Un blog creato da sof2004 il 10/03/2006

DOMANI CAPIRAI

Gennaio 2005: un papà separato dalla figlia di 10 mesi. Con le scuse più assurde, per 84 giorni non riesce mai a vederla. Un giorno decide di scrivere la sua sofferenza, affinchè un domani la figlia possa capire quanto amore e quale dolore..

 
 
 
 
 
 

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A MIA FIGLIA (MAGDI ALLAN)

Ricordo ancora l'attimo
dolcissimo e febbrile
in cui cullandoti per la prima volta
ho capito che eri la mia scelta di vita.
Ti sarò eternamente grato
perchè grazie a te ho scoperto
l'umanità e la ricchezza interiore
di cui ignoravo perfino l'esistenza.
Regalandomi i baci e i sorrisi
mi hai reso il papà più felice.
Donandomi pienamente a te
ho conquistato la gioia di vivere.

 
 
 
 
 
 
 

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2 AGOSTO 2008

Post n°124 pubblicato il 02 Agosto 2008 da sof2004
 


Proprio stasera mentre stavo scambiando qualche parola (in codice) con Flo, ho deciso di scrivere qualcosa, tanto per non perdere il filo..
Ieri sera sono rientrato a casa dopo la canonica settimana di vacanza sancita dalla legge.
Questa volta ero venuto a prenderti a Vicenza dove ti ho anche riportata.
Abbiamo infatti passato una settimana dai parenti in provincia di Milano, a Cassano d’Adda e venendo da Udine ero di strada, quindi inutile fare lo “scambio”, come al solito, a Treviso.

Come sempre invece il tempo è volato pur senza fare nulla di particolare. E proprio vero che quando due persone stanno bene insieme non serve nulla, basta la vicinanza.
Abbiamo passato la settimana girando per parchi acquatici, senza organizzare nulla, e credo proprio che di meglio non avresti voluto fare.
In particolare consiglio, a chi ha dei bambini da fare divertire, il parco acquatico di Antegnate. Al primo ingresso mi hanno regalato un pass omaggio per te per tutta la stagione. Peccato che quest'anno non ci torneremo più.. Ogni sera, in chiusura, ho dovuto toglierti “a forza” dall’acqua e nemmeno la promessa di riportarti la mattina successiva serviva a non farti piagnucolare.
Per il resto il rapporto cresce, e la distanza nulla può.
Ieri sera notavo lo sguardo rassegnato, seccato e stanco di tua madre che per la verità senza neanche un minimo sforzo di finto coinvolgimento, ti osservava mentre piangevi quando io me ne stavo per andare.

Sei partita in quarta chiedendomi di salire in casa perché dovevi farmi vedere i giochi e alla fine ti saresti accontentata di molto meno: “accompagnami solo fino in cima alle scale, solo davanti alla porta”. Io rispondo con le solite scuse… “è tardi… c’è la coda.. papi ha tanta strada da fare… domani lavoro…”. Dall’altra parte silenzio totale. Comprensibile, d’altronde mica posso entrare a casa e vedere i mobili sottratti da casa mia… Imbarazzante no?
Come al solito prendo coscienza dei tuoi cambiamenti in maniera piuttosto brusca. I week end di “normale frequentazione” passano troppo veloci e spesso non c’è tempo per registrare i tuoi progressi. Sconvolgente sentirti dire che “questo gioco è un regalo di Udine, non lo porto dalla mamma” oppure chiedermi se un tale gioco lo puoi portare a Vicenza.
Ma certo che puoi stellina! Ti ho spiegato tante volte che i giochi non sono miei, ma sono tuoi e puoi farne quel che vuoi.
Sicuramente i tuoi pensieri hanno un preciso significato che vorrei conoscere o forse no, perché so che nascondono tanta sofferenza..


 
 
 

