David-Alius-Summer-Special la fanno sembrare piu' matura della sua eta'.
Una coppia entra in un negozio di Delicatessen, all'angolo di Dondilion Street.
Lui gli prende la mano e lo bacia sul collo.
Si siedono. Ordinano qualcosa. Parlottano abbandonandosi di tanto in tanto a una risata liberatoria.
Li supero.
Meno Cafe' e' alle viste. Devo incontrare una ragazza, una certa Niorbe.
Le correnti oceaniche l'hanno spinta da queste parti. Per mantenersi ha lavorato per qualche tempo come figurante in film di serie b e battuto le zambrane della zona ovest del Tamigi.
Mi dice di chiamarsi Niorbe.
La sua mano scivola di sotto, dove il tangibile incontra il desiderio. Mormora qualcosa.
Nib mi vede e scuote la testa. Ha un testicolo atrofico. Con un gesto alza il suo bicchiere di Chateau Preuillac della cantina Medoc Cru Bourgeois.
Le sue mani sono fatte per dare piacere.
- Quello e' un idiota!
Le lancio un'occhiataccia, mentre sfila nel vagone mezzo vuoto delle 5 del mattino.
Il treno riparte......Brummmm.
La porta si chiude. Accetto la dura realta' della situazione. Harsh reality, la chiamano gli inglesi.
Un mini cab 020 8337 6070.(...)
Un OBB per un ASBO.
Fin da bambino ha sofferto di Oppositional Defiant Disorder. Tu gli dici una cosa, lui fa l'esatto contrario.
- Un giorno o l'altro uccidera' qualcuno, fu il commento del Capo della Polizia.
- Un ASBO andra' bene per il momento.
" Il prossimo anno a Cinfuegos "...
Ma che cazzo ci andranno a fare - mamma e figlia - a Cinfuegos!!!
Un po' perniciosa per la verita'. La splendida modella dalla pelle ambrata si sfila il suo Tux. Mi promette una notte da sogno e che indossera' le scarpe dai tacchi a spillo dell'ultima sfilata a New York.
E' di buon umore. Ogni tanto rimedia una marchetta.
Il donnino sara' forse russo o ceko. Dipende dai punti di vista.
Dalla Costa Atlantica alle zambrane della zona ovest del Tamigi. Alquanto trafficate, specie di notte.
Un lingua a lingua nel negozio di Delicatessen. Odore di caramello agglutina la bocca.
La sua mano serpeggia fin dove il tangibile confluisce con il desiderio.
Gli occhi chiusi sul piacere, mentre mi parla di carrubi e di filosofie tantriche.
Nib ha un testicolo atrofico. - Ma performa alla grande, mi dice il donnino che gli siede di fianco.
Sara' forse ungaro o turco. Dipende sempre dai punti di vista.
Gli inglesi sono isolani e come tali sono indolenti e smargiassi.
Prendo una foto dei miei calzini sporchi, Filo App n. 5A, e la inserisco nel mio blog.
Ps. A Cinfuegos un mirino si sposta su una figura in movimento.
Un dito preme sul grilletto.
She's gone.
Sorry Baby.
Niente di personale.
Gli affari sono affari.
Saluti e baci da Mamma.(...)

Dacci dentro Charlie!...
Mosche, buon dì!
Avete trascorso una notte tranquilla? Mi auguro di sì! Lo sapete stravedo per voi e l'idea di rivedervi mi indirizza verso il trastullatorio piacere dei giochetti quotidiani. A proposito, ve l'avevo detto che adesso fanno le crune sempre piu' strette: l'ultimo cammello vi e' rimasto con la testa incastrata per un buon quarto d'ora! (...)

Mi sento disinibito come un punto interrogativo disintossicato dalle domande! (...)

L'Universo non si gingilla con le morali. La nozione di bene e di male e' un "affare interno esclusivo" dell'umanita' scellerata. Pertanto smettiamola con le minchionate antropocentriche e le equazioni assoluto-relativistiche. Per l'Universo l'uomo vale meno di uno sputo.(...)

E' destino dei dissidenti subire le accigliate dittature del Minculpop censorio della rete...
L'Italia e' un pozzo "senza fondi" di Verita‘ e di Speranza, un luogo dove le Logge del Privilegio, insieme alle complicerie delle Maestrine dalla penna rossa, hanno dilapidato a man bassa il significato autentico della Democrazia e della Liberta‘, non permettendo all'"aurora elitaria" delle Classi Dirigenti reali, integerrime, integre di prendere posizione per un cambiamento profondo della Societa'. Mi piacerebbe avere uno stiletto al posto del cuore.(...)

