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Quando la seconda moglie è bianca

Post n°343 pubblicato il 11 Ottobre 2015 da djchi
 

 

Si scorge sempre il cammino migliore da seguire, ma si sceglie di percorrere solo quello a cui si è abituati
Paulo Coelho

 

La poligamia è una tematica ostica, complessa e sempre d’attualità. Parlarne oggigiorno solleva dibattiti animati e accesi e questo perché tocca al tempo stesso: appartenenze culturali, sistemi valoriali, credenze religiose e, spesso, esperienze personali.

Numerosi paesi tollerano la poligamia senza incoraggiarla apertamente (vedi foto 1). E’ il caso, non solo della quasi totalità dei paesi a forte popolazione musulmana, all’eccezione della Turchia (che l’ha interdetta nel 1926) e della Tunisia (che l’ha interdetta 1957) ma, ugualmente, di qualche paese animista africano.

 

                                       

  (Foto 1: Paesi che autorizzano la poligamia. Fonte: Wikipedia)

 

Qualche stato autorizza anche la poliandria (pratica che consente ad una donna di avere più mariti), come nel caso del Bhutan (fonte Wikipedia)

 

 

     

       (Fonte: Google)


Nei paesi dove la poligamia è autorizzata o tollerata, tra il 60% e l’80% delle uinioni sono matrimoni monogami di fatto.

 

               

  (Fonte: Google)


La poligamia è  una pratica culturale molto antica. Osservata per lungo tempo da numerose comunità ebraiche e mormone, era appannaggio di uomini benestanti, i soli aventi le possibilità economiche di sopperire ai bisogni materiali di più mogli.

 

             

            (Fonte: Google)


Abramo, Mosè, il re Davide e il re Salomone furono a loro volta poligami.

La Sura IV del Corano, An-nisa, “le donne”, contiene i versetti su cui si basa il diritto alla poligamia:

“E se temete di essere ingiusti nei confronti degli orfani, sposate allora due, o tre, o quattro tra le donne che vi piacciono, ma se temete di essere ingiusti, allora sia una sola, ciò è più atto ad evitare di essere ingiusti”

La parola chiave del versetto (e che ritorna costantemente in tutto il testo sacro) è giustizia. Il Corano invita il fedele a prodigarsi per diventare il quanto più possibile, giusto. Conoscendo però i limiti e le debolezze che sono proprie ad ogni essere umano così viene precisato nel versetto 129:

“Non potrete mai essere equi con le vostre mogli anche se lo desiderate. Non seguite però la vostra inclinazione fino a lasciarne una come in sospeso”

Poligamia dunque come possibilità ma solo qualora si dia prova di una reale giustezza, reale giustezza che appare quasi un miraggio, considerata la naturale imperfezione dell’uomo. E, allora, meglio conoscere i propri limiti (ed essere giusti nel quadro di un’unione monogama) che peccare di ingiustizia (avendo per esempio una preferenza, all’interno di un’unione poligama).

Il profeta Mamometto fu lui stesso monogamo per un lungo periodo, più precisamente fino alla morte della sua prima moglie, Khadija. Solo successivamente sposò altre nove donne. Delle unioni importanti che avevano lo scopo primario (visto il periodo storico in cui vennero stipulate) di unire le famiglie, come nel caso dei matrimoni con Aisha e Hafsa, le due figlie dei suoi zii, Abu Bakr e Omar; consolidare i gruppi e garantire la pace tra le differenti comunità, come nel caso dei matrimoni con Rayhana, ebrea e Mariyah, cristiana copta.

Doveroso precisare che nelle società pre islamiche le donne non avevano nessun diritto. L’Islam diede loro per la prima volta il ruolo di soggetti, di persone. Il Corano garantì per la prima volta il rispetto delle donne, ridando (o dando) loro l’umanità che meritavano e la poligamia, inserita in un contesto storico e culturale specifico, garantiva in qualche modo, protezione e sussistenza.

