Creato da Aria.di.luce il 06/03/2007

Ombre e luci

Per amare non occorre capire...

 

 

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....inverno 95/96

Post n°37 pubblicato il 07 Aprile 2007 da Aria.di.luce

Sono rientrata in casa da pochi minuti e vorrei già scappare via. Sento amplificati tutti i rumori soliti della casa: l'orologio sul camino, il frigo dietro le mie spalle che sembra quasi urlare, lo scricchiolio dei tarli nei tronchi di quercia per il fuoco. Aspetto che qualcuno arrivi...per parlare, per liberarmi al più presto di queste fitte dolorose che trafiggono la pancia. Il mio colon sta chiedendo calma e, puntito come uno spillo, si ribella contro di me. Siamo alle solite! Quel grido che la mia anima tenta in tutti i modi di gridare, è trattenuto in gabbia; non ha possibilità di farsi spazio e quietarsi perchè la mia mente educata, lo esorta a restare muto per non disturbare.

Non sto soffrendo...sembra illogico ma è così: non sono più capace di soffrire! Provo piuttosto un sordo malumore, un'indifferenza tranquilla e pacata; mi sento fluttuare in una pozzanghera nera, ferma e melmosa. Niente urti, niente stimoli maldestri, niente di niente.

Possibile, sono già morta, mi chiedo? Morta dentro, si intende. Non mi va questa ipotesi e, pur di sentirmi in qualche modo ancora viva, spingo me stessa al dolore. Devo soffrire: il motivo c'è, è impensabile la mia imperturbabilità! E allora eccomi a dire che la vita mi è ostile, che la fortuna mi scansa, che nulla mi riesce bene, che non conto niente, che sono sola e abbandonata.

No, nessuna di queste apocalittiche frasi mi turba; cosa sta succedendo alla mia anima di solito così sensibile a questi richiami? E' anche vero che piangere non è il meglio che sappia fare, però di solito, la consapevolezza di sentirmi inadeguata, che spesso si è intromessa nella mia vita e che ha sempre destato in me crisi di identità terribili, oggi mi lascia soltanto e unicamente annoiata.

Sembro ansiosa di sapere il perchè e tenterò di darmi una risposta: dico tenterò perchè comunque i dubbi si insinuano.

Sono annoiata perchè la misura è colma...perchè quello che sto affrontando in questi giorni mi è noto come lo svuotamento del mio intestino nello stesso bagno, ogni giorno alla stessa ora; mi preoccuperei qualora non accadesse, tanto è ripetitiva e cadenzata tale funzione. Mi accorgo di aver usato un termine di paragone piuttosto squallido e privato, ma è tale la sua natura intima che meglio di altri, può rendere l'idea della monotonia che caratterizza le mie storie d'amore e la loro risaputa fine.

Quella che in questi giorni si sta concludendo, non ha nulla, tranne il protagonista, di diverso dalle altre...dovrei esserci abituata ormai e mi ammazzo di sensi di colpa!

Forse perchè sentivo, in qualche modo, che l'epilogo avrebbe avuto molto in comune con le altre esperienze vissute, ho cercato sin dall'inizio, di non abbandonarmi a fervide illusioni e le ho rese, man mano che la mia mente le fabbricava, sempre più sterili, sempre meno ricamate, ma non è bastato.

Ho seguito i dettami della ragione e raramente ho idealizzato il mio rapporto con lui, ma non è bastato.

Mi dicevo che i sogni devono essere racchiusi in parentesi tonde; che le situazioni fantasticate cozzano con la realtà in maniera inderogabile; che gli istanti costruiti con la mente non si realizzano mai: la storia segue un corso diverso da come lo auspichi tu, ma non è bastato.

Nei mesi di lontananza da lui, ho alimentato oltre misura la mia fantasia senza averne l'esatta percezione; riassaporando i momenti belli che ci avevano unito, non ho tenuto in alcuna considerazione i motivi che avessero posto fine alla nostra relazione. Illudendomi di poter cancellare con un colpo di spugna i miei e i suoi errori, riportando in vita l'idea di un amore che non si era realizzato in pienezza, ho commesso un enorme errore a tornarci insieme.

immagine

Ho ritrovato un uomo cresciuto male, ancor più pieno di sè, con addosso una rabbia feroce di vendicarsi per averlo lasciato. I suoi modi melliflui e suadenti tesi a riconquistarmi, celavano in realtà il suo disagio interiore di "rifarsi" con me e le mie aspettative illusorie si sono infrante presto nel confronto con la realtà.

Tornare con il mio ex, ha rappresentato anche per me, la compensazione del senso di fallimento che aveva caratterizzato l'epilogo della nostra storia, sperando di ritrovare quel che avevo perduto dentro: l'entusiasmo, la passione, le emozioni... più che lui stesso, ma questo lo capisco adesso, con notevole ritardo, purtroppo!

Il passato va sepolto: devo rintracciare dentro di me i sentimenti vitali che ho smarrito, guardando in un'altra direzione...si, ma quale? Avverto me stessa in un labirinto senza sbocchi: lo percorro in ogni direzione ritrovandomi stanca, ferita ed oppressa allo stesso, identico punto...

                                                                                                           *continua....

 
 
 
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