Sono un capello bianco nella massa tricologica indistinta della societa'...(...)

Me ne fotto!!! La particella "ne" di "me ne fotto", e' composta da due lettere, ma guardatela come regge bene il contesto! Porta sulle spalle un intero mondo, un intero sistema, un'intera lingua! Non e' deliziosa?(...)

Stamane, come mio solito, prima di riposare le mie divine membra dopo l'ennesimo turno notturno, ho fatto un rapido giro cursoreo tra le "Forme Pastorizzate dell'Intelletto", come io chiamo i Blot (=macchia) delle mie amiche Mosche. E mi e' capitato di leggere - con insolita aspettazione di suffragio - una prosopopea di un mio assiduo coinquilino di blog (=visitatore). Dopo aver speso un paio di minuti nelle ipocaloriche coste dei commenti e del commentato, con mia meraviglia ho dovuto riconoscere che la Mosca de qua aveva un bagaglio culturame di celeste seduzione. Ma proprio quando stavo per mortificarmi in una scodinzolante genuflessione, ho avvertito come una "piega dello Spirito" che mi ha richiamato all'ordine. Dismessa la mozione del "sentimentale arcaico", mi sono chiesto se per caso non mi trovavo di fronte al decadente risultato di un "Ente che smobilita". Mi riferisco alla "Scrittura che dice", la quale - intesa come collettore di significati - non ha davvero piu' nulla da "in-dire, in-verare, in-ventare, in-ventariare". E' carta moschicida di allineati petali di senso, frivoloso connivente del Censorio, pappa ortodossa, dissenteria artistica del pus-potere. Il Nulla si puo' solo rintuzzare col dirompente tuono del dirimente "signifier semiotico", che arriva dalle Pianure Profonde del Sacro Vuoto. Siamo al "grado zero" del "linguaggio che genera", che funziona da culla o da colla della Forma Eterodossa, che racchiude le potenzialita' lucrose del Nuovo Senso, che frantuma le Prospettive Cabalistiche della Significazione. La membrana interdigitale del mio amato Blog mirroreggia tutte queste aspettative in un percorso di puntigliosa e claustrale solitudine...
Con la testa diroccata dal "benefico pregiudizio" verso la Vita Lieve delle Mosche Ronzolanti, vado a dormire...(...)
Erano quei giorni. Ah, il divin micelio che indugia sull'amigdala dalle linee azzurrine. L'intrico di paesini sul litorale camadeo. Acqua torrenziale ed effluvi sacramentali dalle chiese della Galizia minore, dai campanili accartocciati come fiammiferi spenti, westbau nolare aconico sul transetto dipinto. Quando un'ipomea purpurea rimase attaccata al lembo della gonna plissettata e il verso usci' dal suo ventre, frotte di riccioluti angioli accorsero per salutare la genesi. Attraverso una midriasi iridescente, essi - gli oculi imblastonati - riflettevano la noia di un'estate baciata. Coscienza debole o coscienza eccessiva. Subliminale angostura di aghi infilzati su un‘aragosta abbrunata dal caldo. Poeta in felpa d‘organza civettava in assoli ternari, uno sdrucciolio metrico consistente. Insomma un recitativo perfetto. Erano quei giorni. Che cosa orribile signoramia, disse uno scosso Dorian. Il veleno dell'estasi letteraria. Erano quei giorni. Il puzioclitorido vibrava muto di piacere intenso, innato e immaturo. Luce degli occhi di Freud. Di Fredo che li apriva. Di Fridolin che li chiudeva, Kubroammiccante di orge. Un junk dizionario di sospiri. Erano quei giorni. Per un vieto codicillo coranico, dieci frustate idiofone sul dorso infraspinato. Che sorpassava i deserti aspri della desolazione femminile. Che bellamente si inarcava nel logos del profeta asceso a gloria sempiterna. La spada ricurva per combattere torme di infedeli del veterolinguaggio. Erano quei giorni. Di un afflato visionario ribolliva la vita. Mi trovavo un giorno dalle parti delle Tre fontane. Una masseuse cinese mi invito'. Accettai. Almeno un po' di sollievo. Pratica bassa per un'alzata vivace. Un discappamento. Un coxtimoniere. Anarchia militare. Sulla plancia del marinaio una signorina da magazine si muove sinuosa. Fluttua tra i marosi. Tatum tatuaggio in omaggio. Un miraggio per cuori solitari. Miss Andracite divenne la sacerdotessa ufficiale del tempio di Artemide. Addetta ai sacrifici rituali. Olio di bergamotto nella lebes gamikos. Un profumo balsamico per dischiudere la mente all'essenza del logos primigenio. Il filosofo duale che cinguettava sul trespolo le sue dodici idiozie e che fu condannato per lesa maiestate un giorno di equinozio, con la luna in salita di tre quarti. Memorabile fu la decisione di sacrificare un galletto francaise alle divinita' infere per un trapasso spettacolare nell'oltremondo. Assecondato dai discepoli, vestiti con casacche di trapunte e cravattino per l'occasione.(...)