 

Pour vaincre ma rancoeur, je pense à la destinée humaine. Chaque vie recèle une parcelle d'héroïsme, un héroïsme obscur fait d'abdications, de renoncements et d'aquiescements, sous le fouet impitoyable de la fatalité

Mariama Ba, Une si longue lettre

 

In Senegal i matrimoni poligami sono il 12%.

Le regioni dove viene praticata maggiormente la poligamia sono: Diourbel, Kaolack, Kaffrine, Tambacounda, Sedhiou, Kolda e Kedougou.

Le regioni dove viene praticata con meno frequenza sono invece: Matam, Fatick, Ziguinchor, Thiès e Dakar.

 

         

   (Fonte: Google)


Differenti i fattori all’origine di questa pratica. Nell’ordine:

·         Fattori economici (il valore produttivo di donne e bambini, specie nelle zone rurali);

·         Fattori religiosi (il 90% della popolazione è di religione musulmana);

·         Fattori sociali (la poligamia aumenta il prestigio dell’uomo, essendo considerata uno status symbol);

·         Fattori culturali (la poligamia garantisce e perpetua l’unione tra famiglie e la sopravvivenza del gruppo).

  

In questo quadro socio-culturale i giovani senegalesi cominciano pian piano a prendere distanza dalla poligamia. Una pratica a detta di molti insostenibile sia finanziariamente che a livello di gestione quotidiana (troppi i problemi che nascono dalle numerose dispute tra le mogli).

Le senegalesi, da parte loro, nonostante non disdegnino fino ad oggi la possibilità di essere seconde o terze mogli laddove il marito sopperisca in maniera soddisfacente ai loro bisogni, esigono però la separazione "fisica" dalle altre mogli.

Insomma, “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”; ad ognuno il proprio regno, ad ognuna la propria casa.

 

                         

 (Fonte: Google)


In molti paesi occidentali cresce invece il numero delle donne che accettano la poligamia.

Numerosi i casi di matrimoni con senegalesi in cui la prima o la seconda moglie è bianca.

E se mentre in passato molti tendevano a nascondere i matrimoni contratti in Senegal per paura di una reazione negativa delle compagne incontrate all’estero, oggi sembrano più propensi a giocare la carta dell’onestà, visto anche una maggiore accettazione delle donne occidentali di una o altre mogli.

Se dunque la poligamia sembra dettata da differenti motivazioni (economiche, sociali, culturali, religiose), laddove queste motivazioni non sussistano, cosa spinge una donna ad accettare di essere prima, seconda, terza o quarta moglie?

Come riescono queste stesse donne a sopravvivere all'interno di menage poligami quando culturalmente esiste una differente definizione dei concetti di amore e matrimonio?

E, infine, è possibile trovare una risposta razionale laddove entrano in gioco anche i sentimenti?

 

          

    (Caroline Pochon, autrice del romanzo: "Seconda moglie"; Fonte: Google)


E’ partendo da queste riflessioni che ho deciso di trattare il tema della poligamia nella rubrica Parmi Nous che tengo ogni martedi mattina all’interno del programma Yeewuleen sulla TFM.

 

Di seguito la prima parte, martedi prossimo, la seconda con l’analisi dei dati raccolti dalle interviste qualitative condotte su donne tra i 30 e i 60 anni, europee, che vivono attualmente un menage poligamo.

 

                       

 

 Numerose possono essere le motivazioni che spingono una donna ad accettare la poligamia. Personalmente credo che alla base ci sia una differente visione del matrimonio, meno romantica rispetto a come noi occidentali lo percepiamo. Se si considera il matrimonio come una fonte di sussistenza o di realizzazione sociale, sarà più facile l'accettazione da parte di una donna della condivisione del marito. Questa è una visione vicina a quella che possiamo trovare in Senegal. La donna occidentale che accetta un matrimonio poligamo spesso sottovaluta la presenza di una moglie al paese o, allora, sono donne mature che vedono in questo tipo di unione la sola alternativa.

Vanessa Marchese

 

 

 
 
 
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