Un blog creato da dariobeato il 10/04/2008

PARTITO PENSIONATI

Coordinatore provinciale movimento giovani

 
 
 
 
 
 

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ARENELLA-VOMERO... NON SOLO CASTEL S. ELMO (tutti gli itinerari da scoprire)

Post n°4 pubblicato il 06 Maggio 2008 da dariobeato
Foto di dariobeato

Culturalmente ed artisticamente parlando, la "V° MUNICIPALITA' ARENELLA-VOMERO" viene spesso associata al Castel S. Elmo, prestigioso, famoso, visitatissimo castello posto sulla cima più alta Vomero a svettare sull'intera città di Napoli con la sua veduta mozzafiato.

Ma in questa Municipalità c'è tant altro da scoprire, che forse gli stessi abitanti del quartiere poco conoscono, ma che potrebbe ben essere valorizzato nelle guide turistiche con un vero e proprio tour

E parliamo della "Villa Floridiana", della "Chiesa dell'Architiello", la "chiesa della Madonna della luce", la " Chiesa di S. Maria del Soccorso", il "Borgo di Antignano", Discesa Lacco, Due porte alla Salute. " La Putruncella",.... e ancora.... "via Camaldolilli, la Casa di Salvator Rosa, il colombario, passando per la Torre dei franchi, Villa Costanza, fino a Masseria Ricciardi

Tutti posti ricchi di storia, che raccontano la crescita di una Municipalità, ma che la municipalità. la sovraintendenza, e tutti coloro a cui compete salvaguardare un quartiere lasciano che queste bellezze si perdano nel loro degrado.

Un consigliere di >Municipalità questo non può permetterlo, perchè è dalle bellezze artistiche, dalla loro valorizzazione e dal loro rilancio, che si può contribuire ad una forte crescita della V° Municipalità, ridandogli vigore, bellezza, sicurezza e soprattutto fiducia nei suoi abitanti che vedono il  quartiere abbandonato a criminalità, degrado ambientale e disservizio!!!

 
 
 

17/05/08 CONVEGNO PARTITO PENSIONATI A NAPOLI

Post n°3 pubblicato il 02 Maggio 2008 da dariobeato

Sabato 17/05/08 alleore 08.30 presso la sala coonsiliare "Silvia Ruotolo" della V Municipalità "Arenella-Vomero" si terrà il convegno Partito Pensionati

I temi, sempre di forte discussione quotidiana, vedranno, tra l'altro argomentazioni quali:

 le pensioni future, giovani di oggi alle prese con i problemi di domani

Sicurezza e problematiche della V Municipalità "Arenella-Vomero"

Un forte appello è rivolto proprio ai giovani che sono coscienti della sfiducia che c'è intorno al nostro sistema pensionistico e, muoversi oggi, significa vivere più sereni il futuro della terza età e nopn trascurarlo solo perchè la sivede lontano anni luce... Prima o poi tutti ci arriveremo e avremo grosse difficoltà!!!!

 
 
 

I motivi di un futuro incognito per i giovani

Post n°2 pubblicato il 14 Aprile 2008 da dariobeato
Foto di dariobeato

Cari giovani stringete la cinghia, c’è il debito da pagare, cari giovani rinunciate a una pensione dignitosa, cari giovani con la vostra misera paga da precari dovete integrare la vostra pensione con un’assicurazione vita. E anche così facendo, difficilmente arriverete ad avere più del 25 per cento del vostro attuale stipendio quale mensilità. C’è il PIL da far crescere e il debito pubblico da sanare il tempo dei privilegiati è terminato, già Dini ha tolto le Baby pensioni…! Noi giovani quindi dobbiamo rinunciare anche al minimo che dovrebbe essere un diritto e non un’eccezione per risanare il debito pubblico e garantire la giusta mobilità precaria, visto che non c’è posto a tempo indeterminato più sicuro di un contratto a progetto, soprattutto la dove si richiedono a basso costo professionalità elevate. E se Bertinotti, da un lato attacca la precarietà, a parole difende i deboli e le fasce deboli, tutto poi sparisce di fronte a scandalosi privilegi di cui lui stesso gode. Come si può credere a chi non fa nulla e mai ha fatto nulla contro questo sistema corrotto e marcio in cui nepotismo e clientelismo spadroneggiano, lo stesso Di Pietro il “moralizzatore” colui che è indicato come il pugno duro contro la Casta tace. Al massimo propongono di aumentare lo scandaloso prezzo del caffé che pagano a Montecitorio e qualche cosuccia iniqua. Ma nessuno si scandalizza veramente per gli sprechi? Noi giovani che paghiamo tutta questa inefficienza con precarietà e il furto del futuro - ci rendiamo conto che non arriveremo a 300 euro di pensione – come possiamo ancora credere e soprattutto supportare qualche politico? Sprechi folli, inutili spese di rappresentanza come quelle del presidente della Campania Antonio Bassolino più alte di quelle del presidente della Repubblica tedesco, stipendi da favola come quello di Roberto Formigoni, in Lombardia, nonché i mega-assessorati creati dalla Regione Sicilia consulenze d’oro date alle società della moglie o di qualche parente Forse ci sono altre cosette da spremere prima di spremere tutti noi che fatichiamo a giungere a fine mese.

