Creato da tobias_shuffle il 31/05/2013

Incursioni

Il blog di chi non dimentica

 

 

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Post n°286 pubblicato il 24 Luglio 2017 da tobias_shuffle












All'alba

Spezzo il cannone!
Sono innamorato e radicato nel sentiero,
prorompo nella corrente gelida a fianco
e cresco!
Le vecchie stelle non mi lasciano dormire
e ne sono felice
perché intendo dipingerla ogni istante del buio
e del giorno
e beatificarla dentro carri di fieno
e foglie di betulla tempestate,
scriverla sopra martelli e mitigarla
in fili d'erba
che zufolo come quando si possedevano
piedi caprini, intendo baciarla
e spuntare intrecciati.
Anche se qualche marmocchio ci divelterà
per puro gusto, nemmeno ce ne accorgeremo  
e correremo inciampando,
prenderemo forma insomma,
indivisi e graffiati
arrossati in viso, mescolati come fratelli
quando non parlano
ma si comprendono sottili,
soffici sopra un tavolo di prati.












 
 
 

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Post n°285 pubblicato il 11 Luglio 2017 da tobias_shuffle












Memorie sull'unghia

Esisteva un bastione, oceano, colonna, rimembranza,
roba da scrivere sui muri, insomma,
noi siamo cresciuti
e dietro è rimasto lo sgorbio, la parola

Non credevo di ritrovarla o di decifrarla
ma il ricordo conta anche senza diventare amore,
uccide i germi, viene evitata dalle formiche
scalpella dentro

E andando per una volta sui miei passi
spolverando il mattone gemente
ho rinvenuto quegli antichi scarabocchi
quella costruzione adolescenziale del cielo

Significava allora, qualcosa voleva urlare,
poi con l'ultima spedizione abbiamo mollato
il paesino
appesa alla parete è rimasta la traccia

Poi in tempo di pace ha avuto un senso.
Lo aveva anche allora ma capovolto,
adesso posso aggiustarlo e comprenderlo
come poeta di case morte

Il senso non è nulla più di un graffio
e per questo ancora più vitale
poiché non esiste nulla più di quello che si accenna:
ciò che si incide è l'amore che si lascia










 

 
 
 

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Post n°284 pubblicato il 28 Giugno 2017 da tobias_shuffle











Lo sbarco

No, non morirò. Poserò traversine e il treno
mi saluterà quando le luci si faranno flebili
e i cactus dalla notte passeranno ai miei occhi.
Inonderanno persino la baracca del capostazione
i fari che portano lontano, lontano dal mio
sorriso ebete.
Tornerà la speranza e un viaggio che ho
troppo spesso nel fegato mi lascerà rinascere,
molto tempo passato a bere e altrettanto
a sognare si confonderanno e le palpebre
caleranno lentamente per condurmi
proprio in quella direzione. Sai,
ne ho ricevuto d'avventura prima
di installarmi nel deserto, brividi, gioie,
alcuni amori importanti, finestre sfasciate,
grammi di morfina;
Poso il piccone e mi dirigo verso Wilson
e la sua catapecchia, entro pulendomi
gli stivali e osservo la tabella degli orari.
Il mio destino è in una riga e in certi numeri
che mi riforniranno di sostanza pulita
fino al mio approdo.
Ora è notte. Ancora cinque ore
per salutare il calderone (il mio calderone)
della grande metropoli, gigante con i forti,
debole con i sensibili. Pago il mio biglietto
solo andata e ascolto Wilson sproloquiare
che gli mancherò, che gli mancheranno
quelle radici nel cielo, che crescevano
ogni volta che sorridevo o imprecavo forte. 
Ma ci sono momenti dove sparpagli
rancori a marcire e ti entusiasmi su una
linea diretta. Ancora poche ore all'alba
mentre pieghi la testa ed espelli un lieve
russare, increspato di sogni, bugnato
di umidità silenziosa.












 

 
 
 

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Post n°283 pubblicato il 06 Giugno 2017 da tobias_shuffle

 

 

 

 

 

La Famiglia

Può darsi che sia un equivoco quando osservo i tuoi occhi
e quelli non si muovono, quando li vedo sfuggire e il mio karma
è una fattoria che prende fuoco, significa forse che ho immesso
i dati sbagliati per capirti a sprazzi e dilungarmi su me stesso.
Fratello, nessuno ti ha imposto di starmi vicino, quando lo fai
capisco che sarei solo senza di te, anche adesso con Barbara e
Sofia, anche adesso che tambureggia la pioggia.
Sei stanco, Io sono semplicemente disgregato e mi trascino
bocconi a terra. Sei scosso, Io alzo le dita per incrociare le tue,
una valanga di anni insieme mentre strascico gli ultimi vapori
di una creatività che mi ha mantenuto insieme ed ora sparisce.
Faccio di tutto e il male silenzioso mi prende e strozza l'anima,
ma fratello, sai che sei il primo che mi ha protetto e l'ultimo
a lasciarmi, conosci ogni mia parola sbagliata, ogni stupidità
e sempre mi hai protetto anche con uno scudo divelto e i denti
a digrignare.
In questo momento sono in fondo al pozzo e il mio orizzonte è
ristretto, agito appena le falangi mezzo sprofondato nel fango,
Nicola il Grande che getti la corda mentre annaspo nell'acqua
bassa: afferro il mio orgoglio, le risate, i ricordi, i sogni
e mi aggrappo mentre tu mi carichi. Vedo transitare le pareti
in granito e un poco alla volta giungo alla sommità, salvo e muto.
non ti guardo, fratello, perché so che vuoi che non ti guardino
e fai le cose senza ricompense, solo con il calore del ferro
nell'anima. Ebbene, mi giro anch'io dall'altra parte e mi trasformo
in pernice, agito le ali e scavalco le colline. So che adesso mi
osservi perché puoi farlo, timido nei sentimenti come sei, e
 occhieggi tuo fratello vivere di nuovo, libero come lo volevi
selvaggio senza odio, solo una freccia che, scoccata dall'arco
è già il bersaglio.












