Der Steppenwolf

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EMILE CHARTIER

 

Niente è più pericoloso di un'idea quando è l'unica che si ha.

Emile Chartier

 

 

 

Se io potrò impedire

Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano-
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena-

o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano.


Emily Dickinson

 

 

FELICITÀ

Felicità: finché dietro a lei corri
non sei maturo per essere felice,
pur se quanto è più caro tuo si dice.

Finché tu piangi un tuo bene perduto,
e hai mete, e inquieto t'agiti e pugnace,
tu non sai ancora che cos'è la pace.

Solo quando rinunci ad ogni cosa,
né più mete conosci né più brami,
né la felicità più a nome chiami,

allora al cuor non più l'onda affannosa
del tempo arriva, e l'anima tua posa.

H. Hesse

 

 

LAO TZE

Niente esiste al mondo più adattabile dell'acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei.

 

 

RIDERE

 

L'unica cura contro la vanità è il riso, e l'unico difetto ridicolo è la vanità.

Henri Bergson

 

 

FËDOR DOSTOEVSKIJ

Se avete in animo di conoscere un uomo, allora non dovete far attenzione al modo in cui sta in silenzio, o parla, o piange; nemmeno se è animato da idee elevate. Nulla di tutto ciò! - Guardate piuttosto come ride.

 

 

 

 

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Loreta Minutilli - Elena di Sparta

Post n°212 pubblicato il 01 Agosto 2019 da ixtlann
 

 

"Mai avrei pensato, nel giudicare una donna o una bambina, che altre qualità in lei potessero essere importanti, oltre alla forma del suo mento e alla larghezza della sua fronte. D'altra parte, nessuno aveva mai dato mostra di trovarne altre in me a parte quelle che concernevano il mio aspetto fisico."

 

Libro di esordio davvero interessante.

Elena, mitica bellezza, si racconta e ci racconta cosa vuol dire essere donna e cosa vuol dire essere belle, la donna più bella del mondo.

E mentre ci racconta della sua esistenza ci fa porre domande che molti forse non vorrebbero porsi. È davvero una fortuna nascere  belle?  

Tanto belle da credere di essere in parte divini? Elena prova a darci una risposta.

E così ci troviamo d'avanti ad un testo dove i dialoghi sono davvero rari, e per la maggior parte leggiamo ciò che lei pensa, ci racconta della sua vita e delle sue ambizioni, ci fa partecipi delle riflessioni che affollano la sua mente e del dolore straziante che l'accompagna alla ricerca di una realizzazione del se, di un se diverso da ciò che gli altri vedono; ci narra dei suoi rapporti voluti o meno, ci mostra una donna moderna, inaspettatamente moderna, femminista, intelligente e che vorrebbe decidere della propria esistenza, in un mondo in cui le donne non hanno voce in capitolo.

 

"Quando ripenso a quella notte e all'ira di Ecuba che si riversò su di me, mi piace credere di avere dato il mio piccolo contributo perché una donna, un giorno, possa prendere strambe decisioni riguardo al suo corpo e portarle a compimento senza che nessuno si possa intromettere."

 

Elena viene cresciuta nel mito della bellezza, suo malgrado, l'unico orizzonte cui può guardare è quello essere la più bella. Non può scegliere, è un dato di fatto, è una scelta fatta sulle sue spalle, e sin da bambina le costerà. Pagherà per questa sua bellezza. Invidierà la sorella, Clitennestra, libera da questa schiavitù e da queste catene.

 

"Trattenni in gola un'altra risata amara. In fondo, era giusto che la donna più bella del mondo, nell'immaginario dei maschi, fosse lasciva. A cosa mai poteva servire la mia bellezza se non ero pronta a farla godere a tutti coloro che me lo avessero chiesto?"

 

Suscitare il desiderio in ogni uomo che ci guarda può essere una condanna, e la si sconta, tanto che ancora ragazza Elena viene violentata da Teseo, evento che le darà  una visione di ciò che potrà essere la sua vita.

 

"Con gli uomini che seguirono ritrovai la stessa violenza. Il dolore è passato, ma il disgusto è rimasto lo stesso di quella prima volta. Lacerazione, paura, sudore, gola arsa, lenzuola appiccicose, fetore, alito caldo, confusione. Non ho mai, invece, provato vergogna. Mai. Perché avrei dovuto? A vergognarsi dovevano essere loro, tutti i Teseo i cui volti, oggi, si affastellano nella mia memoria."