"Io me he fotto dei luoghi comuni", disse il topo mentre si mangiava il gatto...(...)

E' come dire muore il "sesso" con le sue definizioni...
Sono un cielo al suo ottavo e porto marrobbi e felci ai portoni dal design frastagliato di storie rococo' di castelli e fate turchine.
Con un nome nuovo, dalle rive del vecchio brumoso Tamigi, la mia camicia di seta si muove tutta imbacchettata per i Saloni delle strade del Centro-citta‘, tra narici di cornetti e pappine, metronomi di culi-a-sonagli..., tra occhi che graffiano e una litania di lingue che strusciano i piedi della Domenica, quando c'e' poco da dire e molto da raccontare.
Sono una Chiesa. Il posto del silenzio..., trasformato in un ritiro terapeutico per satollarsi il ventre di chiacchiere a-buon-mercato, prima della funzione di Monsignore, con le Forestiere, sul sagrato, che riposano i grossi seni sopra piedi liquefatti nel Sangue dei Vicoli, e a-destra-del-Padre Figliocci consertamente appollaiati sulle braccia di marsupiali Tate dell‘Est...
A spasso con i miei anni in una sera di Agosto...
A quest'ora il Logos abbrunito non ventola piu‘ l‘Afa Infinita... La Banda Provinciale stona musichette e dalle Biografie Illustri, a cuore unito, pulsano tiepidi epigrammi dentro cappucci spolverati di racconti fantastici e tragedie alterate dal liquore-fantasia.
Infantili Nasi, irsuti di odori forti da suk-sub-urbano..., inspirano-respirano-traspirano Leccornie e Tiramisu' dalle desinenze corroboranti...
Una maratona di Babba‘ marinati, su ostensori dalla vaga forma di vassoi, volteggia nell'aria, inseguita da grida-di-evviva di Pueri sguscianti in triciclo-e-biciclo in libera uscita da Mammine, dai capelli di telline e luci di lilla'.
Dietro bancarelle affollate di balocchi-griffati-made-in-China..., mani sapienti manovrano le sistole-e-distole del Commercio-Trionfante-dell‘-Eurosonante..., che le tasche di riccioluti Papa'-alla-moda rendono all'offertorio nel generale parapiglia di braccia tornite...
Donninepie, nascoste nelle-ombre-dei-mariti, recano graffette-sul cuore attorcigliato-a-una-manciata-di sogni-e-grani-di-rosario...
- Noi pesci di paranza saltelliamo felici..., prima di essere imboccati dalle pance argute degli Assessori seduti ai seggi dei caffe' all'aperto...
- Noi madonnine, truccate all'orientale, sotto ombrelloni di candele e caramello..., occhieggiamo ciarliere..., accompagnate dal solfeggio di bocche bagnate dall'incesto giocoso di note baritonali.
Dal cuore aperto della Piazza Centrale orde di focomielici Professori-di-liceo, in fuminiera e occhialini da prete, inondano le Stradine Laterali, avanzando-a-passo-di-lepre e salutando-con-accenni ragazzotti allunati e palpestrate ragazzotte, interrogati il mese prima..., gravide le Mogli-Maestre di marmocchi scorreggioni, che zampettano nelle filastrocche di marsupi a ruote e finestrelle.
La lava di piedi discende lentamente dai cornicioni garruli delle sei e trenta, dirigendosi verso i sedentari crocicchi trafficati di... occhi, settinasali, ginocchiere, sottane transparenti di ridondanti Monti-di-Venere-di-ispido-pelo, panciere di pinne di balena, calzettoni alla zuava, collimolli, labbra sottili, gengive tatuate...
Le teste come dita s'infilano nel naso delle processioni di passaggio...
Ermafroditiche-Madri-Severe accompagnano Figlie succulenti, mentre succhiano gli sguardi di potenti Ramarri appoggiati ai lampioni...
Lacerti di Sogni, dalla vaga forma di palloncini, si vedono ai polsi bionici di corrivi ricettacoli-di-pianto, dalla vaga forma di bambini col ciuffo, impaniati di abbracci e baciperlacei da zie-e-zii-come-te.
Orefici pazienti, dal loro orifiziziale bagliore silvergoldiano, si lisciano le labbra baffute nel clamore di lucrose aspettative affarizie...
Finanzieri in finanziera, finanziati dallo Stato, al braccio di emollienti fidanzate dalle occhiaie di fondi di caffe'-export, arrivano su grosse locomotive, riveriti da Valvassori e Valvassini dalle camminate sbilenche e guercie, e orbitati da mascellosi chiavicchi, in pantaloni rigati e pistole affondate in fondine di cuoio lucido.
Il Pacem-in-Terris s'inebria di fumo di ceri e incenso profumato, mentre passeggia nelle ugole di gagliardi Novizi lungo i Palazzi Patrizi, orlati da antichi festoni di raso e catene di fiori...
Dirimpetto impettite Balie-in-canottiera sgusciano olive coi denti da latte, sputando, su corrosi gattini inviperiti, il salmastro della salamoia...
Spugnose Maliarde nella calca si fanno toccare i didietri da carovane di mani, arrugate da badili e zolle..., mentre i mariti sorseggiano birra ghiacciata e ingollano siluri di vitella alla brace...
Dall'altra parte della Citta', ponti levatoi di alzano sui fuochi lenti del brullo paesaggio di cartone, dove seni avvizziti di Madame-Cinquantenni, con barboncini dal cuore cinabro, vagano in attesa di lunghi Fuchi per la ronda nottambula.
Bottiglioni di vin brule' riflettono ubriachi sulle tavole imbandite dei Loggioni signorili, mendichi di robuste Sorsate Italiche...
Oracoli al collo di impudiche Salamandre predicono il Domani ai Cuori in formalina di vecchiose Cappelliere, affondate negli Armadi tra vasetti di prugne e confetti di naftalina...(...).