 
 
 

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Post n°282 pubblicato il 30 Maggio 2017 da tobias_shuffle












A una carissima amica nel giorno del suo compleanno

Non piangere,
non tradirmi

Quanto tempo è passato?
Sostegno e rabbia,
disperazione e glosse
ai margini

Ricordi come zoppicavo un secolo fa
e la mia barba era folta?
Un'anima si riconosce in una folla
e la tristezza ha solo due corde
su cui suonare

Abbracciami e le stelle caleranno basse,
altezza occhi, intendo
come negli autoscatti,
so che cerchi la notte per nascondere le ferite
Quest'aria fa male

Ma se ti visiteranno nel primo pomeriggio
gli oscuri araldi di una solitudine cinerea,
soffia forte e li vedrai sgretolare
e dietro il viso mio buffo apparirà:
quello del poeta, buffone, pittore, santo e contadino

Ti imbatterai in occhi e ascolterai suoni strani,
gli stessi che i tuoi amici intoneranno
per continuare a proseguire,
per avere un anno
avvinto alla gioia come la vite

Con sangue nelle vene delle foglie
e un mite orizzonte
con cui comunicarsi.











 
 
 

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Post n°281 pubblicato il 23 Maggio 2017 da tobias_shuffle











La otra iglesia

Avviene mentre rinunci
e il tuo cuore è un sassolino
zen
spazzato da un sandalo
preso da una mano
e lasciato scivolare
in una fontana,
succede
sopra migliaia di mondi
dirozzati dalla pellicola esterna
che troppo spesso significa paura,
che mentre rotoli nell'acqua
sorride
stirando la bocca e inarcando le labbra,
fatale nel suono di una mano sola 
trasparente e amniotica,
nell'eco di un rintocco
si sparpaglia e spaventa i pesciolini rossi
accompagnandoti
su un fondo
che non è fine
né destinazione
ma solo soffice sigillo,
silenzio.









 
 
 

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Post n°280 pubblicato il 15 Maggio 2017 da tobias_shuffle











Cibo povero

Visitai
Roma
e non ne ebbi il tempo
vidi rampe
che crepano lo spazio
da un colle ridevano
dall'altro
annusavano colla

Ero tiranno, imperatore,
condottiero e Cesare,
prima ero bozzolo
poi farfalla,
quindi radica
e infine fantasma.
Sotto tali spoglie
Vi parlo.











 
 
 

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Post n°279 pubblicato il 09 Maggio 2017 da tobias_shuffle












Exhaust

è la dannazione, una fetta di sole vista dalla finestra
di un medico,
parole di utenti e giornali che scricchiolano,
e la mente che s'appiglia a qualunque cosa
mentre gli altri menano una vita normale,
sorridere sempre è una condanna
perché cela i vermi dentro la speranza.
gli effetti dei farmaci si fanno sempre più esangui,
ormai è bersi un bicchiere d'acqua,
persino il sole ferisce
e la pioggia deprime.
non esiste via d'allontanamento,
salvezza, oscilli sulle scale
eppure le percorri ogni giorno,
cos'è?
Paura, abitudine, pecorume?
Falla finita, scrittore. Le tue prose sono rancide,
le liriche un lungo
elenco di strazio.
Ascolta me, datti spazio
e termina la commedia.
Ogni cosa che fai è solo per sopravvivere,
Terrore lo chiamavano,
e le giunture avrebbero bisogno d'olio,
il cervello di orizzonti,
la mano di parole.












 
 
 

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Post n°278 pubblicato il 03 Maggio 2017 da tobias_shuffle









Entre-temps

Le sere, sì proprio quelle
e una tinteggiatura
di orizzonte,
da qui lumo le barchette
e le navi da crociera,
sento qualcosa di umido
sull'unghia,
forse piove?
No, è una lacrima
che non è seguita da altre,
resta folle e isterica
senza apparente motivo
che non sia
una vita.
Trascorsa a girovagare
intorno al cuore,
una lacrima, sì,
che appartiene
ai solitari e ai fottuti,
unica reliquia
di un uomo incerto,
posseduto da ciò che vede
e reso sordo
dai sussurri di chi lo ha
lasciato.










 

 
 
 

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Post n°277 pubblicato il 19 Aprile 2017 da tobias_shuffle









In morte di un amico

Non lasciare che i cocci di vetro taglino anche il filo
che ci ha tenuti in sospeso.
Ti ricordi che guardavamo: quella era la vita,
quella era la morte.
Non era impossibile credere che le stelle
avessero un occhio di riguardo, o risplendessero
anche a te.
Hai corso la storia, inseguito colori e suoni,
pasticciato con l'azzardo
e pianto da solo quando le illusioni
battevano contro brandelli di realtà.
ti sei trovato a inseguire aquiloni
di forma e sostanza contraddittoria
ma sempre
ho creduto
che un sorriso
avrebbe risolto tutto.
Terra alla terra, cielo al cielo, Paolo
e non scordarti che noi qui scadiamo
giorno per giorno.
Lasciaci un abbraccio per le terre cupe,
dove ci incamminiamo
senza sapere dove andare
e senza credere che ci salveremo.











 

 
 
 
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