Esiste una forma di violenza sottilissima, tacita e invisibile, che serpeggia in molte famiglie e che lascia segni profondi. E' la violenza perpetrata da chi dice di voler bne e nel contempo sminuisce, denigra, annienta l'altro fino a strappargli l'anima : il mobbing familiare è devastante, toglie la speranza nel domani e confina la vittima nell'angoscia.
Lunghi silenzi gonfi di ostilità interrotti solo dalla voce del disprezzo: < Scusatela, mia moglie è una cretina..> Le famiglie non assomigliano sempre a quelle delle pubblicità dei tortellini. Capita anche che siano luoghi dove alberga una violenza morale devastante, dove si dipanano storie di persone i cui cuori, incapaci di lacrime, sanguinano nel chiuso di prigioni di ghiaccio
Il termine "mobbing" che deriva dall'inglese "to mob"e significa"assalire in gruppo qualcuno", venne utilizzato dall'etologo Konrad Lorenz per descrivere la reazione collettiva e violenta con cui alcuni passeracei rispondono all'intruso che osa invadere il loro territorio. In etologia pertanto il mobbing è un comportamento finalizzato alla difesa del territorio.
In seguito lo psicologo Heinz Leymann, pioniere degli studi sul mobbing lavorativo, descrisse le ripercussioni psicologiche di chi è cpstretto a subire un comportamento ostile e prolungato nel tempo da parte dei superiori e dei colleghi di lavoro. Scopo del mobbing in ambiente lavorativo è devitalizzare il mobizzato, emarginarlo fino alla resa, indurlo a dare le dimissioni o a richieder il prepensionamento per malattia professionale, o anche creare le condizioni favorrevoli al suo licenziamento senza che si crei un "caso sindacale".
Solo da poco si è cominciato a riconoscere e a studiare, dopo il mobbing degli animali e quello lavorativo, anche il fenomeno del mobbing familiare. Nel 2000 una senteza della Corte d'Appello di torino ha addebitato la responsabilità delal separazione di una coppia ad un marito giudicato "moralmente aggressivo".
Quest'uomo aveva tenuto in pubblico un atteggiamento sistematicamente ingiurioso e offensivo nei confronti della moglie, cui rimproverava, oltre il resto, di essere brutta, si era rifiutato di collaborare alle faccende domestiche, che riteneva dequalificanti, aveva violato ripetutamente il dovere di fedeltà coniugale e aveva esercitao insistenti pressioni sulla moglie affinché se ne andasse "volontariamente" da casa.
Il cosiddetto "mobbing familiare"può esprimersi sia in linea orizzontale, come violenza verso il partner o un fratello, sia in linea verticale, come violenza dei genitori verso i figli o viveversa, dei figli nei riguardi dei genitori.
Ad oggi non esiste una legge sul mobbing e tantomeno sul mobbing familiare. Molte persone, come purtroppo anche molti giudici incapaci di adeguare la legge alle storie dei singoli, credono che nell'ambito familaire tutto sia permesso in forza di una sorta di "legittima immunità"(come le condanne del diritto ecclesiale).
Invece credo che sia giusto valutare severamente e sanzionare, almeno in sede civile, comportamenti che deetriorano la qualità delle relazioni familiari.
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2021 alle 14:23
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il 28/10/2018 alle 15:10
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il 04/08/2018 alle 21:06
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