Creato da Pitagora_Stonato il 12/07/2010

EREMO MISANTROPO

se non avete nulla da aggiungere astenetevi. Grazie

 

Messaggi del 07/03/2014

Giochino : trova le differenze

Post n°661 pubblicato il 07 Marzo 2014 da Pitagora_Stonato

TRA A

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/06/sesso-a-14-anni-unadolescente-racconta-se-non-ti-fai-sverginare-sei-una-sfigata/904665/

Sesso a 14 anni, le adolescenti raccontano: “Se non ti fai sverginare sei una sfigata”Inchiesta 'Sex and teens' (1 - continua) - Chiara, quinta ginnasio a Milano, dà la sua versione: "Il primo anno di liceo comincia la conta: entro 12 mesi bisogna 'darla via' altrimenti vieni emarginata". E i maschi? "Non ci pressano perché non ce n'è bisogno". Nessuna cura della contraccezione: "Il lunedì in classe c'è il panico: non ci si ricorda se il sabato, ubriache o fumate in discoteca, si è usato o meno il preservativo"

La partita di pallavolo è appena cominciata e seduti per terra, in palestra, ci sono un po’ di ragazzi che usano “l’ora buca” per fare un tifo svogliato. C’è anche la professoressa di educazione fisica, che annota con una bic blu le assenze sul registro. A interrompere tutti è una ragazza di quinta ginnasio, che invade il campo: “Finalmente mi hanno stappata!”, urla, correndo attorno alla rete con le braccia alzate. “Sì, sì: mi hanno sturata ieri sera”. È settembre 2013. E Margherita (nome di fantasia) celebra così, davanti a compagni di scuola più e meno intimi, la perdita della sua verginità. A raccontare l’episodio è Chiara, che studia nello stesso liceo milanese e che quella mattina giocava nel ruolo di alzatrice. Reazioni? “Non molte. La prof l’ha guardata male, la maggioranza di noi l’ha ignorata e qualcuno le ha fatto i complimenti”. In fondo, Margherita ci ha messo un anno intero per riuscire nella missione. Chiara spiega come funziona: “All’inizio della quarta ginnasio si fa la conta. Di solito, solo tre o quattro ragazze arrivano al liceo già sverginate. La regola è che bisogna liberarsene entro l’anno successivo. Per questo, a fine estate, ci sono un sacco di noi che vanno col primo che passa, giusto per non sforare i tempi. Perché a settembre si fa il bilancio”. Chiara, capelli biondi alle spalle, occhi castani col mascara nero sulle ciglia, stelline disegnate a penna sul polso, è una delle pochissime ragazze della sua classe a essere ancora vergine. “Se sei una persona sensibile, vivi molto male il fatto di non averla ancora data. È vero: se non sei carina, se non segui la moda, vieni un po’ emarginata. Ma è il sesso l’unico argomento che tiene banco, l’unica carta d’accesso per restare nel gruppo. O sai quello di cui parli, o ti escludono per davvero. Ti trattano come una bambina, ti lasciano fuori dal gruppo, ti prendono sempre per il culo, come fossi una sfigata”.

 


I PRELIMINARI

Le regole sono semplici e, anche se non valgono per tutti, finisce che tutti le rispettano. Ai preliminari, spiega Chiara, non si dà alcun peso: “Se esci con un ragazzo per un paio di settimane, è normale fargli almeno una sega. Sì, lo racconti in classe, ma non è una gran notizia: nessuno si stupisce”. Non si diventa popolari nemmeno per il sesso orale: “Le mie amiche lo fanno spesso nei bagni delle discoteche, il sabato sera. Poi ci ridono su: ‘Tanto ero ubriaca’, dicono. Anche perché, quando si esce, si parte subito con i vodka-pesca o gli shot di rum e pera, quindi non ci vuole molto per perdere il controllo.

L’altra scusa è che si erano fumate tre o quattro canne, che erano ‘fatte’. Ma nessuna si pente, e pochissime si ricordano anche solo il nome del ragazzo a cui hanno fatto un pompino”. Se si incontrano il weekend dopo, spiega, i due nemmeno si salutano. E ancora, a scuola l’argomento non esalta un granché: “Una di quinta ginnasio ha avuto un rapporto orale a tre prima di perdere la verginità, per prepararsi, e il racconto non ha creato grande scalpore”. Poi, i ragazzi sono gli unici a beneficiare dei preliminari: “Su di noi? Figurati, i maschi non sanno nemmeno da che parte cominciare. Non ho mai sentito parlare di sesso orale su una mia amica. Magari se esci con quelli più grandi, ma dubito”.

