Dark side of Mars...

Il castello - Il labirinto

Mi risveglio ancora una volta in un posto che non conosco.

Dimentico sempre che è un errore chiudere gli occhi qui, anche se sono stremata, anche se mi sembra che non riuscirò mai più a dormire, a riposare, a sognare.
Mai abbassare la guardia... me lo hai insegnato tu.
E continuo a dimenticarlo.
Ma adesso sono sola.

Mi guardo intorno, sono ancora all'aperto. Un silenzio irreale pervade questo posto, rotto solo dal lieve frinire dei grilli. Sembra quasi un'atmosfera idilliaca e tranquilla, ma non mi lascio ingannare.

Sono seduta a terra, alte siepi incombono su di me. Mi alzo e mi avvicino, voglio vedere dove sono finita, qual è lo scherzo che mi ha giocato stavolta il castello, e soprattutto dove mi porterà, nella sua logica follia.

Sfioro la prima siepe e la seguo... ed eccone subito un'altra...
Gironzolo a vuoto per un pò, incontrando solo e sempre verde intorno a me, finchè capisco dove mi trovo. Sono in un labirinto.

Continuo a girare, provo tutti i trucchi conosciuti. Provo a svoltare sempre e solo a destra, cerco di attraversarne una, ma i rami non cedono di un millimetro, anzi, mi feriscono le mani come se fossero dotati di volontà e il loro scopo fosse sbarrarmi il passo. Mi arrampico fin dove riesco, in alto, ma quello che vedo è solo una sconfinata distesa di verde, sino a dove lo sguardo riesce ad arrivare.

In teoria dovrei essere nel giardino del castello, ma non riesco a scorgere nemmeno le sue torri merlate, da qui.

Allora mi fermo un istante a riflettere, e come sempre, lascio che le risposte vengano da dentro... che sia il mio istinto a guidarmi.
Ed ecco, che, buttata lì per caso, si affaccia alla mia mente "La storia infinita" ed il percorso da fare per trovare la direzione, la scritta sull'Auryn dell'Infanta Imperatrice: "Fa' ciò che vuoi".

I desideri. Saranno i desideri a guidarmi.
Finchè si desidera, si trova sempre una strada. E' quando si smette di desiderare che si perde la direzione.
E anche quello che ci sembra un girare in tondo inutile e senza senso, acquista un suo perchè.

Dritto davanti a me, destra, sinistra, ancora destra e poi avanti... in men che non si dica giungo davanti ad un arco di pietra, ed al centro, una porta, con la superficie intarsiata, di legno rosso scuro. E' la mia.

Come sempre, quando ho capito la direzione, non è incerto il mio passo, nè vacilla il mio animo.
Io non ho paura, è diventato il mio mantra.

Allungo la mano verso quella strana porta e la spingo. Cede, sotto il mio tocco leggero, e intravedo, come sempre, buio pesto all'interno.
Prendo un bel respiro, lancio un ultimo sguardo al cielo stellato sopra di me, tengo stretto nel cuore il mio desiderio, e varco la soglia.

Intanto, dietro di me, inizia a nevicare.

Whishing Phoenix*