5 GIUGNO 2008

Post n°123 pubblicato il 05 Giugno 2008 da sof2004
 

Ecco, stasera sono abbastanza giù per scrivere.
Non è che questi due mesi siano stati un idillio, ma sono accaduti alcuni fatti belli e brutti ed il tempo è scivolato via senza pesare particolarmente sulle mie giornate.
Il 18 aprile sei stata operata alle adenoidi. L’intervento dal punto di vista chirurgico è riuscito bene, a quanto pare però l’anestesista deve avere sbagliato qualcosa durante l’intubazione, fatto sta che a termine intervento (!) l’equipe medica si è accorta che un polmone era stato iperventilato mentre l’altro si era svuotato dell’aria. In termine tecnico mi hanno spiegato che si dice “atelettasia”. In pratica invece è significato che in fase di risveglio non riuscivi a riprendere la respirazione autonomamente e sei stata tenuta intubata e sedata per tre ore circa. Sul momento non ho provato paura ma il giorno successivo mi ha preso una bruttissima angoscia che di tanto in tanto ancora mi ritorna. Vorrei dimenticare se potessi; ogni genitore sa cosa posso avere provato e comunque è facile da immaginare.
L’occasione era servita per migliorare un po’ i rapporti tra me e tua madre, e forse questo è il fatto classificabile come “bello” se non altro perché tu hai percepito la nostra simultanea vicinanza e si vedeva che nonostante l’intervento eri particolarmente vivace e felice.
Peccato che poi si fa presto a dimenticare, specialmente quando si tende ad essere piuttosto superficiali. Ora siamo ritornati alla solita routine.
Venerdì ero di turno. "Papà di turno".
E’ successo veramente poche volte che compaia il numero di tua madre quando mi squilla il cellulare. Quando succede so che c’è una sorpresa negativa. Sono rimasto molto stupito di sentire all’altro capo la tua vocina che è partita come quando mi reciti qualche filastrocca: papi, per piacere vieni a prendermi a Vicenza perché la mamma sta tanto male e non può portarmi a Treviso...
Ma certo che si… che domande, certo che vengo.. D’altronde tu non puoi sapere quante volte sono partito da casa per incontrarti anche solo mezzora. Non sai nemmeno quante sono le volte in cui ho fatto 400 km per nulla.. perché qualcuno decideva che noi non potevamo incontrarci.
Non ho voglia di fare commenti, però un po’ mi rattrista pensare che tu debba essere coinvolta in queste cose. Bastava un semplice sms ed io sarei partito subito.
Ma che bisogno c’era di farmelo chiedere da te? C’era forse qualche dubbio sul fatto che io potessi rinunciare a vederti solo perché dovevo fare un po’ di più della metà del percorso deciso dal giudice?
Non capire questo dopo tutti gli sforzi che ho fatto, allora significa che non c’è speranza, non c’è più margine di miglioramento. E questo mi deprime, perché va a tuo discapito.
Lei mi frega sempre, non lo capirò mai abbastanza in tempo per riuscire a non illudermi.

Ah… ecco.. ho un nuovo hobby che mi riempie le giornate, quando tu non ci sei. No no…, niente compagnia femminile non c’è bisogno di essere gelosa: restauro mobili vecchi. Ecco il mio primo lavoro finito. Si chiama “psiche”, è una piccola specchiera da bagno della fine ‘800. Peccato non averla fotografata quando l’ho avuta; avreste capito che  ho un futuro anche come restauratore .


 
 
 

Post n°122 pubblicato il 21 Maggio 2008 da sof2004
 



 
 
 