 
 
 

I giovani e le pensioni del futuro

Post n°1 pubblicato il 10 Aprile 2008 da dariobeato
Foto di dariobeato

"Solo il 21% pensa che ne avrà una" (fonte "reppublica")Preoccupati per il proprio futuro, sfiduciati. E convinti che, se continua così, l'unica possibilità per avere una pensione è muoversi autonomamente con fondi integrativi privati. Hanno ancora diversi anni di lavoro davanti, ma le idee sul sistema previdenziale italiano e sui relativi problemi sono già chiare. E molto critiche. Ai giovani italiani non bastano infatti proposte e ipotesi. Vogliono interventi risolutivi e informazioni più precise.
Questo almeno è quanto emerge da un'indagine voluta dai Giovani Imprenditori di Confcommercio che ha interessato 800 italiani tra i 18 e i 35 anni. La ricerca evidenzia i limiti e le difficoltà percepite dai giovani sulla riforma strutturale delle pensioni, ma anche i dubbi circa la possibilità di trovare soluzioni valide da parte delle istituzioni. E se c'è una parte dei giovani (il 16 per cento) disinteressata alla tematica perché magari prima della pensione deve preoccuparsi di trovare un lavoro, la maggioranza somma un problema all'altro. 
Il 61,8 per cento degli intervistati si dice molto preoccupato per la situazione del sistema pensionistico italiano. E solo il 21,9 per cento è convinto che al termine della sua vita lavorativa godrà di un trattamento pensionistico pubblico. Poca la speranza riposta nelle riforme in discussione: il 44 per cento crede che si stanno solo facendo chiacchiere sterili e che alla fine non si farà alcuna riforma. Mentre Il 27 per cento pensa che anche eventuali provvedimenti non produrranno alcun cambiamento.

"La riforma del sistema previdenziale di cui si parla tanto e si fa poco riguarda in maniera diretta i giovani - dichiara Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale degli Imprenditori 'under 40' - chi dipinge queste nuove generazioni come soggetti distratti e irresponsabili, si sbaglia" perché " si sono dimostrati attenti alla loro condizione e molto sfiduciati nei confronti della politica".

Ma le perplessità coinvolgono anche i soggetti che dovrebbero rappresentare lavoratori e imprese: il 70 per cento infatti non si sente rappresentato dai sindacati o dalle altre associazioni di categoria economiche. Mentre la maggioranza degli intervistati (55,7 per cento) ha poca o nessuna fiducia nell'INPS come gestore delle pensioni pubbliche.
pr"Il distacco da parte dei giovani c'è - afferma Morena Piccinini, responsabile del settore Previdenza e nuovi diritti della Cgil - Proprio per questo la politica e le organizzazioni sociali devono far loro spazio nei gruppi dirigenti e dare risposte concrete. Bisogna dare certezze sulle politiche del lavoro e sulla evidenza complementare; innanzitutto rafforzare il pilastro della previdenza pubblica; garantire poi la possibilità del riscatto degli anni di studio, senza costi esagerati; evitare la modifica dei coefficienti attuali per assicurare ai nostri giovani una pensione decente; e consentire anche a chi non ha Tfr di aprire forme pensionistiche sicure e avere agevolazioni fiscali".

La destinazione del Tfr. A tale proposito, per quel che riguarda il Tfr, la visione degli 'under 40' di Confcommercio è piuttosto diversa. "Entro il 30 giugno i nuovi flussi entreranno nella gestione dei fondi integrativi previdenziali o nel grande calderone dell'Inps - afferma Brambilla - Ci siamo opposti a suo tempo a questa decisione di sottrarre alle imprese la gestione dei denari dei dipendenti maturati per la liquidazione" ma "la Finanziaria ha deciso tutto". Perciò all'orizzonte i Giovani Imprenditori vedono "solo tanta confusione" e secondo il loro presidente "è prevedibile una controriforma che trasformi lo 'scalone' di Maroni in qualche scalino, per arrivare ad un lento allungamento dell'età pensionabile. E a pagare saranno, per l'appunto, i giovani. Per loro la liquidazione non ci sarà più: il Tfr finisce per sostenere la loro pensione; e i coefficienti rischieranno di penalizzare chi andrà in pensione in futuro".

Intanto i dati dell'indagine dicono che sulla destinazione dei fondi un intervistato su tre non sa ancora cosa fare. I lavoratori decisi sono il 21,1 per cento; un ulteriore 11,2 per cento dichiara di voler aspettare giugno, per capire meglio come funzionano le cose. La gran parte comunque si dice convinta della necessità di muoversi autonomamente per garantirsi un futuro sereno: il 15,7 per cento ha affermato infatti di avere già avviato una pensione integrativa privata, e il 36,2 per cento si orienterà verso questa soluzione. Mentre un 31 per cento di 'ottimistì dice di contare sull'assegno previdenziale pubblico, pensando dunque che una riforma consistente possa bastare.
In tutti i casi però il punto dolente sembra essere in particolare la scarsa conoscenza dei sistemi finanziari alternativi alla pensione classica: tre quarti degli intervistati sostiene di sentirsi mal informato sul funzionamento delle previdenza pubblica e sulla riforma del Tfr, anche a causa dell'utilizzo di linguaggi troppo tecnici o esclusivamente politici. Ad esempio, il termine "scalone", è noto al 47 per cento degli intervistati ma solo il 2,2 per cento sa che indica il "salto" di età minima per la pensione di anzianità che dal gennaio 2008 passa dagli attuali 57 anni a 60 anni.

Le possibili soluzioni. A fronte di tali problemi, i giovani italiani credono che si debba lavorare in varie direzioni: dall'aumento dell'età pensionabile (in media si ritiene 60 anni, il 30 per cento dichiara che si può andare in pensione anche tra i 61 ed i 65 anni), a discutere dei coefficienti di calcolo degli assegni previdenziali. È una minoranza - il 16,7 per cento - a sostenere che ci si dovrebbe svincolare completamente dall'idea di previdenza pubblica. Quasi tutti invece ritengono fondamentali i tempi delle riforme: per il 90 per cento degli intervistati la questione è urgente e deve essere ai primi posti nella agenda istituzionale delle "cose da fare".

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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