Post n°92 pubblicato il 07 Ottobre 2015 da Eos13
|
Post n°91 pubblicato il 10 Maggio 2015 da Eos13
|
Post n°90 pubblicato il 18 Aprile 2015 da Eos13
Educazione di genere. Il racconto della maestra Pina: "Ecco che cosa facciamo in classe" Pina Caporaso Quando un maschio e una femmina, anche molto piccoli, giocano insieme, subito i grandi tendono ad attribuire ai due una relazione di fidanzamento. Pina Caporaso, maestra elementare di Pistoia, nella sua classe (la seconda della scuola "Galileo Galilei") lavora moltissimo sul tema dell'amicizia. Perché se un bambino o una bambina stanno bene insieme o provano una simpatia reciproca, ben venga. Pina, tra i banchi, è abituata anche a usare il femminile quando serve: e quando ai suoi alunni e alle sue alunne ha proposto un progetto sui mestieri, le femmine non hanno avuto problemi né titubanze a dire che da grandi vorranno fare le muratrici, le biciclettaie, le meccaniche. I dubbi e le resistenze, piuttosto, appartengono agli adulti: "Quando si tira in ballo l'educazione di genere, i genitori sono convinti che in classe noi insegnanti impartiamo chissà quali nozioni. Come se ci mettessimo lì a confondere ai bambini le idee. L'ideologia gender è diventata lo spauracchio collettivo per due motivi: da un lato perché sussiste la sempiterna paura della libertà, quando invece noi forniamo delle mappe che consentano ai bambini di orientarsi nella complessità, di riconoscere la propria identità e non averne paura. Dall'altro perché viviamo in un Paese omofobo che crede che combattere gli stereotipi di genere, cosa che la scuola purtroppo contribuisce e veicolare, equivalga a incoraggiare i bambini all'omosessualità, come se quest'ultima fosse una scelta o un condizionamento che viene dall'esterno". L'anno scorso Pina ha partecipato a un incontro organizzato da La Manif pour tous al quale - tramite le parrocchie - erano arrivati anche parecchi genitori: "Per un po' sono rimasta zitta ad ascoltare. Poi, accorgendomi come i relatori non avessero la benché minima idea del lavoro che viene svolto in classe, come se maestre e maestri, ai bambini, facessero il lavaggio del cervello, mi sono alzata e ho preso la parola. Spiegando che l'educazione di genere è uno sguardo, non un progetto specifico: significa guardare in modo diverso alle dinamiche che avvengono in una classe, significa usare un linguaggio appropriato, contrastare i luoghi comuni. Non sono mica temi nuovi: pensiamo al libro 'Dalla parte delle bambine', pubblicato quarant'anni fa. La novità è che questi argomenti, adesso, prendono sempre una piega polemica: guardiamo al caso di Trieste, dove i genitori mica sono andati a protestare con gli insegnanti. Al contrario, si sono rivolti ai giornali". Pina, insieme alla sua quarta di tre anni fa, ha realizzato il documentario "Bomba liberi tutti": "Ai genitori ho chiesto solo la liberatoria per le riprese, non sono stata a spiegare nel dettaglio quale attività avremmo fatto. Perché l'educazione di genere è un approccio da tenere sempre, non da inserire in un'ora specifica. E gli insegnanti devono essere adeguatamente formati perché facciano proprio quello sguardo".
|
Post n°89 pubblicato il 04 Marzo 2015 da Eos13
Approvata la legge sul biotestamento in Fvg Istituito il "Dat", il registro regionale per le "libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario". Il Fvg è la prima regione in Italia 03 marzo 2015 La Regione Friuli Venezia Giulia, prima in Italia, ha votato questo pomeriggio una legge sul testamento biologico. La norma, portata in aula su spinta del centrosinistra e parte del centrodestra, istituisce il "Dat", il registro regionale per le "libere dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario". Con i Dat, saranno possibile rendere note anche le proprie volontà per la donazione degli organi e dei tessuti. Con questo provvedimento il cittadino, d'ora in avanti, potrà decidere se essere sottoposto o meno a trattamenti sanitari in caso di malattia o lesioni che comportino una perdita di coscienza permanente e irreversibile secondo i protocolli scientifici a livello internazionale. La norma è stata approvata con 30 voti favorevoli e 3 contrari (Cargnelutti di Ncd, Marini di Fi e Dipiazza di Ar).
|
Post n°88 pubblicato il 21 Gennaio 2015 da Eos13
Il Codice rosa e' un percorso di accoglienza al Pronto Soccorso dedicato a chi subisce violenza. Non solo donne, ma anche anziani, bambini, disabili, omosessuali e immigrati. Persone che possono trovarsi in una situazione di debolezza e vulnerabilità e i cui segni di violenza subita non sempre risultano evidenti. Nel 2010 alla manifestazione Dire e Fare a Firenze alla Task Force di Grosseto era stato assegnato il PREMIO "CITTÀ IDEALE" per la realizzazione, si legge nelle motivazioni della giuria, «di una delle prime esperienze in Europa in cui due pool si uniscono in un gruppo di lavoro operativo interistituzionale». Il Codice rosa è anche un libro ( tradotto in inglese e spagnolo ) , disponibile in formato audio, e un documentario. e-mail:
|
AREA PERSONALE
CERCA IN QUESTO BLOG
MENU
I MIEI BLOG AMICI
ULTIMI COMMENTI
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
AVVISO AI NAVIGANTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcun periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 7/3/2001-
Le immagini sono reperite nel web, quindi valutate di pubblico dominio. Se gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non avranno altro che da segnalarlo al creatore che provvederà alla rimozione del materiale utilizzato.
I testi e le parole contenuti nel blog sono di proprietà esclusiva dell'autore e ne è espressamente vietata la riproduzione senza il consenso dello stesso.
Per quanto riguarda testi, canzoni, poesie e parole di altri autori, è sempre riportata la citazione.
Inviato da: advmiky
il 05/05/2015 alle 00:02
Inviato da: virgola_df
il 25/11/2014 alle 10:47
Inviato da: amicaamantecerco
il 26/09/2014 alle 10:27
Inviato da: advmiky
il 08/05/2013 alle 00:31
Inviato da: Kengyu
il 02/05/2013 alle 17:00