IL SESSO

Scopare è come fumare una sigaretta”. In che senso? “È una piccola trasgressione, nulla di più. Si fa per diventare grandi. Non che gli altri ti vedano poi diversamente, ma tu stessa proietti un’immagine più matura e di conseguenza entri nel gruppo più figo”. All’inizio c’è la spinta delle amiche: “Per chi te la stai tenendo? Guarda che se non la molli ti molla lui… E poi a qualcuno la dovrai pur dare, o no?”. Chiara è molto carina, ha ai piedi stivaletti di cuoio, e addosso una magliettina di Zara e una felpa blu col cappuccio. Potrebbe avere 14 anni come 18. Parla di sesso come se, appunto, l’avesse studiato meticolosamente a scuola, pur non avendolo ancora mai provato. E descrive un mondo capovolto: “I ragazzi non ci pressano mai per andare a letto. Anzi, sono terrorizzati dal fare figuracce, perché non sanno bene cosa devono fare. Anche perché noi siamo cattive, se uno se la cava male poi rischia che lo roviniamo. Sono le femmine – spiega Chiara – a sentirsi in dovere di sverginarsi in fretta. E poi gli uomini non hanno bisogno diinsistere, perché le ragazze sono indemoniate”.

Quando decidi di farlo, lo annunci alle amiche: “Questo weekend ho deciso che scopo”. Poi c’è l’immancabile resoconto del lunedì: “Di solito dicono ‘mi hanno sfondata’, oppure ‘mi hanno aperta’”. Da quel momento in poi perdi l’inibizione: “Una volta che l’hai data, la tua vita sessuale diventa super attiva. Se sei a casa di un’amica e c’è un tipo carino, non è che te la meni. Gliela daisenza fare troppe storie. Il ragazzo neanche se l’aspetta, così lo stupisci”.

L’ORGASMO

Il sesso e il piacere non hanno proprio nulla a che spartire, nelle storie che raccontano Chiara e le sue amiche. L’obiettivo non è quello, e i ragazzi sono troppo inesperti. “A nessuna è mai piaciuto scopare. La prima volta fa stra-male, e anche le volte dopo, comunque, tutto è tranne che piacevole. Ripeto: non lo fai per venire, ma per liberarti di un peso. È una questione d’immagine, di status. Anche perché i ragazzi durano pochissimo”. Per quelle che decidono di affidarsi al primo fidanzato, il momento prescelto è quello di una gita fuori città: “Stai con uno da un paio di settimane e ti invita a passare il weekend da qualche parte? Gliela dai. Matematico”.

PANICO DEL LUNEDI’

Le precauzioni più usate, racconta Chiara, sono il preservativo e la pillola anticoncezionale. Chi prende quest’ultima, di solito, ha già condiviso la propria vita sessuale con i genitori. E le altre? “Non sai quanti lunedì mattina vedo le mie amiche completamente in paranoia. Il sabato erano strafatte e non riescono a ricordarsi se hanno usato il preservativo o no. In più, non sanno chi è il ragazzo con cui hanno scopato, oppure si vergognano a chiamarlo per chiedere. Quindi le più furbe vanno in consultorio e prendono la pillola del giorno dopo – succede ogni due o tre mesi – e le altre aspettano e pregano che il ciclo arrivi”.

 

 

*********************************************************

e B

e B

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/sesso_a_14_anni_se_non_lo_fai_sei_sfigata_inchiesta/notizie/560354.shtml

ROMA - L'ansia di essere al passo con le proprie coetanee, di vivere uno dei momenti più importanti della propria vita soltanto per il piacere di condividerne i dettagli tra i banchi di scuola. E così da un'incursione nel mondo delle adolescenti nasce un'inchiesta, pubblicata da Il Fatto Quotidiano, che sottolinea come le 14enni italiane facciano sesso per non essere giudicate delle 'sfigate'. LA PRIMA VOLTA Dopo gli scandali sulle baby squillo e il sesso per denaro si scopre che le liceali sono assillate dall'esigenza di essere 'sverginate' per essere accettate dal gruppo. "Mi hanno stappata", ecco la frase con cui soprattutto il lunedì mattina le ragazzine si presentano a scuola per informare tutte le compagne che hanno avuto la loro prima esperienza. Una ragazzina ha spiegato che solitamente in quarta liceo solo tre o quattro si presentano già sverginate. "La regola è che bisogna liberarsene entro l'anno successivo. Per questo, a fine estate, ci sono un sacco di noi che vanno col primo che passa giusto per non sforare i tempi perché a settembre si fa il bilancio". Chi arriva al secondo anno di liceo senza avere ancora avuto un uomo è fuori, una sfigata. I PRELIMINARI Ai preliminari, spiega Chiara, non si dà alcun peso: “Se esci con un ragazzo per un paio di settimane, è normale fargli almeno una sega. Sì, lo racconti in classe, ma non è una gran notizia: nessuno si stupisce”. Non si diventa popolari nemmeno per il sesso orale: “Le mie amiche lo fanno spesso nei bagni delle discoteche, il sabato sera. Poi ci ridono su: ‘Tanto ero ubriaca’, dicono. Anche perché, quando si esce, si parte subito con i vodka-pesca o gli shot di rum e pera, quindi non ci vuole molto per perdere il controllo. L’altra scusa è che si erano fumate tre o quattro canne, che erano fatte. Ma nessuna si pente, e pochissime si ricordano anche solo il nome del ragazzo a cui hanno fatto un pompino”. Il mondo dei ragazzi, invece, è diverso. Loro vivono il momento del primo rapporto sessuale con ansia. Hanno paura di essere giudicati e che le loro scarse prestazioni diventino di dominio pubblico. LE PRECAUZIONI Molte usano la pillola, altre usano il preservativo, ma c'è anche chi il lunedì arriva a scuola nel panico perché non riesce più a ricordare se ha usato l'anticoncezionale. "In più non sanno chi è il ragazzo con cui hanno scopato" oppure spiega una ragazzina "si vergognano di chiedere. Quindi le più furbe vanno in consultorio e prendono la pillola del giorno dopo e le altre aspettano e pregano che il ciclo arrivi". 