Da "Mosche cocchiere in gita sul lago"

Care mosche,

mentre il vostro reverentissimo, procelloso aio (leggasi: precettore, mentore) trascorreva gli ultimi quattro secoli a pomiciare con le lussuriose labbra del filosofico andazzo, a cubature la m...si é andata affastellando e voi -mi dicono- siete corse a celebrarla....a riverirla...a inzuppare il vostro straordinario uncino...

Mi riferiscono altresì che l'abbeverata é stata indigesta e di già state rigurgitando gli umori acidi di tanta mercanzia...(leggasi: reflusso deiettivo) (...)
La mano sale ogni due secondi poi ridiscende, posizionandosi alla base...
Si chiama Serafine. L'ho conosciuta dalle parti di Tan Avenue. Segue un corso di Storia Medievale in un college del Centrocitta‘. Ha un viso perfetto. Ricorda la bellezza della terra di Alambra rivestita di autunno. Proviene da una famiglia ricca e facoltosa del Nord-est.
La porta e' accostata. La spio mentre se ne sta nuda, accovacciata in meditazione. Gli occhi chiusi. E' bagnata. Una goccia incomincia a scendere dal viso. La seguo nel suo percorso tra l'incavo dei seni e i solchi del ventre fino a scomparire tra le labbra carnose del sesso.
- Con la Guerra delle due Rose la perfezione del Passato finisce e la Transizione riempie gli argini, mi dice davanti a un caffe' bollente.
Mi spoglio. Mi avvicino. Le sue labbra si increspano in un sorriso. Continua ad avere gli occhi chiusi. Mi dice: - Ti aspettavo!
Le siedo di fronte. Le mie dita esplorano ogni centimetro quadrato del suo corpo. La sua pelle ha la lucentezza delle Cattedrali gotiche. I suoi seni racchiudono tesori di perfezione.
Le mani cominciano ad ondeggiare, mentre la goccia scompare tra le mie labbra.
Mi sento trascinare. Ora sono... Serafine... Mi Accorgo di avere i movimenti di un bradipo. Il sole e la luna appiattiti sul mio ventre.
- La Guerra fu combattuta tra i colonnati delle chiese e dei conventi, continua.
Il contrasto tra la sua dolcezza e l'epidemica striatura di violenza che percorse quei secoli. La Guerra delle due Rose. Visi riccioluti di ragazzi soldati, seppelliti sugli scudi! Le Parche che danzano intorno! Le ombre dei Dannati che calpestano il sangue, le dame, le alabarde, le balestre sormontate da unghie giganti, il suono della Cavalleria che assale il nemico alle spalle, i colpi di maglio, i carri, la violenza che infetta le Epoche... Il fumo che brucia gli occhi. Destrieri colpiti che si impennano nell'ultimo sussulto di vita! Cadono nella polvere intrappolando le armature, finite dalle misericordie degli attendenti. I vessilli che sventolano nel fuoco e nella pioggia. Il vino della vita. La Guerra delle due rose. I Dannati, il passato che taglia in due le Epoche e la transizione che nasconde il Futuro incerto. I draghi dei vessilli che volteggiano alti. La lingua degli uomini tatuati nel