 

È anche vero che a saperla usare, la bellezza può essere un'arma, e anche potente, ma le armi sono tutte pericolose. Inoltre usare un'arma implica una conoscenza, un uso non solo della mano ma di un'intelligenza da sviluppare all'uopo e che non sempre, poi,  viene riconosciuta in chi è bella.

 

 "Però riflettevo il più possibile, sperando che così facendo avrei imparato a essere intelligente proprio come stavo imparando a essere bella."

 

Ma Elena si trova così costretta a sviluppare questo pensiero, che le permetta di essere qualcosa di diversa da una semplice bambola, ruolo per il quale non si sente portata, e così impara a osservare e a riflettere, e a vivere, ma il pensare e spesso fonte di dolore, ci fa notare la nostra condizione, ci fa avvertire le catene che ci legano e ci impediscono di realizzarci.

Così la voglia di vivere di vedere, di sentirsi una persona libera di scegliere, di essere vista nella propria pienezza, la porta a una scelta difficile, lasciare Menelao su cui ormai riesce ad esercitare un sottile potere, ma di cui vivrà sempre nell'ombra e seguire Paride, che non le piace, ma che le parla di un paese dove le donne sono libere, e dove spera quindi di poter mostrare se stessa!

 

"Ma come posso essere contenta se non ho ancora trovato la pace?"

 

Elena e sfortunata, perché comunque non avrà credito, perché comunque non sarà ben accettata nella terra che doveva permetterle di sentirsi libera e di esercitare le sue capacità. E invece torna ad essere vista e considerata solo per la sua bellezza, e questa volta con sdegno in quanto portatrice di guerra. Anche se già tutti volevano questa guerra e ben altri erano i motivi per cui scatenarla!

Elena sente di continuare a non esistere come persona, di continuare ad essere solo un oggetto del desiderio.

 

"Mi insegnò a riconoscere le persone intelligenti. «Sono perlopiù quelle che stanno zitte», mi disse."

 

 E anche quando ritorna in patria, le cose non cambiano, anche se ricca di esperienza come pochi ai suoi tempi, non è nessuno. Non esiste, semplicemente perché nessuno la ascolta, e senza raccontarsi non si è.

Siamo solo se riusciamo a raccontarci.

 

"«Racconta, allora», mi disse. E io incominciai."

 

 

 
 
 
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SENECA

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

 

 

 

BERTRAND RUSSEL

Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti

 

OSCAR WILDE

Regala la tua assenza a chi non dà valore alla tua presenza

 

SE TU AVESSI DORMITO?,

Se tu avessi dormito?,

E se, nel sonno, tu avessi sognato?

E se, nel sogno,

tu fossi entrato nel paradiso

e lì avessi colto uno strano, bellissimo fiore?

E se, al risveglio,

ti ritrovassi quel fiore in mano?


Samuel Taylor Coleridge

 

 

IL MOMENTO

Se ne va, se ne va, se ne va!

Se n'è andato!

E col momento,

se n'è andata l'eternità!

            Juan Ramòn Jiménez

 

 

N.NUR-AD-DIN

 

Nasciamo senza portare nulla,

moriamo senza poter portare nulla,

ed in mezzo,

nell'eterno che si ricongiunge

nel breve battito delle ciglia,

litighiamo per possedere qualcosa.

                              

 

 

IL RAGGIO VERDE

In particolari circostanze,

quando il sole scompare dietro l'orizzonte,

nel preciso momento in cui l'ultima luce diretta ci colpisce,

può da esso generarsi un raggio verde

che passando attraverso i nostri occhi,

ha la capacità di illuminare la nostra essenza,

permettendoci di dare uno sguardo

dentro di noi e

vedere chi siamo!

 

 

STRANO VAGARE NELLA NEBBIA

È strano vagare nella nebbia!
Solo è ogni cespuglio e pietra,
Nessun albero vede l'altro,
Ognuno è solo.

Pieno di amici era per me il mondo,
Quando la mia vita era ancora luminosa;
Adesso, che la nebbia cala,
Nessuno si vede più.

In verità, nessuno è saggio
Se non conosce il buio,
Che piano ed inesorabilmente
Da tutti lo separa.

Strano, vagare nella nebbia!
Vivere è essere soli.
Nessuno uomo conosce l'altro,
Ognuno è solo.

 

H. Hesse

 

 

AMBROSE BIERCE

Riso:  Convulsione interna che altera i lineamenti del viso ed è accompagnata da suoni inarticolati.

È infettivo e, seppure intermittente, incurabile.

 

 

 

OVIDIO

La Fama, che gode con le sue calunnie

a confondere vero e falso, e che dal nulla si dilata

per forza di menzogna

 

 
 

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