I COMMENTI SU LEGGO FACEBOOK

 

 

 

 
 
 

Noi, liberi dal male

Post n°660 pubblicato il 07 Marzo 2014 da Pitagora_Stonato
 

http://blog.libero.it/EREMOMISANTROPO/12675766.html

 

1. Noi, liberi dal male
La quasi totalità delle persone, oltre a ritenersi immune dalla possibilità di compiere azioni crudeli, si pensa «al di sopra della media» rispetto a molte qualità - onestà, sensibilità, simpatia, generosità, per citarne alcune.Questa tendenza, ampiamente studiata dagli psicologi, è l'esito di una manipolazione sistematica e automatica effettuata sulle informazioni riguardi il sé. Più in dettaglio, le persone, spinte dal bisogno universale di percepirsi positivamente, si cimentano in attività in cui hanno maggiori probabilità di riuscita, si confrontano con chi è in condizioni peggiori, sovrastimano il proprio contributo a imprese comuni, recuperano in maniera selettiva ricordi positivi; l'intero processo, che, com'è evidente, è distorto sia in fase di raccolta sia in fase di interpretazione delle informazioni, conduce, appunto, a una sopravvalutazione di sé. È interessante rilevare anche un'ulteriore distorsione, quella riguardante l'importanza attribuita alle qualità personali nel predire eventi desiderabili: così, per esempio, chi si considera particolarmente socievole tenderà a pensare che questo tratto rappresenti l'elemento determinante per il successo professionale, svalutando il peso di caratteristiche come la scrupolosità o l'ambizione, che evidentemente non gli
appartengono.
La tendenza a pensarsi al di sopra della media si associa generalmente al sentirsi meno esposti degli altri agli eventi spiacevoli della vita. I ricercatori sociali hanno scoperto a questo proposito che le persone credono di avere minori probabilità, rispetto al resto della popolazione, di diventare alcolisti, di tentare il suicidio, di divorziare, di avere un infarto o di contrarre una malattia venerea. Esenti, in pratica, da ciò che fa loro paura, al riparo dal male. Questo ottimismo illusorio produce però l'inevitabile effetto di esporre maggiormente a ciò che si ritiene di poter controllare.
Speciali, pressoché invulnerabili. Questa convinzione può assimilarsi a una lente deformante che impedisce di notare quanto in realtà si somigli agli altri e, come loro, si sia esposti all'inesorabile relatività dell'esistenza. Rifletterci aiuta, anche se non elimina di colpo credenze radicate. Cosa pensereste leggendo di qualcuno che ha maltrattato altri esseri umani o di qualche altro che non ha soccorso un ferito? La consapevolezza appena acquisita verrebbe con molta probabilità sovrastata dai vostri automatismi, per cui istintivamente valutereste malvagie quelle persone (dimenticando che pure loro, un attimo prima, forse pensavano «io no, io mai») e voi incapaci di compiere un gesto del genere. Continuereste cioè a vedervi gentili, sensibili, diversi dagli altri e dunque al riparo dal rischio di agire in maniera crudele («sono troppo buono, non riuscirei a infierire su un'altra persona»). Si tratta di un pensiero decisamente pericoloso, poiché, esaltando in maniera arbitraria e illogica la soggettività, finisce col sottovalutare il peso delle forze situazionali.
Sapere che le distorsioni da sopravvalutazione del sé sono difficili da estirpare non può servire da attenuante per un atteggiamento apatico: lottare contro gli automatismi è, oltre che un dovere, un atto di umiltà da parte di chi ha abdicato al solipsismo, di chi considera l'uomo un impasto di potenzialità pronte a essere trasformate in condotte benevole o malvagie a seconda delle circostanze. Chi pensa in questi termini riconosce implicitamente il potere di qualunque situazione, un'impostazione, quest'ultima, che trattiene dall'avventurarsi in previsioni insensate, inaccurate e inutili.

 

da "psicologia del male" Pero Bocchiaro

 
 
 

...

Post n°659 pubblicato il 07 Marzo 2014 da Pitagora_Stonato
 

 
 
 

AREA PERSONALE

 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

IN LETTURA

 

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Marzo 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
31            
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963