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ln tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.

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Riflessioni sulla Riforma Costituzionale

Post n°82 pubblicato il 07 Ottobre 2016 da infernox

Sentendo alla radio le varie posizioni sulla futura Riforma Costituzionale, espresse da politici di lungo corso (Casini, D’Alema) come da politici di storia piu’ recente (Morra) mi sono sorpreso a fare alcune riflessioni illuminanti.   Come se mi si fosse accesa una lampadina in testa.

            Il nostro e’ un paese inchiodato.   Questo banale fatto lo si puo’ constatare facilmente dai numeri dell’economia.   Sono 20 anni che il paese non cresce, siamo ritornati al PIL del 2000.  Nel frattempo la spesa pubblica e’ cresciuta del 20%, e la sola cosa che impedisce il default e’ che le tasse sono pure cresciute , anche se un po’ di meno, dell’11%.

            E’ dal 2011 (o forse anche da prima, non mi ricordo bene) che ci stiamo riempendo la bocca del famoso termine inglese “spending review”.    Ci sono stati, se non sbaglio, ben 3 commissari straordinari (che parolone) alla cosiddetta di cui sopra e non hanno potuto incidere quasi per nulla sulla spesa, che ha continuato a crescere imperterrita.   Addirittura abbiamo rovesciato il senso delle cose quando parliamo di tagli.   Il taglio della spesa non e’ altro (ma la gente non se ne rende conto neppure) che un “taglio dell’aumento previsto”.

            In questo quadro stagnante, caratterizzato dal ancora piu’ increscioso fatto che non solo la spesa aumenta sempre, ma che purtroppo la produttivita’ del lavoro non aumenta affatto, siamo sullo zero, mentre gli altri paesi corrono (Germania, Francia etc.), la nostra classe politica, indecente, ma purtroppo votata da noi, continua a straparlare di “riforme epocali”.

            La Riforma Costituzionale per la quale dovremo esprimerci con un SI o con un NO nel prossimo futuro e’ l’emblema, la bandiera di tutte queste riforme.     Il ritornello lo avevamo gia’ sentito esattamente 10 anni fa.   Occorreva la “svolta”.    Il popolo e’ quindi stato chiamato a votare.    In quell’occasione la gente ha detto NO, e’ la svolta non c’e’ stata.  In questa occasione probabilmente il popolo dira’ SI, ma la svolta, ci scommetto, non ci sara’.

            Non ci sara’ per una serie di fattori.   In primo luogo perche’ il popolo non conta.   Sono decine di anni che la gente vota una classe politica pessima, che usa il cadreghino per interesse personale, e che produce leggi inconcludenti.    In secondo luogo perche’ il popolo non sa quello che vota.  Nel 2006 disse NO ad un riforma che e’ praticamente uguale a questa.  Uno si chiede: ma perche’ questa indecente classe politica, dopo che la gente ha gia’ detto NO una volta, ha riproposto la stessa cosa?  E se questa volta la gente dira’ SI, non si dimostra che il popolo non sa quello che vota?

            Da un certo punto di vista c’e’ da augurarsi che vinca il NO, almeno per dimostrare che la coscienza popolare abbia un minimo di coerenza.

            Un altro motivo per cui la famosa “svolta” non ci sara’ e’ quello che la produzione delle leggi sara’ piu’ o meno quello di oggi.   Certo, non ci sara’ il ping-pong fra le due camere, ma gia’ oggi, nonostante questo fatto, produciamo piu’ leggi all’anno dei maggiori paesi europei, con percentuali del 20 o addirittura 30% in piu’ (oltre 100 leggi prodotte nel 2015 contro numeri ben minori di Francia, Germania e Spagna).  Quindi di che stiamo parlando?  Abbiamo una produttivita’ in termini di leggi altissima, che bisogno c’e’ di cambiare?

            Si parla poi di accentramento dei poteri all’esecutivo, e della famosa “svolta autoritaria”.  Ma ci stiamo prendendo in giro?   In un paese dove un qualsiasi giudice di basso livello puo’ fa cadere un Governo? (es. De Magistris con il Governo Prodi nel 2007, oppure Di Pietro con il Governo Berlusconi nel 1994).

            Sono tutti argomenti risibili, e sentire discutere questi signori sulle varie tematiche fa venire noia.  Nel frattempo i nostri giovani o sono parcheggiati in attesa di un lavoro che non c’e’ (l’aumento degli occupati negli ultimi 12 mesi si e’ verificato solo nel range over 50 anni), oppure emigrano all’estero dove percepiscono paghe di 2 o 3 volte superiori.

 

            In conclusione prepariamoci a subire due mesi di dispute praticamente inutili.  Sono quasi convinto (anche se ci sto ancora pensando) che la decisione giusta sia quella di non andare a votare, tanto non serve.  L’astensione sta diventando l’unica via d’uscita allo scenario attuale.

 
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