sangue. La Guerra delle due Rose. Il sangue degli Innocenti sugli absidi e sui marmi delle statue. Le ombre, che scalfiscono i Tempi, calpestano i sassi delle Civilta' morenti. Il passato che finisce e la bellezza che entra nella transizione. La Guerra delle due Rose. Le rupi che avanzano. Cavalli di battaglia spronati, che si lanciano a capofitto nel fitto delle lance. Le ombre dei Dannati si allungano sui passi dei lancieri del Re. Denti che atterriscono, le lingue tagliate, le braccia monche, la Morte che aspetta, che prende posizione. ...
La terra di Alambra macchiata di sangue. Lei, la dea guerriera che chiude gli occhi alla vita. Lei avanza leggera sui campi di morte e sorride.
- Qui non cresceranno piu' le rose profumate, mi sussurra.

Esce lentamente il calore dell'onda che si accosta. Si alza, si riveste, scompare, portandosi parte della sua dolcezza con se'...(...)

Observe and report...
Epifania di ore nel pomeriggio solatio di una citta' del Sud. Sono lo spirito del Viandante che mostra il suo grosso dilemma ai ficcanasi...E la sua testa sbuco' accanto alla spalla di Melina. Aprii la porta. Observe and report.
- Mamma, mammina ho visto un signore canuto disteso accanto alla signora Melina in mutande... Ovviamente, era solo un problema di postura, nella mia visione meccanicistica di bambino, ma fui lo stesso sottoposto a una visita, alla ricerca di una ottimizzazione metabolica. Ne venne fuori una distonia psicomotoria alquanto strana per un bambino della mia eta'... Se ne auspicava un subitaneo superamento, dimodoche' la riprovevole condotta potesse essere recuperata e rigorosamente ripulita dalla iniqua sovrastruttura.
- Un mescolamento tra livelli corticalolimbici e viceversa, e' la spia di un malessere profondo, dissero i medici.
- L'ineffabile giacente insieme alla sua postura pelvica, nell'ancipite rappresentazione di una mente catafratta, sta a significare tutto e nulla.....
Poi parlarono di paradigma e prolegomena intorno a una foglia di eucalipto e altro...come cura. Ma di questo non sono certo.
Fui rispedito a casa... Riaprii la porta, stando decisamente sull'uscio. Rividi la signora Melina a gambe aperte, mentre un gatto canuto era accovacciato leiaccanto nella sua consueta inconfondibile postura. L'alterita' feroce di una dissonante incoerenza logica mi fece ritornare cosi' malgrado tutto sui miei passi.
- Mamma, mammina mi era sembrato di aver visto qualcuno, ma devo emendare la mia previa enunciatio col dire che, rebus sic stantibus, l'essere umano talvolta puo' entrare in conflitto brainvisivo con la realta' cosi' come la conosciamo. Ora so con certezza visoauditiva che era un gatto, dalla testa canuta si', un giacente pelvico si', intorno alle quattro del pomeriggio si', accanto alla signora Melina

 
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