01 APRILE 2008

Post n°121 pubblicato il 01 Aprile 2008 da sof2004
 

Tutto procede abbastanza regolarmente in questo periodo che vede profilarsi all’orizzonte l’intervento di asportazione delle adenoidi e, per quanto riguarda le beghe giudiziarie, l’udienza per la precisazione delle conclusioni che avrà luogo il prossimo 30 giugno.
Oramai ti esprimi compiutamente e racconti tutto ciò che durante la vita quotidiana avviene attorno a te, e questo succede senza che tu venga “sollecitata” dall’esterno. Da te ho quindi appreso che non vai più all’asilo da ormai circa due mesi, e hai anche raccontato che la mamma lavora e che quindi passi la maggior parte del tempo con la nonna.
Sul fatto che la mamma lavorasse, non vi erano peraltro dubbi, dato che lei stessa lo ha più volte detto, rimarcando anche il fatto che tu, a suo dire, passi più tempo con me piuttosto che con lei. E questa pare essere una colpa. Una colpa mia ovviamente.
Mi chiedo se, trascorrere 36 ore (viaggi inclusi) assieme a tuo padre, a settimane alterne, possa mai essere una cosa diseducativa per te. Ma non mi pare… Questo perlomeno a giudicare dalle tue reazioni quando mi vedi e quando ci dobbiamo, purtroppo, salutare.
A fronte del certo impiego di tua madre, mi chiedo quindi per quale motivo io debba continuare a “pagare” lei che al contrario quotidianamente mi ostacola nella già faticosa opera di costruzione del rapporto tra di noi. I 200 chilometri che ci separano costituiscono già di per se un intralcio abbastanza grave. Sarebbe molto meno faticoso e stressante se ci fosse un po’ più di sensibilità e maturità; tutti ne guadagneremmo, soprattutto in serenità; te per prima ovviamente.
Senza voler confondere le questioni economiche con quelle di ordine morale, anche se ritengo che siano strettamente connesse, spero che il giudice faccia presto il suo mestiere: giustizia.
Abbiamo passato la Pasqua assieme, in particolare siamo stati per 7 giorni in Lombardia dalla famiglia della zia, dove siamo accolti come sempre molto ma molto volentieri.
Il ricongiungimento con la mamma non è stato traumatico, e questa è una piacevole costante degli ultimi tempi. Il merito va al già noto “calendarietto”.
Oggi ti ho chiamata ed eri veramente triste, ho fatto finta di nulla anche se immaginavo il perché.. Sapevo che stamani avevi la visita preoperatoria e questo comportava il primo prelievo di sangue per te. Infatti è bastata una piccola domanda e hai iniziato a raccontarmi tutto quel che era accaduto… il dottore, la siringa, il sangue nel barattolino, il cerottino… Poverina.. mi hai fatto una pena..!
In viva voce tua nonna mi ha raccontato che alla vista del sangue ti sei spaventata al punto che sei sbiancata e ti sono venuti i conati di vomito. Mi è così tornato alla mente il mio primo prelievo dove mi ricordo di aver avuto le stesse reazioni..
Meno male che non ero presente, altrimenti, altro che uomo tutto d’un pezzo…
L’intervento dovrebbe avvenire entro fine mese. Non nego di essere molto apprensivo in vista dell’operazione. Di solito sono freddo, ma in questo caso mi sento molto irrequieto. Farò in modo di non essere presente quando ti addormentano, preferisco arrivare 5 minuti dopo…

 

 
 
 

16 MARZO 2008

Post n°120 pubblicato il 16 Marzo 2008 da sof2004
 

Dall’ultima volta che ho scritto è passato un mese. Durante questo breve periodo si è risolto un importante e difficile problema di lavoro, e la mia vita ha subito una brusca e decisiva svolta positiva.
Sono molto sereno, dopo la separazione ho passato un bruttissimo periodo senza vederti e pensavo di aver toccato il fondo. Nel gennaio del 2006 invece, proprio quando stavo rialzando la testa nel faticoso tentativo di ricostruire questo splendido rapporto con te, all’improvviso mi sono ritrovato in mezzo a dei gravi problemi di lavoro. Solo a ricordare mi vengono i brividi, con le mie forze non ce l’avrei mai fatta.
E’ proprio in quel momento che ho capito cosa significa avere una bella famiglia alle spalle.
Ma ora voglio resettare. Adesso che vedo la luce non mi va di guardare il buio dietro a me.
La mia felicità per avere superato questo momento si riflette su tutto ciò che mi circonda. Ovviamente anche tu, con la sensibilità che contraddistingue tutti i bambini, hai percepito subito il mio benessere e ti vedo più felice, più gioviale.
Grazie anche allo stratagemma del calendario, nelle due ultime volte non hai pianto al momento del distacco e mi hai salutato in maniera quasi gioiosa.
Questo fatto merita di essere spiegato un po’ meglio.
Innanzitutto un grazie và ad una persona che mi è particolarmente vicina e che è parte integrante della mia ritrovata serenità; è lei che mi ha dato questo suggerimento…
Praticamente ti ho disegnato un mini – calendario che abbraccia il week end trascorso con me, il periodo da trascorrere con la mamma fino al successivo week che trascorrerai di nuovo con me. Ti ho fatto dipingere con colori diversi i giorni passati con me e quelli da passare con la mamma. Questo ti aiuta probabilmente di focalizzare, nel momento del distacco, che nell’arco di un relativamente breve periodo, saremo di nuovo assieme. Il dare una misura al tempo che passa fa si che tu non ti senta abbandonata da me. Quando ci salutiamo, tu tieni in mano questo foglietto dove è già fissato il momento in cui ci rincontreremo. E’ una cosa importantissima per te.
Lunedì, in stazione a Treviso, una delle ultime cose che ti ho raccomandato, è stata quella di ricordarti di mettere una crocetta sui quadratini dei giorni, ogni mattina quando ti svegliavi.
Martedì verso ora di pranzo ti ho chiamata e la prima cosa che mi hai detto è stata: “papi io ho messo tante crocette, quando arrivi?”
E’ bastata questa telefonata per garantirmi benessere psichico per tutta la settimana….

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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